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Un blog creato da cavalieresenzameta il 27/02/2007

...ANTRO DELLA BELVA

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...SONO IL LUPO CATTIVO...

Post n°28 pubblicato il 22 Luglio 2009 da cavalieresenzameta

 

 
 
 

...CIAMBELLA CON CREMA...

Post n°27 pubblicato il 20 Luglio 2009 da cavalieresenzameta

 

 
 
 

....LOOSING MY RELIGION...

Post n°26 pubblicato il 15 Luglio 2009 da cavalieresenzameta

 

Life is bigger
It's bigger than you
And you are not me

The lengths that I would go through
The distance in your eyes
Oh no I've said too much
I set it up

That's me in the corner
That's me in the spotlight
Losing my religion
Trying to keep up with you
And I don't know if I can do it
Oh no I've said too much
I haven't said enough

I thought that I heard you laughing
I thought that I heard you sing
I think I thought I saw you try

Every whisper
Of every waking hour I'm
Choosing my confessions
Trying to keep an eye on you
Like a hurt lost and blinded fool
Oh no I've said too much
I set it up

Consider this
The hint of the century
Consider this
The slip that brought me
To my knees failed
What if all these fantasies
Come flailing around
Now I've said too much

I thought that I heard you laughing
I thought that I heard you sing
I think I thought I saw you try

But that was just a dream
That was just a dream
Just a dream, just a dream
Dream

                                                    La vita è più grande
                                                      è più grande di te
                                                       e tu non sei me
                                                le lunghezze che percorrerò
                                                 la distanza dai tuoi occhi
                                                oh no, ho detto fin troppo
                                                          l’ho voluto io
                                                Sono io quello nell’angolo
                                                 Sono io quello alla ribalta
                                                 che perdo la mia pazienza
                                               cercando di sostenermi con te
                                                   e non so se posso farlo
                                                 oh no, ho detto fin troppo
                                                 non ho detto abbastanza
                                              pensavo di averti sentito ridere
                                            pensavo di averti sentito cantare
                                        credo che pensassi di averti visto tentare
                                                              Ogni sussurro
                                                  di ogni ora in cui sono sveglia
                                                 scegliendo le mie confessioni
                                       tentando di mantenere un occhio su di te
                                     come uno sciocco ferito, perduto e accecato
                                                  Oh no, ho detto fin troppo
                                                           l’ho voluto io
                                                        Considera questo
                                                         l’aiuto del secolo
                                                        considera questo
                                                      l’errore che mi portò
                                                    fallito alle mie ginocchia
                                           che importa se tutte queste fantasie
                                                 arriveranno a colpire qui
                                              ora ho detto veramente troppo
                                              pensavo di averti sentito ridere
                                             pensavo di averti sentito cantare
                                        credo che pensassi di averti visto tentare
                                                  Ma quello era solo un sogno
                                                          era solo un sogno…

 
 
 

...IL PIU' GRANDE GENIO DELLA STORIA...

Post n°25 pubblicato il 13 Luglio 2009 da cavalieresenzameta

 
 
 

...ULTIMO CANTO INFERNO...

Post n°23 pubblicato il 13 Luglio 2009 da cavalieresenzameta

34.  1       «*Vexilla regis prodeunt inferni*
34. 2 verso di noi; però dinanzi mira»,
34. 3 disse 'l maestro mio «se tu 'l discerni».

34. 4 Come quando una grossa nebbia spira,
34. 5 o quando l'emisperio nostro annotta,
34. 6 par di lungi un molin che 'l vento gira,

34. 7 veder mi parve un tal dificio allotta;
34. 8 poi per lo vento mi ristrinsi retro
34. 9 al duca mio; ché non lì era altra grotta.

34. 10 Già era, e con paura il metto in metro,
34. 11 dove l'ombre tutte eran coperte,
34. 12 e trasparien come festuca in vetro.

34. 13 Altre sono a giacere; altre stanno erte,
34. 14 quella col capo e quella con le piante;
34. 15 altra, com'arco, il volto a' piè rinverte.

34. 16 Quando noi fummo fatti tanto avante,
34. 17 ch'al mio maestro piacque di mostrarmi
34. 18 la creatura ch'ebbe il bel sembiante,

34. 19 d'innanzi mi si tolse e fé restarmi,
34. 20 «Ecco Dite», dicendo, «ed ecco il loco
34. 21 ove convien che di fortezza t'armi».

34. 22 Com'io divenni allor gelato e fioco,
34. 23 nol dimandar, lettor, ch'i' non lo scrivo,
34. 24 però ch'ogne parlar sarebbe poco.

34. 25 Io non mori' e non rimasi vivo:
34. 26 pensa oggimai per te, s'hai fior d'ingegno,
34. 27 qual io divenni, d'uno e d'altro privo.

34. 28 Lo 'mperador del doloroso regno
34. 29 da mezzo 'l petto uscìa fuor de la ghiaccia;
34. 30 e più con un gigante io mi convegno,

34. 31 che i giganti non fan con le sue braccia:
34. 32 vedi oggimai quant'esser dee quel tutto
34. 33 ch'a così fatta parte si confaccia.

34. 34 S'el fu sì bel com'elli è ora brutto,
34. 35 e contra 'l suo fattore alzò le ciglia,
34. 36 ben dee da lui proceder ogne lutto.

34. 37 Oh quanto parve a me gran maraviglia
34. 38 quand'io vidi tre facce a la sua testa!
34. 39 L'una dinanzi, e quella era vermiglia;

34. 40 l'altr'eran due, che s'aggiugnieno a questa
34. 41 sovresso 'l mezzo di ciascuna spalla,
34. 42 e sé giugnieno al loco de la cresta:

34. 43 e la destra parea tra bianca e gialla;
34. 44 la sinistra a vedere era tal, quali
34. 45 vegnon di là onde 'l Nilo s'avvalla.

34. 46 Sotto ciascuna uscivan due grand'ali,
34. 47 quanto si convenia a tanto uccello:
34. 48 vele di mar non vid'io mai cotali.

34. 49 Non avean penne, ma di vispistrello
34. 50 era lor modo; e quelle svolazzava,
34. 51 sì che tre venti si movean da ello:

34. 52 quindi Cocito tutto s'aggelava.
34. 53 Con sei occhi piangea, e per tre menti
34. 54 gocciava 'l pianto e sanguinosa bava.

34. 55 Da ogne bocca dirompea co' denti
34. 56 un peccatore, a guisa di maciulla,
34. 57 sì che tre ne facea così dolenti.

34. 58 A quel dinanzi il mordere era nulla
34. 59 verso 'l graffiar, che talvolta la schiena
34. 60 rimanea de la pelle tutta brulla.

34. 61 «Quell'anima là sù c'ha maggior pena»,
34. 62 disse 'l maestro, «è Giuda Scariotto,
34. 63 che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena.

34. 64 De li altri due c'hanno il capo di sotto,
34. 65 quel che pende dal nero ceffo è Bruto:
34. 66 vedi come si storce, e non fa motto!;

34. 67 e l'altro è Cassio che par sì membruto.
34. 68 Ma la notte risurge, e oramai
34. 69 è da partir, ché tutto avem veduto».

34. 70 Com'a lui piacque, il collo li avvinghiai;
34. 71 ed el prese di tempo e loco poste,
34. 72 e quando l'ali fuoro aperte assai,

34. 73 appigliò sé a le vellute coste;
34. 74 di vello in vello giù discese poscia
34. 75 tra 'l folto pelo e le gelate croste.

34. 76 Quando noi fummo là dove la coscia
34. 77 si volge, a punto in sul grosso de l'anche,
34. 78 lo duca, con fatica e con angoscia,

34. 79 volse la testa ov'elli avea le zanche,
34. 80 e aggrappossi al pel com'om che sale,
34. 81 sì che 'n inferno i' credea tornar anche.

34. 82 «Attienti ben, ché per cotali scale»,
34. 83 disse 'l maestro, ansando com'uom lasso,
34. 84 «conviensi dipartir da tanto male».

34. 85 Poi uscì fuor per lo fóro d'un sasso,
34. 86 e puose me in su l'orlo a sedere;
34. 87 appresso porse a me l'accorto passo.

34. 88 Io levai li occhi e credetti vedere
34. 89 Lucifero com'io l'avea lasciato,
34. 90 e vidili le gambe in sù tenere;

34. 91 e s'io divenni allora travagliato,
34. 92 la gente grossa il pensi, che non vede
34. 93 qual è quel punto ch'io avea passato.

34. 94 «Lèvati sù», disse 'l maestro, «in piede:
34. 95 la via è lunga e 'l cammino è malvagio,
34. 96 e già il sole a mezza terza riede».

34. 97 Non era camminata di palagio
34. 98 là 'v'eravam, ma natural burella
34. 99 ch'avea mal suolo e di lume disagio.

34.100 «Prima ch'io de l'abisso mi divella,
34.101 maestro mio», diss'io quando fui dritto,
34.102 «a trarmi d'erro un poco mi favella:

34.103 ov'è la ghiaccia? e questi com'è fitto
34.104 sì sottosopra? e come, in sì poc'ora,
34.105 da sera a mane ha fatto il sol tragitto?».

34.106 Ed elli a me: «Tu imagini ancora
34.107 d'esser di là dal centro, ov'io mi presi
34.108 al pel del vermo reo che 'l mondo fóra.

34.109 Di là fosti cotanto quant'io scesi;
34.110 quand'io mi volsi, tu passasti 'l punto
34.111 al qual si traggon d'ogne parte i pesi.

34.112 E se' or sotto l'emisperio giunto
34.113 ch'è contraposto a quel che la gran secca
34.114 coverchia, e sotto 'l cui colmo consunto

34.115 fu l'uom che nacque e visse sanza pecca:
34.116 tu hai i piedi in su picciola spera
34.117 che l'altra faccia fa de la Giudecca.

34.118 Qui è da man, quando di là è sera;
34.119 e questi, che ne fé scala col pelo,
34.120 fitto è ancora sì come prim'era.

34.121 Da questa parte cadde giù dal cielo;
34.122 e la terra, che pria di qua si sporse,
34.123 per paura di lui fé del mar velo,

34.124 e venne a l'emisperio nostro; e forse
34.125 per fuggir lui lasciò qui loco vòto
34.126 quella ch'appar di qua, e sù ricorse».

34.127 Luogo è là giù da Belzebù remoto
34.128 tanto quanto la tomba si distende,
34.129 che non per vista, ma per suono è noto

34.130 d'un ruscelletto che quivi discende
34.131 per la buca d'un sasso, ch'elli ha roso,
34.132 col corso ch'elli avvolge, e poco pende.

34.133 Lo duca e io per quel cammino ascoso
34.134 intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
34.135 e sanza cura aver d'alcun riposo,

34.136 salimmo sù, el primo e io secondo,
34.137 tanto ch'i' vidi de le cose belle
34.138 che porta 'l ciel, per un pertugio tondo.
34.139 E quindi uscimmo a riveder le stelle.

 
 
 
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