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Post n°1003 pubblicato il 04 Novembre 2008 da kudablog
 

4 novembre, festa delle Forze Armate e dell'Unità Nazionale, ma soprattutto data in cui si concluse la prima guerra mondiale.

L'Italia entrò in guerra, non per difendere la propria popolazione, non per proteggere delle persone che venivano uccise ingiustamente, ma per conquista.

All'inizio della guerra (1914) l'Italia era alleata degli Imperi Centrali nella Triplice Alleanza, ma, dato che l'alleanza aveva carattere difensivo (e la guerra era stata dichiarata dall'Austria) e non era stata preventivamente consultata sulla dichiarazione di guerra, il governo italiano fece presente di non sentirsi vincolato dall'alleanza e che, pertanto, sarebbe rimasto neutrale. Successivamente le pressioni diplomatiche di Gran Bretagna e Francia la spinsero a firmare il 26 aprile 1915 un patto segreto all'insaputa dell'alleato austriaco, detto Patto di Londra, nel quale l'Italia si impegnava ad entrare in guerra entro un mese in cambio di alcune conquiste territoriali che avrebbe ottenuto dopo la guerra: il Trentino, il Tirolo, Trieste, Gorizia, l'Istria (a eccezione della città di Fiume), parte della Dalmazia, il protettorato sull'Albania, su alcune isole del dodecaneso e alcuni territori dell'Impero Turco, nonché un'espansione delle colonie africane, a scapito della Germania.
Altro che confini nazionali...

Come giustamente ricorda la Nota di Cernuscoinsieme, la popolazione era in maggioranza neutrale, non voleva saperne di buttarsi in una Guerra che, come sempre, sarebbe gravata sulle persone più povere. 600.000 furono i morti italiani causati dalle scelte dei politici e dei generali, ma quante persone furono uccise dagli italiani? e per cosa? per un pezzo di terra?

Il 4 novembre del 1918 il generale Diaz emanava il "bollettino della vittoria" in cui umiliava l'esercito austro-ungarico: "I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.".

E l'Italia cosa ereditò da tanto spargimento di sangue? In barba al principio di autoderminazione, difeso dagli USA, ottene alcune annessioni territoriali ma non tutte quelle pretese. Ma il fatto più importate è che la retorica di guerra messa in campo nel conflitto mise le premesse al successivo sorgere del fascismo (e del nazismo in Germania, in un secondo tempo). Oltre alla distruzione e all'impoverimento generale.

Ecco cosa festeggiamo, la vittoria in una guerra di conquista che mise le basi per una dittatura e per le leggi razziali.
Queste le parole del Ministro La Russa (messaggio ufficiale di oggi):
"quest’anno ricorre il 90° anniversario di quel lontano 4 novembre 1918 che, con l’armistizio di Villa Giusti, segnò la vittoriosa conclusione della Grande Guerra e il momento culminante della consacrazione dell’Unità nazionale. L’Italia dimostrò di essere una Nazione coesa e forte; un Popolo animato da un convinto sentimento identitario, che non si smorzò nemmeno nei terribili giorni dell’offensiva nemica".

La nostra Costituzione ripudia la guerra come mezzo di risoluzione per le controversie tra i popoli, dichiarare che proprio una guerra, di conquista ed invasione, sia l'immagine che dobbiamo avere in mente quando parliamo dell'Italia come Nazione mi sembra un po' forviante.

E invece il ministro della Difesa Ignazio la Russa celebra tutto ciò in pompa magna, con un programma di iniziative 'in terra, cielo e mare': sfilate, parate, mostre di carri armati ed elicotteri, simulazione di assalti militari e lancio di paracadutisti nelle piazze di 21 città. Lo si fa attingendo non al bilancio della Difesa - con grande soddisfazione del ministro - ma a quello della legge 133 (conversione del decreto legge 112, la Finanziaria), che, nell'articolo 60, comma 8-bis, stanzia un apposito fondo di ben tre milioni di euro.

Legge 133, proprio il famoso decreto Gelmini, quello che taglia le maestre nelle scuole elementari per questioni di bilancio. La spesa per la Festa della Vittoria è di 3 milioni di euro! E poi 200 generali nelle scuole a celebrare la vittoria, a raccontarla ai ragazzi. Ma racconteranno l'eroismo dei nostri soldati contro i nemici oppure l'orrore di ogni guerra che non porta mai vincitori ma solo distruzione tra i popoli e morte, soprattutto ai più poveri?

Commemorare, anziché celebrare, un lutto nazionale, a seguito del quale l'Italia, dopo il voltafaccia con gli alleati della Triplice, si pose in mano del fascismo.

E per chiudere una domanda. Lo scorso cinque agosto il governo italiano ha annunciato che acquisterà quattro esemplari di droni spendendo 330 milioni di dollari. I droni, per inciso ma non troppo, sono dei velivoli senza pilota utilizzati per fare ricognizioni e bombardamenti su zone particolarmente ricche di attività contraerea. Bene, 330 milioni di dollari sono circa 260 milioni di euro, che basterebbero per pagare per un anno 10.400 ricercatori universitari...

Ecco, la domanda è, che paese abbiamo in mente?

 
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