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La logica mortifera del capro espiatorio

Post n°455 pubblicato il 15 Dicembre 2011 da Fratus

Di Massimo Maraviglia

Trovare il capro espiatorio contro il nemico politico e sociale, questa è la radice di ogni razzismo. Se il nemico ha peculiari tratti somatici che lo contraddistinguono visibilmente dagli altri, l’attacco funzionerà ancora meglio: una minoranza razziale è riconoscibile e con essa funziona meglio la dinamica dall’associazione di caratteri negativi – che vanno dalla sporcizia e maleducazione alla tendenza criminale, alla violenza e alla brutalità – a gruppi e singoli non pienamente integrati con il resto della società – cioè già di per sé in possesso di alcuni “tratti vittimari” – sui squali si scarica l’angoscia della società stessa, la sua paura, il suo disorientamento che può essere sanato solo individuando una vittima sacrificale in cui vedere concentrato tutto il male possibile e contro la quale dare libero sfogo all’aggressività, al risentimento, alla vendetta. Bene, nei fatti di Firenze, ci troviamo di fronte alla follia di una persona, che in modo estremo e lontano da ogni minimo principio di realtà – cioè di proporzionalità tra accuse e reazioni – uccide dei senegalesi, scaricando contro di loro i propri fantasmi e una rabbia che certamente ha radice patologica, perché non mediata da quella forza conscia che vaglia gli impulsi aggressivi e/o sessuali con le condizioni effettive della vita personale e sociale, i valori condivisi, e il principio di autoconservazione della vita individuale. A fronte di tutto ciò abbiamo una reazione singolarmente uguale e contraria, cioè il tentativo di opporre al capro espiatorio “negro” – colto in modo folle dall’assassino di Firenze ma pur sempre colto – il capro espiatorio “nero”. Così un gruppo di persone come quelle di Casapound – pure esso avente peculiari tratti vittimari perché proveniente da una parte politica contro la quale si è legittimato il potere repubblicano per quasi settant’anni e contro la quale vi è una lunga e sperimentata tradizione di accuse di ogni tipo – dalla violenza alla perversione psicologica, etica, civile, fisica – diventa utile contro-capro espiatorio. Ciò permette alla società mediatico-civile di tranquillizzarsi: non siamo più indifesi di fronte alla follia, c’è sempre una ragione, e la ragione è la presenza all’interno del nostro tessuto sociale sano di virus e batteri razzisti e fascisti che non siamo ANCORA riusciti ad eliminare. Come si vede vi è sempre un virus e un batterio da eliminare, sia esso il capitalista (capro espiatorio di classe), il negro o l’ebreo (capri espiatori di razza) o i fascisti o i comunisti (capri espiatori politico ideologici) o i mussulmani o i cristiani (capri espiatori religiosi)…e questo avviene sempre contro ogni senso di giustizia, l’unico organo che possediamo contro la logica mortifera del capro espiatorio.

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