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da aprile del 2006 a marzo 2007 ho avuto la possibilità di lavorare con un'associazione dominicana, Oné Respe, che opera nelle baraccopoli di Santiago e di Haina in Repubblica Dominicana. Durante questo periodo ho scritto su questo blog ciò che vedevo e osservavo, qui trovi i post più rilevanti in ordine cronologico. LEGGI TUTTI I POST I miei Blog AmiciMenuCitazioni nei Blog Amici: 42 sto leggendo
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Terremoto ad Haiti
Iscriviti al gruppo: Io non dimentico Haiti dopo il terremoto Presentazione del libro: Haiti: l'isola che non c'era, a cura mia e di Helga Sirchia
Post n°869 pubblicato il 02 Aprile 2008 da kudablog
Donna, microcredito, autofinanziamento e agricoltura gli elementi di un progetto dai risultati inispererati. Non mi aspettavo una buona notizia da Haiti, finora considerato un Paese sull'orlo del collasso e violento, senza prospettive. Decenni di instabilità politica e di dittatura hanno prodotto il Paese più povero delle Americhe, con l'80% della popolazione sotto la soglia della povertà e il 54% in miseria. I 2/3 degli haitiani dipendono dal settore agricolo con coltivazioni di sussistenza. Quella metà occidentale dell'isola Hispaniola ci fa sapere ora che c'è una formula vincente per uno sviluppo integrale, che parte dal basso ed è ormai consolidata. Ce lo indica l'Instituto Interamericano de Cooperación para la Agricultura (Iica). Ecco gli elementi essenziali del successo: 1. Donna. Alcune non sanno né leggere né scrivere, ma tutte hanno saputo restituire. Il KrediFanm è riuscito a recuperare fino al 99% dei suoi prestiti. L'economia familiare haitiana ha tre pilastri, tutti fondati sulla donna: coltivazione di prodotti, da vendere al mercato, e investendo il guadagno nell'allevamento di capre, maiali, mucche e qualche volta in altri terreni. Solo le donne possono essere membri del KrediFanm. 2. Microcredito. La formula del microcredito haitiano, anche se ispirato alla Grameen Bank di Muhammad Yunus, è unica perché tiene conto degli usi delle donne haitiane, rispettando le loro occupazioni, ambizioni e condizioni. Il profitto ricavato dalle donne va a soddisfare i bisogni primari della famiglia: cibo, salute, educazione. Sempre e tutto sotto il controllo della donna, non del coniuge. 3. Katel mama è la presidente e tesoriere. Il katel, l'unità del sistema del microcredito, è formato da cinque membri. Il più piccolo gruppo del KrediFanm quindi ha cinque katel o 25 donne. Prestiti vengono dati a ciascun membro in successione. Una volta al mese il piccolo credito viene erogato a uno dei membri del katel e non ne seguono altri prima che sia stato restituito il precedente. La fiducia e la stima sono gli elementi vitali per partecipare al KrediFanm. Insomma il terzo elemento è il sistema democratico. I crediti approvati sono usati solo per attività produttive, non per acquistare beni di consumo. 4. Autofinanziamento. In 14 anni le donne sono riuscite a diventare indipendenti dalle istituzioni che nei primi anni hanno sostenuto le loro attività. Ora (diverse migliaia) si autofinanziano; l'esperienza si è rivelata un successo. Ogni anno il capitale è cresciuto del 183% e queste attività hanno permesso un miglioramento di vita e delle famiglie. Da Haiti quindi viene una lezione: il "progresso dei popoli", evocato da Paolo VI, comincia dal basso e dalle donne.
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