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II intervista: Giordano Marchetti - Vivere Cernusco

Post n°448 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da kudablog
 

dopo l'intervista all'ex-sindaco Paolo Frigerio pubblico quella a Giordano Marchetti, con l'idea di poter fornire un luogo di confronto che permatta di ampliare l'ottica politica di Cernusco, ho già scritto al Presidente del Consiglio Comunale e al vice-sindaco per chiedere anche a loro una possibilità di dialogo, prima di cimentarmi con i candidati sindaco.

immagineGiordano Marchetti è uno dei fondatori della lista civica Vivere Cernusco che ormai si avvicina ai 25 anni di storia, sempre vicina all'area ambientalista e alle associazioni di volontariato, la lista è diventata con gli anni un laboratorio per la creazione di quello che è diventato l'Ulivo a livello nazionale. Tra le sue file ha contato per anni Angelo Spinelli a cui, per la tenacia e la coerenza, è stata dedicata la sala consiliare di Cernusco. Sempre all'opposizione è però cresciuta molto nelle ultime tre tornate elettorali diventado il secondo partito nel 2002 (dopo Forza Italia). Giordano Marchetti è stato candidato sindaco per la coalizione di centro-sinistra formata da Rifondazione Comunista, Italia dei Valori, Girotondo per Cernusco e Vivere. Negli ultimi cinque anni è stato consigliere comunale per gli stessi 4 partiti.

 

1- Ciao Giordano, sono ormai passati quasi 25 anni da quando con Angelo Spinelli hai dato vita a Vivere Cernusco, prima lista civica di Cernusco sul Naviglio, quali sono stati i motivi che vi hanno portato a non operare all’interno di un partito nazionale? Cosa ha insegnato Vivere Cernusco al nostro comune?

Perché non abbiamo preferito operare in un partito nazionale? Probabilmente perché in quell’epoca di steccati ideologici e di un blocco di potere che durava dal dopoguerra, nessuno dei partiti nazionali poteva incarnare il sogno, la speranza, la scommessa di un gruppo di giovani amici che aveva un’idea diversa di fare politica. A quel tempo è stata davvero una grande scommessa credere in un nuovo soggetto politico che, almeno a livello locale, riunisse persone diverse per esperienze, formazione ideologica e culturale, ma che avevano un’idea comune di politica come servizio, una politica ispirata ai valori della solidarietà, della difesa dell’ambiente, della trasparenza e della partecipazione. Una scommessa che sopravvive a distanza di 25 anni, una realtà che è cresciuta e si è consolidata. Vivere Cernusco ha avuto il merito di anticipare il sogno di un grande movimento riformista, che unisse cattolici e laici, che coinvolgesse nell’impegno politico quella società civile già attiva nelle associazioni culturali, nel volontariato sociale, nei gruppi di solidarietà internazionale. Non vorrei essere presuntuoso, ma davvero credo che Vivere Cernusco sia stato, nel suo piccolo, un Ulivo “ante litteram”. Cosa ha insegnato il nostro movimento a Cernusco? Forse che l’ostinato esercizio della coerenza, da molti ritenuto un’utopia in una realtà politica piena di qualunquismo e trasformismi, può ancora trovare spazio e consenso. Vivere Cernusco non ha mai barattato i suoi valori di riferimento per una poltrona. Essere una lista civica non significa rifiutare una precisa scelta di campo. I nostri valori di riferimento, chiaramente ancorati al centrosinistra, hanno guidato la nostra politica e le nostre scelte in tutti questi anni. La politica delle lobby economiche, la politica di chi parla di sicurezza facendo leva sulle paure, di chi dice che per avere la pace bisogna fare la guerra, la politica di chi devasta l’ambiente per trarne denaro, non è la nostra politica.

2- In tutti questi anni Vivere Cernusco non ha mai ricoperto incarichi di governo, ma se si prende in mano i vecchi programmi si vede come alcune proposte di Vivere siano state realizzate da altre amministrazioni, che forza ha potuto esercitare Vivere dai banchi dell’opposizione?

È la forza di chi, in tutti questi anni, si è guadagnato non solo il consenso di tanti elettori, ma anche il rispetto degli avversari che, in qualche occasione, hanno recepito positivamente le nostre proposte. Importante è stato in tutti questi anni il lavoro fatto per informare i cittadini di quello che succedeva “a palazzo”. Il nostro giornale Futura, le assemblee pubbliche organizzate su varie questioni, i volantini informativi, il puntuale e attento lavoro dei nostri consiglieri comunali, il confronto e la collaborazione con tante realtà associative della nostra città e con i comitati cittadini nati in questi anni, hanno reso Vivere Cernusco una forza politica più importante di quanto sia il suo peso elettorale. Anche se un consenso ormai consolidato intorno al 10% non è certo trascurabile, l’interesse nei confronti del nostro gruppo e delle sue proposte è sicuramente più ampio. Segno della stima che la nostra forza politica si è guadagnata in questi anni con la coerenza del suo impegno.

3- Le questioni urbanistiche hanno dettato almeno negli ultimi 15 anni l’agenda delle amministrazioni cernuschesi (Frigerio e Cassamagnaghi), la sinistra ha sempre insistito per il ruolo centrale da assegnare al sociale, cosa si intende per sociale? E come può diventare l’assessorato più importante di Cernusco?

Intanto dobbiamo chiarire che i servizi sociali non sono beneficenza. Una società moderna deve riconoscere ai suoi cittadini una serie di diritti, e tra questi non può mancare quello di avere un’efficiente rete di servizi che permetta ai cittadini di affrontare con più serenità ogni fase della vita. Non possono essere interventi estemporanei né puramente assistenziali. É necessario un serio lavoro di programmazione che, partendo dalle esigenze dell’oggi sia però anche in grado di prevedere le esigenze future. In questi ultimi anni a Cernusco il settore degli Interventi Sociali ha visto l’avvicendamento di una mezza dozzina di assessori. È mancata la continuità necessaria per un serio lavoro di ricognizione dei bisogni e programmazione degli interventi. È chiaro che le priorità erano altre e non sarà certo il nuovo assessorato alla Missionarietà a farci credere che questa amministrazione abbia i bisogni delle persone in cima ai suoi pensieri...

4- In un recente articolo di Repubblica vieni definito “l’ambientalista Giordano Marchetti” che possibilità ci sono di operare in ottica ecologista a Cernusco? Quali i provvedimenti più urgenti che bisognerebbe attuare in materia di salvaguardia della natura?

L'intervento più immediato è uno stop alla cementificazione, che ha prodotto traffico e inquinamento in tutte le zone di Cernusco. Inoltre nostro impegno prioritario sarà la creazione di un vero grande parco sovracomunale, non quella miseria che l’amministrazione Cassamagnaghi ha appena concesso. Dopo vent’anni di attese e rinvii il comune di Cernusco ha infatti detto no al Parco delle Cave, concedendo solo qualche spicchio di territorio al progetto pienamente sostenuto dai comuni di Brugherio, Cologno, Carugate e Vimodrone. Nel progetto originario, sottoscritto tre anni fa da tutti i comuni ad eccezione di Cernusco, il nostro comune avrebbe dovuto destinare circa 300 ettari all’area del Parco, la fetta più consistente dell’intero progetto, che avrebbe garantito la salvaguardia dell’ambiente e una migliore qualità della vita per tutta la cittadinanza. Ma grazie al Sindaco Cassamagnaghi e alla sua irresponsabile maggioranza, Cernusco elemosinerà al Parco solo poche centinaia di metri quadrati sparsi qua e là! Una scelta che rischia di abbandonando il territorio a nord di Cernusco ad un futuro di nuove edificazioni, traffico e ricchissimi affari, ma il Parco delle Cave è un bene di tutti e non può essere sacrificato sull’altare degli interessi politici o economici di turno. Il Parco delle Cave deve essere realizzato nella sua estensione originaria; noi ci impegneremo in questo senso.

5- La zona intorno a Milano è ormai un’unica grande città ma Cernusco sembra voler continuare a vivere isolata decidendo in autonomia e solitudine, esempio di ciò l’uscita dal consorzio dei rifiuti, le piste ciclabili che si fermano ai confini con Carugate, Bussero e Cassina e la prossima decisione di istituire un ticket di ingresso. Come dovrebbe muoversi la prossima amministrazione per operare in un ottica di rete? Tanti strumenti, come l’Agenda 21, richiedono la partecipazione di vari comuni e soggetti (associazioni, gruppi, singoli cittadini) alle decisioni più importanti per favorire finanziamenti e consenso, come la rete e la partecipazione possono diventare strumenti per amministrare bene la cosa pubblica?

Siamo convinti che una buona ed efficiente amministrazione non possa operare in maniera “autarchica”, ma collaborare con i comuni vicini, con la Provincia e la Regione per studiare soluzioni a problemi che sono certamente di carattere sovracomunale. La tutela del territorio, i problemi di mobilità e trasporti, la gestione dei rifiuti, ma anche i servizi di carattere socio sanitario, sono temi che solo in una visione e progettazione più ampia possono essere gestiti al meglio. Non solo: le istituzioni pubbliche devono attivare tutti quegli strumenti di partecipazione che portino cittadini, gruppi, associazioni ad essere protagonisti delle scelte più importanti, attivando un processo virtuoso che solleciti impegno e responsabilità da parte di tutti. Citando quello che ha detto recentemente il nostro candidato sindaco, Eugenio Comincini, “La partecipazione non è, come alcuni credono, un fastidioso rallentamento del processo decisionale, ma un’opportunità per assumere decisioni migliori e condivise”.

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Nella settimana scorsa è anche arrivata la notizia di una nuova adesione alla candidatura di Eugenio Comincini a Sindaco di Cernusco, si tratta del movimento dei Verdi, che in un comunicato hanno dichiarato di non volersi presentare con una propria lista ma che saranno rappresentati da alcuni condidati all'interno della lista di Vivere Cernusco. Anche a loro si rivolgono i miei post "costruire l'utopia" (vedi tag in alto a sinistra).

 
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