Creato da Fratus il 08/08/2006
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Antievoluzionisti in convegno a Viterbo

Cultura

Foto Antievoluzionisti in convegno a Viterbo


Tutti contro Darwin

Antievoluzionisti in convegno a Viterbo

L'iniziativa organizzata dal sociologo Fabrizio Fratus

Viterbo - Dopodomani si svolgerà a Viterbo un convegno scientifico sulla teoria di Charles Darwin. Per quanto infatti la teoria evoluzionista sia data per scontata dai libri di testo e dalla coscienza collettiva, e ritenuta unico strumento valido per comprendere l’apparizione degli esseri viventi, un gruppo eterogeneo di scienziati e persone interessate all’argomento, in graduale aumento e diffusione globale, propone da alcuni anni dibattiti sul tema dell’evoluzionismo per dimostrare che non si tratta di una teoria scientifica ma di un credo: qualsiasi teoria necessita infatti di prove concrete e sperimentali a suo sostegno, mentre in questo caso le prove sono pure ipotesi. Inoltre, gli antievoluzionisti chiedono un dialogo, quel dialogo che i sostenitori di Darwin negano. Ma se la tesi è vincente, da dove nasce il timore di dimostrarla? Se fosse verità, andrebbe difesa e resa ancor più conoscibile.

Le iniziative volte a dimostrare la fallacia del darwinismo sono osteggiate dai sostenitori di questa teoria, i quali sono particolarmente ostili al dialogo, come sempre accade nel caso in cui appaiano teorie innovative, che vogliono rompere con la tradizione consolidata e che dopo gli sberleffi e le accuse si rivelano, il più delle volte, vincenti.

Poiché l’antidarwinismo in Italia è stato promosso all’interno di Alleanza nazionale dal sociologo Fabrizio Fratus, i più pensano che si tratti di un movimento politicamente schierato. In realtà, per quanto la sinistra di ponga come una forza rivoluzionaria, dimostra anche in questo frangente la sua anima reazionaria, di contro a una destra libera di pensare al di fuori degli schemi precostituiti. Si tratta dunque di una questione di apertura mentale, dove l’appartenenza politica è un fattore contestuale ma non determinante. Pensiamo ad esempio al mondo hippy, che non è certamente legato alla destra ma che rifiuta il materialismo proprio del pensiero evolutivo di Darwin.

A Viterbo il gruppo eterogeneo che presenterà il convegno è composto da un ingegnere presidente dell’unica associazione italiana creazionista, Stefano Bertolini, da un professore di fisica, Ferdinando Catalano e inoltre da un medico di fede islamica facente parte dell’oramai famoso gruppo di Harun Yahya studioso dalle otre 300 pubblicazioni e sviluppatore di un forte movimento creazionista in tutta Europa.

L’appuntamento è presso la sala del consiglio di Viterbo in cui il consigliere Maurizio Federici, moderatore dell’incontro, ha specificato che l’invito e il convegno patrocinato dal comune è nato in quanto molte informazioni riguardanti la teoria dell’evoluzione della specie sono alquanto contraddittorie. Non sappiamo se gli antievoluzionisti hanno qualche ragione ma sicuramente l’incontro di Viterbo è occasione per scoprirlo.

Barbara Leva
 
 
 

Antievoluzionisti riuniti a Viterbo

Continua il tour del movimento antidarwinista

Antievoluzionisti riuniti a Viterbo

Venerdi’ 24 giugno

Milano – Si terrà a Viterbo il prossimo incontro antievoluzionista patrocinato dal Comune, ed organizzato dal consigliere comunale Maurizio Federici (Pdl), con l’introduzione del presidente del Consiglio comunale Giancarlo Gabbianelli. In questi ultimi anni il movimento che contesta la teoria diDarwin è cresciuto e si è organizzato intorno alcomitato antievoluzionista guidato da Fabrizio Fratus (nella foto). Il 24 giugno alle 17 presso, la sala del Consiglio comunale della città laziale, si svolgerà il convegno che vedrà la partecipazione del fisicoFerdinando Catalano, dell’ingegnere Stefano Bertolini, del sociologo Fabrizio Fratus e del medicoCihat Gundogdu, rappresentante del gruppo diHarun Yahya, al posto di Maurizio Blodet, assente per problemi di salute.

“In Italia la nomenclatura evoluzionista nega un dibattito che nel resto del mondo è di incredibile attualità, la teoria di Darwin è negata dagli stessi scienziati evoluzionisti come proveremo a Viterbo”, ha commentato Fabrizio Fratus a margine della presentazione della nuova tappa del tour antievoluzionista, iniziato con il congresso tenutosi a Milano nell’ottobre del 2009.

Barbara Leva

http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=68565&titolo=Antievoluzionisti%20riuniti%20a%20Viterbo
 
 
 

IL NOSTRO SISTEMA: Un Modello di sviluppo atroce

Post n°425 pubblicato il 15 Giugno 2011 da Fratus

Un Modello di sviluppo atroce, sfuggito dal controllo anche di chi pretende di governarlo, ci sta schiacciando tutti, uomini e donne di ogni mondo. Proiettandoci a una velocità sempre crescente, che la maggioranza non riesce
più a sostenere, verso un futuro orgiastico che arretra costantemente davanti a noi - perché è lo stesso modello che lo rende irraggiungibile - crea angoscia, depressione, nevrosi, senso di vuoto e inutilità. In occidente questo modello paranoico è riuscito nell'impresa di far star male
anche chi sta bene (566 americani su mille fanno uso abituale di psicofarmaci). Esportato ovunque, per la violenza dei nostri interessi e quella, ancor più feroce, delle nostre buone intenzioni, il modello occidentale ha disgregato popolazioni, distrutto culture, identità, specificità, diversità, territori, tutto cercando di omologare a sé.

Il marxismo si è rivelato incapace di contenere e di sconfiggere il capitalismo. Perché non è che una variante inefficiente dell'Industrialismo.
Capitalismo e marxismo sono due facce della stessa medaglia. Nati entrambi in occidente, figli della Rivoluzione industriale, sono illuministi, modernisti, progressisti, positivisti, ottimisti, materialisti, economicisti, hanno il mito del lavoro e pensano entrambi che industria e tecnologia produrranno una tale cornucopia di beni da far felice l'intera
umanità. Si dividono solo sul modo di produrre e di distribuire tale ricchezza. Questa utopia bifronte ha fallito. L'Industrialismo, in qualsiasi
forma, capitalista o marxista, ha prodotto più infelicità di quanta ne abbia eliminata. Per due secoli Capitalismo e Marxismo, apparentemente avversari, in realtà funzionali l'uno all'altro, si sono sostenuti a vicenda come le arcate di un ponte. Ma ora il crollo del marxismo prelude a quello del
capitalismo, non fosse altro che per eccesso di slancio.

Su questi temi fondanti però si tace o li si mistifica. Anche le critiche apparentemente più radicali si fermano di fronte alla convinzione indistruttibile che, comunque, quello industriale, moderno, è 'il migliore dei mondi possibile'. Sia il capitalismo sia il marxismo, nelle loro varie declinazioni, non sono in grado di mettere in discussione la Modernità
perché nella Modernità sono nati e si sono affermati. Danno per presupposto ciò che deve essere invece dimostrato.
Stanchi di subire la violenza dell'attuale modello di sviluppo e il silenzio complice o la sordità di coloro, politici ed intellettuali, che dovrebbero farci da guida e invece ci stanno portando all'autodistruzione, in una società che non è più capace di recepire argomenti ma solo 'coup de thèatre' abbiamo quindi pensato, recuperando una antica tradizione, di ricorrere ad un MANIFESTO in 11 punti che traccia le linee ideali e culturali di un programma che intendiamo portare anche in campo politico, extraparlamentare e parlamentare. Vogliamo passare all'azione .

Levate la testa, gente. Non lasciatevi portare al macello docili come buoi, belanti come pecore, ciechi come struzzi che han ficcato la testa nella sabbia. Infondo non si tratta che di riportare al centro di Noi stessi l'uomo, relegando economia e tecnologia al ruolo marginale che loro compete.
Chi condivide in tutto o in parte lo spirito del Manifesto lo firmi. Chi vuole collaborare anche all'azione politica, nei modi che preferisce e gli sono più congeniali, sarà l'arcibenvenuto. Abbiamo bisogno di forze fresche,
vogliose, determinate, di uomini e donne stufi di vivere male nel "migliore dei mondi possibili" e di farsi prendere in giro. Forza ragazzi: si passa all'azione.

MASSIMO FINI

 
 
 

Botta e risposta con Piergiorgio Odifreddi

Post n°424 pubblicato il 09 Giugno 2011 da Fratus
 

Il professor Piergiorgio Odifreddi ci ha inviato le seguenti considerazioni con riferimento ad un precedente post; di seguito la risposta in collaborazione con il professor Pier Maria Boria.

Caro Fabrizio,

grazie del suo post. devo darle atto di aver mantenuto le critiche a un livello signorile, e dunque non ho difficoltà a risponderle.
1) le mie critiche a zichichi che lei cita non erano generiche, ma riferite a un suo libro sull’infinito. poichè quel libro era pieno di strafacioni, credo che fossero giustificate. citate fuori dal contesto, come nel suo post, possono risultare offensive e sgradevoli, ma la lettura dell’articolo intero dovrebbe mostrare che erano inserite all’interno di un pezzo umoristico, almeno nelle intenzioni.
2) le mie critiche a von neumann riguardavano le sue idee politiche, e non certo il suo (indiscusso) valore matematico. purtroppo, fa parte della condizione umana poter essere grandi scienziati e pessimi uomini.
3) lei dice che “non le era mai occorso di incontrare un evoluzionista che ricorresse all’equazione di hardy e weinberg per sostenere matematicamente l’evoluzione”. temo di poter dedurre dalle sue parole che lei non ha mai guardato nessun testo di biologia del liceo, in italiano o in inglese, perchè praticamente tutti i testi scolastici riportano l’argomento.
4) temo anche che non le sia familiare l’elementare principio logico secondo cui, se da certe premesse segue una certa conclusione, dalla negazione della conclusione segue la negazione di almeno una delle premesse. ed è esattamente quel principio che serve per usare l’equazione di hardy e weinberg per dedurre le condizioni per l’evoluzione (a meno che lei neghi non solo la spiegazione dell’evoluzione fornita da darwin, cioè le premesse, ma il fatto stesso che le specie evolvono, cioè la conclusione).
5) le richieste che lei (tramite zichichi) fa a una teoria matematica dell’evoluzione sono completamente irrealistiche, e totalmente antiscientifiche: non esiste NESSUNA teoria scientifica che le soddisfi! ad esempio, la sua critica si applica perfettamente anche alla meccanica newtoniana, che certo non è in grado di descrivere nei dettagli le orbite dei pianeti (già nel caso di tre soli corpi), o anche solo della formazione delle nuvole (tanto per fare un esempio a caso). chi ponga quelle richieste, non è antievoluzionista, ma antiscientifico.
6) per quanto può interessare, un intero libro sulle antinomie, logiche e non, l’ho già scritto. si chiama “c’era una volta un paradosso” (einaudi, 2003).
7) la sua conclusione, che se l’evoluzionismo fosse provato allora non ci sarebbero movimenti antievoluzionisti, è doppiamente fallace, e non dimostra nulla.
da un lato, esistono infatti da sempre negazionisti di qualunque teoria scientifica. io stesso continuo, ad esempio, a ricevere lettere di gente che ritiene di aver quadrato il cerchio, nonostante le dimostrazioni di impossibilità.
dall’altro lato, esistono altrettanto da sempre convinti seguaci delle più svariate e strampalate favole, sacre e profane. provi a leggere “forse queneau. enciclopedia delle scienze anomale” di paolo della bella e paolo albani (zanichelli).
in altre parole, il mondo è pieno di sordi che non possono sentire, e di idioti (con una d sola) che non possono capire. e anche di finti sordi, che non vogliono sentire, o di matti che non vogliono capire.
alla sua conclusione manca ovviamente un “terzo escluso”. che la spiegazione sia corretta, e che lei e altri non possiate o non vogliate capirla. per motivi ideologici anche comprensibili, che non è il caso di specificare, essendo comunque evidenti.

cordialmente! Pgo

RISPOSTA

Caro professor P. Odifreddi

credo che le sue critiche al Prof Zichichi siano pretestuose. Zichichi è uno dei massimi scienziati italiani nel mondo (http://it.wikipedia.org/wiki/Antonino_Zichichi) e i vari strafalcioni a cui si riferisce sono solo interpretazioni non condivise.
Le critiche alle persone e alle idee che hanno portato avanti variano nel tempo e, quindi, sono irrilevanti nelle argomentazioni di Zichichi. Von Neumann, come scrive lei, è indiscutibile sotto il profilo scientifico ed è probabile che ogni uomo abbia un vantaggio relativo ai suoi elaborati anche grazie alle sue personali idee. Anche lei sicuramente valuta ed interpreta la realtà basandosi sulle sue convinzioni. Si verifichino i risultati non il pensiero personale.
I libri di testo sono un po’, come dire, datati? Riportano ancora fantomatici alberi evolutivi, false trasformazioni di diverse specie in altre, classificazioni dei viventi ormai obsolete e tante altre questioni ormai completamente riconsiderate come i famosi organi residuali. Sull’equazione di Hardy e Weinberg, nello specifico, le risponderò con il contributo del fisico P. M. Boria; la conclusione è che voi evoluzionisti fate confusione, l’evoluzione non avviene. Ciò che è dimostrato è la cosi detta “microevoluzione”, evoluzione verificabile, non la “macroevoluzione, che non è osservabile in nessun modo e viene negata da ogni verifica empirica (fossili, biochimica, complessità etc. etc.). La Vostra ostinazione nel credere che piccole variazioni (microevoluzione) possano produrre nell’arco di milioni di anni esseri viventi differenti non è stata dimostrata mentre il fatto che ogni qualvolta vi è microevoluzione si ha perdita di informazione è verificabile sempre… E’ per me difficile comprendere come l’accumulo di perdita di informazioni, microevoluzione/selezione naturale, possa sviluppare nuove specie e ritengo che questa idea sia quantomeno bizzarra. Sappiamo benissimo che la storiella dell’antiscientifico non sta in piedi. Il curriculum di A. Zichichi parla da se ma le faccio altri nomi: K. H. Wanser (fisica, professore alla California State University), J. R. Rankin (fisica matematica Università La Torbe Australia), A. McIntosh (matematica Università di Leeds), W. Gitt (direttore Grman Federal Istitute of Physics and Techology in Germania), J. M. Ciambala (ingegnere meccanico Pennsylvania State Uneversity) etc. etc. Loro la pensano come il nostro caro fisico, sono solo alcuni, ovviamente.
La mia conclusione è che la teoria di Darwin non è esaustiva, non rientra nel campo della scienza come ha dichiarato l’evoluzionista e filosofo della biologia M. Ruse. Mentre nel mondo la critica alla teoria di Darwin è sempre più argomento di attualità (presso la libreria di Harvard di Cambridge il testi che negano validità al neodarwinismo sono quasi equivalenti ai testi che la sostengono) in Italia si nega l’evidenza: un ampio movimento di scienziati è ormai cosciente del fallimento della scuola Spenceriana/Darwiniana.
Nelle sue considerazioni mi sottopone qualche libro da leggere, la ringrazio, ma allo stesso tempo la invito a leggere qualcosa anche io: Charles Darwin, oltre le colonne d’Ercole di M. Georgiev, Le balle di Darwin di J. Wells, L’illusione di Dawkins di Alister McGrath. Senza pregiudizi ma cercando di comprendere che la verità assoluta, nel caso vi fosse, non può essere la Vostra e andrebbe ricercata in altro campo da quello della scienza. Qui, tra i sordi idioti e un po’ matti, ci troviamo a cercare verità verificabili e non dogmi falsamente scientifici.
R. Lewontin, 1997 (Genetica, Harvard):

“Noi difendiamo la scienza nonostante l’evidente assurdità di alcune delle sue affermazioni e la tolleranza della comunità scientifica per delle favole immaginarie… perchè abbiamo un’impegno materialista aprioristico… Non è che i metodi e le istituzioni della scienza ci obbligano ad accettare una spiegazione materialista dei fenomeni, ma al contrario, siamo costretti dalla nostra adesione aprioristica alle cause materiali… Questo materialismo è assoluto…”
Cordialmente.

Fabrizio Fratus.

Vi proponiamo infine un’approfondimento sull’argomento ad opera del Prof. Boria. per leggerlo: http://antidarwin.files.wordpress.com/2011/06/verbapgo.pdf

 
 
 

La politica del Conte Ugolino

tratto da www.ariannaeditrice.it

di Massimo Fini

Quello che ci aspetta nei prossimi due anni lo conosciamo già. Lo abbiamo visto tante volte nella vita politica e intellettuale italiana. I roditori che diciassette anni fa erano saliti sul rutilante Rex che doveva portare l’Italia verso non si sa quali meravigliosi lidi, dopo averne saccheggiato le stive abbandoneranno la nave che sta per affondare. No, non si butteranno in mare. Il coraggio del suicidio, nemmeno quello politico, non gli appartiene. Non sono sorci, son uomini. Prima che la nave vada sotto la linea di galleggiamento armeranno scialuppe di salvataggio, protenderanno passerelle, lanceranno gomene verso quella dei probabili vincitori. Fuor di metafora sarà uno smottamento lento, graduale, prudente (non si sa mai), la sagra dell’”io l’avevo detto” (vedi, per tutti, il fondo di Galli della Loggia sul Corriere di venerdì) per potersi trovare, al momento opportuno, se non fra i vincitori almeno nelle loro immediate vicinanze. E saranno accolti come il ‘figli prodigo’. Non per carità cristiana, ma perchè la classe dirigente italiana è un sistema di oligarchie il cui obbiettivo primario è la propria autoconservazione. Quella politica e intellettuale è l’unica, vera, classe in termini marxiani rimasta su piazza. La presidenza di un Ente pubblico, l’ingresso in un prestigioso Consiglio di amministrazione, la conduzione di un talk show non si nega a nessuno. In modo che al prossimo giro, a parti invertite, sia restituito il favore. Questa è la democrazia liberale, bellezza. Non quella immaginata da Stuart Mill o da Locke che voleva valorizzare meriti, capacità, potenzialità dell’individuo, ma quella reale, vera, praticata, che pretende affiliazioni a questo o a quel gruppo di potere ed emargina chi conserva quel tanto di rispetto di se stesso per rifiutarsi a questi umilianti infeudamenti e che sarebbe il cittadino ideale di una democrazia, se esistesse davvero, e ne diventa invece la vittima designata.

Ma le lotte più feroci non si avranno fra gli sconfitti, ma fra i vincitori, scene dantesche, da Conte Ugolino, in cui non si esiterà ad azzannare il cranio del compagno di ieri pur di affermare la propria primogenitura nell’aver affondato il Rex e il Corsaro che lo capitanava.

Abbattuto il Corsaro certamente il Paese godrà di un restyling estetico, perchè l’uomo, negli ultimi anni, era diventato da neurodeliri, da autoambulanza oltre che da cellulare, ma nulla, nella sostanza, cambierà. Perchè il problema dell’Italia non è di uomini, anche animati da buona volontà, ma di un sistema marcio fino al midollo, che si è incistato nelle nostre fibre più intime, di una metastasi che nulla, se non un evento realmente traumatico, può estirpare, di un Paese che ha perso, non solo nella classe dirigente ma nel suo popolo, ogni etica, ogni valore condiviso che non sia il Dio Quattrino. Un Paese così non lo ha inventato il Corsaro, anche se ha contribuito a potenziarlo con le sue Tv, se lo è trovato già bell’e pronto e lo ha utilizzato, al peggio.

Intanto alla Festa della Repubblica per i 150 anni dell’Unità d’Italia il presidente Napolitano ha ricevuto Hamid Karzai, l’emblema della corruzione ‘democratica’ che l’Occidente ha portato in Afghanistan, e ha elogiato le Forze Armate, sia italiane che alleate, per il coraggio e lo spirito di sacrificio con cui difendono la pace nel mondo. Non più tardi di domenica questi coraggiosi ‘missionari di pace’, non avendo il fegato di affrontare i guerriglieri talebani nemmeno ad armi impari, hanno chiamato in soccorso gli aerei della Nato che, bombardando a casaccio un villaggio, hanno assassinato dodici bambini afgani. Un giorno questo sangue innocente, sparso a piene mani in una guerra ignobile, ci ricadrà sulla testa.

 
 
 

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