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Terremoto ad Haiti
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Haiti vista da Haiti: a Wanament il giorno dell'annuncio di Wyclef Jean
Post n°1620 pubblicato il 10 Agosto 2010 da kudablog
Ho varcato la frontiera di Haiti il 6 di agosto, il giorno dopo l'annuncio da parte di Wyclef Jean di candidarsi per la presidenta ella repubblica. Un annuncio tutt'altro che a sorpresa poiché sul suo twitter ne parlava da giorni. Sono entrato ad Haiti da Wanament, la frontiera nord con la Repubblica Dominicana, in un giorno di mercato, quando la preuccupazione principale é non rimanere schiacciato dai grossi cammion che varcano il piccolo ponte sopra il Rio Massacre, piccolo rigolo d'acqua che marca il confine. Dajabon é il luogo dell'incontro tra le due nazioni, due volte a settimana le frontiere si aprono e gli haitiani hanno la posibilitá di accedere al mercato, sempre e soltanto non trasportino merce con veicoli a motore. Dal terremoto del 12 gennaio il mercato é andato sempre piú crescendo, ocupando nuove strade e scoprendo nuovi prodotti. Qui, infatti, trovano la loro collocazione piú appropriata tutti gli aiuti umanitari inviati a sproposito ad Haiti, come scatole di champinion o scarpe di marca. Con i soldi ricavati comprano cibo e beni di sussistenza. Dall'altra parte della frontiera, Haiti, che nella costa nord vede in Capo Haitiano la sua cittá piú importante. A collegare Wanament con Capo Haitiano una nuovissima strada asfaltata costruita dall'unione europea per favorire gli spostamenti di persone e merci. Una strada pagata due volte poichè il primo finanziamento stanziato si è perso nei meandro della corruzione poilitica e la Comunità Europea ha dovuto tornare e far costruire direttamente la strada. Arrivo presso la struttura che mi ospiterà per la notte, una casa delle suore Juanistas, un gruppo di donne che partecipa ad un progetto di microcredito è riunito. Dal terremoto Wanament ha aumentato la sua popolazione di circa il 20%, oltre 15.000 persone sono arrivate da Port-au-Prince in cerca di una zona meno colpita. Effettivamente il nord non ha subito danni considerevoli dal terremoto ma di colpo si é trovata da zona di emigrazione, dove chi rimaneva veniva aiutato economicamente dai famigliari che erano andati alla capitale, a zone di immigrazione che deve farsi carico di assistere gli sfollati. Molti di questi non hanno punti di appoggio in cittá e vivoni in ripari di fortuna costruiti alla meno peggio. A Wanament non si sono viste le grandi ONG, e, nonostante i caschi blu dell'UNO controllino con la polizia haitiana la frontiera, le Nazioni Unite sembrano poco presenti. Il gruppo di donne che ho incontrato era cominciato con circa 60 partecipanti, dopo il terremoto il numero è sei volte tanto. Girando per la cittá, accompagnato da chi la conosce, provo ad informarmi per cercare di capire se e come la notizia della condidatura di Wyclef sia arrivata. Sembra di parlare di qualcosa di sconosciuto. Conoscono il cantante ma nulla del suo impegno politico, o meglio, sembra che l'intera politica sia cosa estranea. Effettivamente, in un paese che ha una media di un colpo di stato ogni sei anni, quale risposte è in grado di dare la politica? La notte a Wanament è viva, gente per strada e tanto passaggio, ma alle dieci scatta il corpifuoco. In realtà non so se è un coprifuoco imposto dall'esercito o solo vissuto, sta di fatto che le strade improvvisamente sono deserte, i baracchini che vendevano le bibite raffreddate con il ghiaccio comprato a Dajabon spariscono e la sensazione, senza luci per la strada e senza più rumori di radio, è quella di una città deserta. Mi butto sul materasso, ma qui le temperature sono altissime e i tassi di umidità alle stelle, così non ho problemi ad alzarmi alle cinque e mezza quando il capanile suona a martello come per un incendio. Si tratta soltanto della chiamata alla messa, ma tant'è ormai sono in piedi. Nel cortile della casa iniziano ad arrivare giovani, dalle sei alle otto di ogni sabato hanno un corso di ballo. Quanta energia... Io non dimentico Haiti dopo il terremoto
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