Creato da Fratus il 08/08/2006
Commentiamo la società
 

 

FRATUS RISPONDE A VEROLINI: IL NEODARWINISMO NON E’ SCIENZA

Post n°382 pubblicato il 22 Novembre 2010 da Fratus

Il 22 Ottobre si è tenuto a Roma il contraddittorio organizzato dalla nostra associazione; sul blog di Aldo Piombino http://aldopiombino.blogspot.com, Roberto Verolini ha presentato due post in cui attacca la nostra posizione.

di Fabrizio Fratus

IL NEODARWINISMO NON E’ SCIENZA

http://iltalebano.wordpress.com/

 

 

 
 
 

L’ultima chance: Berlusconi propone a Fini di fare il Premier

Post n°381 pubblicato il 11 Novembre 2010 da Fratus

  http://iltalebano.wordpress.com/2010/11/11/lultima-chance-berlusconi-propone-a-fini-di-fare-il-premier/

 

 

 
 
 

La candidatura di Albertini rischia di isolare il Pdl a Milano

di Vincenzo Sofo e Fabrizio Fratus

La partita interna alla maggioranza non si svolge soltanto a livello nazionale, ma ha un banco di prova ben preciso: Milano. Nel capoluogo lombardo la prossima primavera si terranno le elezioni amministrative e la campagna elettorale è già nella sua fase calda. Milano è la città più importante d’Italia, sulla quale si giocano i principali interessi economici del Paese. Peraltro nel 2015 si terrà l’Expo, occasione gigantesca che attira le brame di molti… tutto ciò che accade a Milano ha conseguenze rilevantissimi su tutto il territorio nazionale.

Il Pdl, in profonda crisi, vede in Milano l’unica e ultima speranza di sopravvivenza: perdere il controllo del potere a Milano significherebbe perdere il potere economico e politico, sparire. Conquistare Milano significa ottenere un ruolo di primo piano a livello nazionale. Ecco perchè Futuro e Libertà ha individuato nella città meneghina il suo trampolino di lancio; ecco da dove nascono le perplessità della Lega. Ma veniamo ai fatti.

La Moratti non vuole assolutamente uscire dai giochi proprio ora che il progetto Expo sta dando i suoi frutti. Ma deve fare i conti con l’ex sindaco Gabriele Albertini, il quale ha annunciato che tra pochi giorni rivelerà le sue intenzioni. L’obiettivo di Albertini è quello di scalzare Donna Letizia ed essere il prossimo candidato sindaco della coalizione di centro-destra composta da Pdl, Lega Nord, Futuro e Libertà e Udc. La Moratti sta tentando il tutto per tutto per scongiurare l’infausto evento, ma i numeri non sono dalla sua parte dal momento che non gode di ottimo consenso tra i milanesi. Neppure gioca a suo favore la situazione politica nazionale: il partito di Fini ad oggi risulta determinante sia per tenere a galla il governo, sia per mantenere il controllo di Milano. Ecco perchè l’attuale sindaco vuole fortemente stringere un patto con i finiani, scatenando l’ira degli ex di An – La Russa su tutti.

Dall’altra parte non bisogna dimenticarsi la crescente forza della Lega Nord… insomma, Berlusconi e i suoi hanno perso definitivamente il potere.

Nel caso in cui dovesse spuntarla la Moratti, Albertini è comunque intenzionato a candidarsi con il terzo polo Fli e Udc. Scenario che aprirebbe ottimi scenari per finiani e casiniani, in quanto l’ex sindaco attirerebbe una quantità notevole di voti, tanto da risultare più che decisivi per le sorti del Comune. Un eventuale ballottaggio, si sa, porterebbe ad una sconfitta quasi certa del Pdl.

In questo contesto, risulta ancora una volta particolarmente interessante la posizione della Lega Nord. La creazione dell’asse Albertini-Fini-Casini sancirebbe la sconfitta del centro-destra. A questo punto, che cosa converrebbe fare alla Lega? Il governo di Milano è troppo importante per il partito padano, in quanto si tratta della capitale del Nord, del punto di riferimento per tutte le politiche leghiste. Come abbiamo detto già più volte, la Lega ha la coerenza di portare avanti da sempre un progetto politico ben preciso… la convinzione nelle proprie idee è tale da essere giustamente disposti a sacrificare qualsiasi alleanza: in questo senso è un esempio da seguire, perchè uno dei pochi casi di partito che ha come mission il trionfo di un ideale e non la gestione del potere fine a se stesso.

Proprio per questo, appoggiare un sindaco in crisi di consensi come la Moratti senza poter neppure contare sull’alleanza con Udc e Fli sarebbe un suicidio politico. La Lega già è danneggiata dalle vicende interne al Pdl… allearsi ad un partito già morto equivarrebbe finire nel baratro a causa dei mali altrui. Si aprono dunque due possibilità: appoggiare la candidatura di Albertini e vincere con certezza le elezioni o correre da sola presentando un proprio candidato.

In ogni caso i danni provocati dagli esponenti del Pdl al proprio partito stanno mettendo in seria difficoltà anche la Lega, che vede il proprio sogno federalista ostacolato da comportamenti altrui poco condivisibili. Comunque l’intelligenza politica di Bossi dovrebbe essere garanzia sufficiente per i suoi sostenitori: le idee vanno portate avanti ad ogni costo.

 
 
 

Il Pdl è morto. Al via la terza repubblica

Post n°379 pubblicato il 09 Novembre 2010 da Fratus

di Vincenzo Sofo e Fabrizio Fratus

Il meeting di Futuro e Libertà che si è tenuto questo week-end a Perugia ha sancito la morte politica di Berlusconi e l’ufficializzazione di un nuovo equilibrio di poteri. Equilibrio che oltre alla presenza fissa della Lega, vede l’uscita del Pdl e l’ingresso tra la gente che conta di Fini.

Pochi giorni addietro il Premier aveva teso nuovamente la mano all’ex alleato, proponendo un patto di fine legislatura. La risposta dell’ex delfino di Almirante non è però stata certo in tono conciliatorio. Anzi, Fini ha addirittura lanciato l’ultimato a Berlusconi.

L’asso nella manica di Fini.

La verità è che Fini si è reso conto di avere il coltello dalla parte del manico. Al contrario Berlusconi, forse per la prima volta dalla sua discesa in campo nel 1994, non ha più le redini del potere… situazione nuova per il Presidente del Consiglio, che infatti fatica a gestire. In tutto ciò ha un ruolo fondamentale la Lega Nord, cliente scomodo per tutti in quanto dotata di forza propria.

A sostegno del capo di Fli ci sono i sondaggi “segreti” che circolano per le segreterie dei partiti, ben diversi da quelli pubblici. Se infatti giornali e televisioni danno il Pdl al 29% e Pd al 23%, in realtà sembrerebbe che la distanza tra i due partiti sia limitata ad un punto percentuale (26% contro 25%). Prova della veridicità di queste cifre sono le stesse dichiarazioni di Berlusconi (che rivendica il diritto di terminare a tutti i costi la legislatura) e di Bersani (che ha dichiarato che presto il Pd potrebbe diventare il primo partito d’Italia).

Gli scenari possibili

Gli scenari che si aprono a questo punto sono tre:

  1. Berlusconi presenta le sue dimissioni e si forma un nuovo governo di centro-destra, con l’ingresso – oltre a Pdl, Lega e Fli – dell’Udc ed un nuovo presidente del consiglio. Due sono i nomi per quanto riguarda l’eventuale nuovo premier: il ministro Tremonti o, nel caso (improbabile) in cui la Lega si rifiutasse di far parte del nuovo govarno, Giuseppe Pisanu;
  2. Berlusconi decide di non dimettersi. In tal caso Futuro e Libertà uscirebbe dalla maggioranza facendo cadere il governo. La palla passerebbe nelle mani di Napolitano che, come previsto dalla Costituzione, dovrà verificare se è possibile un’altra maggioranza: questa ovviamente ci sarà, in quanto il Fli inviterà a partecipare tutte le forze che vorranno. In questo caso spuntano scenari interessanti: se infatti la Lega accogliesse l’invito, avrebbe da Fini la garanzia che la nuova legge elettorale che si andrà a fare prevederà la costruzione del Senato delle Regioni, obiettivo fondamentale per il successo del federalismo. In ogni caso, Lega o no, resta in piedi il patto tra Fini e D’Alema: in questo caso rischierebbe di restare fuori Di Pietro, che infatti - una volta capito lo scenario che si sta delineando – ha fatto dietro front sulla richiesta di elezioni anticipate e ha promesso un appoggio esterno ad un’eventuale governo tecnico.
  3. Elezioni anticipate: si tratta dell’opzione attualmente più improbabile, perchè non conviene a nessuno. Come detto prima, il divario in termini di consensi tra Pdl e Pd è sottile, rischioso. Non va meglio alla Lega - che in caso di elezioni anticipate vedrebbe interrompersi brucamente il processo federalista - e a Futuro e Libertà, non ancora sufficientemente organizzato per affrontare con successo la competizione elettorale. In ogni caso, le elezioni non avverrebbero prima del 2012, perchè il Pd attende il sorpasso nei confronti  del Pdl, Fini sta ancora organizzando la struttura del suo partito e Berlusconi è immerso nelle sue vicende giudiziarie e di gossip.

La posizione di Bossi

Insomma, Berlusconi è ormai in balìa degli eventi – messo all’angolo proprio da colui che aveva cercato di eliminare e che invece ha stranamente (a giudicare dal suo passato politico) dimostrato ottime capacità di stratega. Inoltre Silvio non può neppure contare sull’appoggio incondizionato della Lega Nord. Infatti Bossi, che nel panorama nazionale è certamente quello dotato di maggior intelligenza e capacità politica, è giustamente concentrato portare avanti le idee e le battaglie del suo movimento. Le alleanze stipulate dal senatur sono dunque strumentali all’affermazione in primis del federalismo, e come ovvio è intenzionato ha creare il clima più favorevole per il successo. Ecco perchè, avendo compreso che il Pdl è un partito senza futuro, non esclude la sua disponibilità ad eventuali nuovi equilibri… tanto che, come dicono in questi giorni i mass media, desta curiosità proprio il fatto che Bossi – invece di difendere a spada tratta Berlusconi – per il momento abbia deciso di stare alla finestra

Insomma, la situazione è quanto mai confusa ed interessante. Ma chi è l’artefice di tutto ciò? Indiscutibilmente Berlusconi è vittima di se stesso: avendo creato un partito fortemente centrato sulla sua persona e avendo affidato ruoli dirigenziali a persone di dubbia affidabilità e competenza, ora si trova schiacciato dal sistema da lui messo in piedi. E, quando lascerà la politica, non ci sarà nessuno in grado di subentrare… ecco perchè gli aennini stanno tremando…

 
 
 

E’ DI PIETRO A SALVARE SILVIO BERLUSCONI E D’ALEMA ASPETTA

Il Senatur ha parlato e ha spiegato al Silvio che il governo deve andare avanti, con Fini ci si deve accordare. Non si può rompere con i finiani, anzi si deve andare avanti e rilanciare con forza l’zione di governo. Se si andasse verso la crisi non si ha la certezza sul voto e al contrario è sempre più probabile un governo tecnico. Sino ad ora è Antonio Di Pietro che non vuole l’accordo con Fini.

In sostanza, ora come ora, Di Pietro è il garante di Berlusconi, è la scialuppa di salvataggio. Se l’IDV non entra nel governo tecnico il patto tra Fini e D’Alema non può essere messo in pratica, mancano i voti necessari per la fiducia. Allo stesso tempo è confermato il fatto che se Di Pietro decidesse per un si ad un accordo con i gruppo di Fini, Futuro e Libertà diverrebbe ancora più forte nella maggioranza rendendo la vita a Silvio Berlusconi sempre più complicata.

Nel caso l’IDV si decidesse ad appoggiare un governo tecnico, con l’obiettivo di una nuova legge elettorale e qualche altro punto programmatico, la Lega sarebbe costretta a mollare il Premier e a sostenere anche lei un nuovo governo proponendo a capo del consiglio Tremonti.

Il tavolo di discussione tra finiani e leghisti, saltato qualche giorno addietro, è nuovamente attivo. La Lega ha il dovere verso i suoi elettori di portare a casa il federalismo e di non farsi fregare con una nuova legge elettorale che la ridimensionerebbe.

Carmelo Briguglio, intanto, lancia un ultimatum al Governo:

'Il tempo e' scaduto e non possiamo condividere la responsabilita' politica del governo Berlusconi-Tremonti-Bossi, con il quale abbiamo poco da condividere. Alla nostra convention decideremo se restare nell'esecutivo e nella maggioranza, la parola spettera' agli iscritti'.

Mentre Briguglio lancia il sasso Italo Bocchino annuncia il passaggio di due nuovi parlamentari nelle fila di Futuro e Libertà: Daniele Toto e Roberto Rosso.

Il Gruppo di del Presidente della Camera continua  a crescere a spese del PDL e di Silvio Berlusconi. Presto, come annunciato da Italo Bocchino e dal nostro Talebano, saranno altri parlamentari a lasciare il PDL, ormai allo sfacio, per il gruppo di Futuro e Libertà.

In conclusione la situazione è la seguente: le elezioni sono sempre piu’ lontane (date per il 2012 da più voci) e il FLI cresce e si organizza. Di Pietro è il momentaneo soccorritore involontario di Silvio Berlusconi, la Lega lotta per il federalismo e attende di sapere se deve lanciare come premier il ministro Tremonti.

 

Noi italiani, nel mentre, possiamo sperare che il gossip di Berlusconi ci tenga compagnia.

 

 
 
 

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