Creato da Fratus il 08/08/2006
Commentiamo la società
 

 

DNA FOSSILE

 

Come saprà il nostro corpo funziona grazie al DNA che controlla i processi biochimici che ci permettono di crescere e vivere. Ma non tutti i geni funzionano: abbiamo sempre, sia pure modificati (basta una sostituzione fortuita di una base) dei geni che in altri esseri viventi funzionano. I biologi li chiamano “geni fossili”. Faccio un paio di esempi: anche Lei ha molti geni che sovrintenderebbero all'odorato ma che non funzionano più: gli evoluzionisti sostengono che le mutazioni dannose sono potute sopravvivere nel momento che l'odorato così fine non serviva più, con l'avvento della visione a colori (è facilmente dimostrabile tramite lo studio delle opsine che anche questa conquista sia avvenuta per mutazioni genetiche... )Inoltre possediamo 3 geni, non più funzionanti, che a rettili ed uccelli servono per produrre la vitellogenina, la proteina che sovrintende alla formazione del tuorlo dell'uovo. La spiegazione più ovvia è che nei mammiferi la comparsa del latte ha reso meno necessario l'uovo con il tuorlo (che è stato reso definitivamente inutile dalla gestazione). Pertanto nei mammiferi questi geni si sono disattivati in quanto una femmina di uccello o di rettile portatrice di una mutazione che disattiva un gene della vitellogenina non può avere uova funzionali, mentre tale mutazione non ha conseguenze in una di mammifero. Di geni disattivati per mutazioni se ne trovano a migliaia in tutte le creature viventi, dai lieviti ai batteri, agli animali superiori.Come spiega in un quadro creazionistico la presenza di questi geni nel suo corpo e in quello di tutti gli uomini, dato che qualsiasi cosa pensi il suo amico Hugh Owen, le cui conoscenze scientifiche di base mi sfuggono, non è provato che questi geni abbiano altre funzioni?Negli insetti (api) la vitellogenina svolge importanti funzioni endocrine e di controllo del comportamento. Una serie di proteine - Apolipoforina II/I, apolipoproteina B, vitellogenina e la proteina microsomie di transfert dei trigliceridi – sono codificate da geni molto simili dei quali si crede provengano da un antenato comune non identificato. Nei pesci la vitellogenina ha una funzione per reazioni alla resistenza alle infezioni e nell’uomo probabilmente funge da portatore per molecole apolari e forse come enzima. Però a questo punto noi siamo altrettanto vicini ai crostacei e agli insetti quanto agli uccelli. I processi biochimici sono universali e alcune molecole proteiche sono uguali per molti viventi, come ad esempio il citocromo C. È normale che la loro sintesi sia regolata da geni uguali o molto simili.Nell’uomo i geni che codificano proteine costituiscono solo il 3% del genoma.Il rimanente è stato chiamato “DNA spazzatura” (presunta reliquia dell’evoluzione). Ricerche più recenti hanno dimostrato che invece il “DNA spazzatura” svolge importanti funzioni di direzione e coordinamento dello sviluppo dell’organismo e attivazione di altri geni. Il progetto ENCODE ha scoperto che quasi tutto il 97% del “DNA spazzatura” ha una funzione (Birney, E., et. al., Identification and analysis of functional elements in 1% of the human genome by the ENCODE pilot projectNature 447: 799–816, 2007).Le UTRs (zone non codificate) sono molto più importanti dei geni (zone codificate).Una funzione sconosciuta non significa nessuna funzione! Prendiamo l’esempio degli organi vestigiali. Partendo da 180 organi vestigiali nell’uomo, verso la fine degli anni ’800 siamo scesi a ZERO organi vestigiali con la scoperta nel 1999 di un funzione per l’ultimo organo. Cosi va scartato anche questa icona dell’evoluzione.(Si riconosce il lavoro di Mihael Georgiev, Capo redattore AISO, deceduto nel 2010.)Stefano BertoliniPresidente AISO

http://antidarwin.wordpress.com/

 

 
 
 

ROBERTO DE MATTEI E LA COMUNE BATTAGLIA CULTURALE

Post n°410 pubblicato il 12 Aprile 2011 da Fratus

Riporto l’intervista dell’ottimo professore de Mattei per il quotidiano la Repubblica. Già la presentazione del giornalista Gnoli è decisamente di parte e poco rispettosa di un uomo che conduce liberamente le sue battaglie contro l’arroganza dei presuntuosi e tuttologi del “sappiamo tutto noi”. Un giornalista che cerca di mettere in difficoltà il professore ma senza riuscirci perché la verità è solo una: dopo 50 anni di pseudo cultura nata dal laicismo di sinistra oggi vi è solo incapacità nel comprendere realtà al di fuori di uno becero materialismo derivato prima dal positivismo, oggi scientismo.

Grazie professore Roberto de Mattei; sappia che non è solo.

De Mattei il fondamentalista:“Il Paradiso terrestre è esistito davvero”

Intervista al discusso vicepresidente del Cnr che suscita nuove polemiche con le sue tesi antiscientifiche. “La fede religiosa è lontana dall’essere un fatto privato e va testimoniata pubblicamente

di Antonio Gnoli

CONFESSO una certa curiosità mentale mentre mi avvio all’appuntamento col professor Roberto De Mattei, l’uomo che con le sue idee 1 – professate in varie sedi e occasioni – ha vinto l’Oscar del ridicolo 2. Che linea tenere, che domande rivolgergli, in una parola che cosa ci si aspetta da un signore che, con tutti i distinguo, ha sostenuto tesi balzane e in ogni caso antiscientifiche, come il creazionismo, l’immutabilità delle specie, la datazione della Terra a soli 15-20 milioni di anni fa? Se insieme al taccuino avessi con me un bel “tapirone d’oro”, la questione potrebbe risolversi in pochi attimi. Ma in fondo, De Mattei non è un caso umano, è un affare più complicato: un uomo solo (o quasi) che sostiene certe idee. Non basta questo per farne un eroe della resistenza ottusa?

VIDEO Le crociate di De Mattei 3

Il problema è che De Mattei non è un signore qualunque: egli è vicepresidente del Cnr, un incarico che lo pone ai vertici della struttura che in teoria dovrebbe guidare la ricerca scientifica in Italia. Ma al tempo stesso egli ha una rubrica su Radio

Maria, dirige il periodico Le radici cristiane, insegna alla Nuova Università Europea che appartiene ai Legionari di Dio. Il suo ultimo libro (pubblicato da Lindau) è una rilettura molto polemica del Concilio Vaticano II. Sguazziamo in un bel pasticcio ideologico.

Da dove nascono le sue provocazioni?
“Dalla mia coerenza. E dai miei studi. Sono stato allievo di Augusto Del Noce e Armando Saitta. Ho insegnato come associato all’Università di Cassino. Oggi ho un incarico alla Nuova Università Europea dove insegno storia moderna e storia del cristianesimo. Purtroppo sono spesso dipinto in maniera caricaturale”.

Lei è vicepresidente del Cnr, un grande ente scientifico, diciamo il corrispettivo del Max Planck. Come è avvenuta la sua nomina?
“Fu la Moratti, nel 2004 Ministro dell’Istruzione, a nominarmi”.

Perché scelse lei?
“Il Cnr ha anche un settore minoritario dedicato alle scienze umane. Al cui interno cadono le mie competenze”.

Si è mai chiesto se ci fossero studiosi più preparati di lei, più legittimati sotto il profilo dei titoli e delle idee?
“Ho scritto centinaia di articoli, decine di libri, partecipato a convegni internazionali”.

Non ci sono echi significativi dei suoi lavori nella comunità scientifica.
“Non è questo il punto. La contestazione alla mia nomina, una vera e propria levata di scudi, si basava sul fatto che la mia cultura cattolica era negatrice di alcuni valori fondanti della democrazia occidentale. Non ho mai nascosto che la fede religiosa non sia solo una questione privata, ma vada testimoniata pubblicamente”.

Ho di fronte un missionario e un martire.
“Penso che il cristianesimo non possa ridursi a una religione intimistica e individuale, ma debba proiettarsi nella vita pubblica”.

E questo l’autorizza a dichiarare che lo tsunami in Giappone è stato un castigo divino 4?
“Parlavo a titolo personale da una radio cattolica e non in qualità di vicepresidente del Cnr. Ho svolto una riflessione sul grande mistero del male e ho detto che tutto ciò che accade ha un significato. Non si muove foglia che Dio non voglia, verità antica e perenne. Coloro che credono in Dio sanno che esiste una remunerazione, che per i cattolici sia chiama inferno. E come si legge nella dottrina di Sant’Agostino e Bossuet anche i popoli possono peccare e per questo essere puniti”.

Terremoto in Giappone e all’Aquila, devastazioni, guerre, catastrofi, crisi. Per lei Dio è molto occupato in questo momento?
“Non direttamente. Se Egli permette questo male non intendo dire che sia l’autore del male, perché altrimenti cadremmo in una visione manichea. Non esiste un Dio del male. Egli è il sommo bene capace di trarre il bene dal male. Anche dalla catastrofe giapponese”.

Il Giappone è a prevalenza scintoista.
“Non ho la pretesa di conoscere la ragione per cui Dio ha permesso che ciò accadesse. Ma so che una ragione c’è”.

Un’affermazione così perentoria e ilare la mette in totale contrasto con la comunità scientifica.
“Mi mette in contrasto con lo scientismo. A cominciare da Galileo, lo stesso Newton, ma poi Spallanzani, Mercalli, Pasteur, Mendel, fino a Max Planck, sono stati grandi scienziati che hanno creduto all’esistenza di Dio e non hanno trovato un contrasto tra la loro fede e la scienza”.

Ma nessuno di loro si è piegato ai metodi biblici per spiegare il mondo. Per lei la Bibbia è il testo di riferimento?
“Per un cattolico non può che essere così. Lei sa che fin dal Concilio di Trento…”.

Non vada troppo indietro. Contro l’evoluzionismo lei è un assertore del disegno divino. E le prove le ricava tutte dalla Bibbia. Un po’ poco, no?
“Per un cattolico la Sacra Scrittura va letta non come libero esame razionalista, ma alla luce della tradizione e del magistero della Chiesa”.

Con quali conseguenze?
“Che un cattolico deve credere, per esempio, nella storicità di quel passo della Genesi in cui si afferma che Adamo ed Eva sono la coppia originaria da cui è nato il genere umano”.

Uno scienziato inorridirebbe.
“Respingo il poligenismo evoluzionista. Se un cattolico lo accettasse verrebbe a cadere l’idea di un peccato originale trasmesso da una coppia di progenitori a tutta l’umanità. La mia battaglia culturale non è solo contro il laicismo, ma si svolge soprattutto all’interno del mondo cattolico sottomesso al clima intellettuale dominante”.

Insomma lei sostiene che Adamo ed Eva non sono figure simboliche ma reali?
“Il paradiso terrestre è una realtà storica non una metafora”.

Non le viene il dubbio che la storia della Terra, la sua origine, si possa raccontare in maniera diversa?
“Io ripropongo una cosmologia cristiana che fa capo alla stessa visione di Benedetto XVI”.

Lei sa che la grande rivoluzione scientifica del Seicento cambia nel profondo anche la cosmologia cristiana, come può non tenerne conto?
“Mi pare più grave voler interdire la possibilità a un cattolico di esporre pubblicamente le proprie visioni cosmologiche e metafisiche”.

Fino al punto di affermare che la caduta dell’Impero Romano avvenne principalmente per colpa dei gay?
“In realtà in quell’occasione io feci mio il discorso del Papa che paragonava la crisi del mondo attuale alla decadenza dell’Impero Romano. La cui caduta, secondo me, più che alle invasioni barbariche va fatta risalire al relativismo morale e culturale che lo minavano dall’interno”.

E i gay?
“Un ragionamento che ho ripreso da Salviano di Marsiglia. Coevo di Sant’Agostino”.

Come è stata la sua infanzia?
“Tranquilla. Sono nato e vissuto a Roma. Provengo da una famiglia cattolica. Mio padre e mio nonno erano professori universitari. Sono sposato e ho cinque figli ormai grandi”.

Come reagiscono alle sue intemerate?
“Sono tutti dei buoni cattolici. Ho il loro sostegno. Certo, ricevo da fuori molti insulti, ma anche gente che mi sostiene e mi incita ad andare avanti”.

Ha mai immaginato di farsi prete?
“Non ho mai avuto questa vocazione, né crisi mistiche. Sono un’eco del XXI secolo di una tradizione che viene da lontano e che è radicata nel senso comune. Quelle che espongo non sono idee originali o particolari, perché se tali fossero vivrebbero lo spazio di una bufera mediatica. Al di là della mia persona queste idee affondano nelle radici della coscienza stessa dell’Occidente”.

Lei è un cattolico integralista?
“Mi piacerebbe definirmi un cattolico tout court. Ma oggi è insufficiente. Sono un cattolico senza compromessi”.

http://www.repubblica.it/cronaca/2011/04/11/news/de_mattei-14780868/

 
 
 

Piromani scorazzano per Milano. Come rimediare alla stupidità...

Post n°409 pubblicato il 06 Aprile 2011 da Fratus

di Vincenzo Sofo, diversamente padano

http://www.vincenzosofo.org/

Questa notte la zona sud di Milano è stata messa sottosopra da un gruppo di piromani. Prima Col di Lana, poi Ticinese, infine zona Tortona hanno assistito ad un falò di auto e motorini dati alle fiamme. Un fatto non isolato, poichè da tempo anche nella zona di Washington/Misurata si denunciano episodi di vandalismo simili. Gli autori dell’iniziativa?

Un tempo si poteva pensare ad un’azione politica, terroristica. Ad una sommossa popolare, un gesto eclatante mirato ad una specifica rivendicazione. Una minaccia in stile delinquenziale. Niente di tutto ciò. Oggi ci tocca parlare di ragazzi annoiati che hanno bisogno di uno sfogo per dare senso ad una serata. Magari meno pericolosi di un mafioso o di un terrorista… ma certamente sintomo di un malessere sociale ben più grave.

Se si vuole dare una risposta immediata a questo tipo di fatto bisogna certo invocare una maggior illuminazione delle strade ed una maggior presenza di forze dell’ordine nei quartieri. Perchè un cittadino ha il diritto di passeggiare tranquillamente per la propria città senza correre il rischio di essere aggredito/stuprato/derubato o di ritrovarsi la propria auto “affumincata”. Ma non ci si può limitare a questo, sennò si arriverebbe all’istituzione di uno stato di polizia che certo non aiuta a ricostruire un clima di comunità.

La risposta nel lungo termine è la cultura: la sola via per restituire all’uomo la coscienza del proprio ruolo nel mondo, ricreando una scala di valori che funzioni da guida nell’azione dell’individuo dentro la società. La cultura per far riflettere, per pensare. Perchè la conoscenza aiuta a comprendere le alternative che ci troviamo davanti. La conoscenza dà la possibilità di scelta e quindi la libertà. Ma la cultura non è una protezione divina ottenibile con una preghiera. E’ una scelta politica, che dipende da quanto viene favorita e portata tra la gente.

I politici solitamente la considerano un surplus, un qualcosa che “non rende” e quindi superfluo. Noi la riportiamo al centro di ogni proposta politica.

 
 
 

IL NEODARWINISMO E' UNA FALSA SCIENZA

Post n°408 pubblicato il 06 Aprile 2011 da Fratus

di Fabrizio Fratus

Quando si leggono le interpretazioni di dati da parte di studiosi e scienziati evoluzionisti si ha subito un attimo di difficoltà, non per le argomentazioni che sono pretestuose e decisamente poco veritiere ma per il tono saccente che li  contraddistingue . L’obiezione principale che mi sovviene è che sicuramente gli evoluzionisti non hanno compreso bene cosa sostengono gli anti-evoluzionisti e i creazionisti. Come dimostrato in più incontri, dibattiti, trasmissioni tv e radiofoniche oltre che articoli la posizione è molto diversa da quella che viene divulgata da parte della “nomenclatura evoluzionista”.

Gli anti-evoluzionisti ritengono che la teoria di Darwin non appartiene alla scienza. Ho scritto molto su questo argomento e, a sostegno della tesi,  ho citato Margherita Hack convinta anche lei dell’inopportuna strada perseguita da parte degli atei evoluzionisti nel volere negare l’esistenza di DIO tramite la scienza e quindi con il neodarwinismo. Non solo gli evoluzionisti fraintendono la posizione anti-evoluzionista ma ne stravolgono il reale pensiero come si può verificare sui siti di divulgazione scientifica italiani gestiti da professori come  Daniele Formenti che, sul sito dell’università di Pavia, con riferimento al contraddittorio tenutosi a Roma, ha scritto che non si capisce la mia personale posizione. Credo sia, in realtà, una posizione semplice:

la teoria di Darwin non è scienza sperimentale ed empirica, quindi non va insegnata come tale, è un dogma materialista sviluppatosi in oltre 2000 anni di storia. Il neodarwinismo è una religione su cui si fonda il pensiero ateo. La teoria di Darwin, in questi 150 anni di ricerche è stata rivista, rimodellata, rimaneggiata etc. etc. è una religione e non una scienza.

Lo sostengono molti scienziati tra cui il famoso M. Ruse (Prof. di filosofia e zoologia) in How evolution became a religion: creationists correct National Post, pp. B1,B3,B7 May 13, 2000 dichiarando:  

“L’evoluzione viene promossa dai suoi praticanti come più di solo scienza. L’evoluzione viene promulgata come una ideologia, una religione secolare – una completa alternativa al cristianesimo, con significato e moralità. Sono un evoluzionista fervente ed ex-cristiano, ma devo ammettere … che chi si attiene alla lettera ha assolutamente ragione. L’evoluzione è una religione. Era vero dell’evoluzione all’inizio, e lo è vero ancora oggi”.

Lo stesso Sir Julian Huxley, architetto del moderno neo-darwinismo ha chiamato l’evoluzione una “religione senza rivelazione” e scrisse un libro con questo nome Religion Without Revelation, 2nd edition, 1957. Nel suo libro  ”Essays of a Humanist (New York: Harper and ‘Row, 1964), p. 222, Huxley  enfaticamente dichiara che dobbiamo cambiare “la forma del nostro pensiero religioso da uno che si centra su Dio in uno che si centra sull’evoluzione“. 

Cito anche W.H. Thompson: “questa situazione, dove uomini si riuniscono nella difesa di una dottrina che non sono capaci di definire scientificamente, e ancor meno di dimostrare con rigore scientifico, tentando di mantenere il suo credito con il pubblico attraverso la soppressione della critica e l’eliminazione delle difficolta’, è anormale e indesiderabile nella scienza”.

Per comprendere meglio la storia del pensiero che ha portato alla “vittoria” della religione atea su quella creazionista nell’ambito della scienza rimando al testo “Intelligent Design, il ponte fra scienza e teologia” di William Dembsky (Ph.D. in matematica, Ph.D. in filosofia, laurea in teologia e psicologia, ha ottenuto diverse borse di studio dalla Fondazione nazionale per le Scienze –USA-, ha lavorato presso diverse università e per  MIT). Il mondo antievoluzionista, che comprende Creazionisti e non evoluzionisti, sostiene che se il neodarwinismo non debba essere insegnato nelle materie scientifiche ma, al massimo, in quelle di tipo filosofico. Gli evoluzionisti ci spiegano che non vi è nessuna alternativa scientifica alla teoria di Darwin; per forza, rispondo io, il neodarwinismo non è scienza, quale alternativa va proposta nel campo delle scienze naturali se la materia del contendere non appartiene al “mondo” della  scienza? Molte volte ci capita di leggere considerazioni riferite al nostro mondo, cioè a quello anti-evoluzionista e creazionista, che siamo in uno stato confusionale… Rispondo che in confusione o in “malafede” sono tutti coloro che si rifanno al neodarwinismo in qualsiasi forma esso si presenti, come si può ancora sostenere una teoria che è senza un’origine (nascita della vita) un sua spiegazione sistematica e sperimentale (trasformazione di una specie in un’altra) e un rappresentazione empirica dell’avvenuto sviluppo da parte di un organismo biologico in un altro?

Siamo al punto che moltissimi studiosi continuano a sostenere che l’uomo discenda da scimmie primordiali senza dare nessun tipo di spiegazione su fatti importanti come la modifica contemporanea della stazione, del cervello, della Faringe, del sistema nervoso etc.. Oltre alle insormontabili differenze intellettuali tra scimmia e uomo, capacità come pensiero, libero arbitrio, creatività, coscienza etc.

I sopra citati brevi esempi riportati sono elementi che contribuiscono a debellare all’origini ogni ipotesi materialista sull’origine dell’uomo da altra specie vivente.
I sostenitori della favola materialista credono che le mutazioni siano in grado di sviluppare nuove informazioni, tale asserzione è assolutamente assurda quanto stupida; le mutazioni sono solamente l’errore della riproduzione del DNA, solo un fervente fanatico può sostenere che l’accumulo di errori possa generare un qualcosa di sensato. L’irrazionalità della teoria neodarwiniana vuole fare credere a tutti noi che errori continuati e indiscriminati possano generare, nell’arco di lunghissimi tempi, nuove informazioni; mutazioni e selezione naturale avrebbero sviluppato organismi sempre più complessi sino alla creazione di specie diversificate in continua evoluzione; dove sarebbero le “prove”, non le interpretazioni, di questa fantasiosa verità scientifica?

La selezione naturale è una forza eliminativa, riduce le informazioni del codice genetico, appiattisce la biodiversità. Per comprendere come gli stessi evoluzionisti “chiaccherano” di cose che sanno bene non essere possibile dimostrare basta cercare sui canali di Youtube la famosissima intervista a R. Dawkins. L’intervistatore chiede allo “scienziato” se è in grado di presentare una sola mutazione in cui si ha un aumento di informazione. R. Dawkins, dopo ben 17 secondi di silenzio in cui resta con l’espressione ebete, chiede di spegnere la telecamera… Ripresa la registrazione, il più famoso divulgatore neodarwinista al mondo cambia argomento. Ecco le argomentazioni degli evoluzionisti quando si fa riferimento a prove e dati reali, cioè verificabili, non ci sono.

Sino ad ora le previsioni del mondo neodarwinista sono state smentite, mentre quelle di coloro che si opponevano alla teoria sono state sempre confermate.

·         Gli evoluzionisti hanno sostenuto, in passato, che gli organismi unicellulari fossero delle semplici gocce di “protoplasma”, come scriveva Huxley in contrapposizione all’ipotesi di Paley sostenitore del disegno intelligente. Oggi sappiamo che non sono primitivi e tanto meno semplici, sono capolavori, vere e proprie macchine molecolari. 

·         Darwin sosteneva che lo sviluppo embrionale fosse influenzato da fattori esterni, al contrario è un progetto incorporato negli esseri viventi. 

·         Cuvier sosteneva che i fossili fossero distinti e separati, infatti come è dimostrato da tutti i fossili ritrovati non vi è nessun tipo di possibilità nel ricostruire qualsiasi tipo di albero che preveda una gradualità temporale e morfologica come sostenuto dagli evoluzionisti.

·         La variabilità che si può osservare non si genera  da variazioni casuali ma solamente da rimescolamento genetico

·         La variabilità è limitata e oscillante e non illimitata come vogliono farci credere i neodarwinisti

·         La selezione naturale elimina e non contribuisce in nessuna maniera a sviluppare nuove informazioni.

 Queste sono solo alcune prove di come gli evoluzionisti hanno sbagliato e, al contrario, i sostenitori del creazionismo hanno avuto ragione. Sono fatti e non ipotesi speculative. Gli esempi riportati qui sopra sono solo alcuni.

Gli evoluzionisti dovrebbero spiegarci molte cose con prove scientifiche e non con la risposta: è l’unica teoria scientifica plausibile, non vi è alternativa. Questa non è una posizione accettabile, non è scientifica, è un’accettazione di fede, una volontà aprioristica nel credere in qualcosa senza poterlo spiegare con prove giudicabili da tutti. E’ un atto di arroganza e di violenza inaudita già manifestata da K. Popper quando dichiarò:

“Ogni teoria, anche una teoria scientifica, può diventare una moda intellettuale, un sostituto per la religione, un dogma dietro cui trincerarsi”.

 Ma non solo, Karl Popper, ha anche detto: “Il vecchio imperativo per l’intellettuale è: sii una autorità. Sappi tutto quel che c’è da sapere nel tuo campo. Una volta che sarai riconosciuto come un’autorità, la tua autorità sarà protetta anche dai tuoi colleghi, che tu dovrai naturalmente proteggere a tua volta. Non occorre sottolineare che questa antica etica professionale è stata sempre intellettualmente disonesta. Essa conduce ad occultare gli errori per amore dell’autorità”.

E’ quello che si è verificato con l’ipotesi neo-darwiniana, entrambe le affermazioni di uno dei massimi filosofi della scienza della storia di tutta l’umanità si sono verificate. Perché è successo questo? Ce lo spiega benissimo un altro famosissimo genetista evoluzionista, Richard Lewontin prof. di genetica ad Havard e amico personale del famoso prof. Gould:

“Noi difendiamo la scienza nonostante l’evidente assurdità di alcune delle sue affermazioni, nonostante essa non riesca a realizzare molte delle sue stravaganti promesse sulla salute e sulla vita, nonostante la tolleranza della comunità scientifica per delle favole immaginarie prive di verifica (evoluzionismo), perché abbiamo un impegno aprioristico, un impegno materialista. Non è che i metodi e le istituzioni della scienza ci obblighino ad accettare una spiegazione materialista dei fenomeni, ma al contrario, siamo costretti dalla nostra adesione aprioristica alle cause materiali a creare un apparato d’investigazione ed una serie di concetti che generano spiegazioni materialistiche; non importa quanto contro intuitive, non importa quanto  mistificanti per i non addetti ai lavori. Non solo, ma tale materialismo è assoluto, perché non possiamo aprire la porta al piede divino”. La citazione  è ripresa da “Billions and billions of demons”, The New York Review, 9 January 1997, p. 31.

La teoria dell’evoluzione della specie è al suo tramonto, in Italia la situazione è ancora più preoccupante del resto del mondo, chiusi in una trincea a difendere la posizione antiscientifica, i neodarwinismo, non si accorgono che fuori dai patri confini del provincialismo italiano la letteratura scientifica che nega la scientificità al neodarwinismo è in continuo aumento. Sono ormai moltissimi gli scienziati, anche non creazionisti, che cercano altre strade di studio, altre teorie ed ipotesi su cui basare una ricerca sulla nostra origine.

Non credo servano altre parole per spiegare quello che è successo e che sta succedendo; vi sono scienziati che hanno costruito una carriera su una favola incredibilmente suggestiva, l’hanno spacciata per verità assoluta senza possibilità di essere messa in discussione, ma i tempi sono cambiati.

 
 
 

ENTROPIA E MUTAZIONI

Post n°407 pubblicato il 06 Aprile 2011 da Fratus

Stefano Bertolini

Cominciamo con il dire che nella Sua rivista “Radici cristiane” il suo amico Seiler è presentato come “fisico dell’Università di Monaco”, quando so benissimo che Lei sa che non appartiene al personale di quella università. E veniamo alla fisica e alla termodinamica. Innanzitutto una domanda sulle mutazioni che come è noto consistono in sostituzioni (per esempio di una timina con una adenina) o nell’elisione o il raddoppiamento di alcune basi. Perchè si può ammettere solo mutazioni negative? Perchè questo fenomeno non può avere mai risvolti positivi?

Non ci sono dubbi che i sistemi termodinamici evolvono nel senso di minimizzare l’energia libera. Ma qui finiscono le sue ragioni e cominciano i problemi: lo sa che alle volte succede che variando la temperatura, a volte ci sia la transizione a una fase con minore entropia? E lo sa che Seiler dimentica (o finge di dimenticare) un punto fondamentale e cioè che la massimizzazione dell’entropia dà un contributo, ma non è l’unico? Perchè Seiler trascura totalmente il ruolo delle fluttuazioni termodinamiche, attraverso le quali un sistema o una porzione di un sistema esplorano per breve tempo stati diversi da quello stabile e che sono la norma per i sistemi aperti come quelli biologici, in cui si possono realizzare stati stabili molto diversi da quello di partenza?

Non dico Lei, professore, dato che pubblicazioni del genere necessitano di una padronanza della fisica che solo laureati in quella materia possono avere, ma come mai Seiler ignora gli studi e i libri di Ilya Prigogine, che ha preso in [sic] Nobel proprio per aver chiarito questi fenomeni di transizioni a stati più ordinati in sistemi aperti? Forse anche il buon Ilya fa parte della grande lobby anticristiana malata dei (sani) principi di referaggio e peer-review….

Francamente non conosco le mosche a cui si riferisce Seiler, ma, anche se si volesse accettare il suo punto di vista sul legame tra entropia e ordine biologico, non le sembra che l’esempio sia irrilevante, perché, da fisico, dovrebbe poter dare una valutazione quantitativa della variazione di entropia di TUTTO l’organismo prima di definire la perdita delle ali un esempio di aumento di entropia e perdita di informazioni? Non potrebbe essere che fra i vari cambiamenti la mosca potrebbe aver sviluppato meccanismi di alimentazione o riproduzione più complessi (quindi, nella sua accezione, meno entropici) per ovviare alla perdita delle ali che le limitano, muovendosi solo al suolo, a territori più ristretti?

Le fluttuazioni non rendono insignificante l’esempio della mosca senza ali, che invece é un preciso caso di evoluzione per selezione del più adatto a specifiche condizioni ambientali (la mosca modificata é sopravvissuta ai venti più a lungo di quelle normali, e quindi ha generato più discendenti ad ali corte di quelle con ali lunghe)?

Nota bene: Nel dichiarare che è “un caso di evoluzione per selezione” Piombino si è immediatamente cascato nel gioco dell’equivoco, probabilmente completamente all’insaputo: cosi radicati sono i preconcetti evoluzionisti. Questo si chiama selezione naturale, perché la mosca ha perso la funzione per le ali.

Le mutazioni sono classificate come dannose, benefiche o neutrali. Quelle benefiche sono rarissime (come nell’esempio degli insetti senza ali: conferiscono un vantaggio solo in specifiche condizioni ambientali). A dimostrarlo sono i dati dell’osservazione. Quelle dannose tendono ad essere eliminate dalla selezione naturale. Invece quelle neutrali sono le più numerose e più facilmente si fissano nel genoma. Il risultato netto dell’accumulo delle mutazioni neutrali è la lenta e progressiva degenerazione del genoma. Una perdita d’informazione genetica che assomiglia all’aumento dell’entropia, chiamata da John Sanford “entropia genetica” (Dr.J.C.Sanford, Genetic Entropy & The Mystery of the Genome, FMS Publications, 3rd Ed., 2008, p.27).

John Sanford, il cui curriculum dovrebbe essere di gradimento agli evoluzionisti: 25 anni alla Cornell University, uno dei maggiori esperti mondiali di ingegneria genetica, con molti brevetti tra i quali tre dei più importanti metodi di manipolazione genetica: la resistenza patogeno-derivata, l’immunizzazione genetica e il processo biolistico (“gene gun”) col quale sono prodotti la maggior parte degli organismi transgenici. Per gran parte della sua vita Sanford ha cercato di ignorare i suoi dubbi circa l’adeguatezza dell’evoluzione per spiegare la genetica, ma alla fine non ha più potuto vivere l’inganno dell’evoluzione e ha riconosciuto la mano di un Progettista Intelligente nel DNA che ha ricercato per tutto una vita.

Nel suo libro Sanford dichiara che “l’assioma primario dell’evoluzione è sbagliato.” I meccanismi genetici non spiegano l’origine dell’informazione nel genoma; nemmeno come si possa conservare. La vita non è attualmente in fase né di progresso né di conservazione, ma di degenerazione, al punto che l’estinzione del genoma umano appare tanto certa e deterministica quanto l’estinzione delle stelle, come riconosciuto da altri genetisti delle popolazioni (Higgins & Lynch, 2001, Metapopulation extinction caused by mutation accumulation). Se il genoma degli animali complessi sta degenerando, allora nel passato aveva meno errori e quindi all’inizio deve essere stato perfetto. Questa estrapolazione è legittima ed è creazionista.

 
 
 

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