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« MAGISTRATI RIFORMATI????LA DEMOCRAZIA AVVILITA!!! »

DURISSIMA ACCUSA DEL GIUDICE ANTIMAFIA ANTONIO INGROIA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

Post n°63 pubblicato il 12 Marzo 2011 da livello2010
 

«Il premier Silvio Berlusconi e il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, parlano di riforma epocale? Sì, dalle anticipazioni dei punti principali della riforma sembra essere una riforma epocale. Ma la mia sensazione è che ciò che si profila all'orizzonte sia un grave azzoppamento dello Stato di diritto e di uno dei suoi presupposti, il principio della separazione dei poteri».

Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo, pubblico ministero di punta del pool antimafia, non usa giri di parole per commentare la decisione del consiglio dei ministri.

Procuratore Ingroia, siamo davanti ad un progetto che...
«... che, mi sembra da alcuni degli interventi anticipati dalla stampa, siano volti a ridurre l'autonomia e l'indipendenza della magistratura e dei pm con meccanismi che introducono un controllo politico sull'azione penale».

In che modo?
«Quando si parla di obbligatorietà dell'azione penale e di criteri di priorità decisi dal Parlamento significa introdurre un controllo sull'azione penale: c'è minore obbligatorietà e più discrezionalità politica».

Altro esempio?
«Il parziale svincolamento della polizia giudiziaria dal pubblico ministero, che non avrà più la direzione e il controllo delle indagini: se questo avviene si sposta il baricentro ancora una volta verso la politica, sottraendo il controllo ad un potere autonomo. In definitiva in questo progetto di riforma c'è la riscrittura dei rapporti tra i vari poteri, con forte sbilanciamento verso quello politico e un indebolimento non solo dei magistrati ma soprattutto dei diritti dei cittadini che devono poter contare su una magistratura autonoma e indipendente. Il presidio del valore dell'eguaglianza di tutti i cittadini viene insomma azzoppato».

Il ministro Alfano ha annunciato che con la riforma «il sistema prevede il giudice in alto, con il pm e il cittadino allo stesso livello». Insomma, la separazione delle carriere tra pm che chiedono le condanne e i giudici che, poiché colleghi, le concedono...
«E' un luogo comune. Ci sono casi recenti, vedi il processo all'ex senatore Salvatore Cuffaro, in cui l'accusa in Cassazione ha chiesto l'assoluzione e la corte ha invece confermato la condanna. E poi, la separazione delle funzioni è già in atto. Un giudice non può diventare pubblico ministero nello stesso distretto giudiziario, e viceversa. Un buon punto di equilibrio. Inasprire la separazione è una misura punitiva. � l'anticamera per ridurre il ruolo dei pm e trasformarli in avvocati dell'accusa».

Ma Alfano giura: "Non è una misura punitiva nei confronti dei magistrati".

«E' la rispettabile opinione del ministro, ma mi pare che gli effetti vadano in questa direzione. Ma non è questo il problema. Qui è in gioco che tipo di stato di diritto avremo all'indomani della riforma».

Un altro punto delle norme approvate in consiglio dei ministri: regolamentare l'inappellabilità per le assoluzioni in primo grado.
«Su questo sono possibilista. Ma dico anche che se lo scopo è quello di recuperare sui tempi del processo e sul numero di magistrati allora possiamo prendere l'esempio degli Stati Uniti. Come? Rendendo paritari accusa e imputati abolendo la possibilità di appello anche in caso di condanna. Si sappia: il 90 per cento di appelli sono presentati dagli imputati e il 10 dai pm. O forse l'idea è quello di salvare solo i potenti?».

Berlusconi parla di 'riforma epocale che anche la sinistra voleva da anni'...
«Sono considerazioni politiche, questo non tocca a me dirlo. Ci sono state in passato anche in certi esponenti del centrosinistra idee di ridimensionamento dell'obbligatorietà dell'azione penale. Io dico che chiunque faccia la proposta la mia idea rimane la stessa».

 
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