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Energia nucleare: costo e inquinamento, due punti a sfavore

Post n°1078 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da kudablog
 

Due sono i miti da smontare quando si parla di energia nucleare:
- energia a basso costo;
- energia a basso impatto ecologico.

Partiamo proprio da questo punto, perchè il nucleare viene indicato da alcuni (più politici e industriali che scienziati, a dir la verità) come la soluzione al riscaldamento globale e all'inquinamento delle centrali a petrolio.Guardate questa tabella:

Tabella produzione CO2 delle varie centrali elettriche
(CSP è il Solare Concentrato, CSS è il cosidetto carbone pulito)

La tabella indica la CO2 emessa per ogni kilowatt ora di energia prodotta, tenedo conto delle emissioni necessarie per la costruzione della centrale, l'estrazione della materia prima e il funzionamento, otre che per lo smaltimento delle scorie e lo smantellamento a fine vita. Come è chiaro le centrali nucleare sono seconde soltanto al carbone, inquinano tantissimo. Lo studio è di Mark Z. Jacobson, Professore Ordinario di Ingegneria Civile e Ambientale e il direttore del Programma Energia/Atmosfera presso la Stanford University, mica un ambientalista qualunque.

Così, allo stesso modo, quando dicono che l'energia prodotta dalle centrali nucleari costa meno, mentono, e non solo perchè adesso il petrolio è sceso. Prendo l'esempio statunitense:

è leggenda che l'originale ondata di centrali nucleari costruite negli Stati Uniti nel 1960 e 1970 abbia recuperato i costi rispetto agli investimenti iniziali. L'US Energy Information Agency (EIA) ha studiato questa generazione di centrali(ma non non comprende i casi peggiori, come Comanche Peak, Seabrook e Vogtle), e ha confrontato le stime iniziali ai costi effettivi rispetto alle spese di gestione e i risultati sono stati drammatici. Emerge un chiaro schema di un settore che regolarmente ha catastroficamente sottovalutato i costi: la EIA ha trovato che in media ci sono stati incrementi tra 209% - 380%, vale a dire da oltre 2 a quasi 4 volte, le stime originariamente presentato all'inizio della costruzione.

Nuclear Engineering International (22 August 2008) in un articolo intitolato "Escalation dei costi delle nuove costruzione: cosa significa?" ha scritto: "Ciò che è chiaro è che è completamente impossibile produrre definitive stime dei costi per il nuovo nucleare in questo momento. Il fatto che gli Stati Uniti e gli altri leader nucleari non stiano costruendo impianti da un po' di tempo, suggerisce che c'è notevole incertezza per quanto riguarda il costo del capitale del nuovo nucleare e altre tecnologie di generazione ". E questo impotizzando che la centrale non si rompa mai, che non avvengano mai fuoriuscite (come quelle francesi recentementi nel Rodano) e che l'Uranio non si esaurisca.

In sostanza, le stime più ottimistiche del costo attualizzato del chilowattora, quelle elaborate nel 2005 dal Dipartimento Usa dell'energia, ci dicono che il nucleare è la fonte più costosa, più del gas, del carbone e dell'eolico. Altri recenti studi del MIT (Massachusettes Institute of Technology) e dell'Università di Chicago mostrano rapporti di costo sempre più sfavorevoli al nucleare. Senza un'iniezione di denaro pubblico, in sostanza, la sorte del nucleare negli Stati Uniti è segnata e non per un referendum ma per mancanza di investitori privati a causa degli eccessivi rischi di redditività degli investimenti.

Ora se economisti, scienzati e industriali concordano sulla non economicità e non ecologicità del nucleare perchè il primo novembre la Camera italiana ha approvato l'istituzione dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare? Sapete cosa c'è scritto in quel "pacchetto energia" che i terreni dove sorgeranno le centrali nucleari italiane saranno militarizzate, espropriate dai comuni e messe sotto la diretta responsabilità del Presidente del Consiglio, la società che lo smaltimento delle scorie sarà privatizzata (!), con grande attenzione a dove sistemare le scorie al minor costo.

Ma siamo sicuri che tutto questo è per il bene dell'Italia?

 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 14:12 via WEB
Chiaramente non è per il bene dell'Italia, ma di quei capitalisti, immorali, disposti ad inquinare pesantemente per fare i loro interessi, magari capitalisti stranieri a nome di teste di legno italiani. Perchè in Italia? Perchè sanno che è facile attingere alle tasche pubbliche degli Italiani senza che questi nemmeno se ne accorgano, e tuttalpiù fanno finta di non vedere, bevendosi tutte le fandonie che stimola il loro egoismo e nel contempo li impoveriscono. LE FONTI RINOVABILI E INESAURIBILI E SEMPRE PIU' ECONOMICHE SONO SOLO QUELLE PULITE. GRAZIE A DIO.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 14:26 via WEB
Solo tenendo conto del fattore economico, il nuclerae è enormemente antieconomico per gli utenti, se poi ci aggiungiamo il fattore ambiente, salute, scorie radioattive, allora bisogna proprio essere teleinstupiditi per andare avanti per quella strada. Minieolico e/o fotovoltaico, e microgenerazione domestica di idrogeno a bassa pressione questo è il futuro. Anzi il presente. Se l'industria automobilistica inizia a fare pannelli e microgeneratori di idrogeno staremo tutti meglio, di tasca e di salute, capitalisti e cittadini.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 14:29 via WEB
Un lettore chiedeva a cosa serve l'idrogeno se non è una fonte di energia ma un vettore? Appunto, per adesso risulta migliore delle batterie, per autonomia, produzione e smaltimento.
(Rispondi)
 
 
kudablog
kudablog il 20/01/09 alle 14:56 via WEB
e soprattutto non è in esaurimento come il litio
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