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L'ERRORE ...terzo capitolo

Post n°334 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da lastregaliena

Steven,all’ennesimo rifiuto a letto di Gianna  brontolava  mouuuu mouuuu credendo che potesse scalfirla o ferirla…lei aveva in testa solo la filastrocca entrata nelle tempie trent’anni prima alle elementari:

30 giorni a novembre con aprile giugno e settembre …di 28 ce ne è uno tutti gli altri son 31!!!

Si stava tenendo occupata 25 ore su 24 per evitare il giro del cane che si morde la coda nelle sue meningi e provava a capire, giustificare, immedesimarsi e comprendere…d’altronde lei è ammirata per questo, per la sua pazienza (la fabbrica) o come lei autorizzando si definisce:

Ercolina..cade sempre ma non si rovina… 

La sua amica Marzia continuava a mandarle sms con arretrati importanti ( un oceano di bene) e lei sapeva quanto le fosse vicina , non erano chiacchiere era concretezza ma lei stava a “rota”…lei aveva bisogno di un solo antidoto alle sue giornate buie .

La fretta si sa è cattiva consigliera , e Marzia lo sapeva bene,errori sul portale svizzero di compravendita nonostante la carta conosciuta del Doctor mister liquirizia e l’egoismo della mantide ex sua amica le levassero la salute,non li commetteva.

Gianna invece faceva continui minestroni…lei additata da tutti come la ballerina che girovaga a mo’ di piroette mandava a puttane ogni giorni di più la sua vita.

L’altra sera aveva telefonato il componente maschile che l’ha messa al mondo …era troppo impegnato per interessarsi di lei e risponderle un attimo,Steven…quando mai c’era…lui non c’è mai… “l’amico di famiglia”,aveva problemi , altri esemplari di presunti amici non erano disponibili…sulla strada definita delle prostitute in un orario a quanto indecente fattosi a causa della miserabile provvigione unica e sola che aveva preso per il mese di giugno e “stipendiato” dopo averlo elemosinato  a lungo,si ritrovava sola con un angioletto o come si definisce molto modestamente sua figlia “capo angioletto”  a lottare con ubriachi e mali intenzionati,una bulgara poi nella sua lingua chiese alla madre se poteva dare a loro due un passaggio fino alla vicina fermata dell’autobus per permetterle di rincasare…Gianna aveva le lacrime agli occhi e ringraziandola si accorse che non aveva il portafogli in borsa ,aveva infatti aperto la borsa per prendere una caramella come gift per tanta gentilezza. Ricompostasi e facendosi forza scacciò dalla mente i cattivi pensieri e si ricordò che lo aveva lasciato nella borsetta rossa usata la sera prima per l’ultimo giorno di festeggiamento dell’evento del secolo,il matrimonio della cognata,durato 8 day e ripreso per lo sprint finale dopo il loro viaggio di nozze …giustamente ci volevano altri due giorni di venerazione   per onorare la coppia reale.

“Reale” che aggettivo …fino a quel momento deludente per Gianna ,infatti dove aveva frequentato le superiori i colleghi scolari non facevano altro che riportarla alla realtà scomoda che lei non voleva ritrovarsi,con le cerniere abbassate di un fotomodello su un giornale,gioielli, abiti griffati che non le appartenevano nella sua concezione di femminilità e  i continui lavaggi di cervello su come approfittare del prossimo con un pizzico di cattiveria unito ad un misto di crudeltà e cinismo.

Chi si interessava a far in modo che ciò avesse luogo perché Gianna faceva stizzare di brutto essendo l’unica che non voleva piegarsi alla realtà dei suoi coetanei, era Lucia ,più grande di lei proveniente da un paese distante 10 minuti di macchina dalla scuola e per gioco del destino beffardo avendo nella composizione della denominazione topografica  proprio  l’aggettivo tanto detestato da Gianna .

Lei la prendeva in giro perché non si truccava a differenza sua e delle altre compagne,le altre non sembravano mediterranee mentre Gianna fin dall’adolescenza era prosperosa ma magra nello stesso tempo,si impegnava nello studio e riceveva elogi giusti non da secchiona, Gianna non lo è mai stata ,ma preferiva non subirsi altre grida a casa…ne avevano già abbastanza i suoi padiglioni uditivi…

Io ti conosco… l’altro giorno esclamò Gianna sorpresa dalla fisionomia familiare  mentre si sentiva osservata da questa signora…come un flash,le vennero in mente lo schiamazzo per il lucidalabbra alla vaniglia che fu buttato fuori dalla finestra premendole su labbra ancora innocenti un rosso fuoco che non le si addiceva… seguito dal ricordo del calci nel superbo fondoschiena che le invidiavano tutte perché andò nel periodo di carnevale a difendere dal preside una povera crista come lei  che veniva fatta bianca con schiuma e scherzi pesanti difficilmente cancellabili  da chi ha un cuore sensibile…

We e che ci fai qui? Non mi dire che danzi ancora? Disse Lucia facendo ricordare a Gianna quella risata sopita negli anni…

Ho smesso solo per i 9 mesi della gravidanza,la passione se regala emozioni vere non muore mai!!!

Rimanendo seccata dalla sua risposta,Lucia  inventò la scusa di dover far una telefonata urgente e si affrettò all’uscio della nuova sede della palestra.

Gianna salì le scale e affacciatosi fuori, scorse un altro angolo dove per ore aveva colloquiato al cellulare con Mario.

Cosa lo spingeva ad escluderla ancora una volta?

Si sentì avvolta dallo sconforto per una brutta sensazione in quanto incendiare auto nelle zone del suo re( così amava definirlo) non erano noccioline,vero che la faccenda non riguardava lui direttamente ma Gianna sapeva quanto lui fosse preoccupato…

Se solo chi ha l’aggettivo nel sangue gli fosse d’aiuto , se solo quella famiglia gli fosse accanto…

Tante volte Gianna ha provato a non detestare Diana…non c’è motivo di essere gelosa… gli ripeteva lui e puntualmente lei gli faceva capire che non era il ruolo o l’appartenenza dentro la sua vita che la infastidiva( anche perché Gianna era entrata 6 anni dopo)  ma il mummismo a tavola, gli abbracci mancanti,le parole sussurrate inesistenti ,le scopate liberatorie mensili al posto di fare l’amore ,questo e tanto altro che potevano sostenere il re del suo cuore e avendo ogni volta che pensava a ciò l’immagine del demonio che l’invitava…lei chiedendo scusa al Signore per il suo essere in uno stato di semi ateismo e confusione  ripeteva come in una litania :

 se proprio vuoi la mia anima Lucifero in cambio della sua felicità io te la vendo…poi strofinandosi  il naso come una bambina che maldestramente tenta di pulirlo senza fazzoletto, si accorgeva che non era raffreddore .

continua...

 
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