VITAMORHANDICAP

VI CAPITA MAI DI VIVERE SITUAZIONI O DI SOFFRIRE PER PICCOLEZZE PER LE QUALI, L'UNICA COSA CHE VI VIENE DA COMMENTARE, E':<< CHE TRISTEZZA>>? A ME SI' E, DEVO DIRE, ULTIMAMENTE CON UNA CERTA FREQUENZA. CAPIAMOCI: PER "SITUAZIONI O COSE TRISTI" NON INTENDO IMMANI TRAGEDIE O QUESTIONI DI VITALE IMPORTANZA. INTENDO LE FUTILITA', LE OVVIETA', LA QUOTIDIANITA' INSULSA CON LA QUALE SI SCONTRA OGNUNO DI NOI. INTENDO TUTTO QUELL'INSIEME DI ELEMENTI CHE TI FANNO DIRE: << QUI NON C'E' PIU' RITORNO, NON SE NE ESCE PROPRIO>>, FACENDOTI PRECIPITARE IN UNO STATO DI MALINCONICA DESOLAZIONE CHE, DAPPRIMA COINVOLGE TE, POI - PER DEDUZIONE- TUTTO IL GENERE UMANO. IN  POCHE PAROLE: E' LA POCHEZZA UMANA CIO' CHE MI SCONVOLGE E MI GETTA IN UNO STATO DI IRRIMEDIABILE PROSTRAZIONE.

PER SOMMI CAPI, D'ACCHITO, ECCO COSA MI FA SOMMAMENTE TRISTEZZA: UN CONGIUNTIVO SBAGLIATO, UNA VOCE SGUAIATA, I PREGIUDIZI. MA QUESTI, SONO ELEMENTI SINGOLI, NON COLLEGATI TRA LORO E, PER QUESTO MOTIVO, MI APPAIONO PIU' SOPPORTABILI. SONO LE SITUAZIONI INVECE - E PIU' PRECISAMENTE ALCUNE DI ESSE- CHE MI GETTANO NELLO SCORAMENTO PIU' TOTALE. OGGI, NE HO VISSUTE, PER LA PRECISIONE, DUE.

PROCEDERO' CON ORDINE:

1) QUESTA MATTINA, VERSO LE 11, AVEVO APPUNTAMENTO COL MIO FIDO BASSISTA. LUI E' UNO DEI MIEI VERI AMICI. ANZI DIREI, SENZA TIMORE ALCUNO, CHE E' L'UNICO MIO VERO AMICO. UNO DI QUELLI CHE  -PER INTENDERCI- C'E' SEMPRE INDIPENDENTEMENTE DA ( E NONOSTANTE) TUTTO.

SUO UNICO PROBLEMA: E' DI UNA POCHEZZA CULTURAL-UMANA SCONVOLGENTE. PER LA SERIE: HA UN CUORE D'ORO E UNA FAVELLA DI RAME. ED HA UN DIFETTO: CI PROVA SEMPRE CON TUTTE, PUR ESSENDO SPOSATO. E'  PERO' UN PROVARCI FINE A SE STESSO, PER PURA CIVETTERIA, POICHE' NON HA NE' LO SPIRITO, NE' LA FORZA, NE' LA VOGLIA, NE' L'ACUME PER FARE LE CORNA ALLA MOGLIE.  CI PROVA, COME DIREBBE TOTO', "A PRESCINDERE". STAVO DIMENTICANDO UN ALTRO DATO: IL SIGNORE IN QUESTIONE HA 52 ANNI E- SOPRATTUTTO- UN'AUTONOMIA ELOCUTIVA CHE SI LIMITA ALLE DUE, MASSIMO TRE BATTUTE. SENZA TERGIVERSARE, ESPONGO BREVEMENTE I FATTI.

COME ACCENNAVO SOPRA, CI SIAMO INCONTRATI VERSO LE 11. COSì, DOPO UN'AMENA CHIACCHIERATA( con gli stessi concetti ripetuti almeno 6 volte), MI PROPONE DI ANDARE A PRENDERE UN CAFFE' IN UN BAR NEL QUALE, C'E' UNA RAGAZZA BARISTA, TANTO FIGA QUANTO STRONZA. PER QUESTO MOTIVO IO, QUEL LOCALE, LO EVITO ALLO STESSO MODO DELLA PESTE BUBBONICA. MA OGGI, DATO IL GIORNO FESTIVO, ERA- SFORTUNATAMENTE- L'UNICO APERTO IN ZONA. COSI' LA NOSTRA SCELTA, E' RICADUTA FORZATAMENTE SU QUEL LUOGO. SEGUE ORA, FEDELE TRASCRIZIONE DEL DIALOGO A CUI HO ASSISTITO.

PERSONAGGI: R (INIZIALI NOME DELLA RAGAZZA BARISTA) B (IL MIO AMICO BASSISTA)

B:<< Ciao bella, allora come va?>>
R:<< Bene, bene...tutto bene>> (scazzatissima)
B:<< L'importante è quello>>.
R:<< E tu?>> (sottinteso: non me ne frega una benemerita ma devo, per contratto, interloquire>>
B:<< .........>>( basito: probabilmente  era già in zona tette che sono- per inciso- notevolissime, sode, e frutto di molteplici fantasie di tutti-me incluso- i maschi della zona)
R:<< Poi guarda...bisogna affrontare ogni cosa con il sorriso. Abbattersi o lamentarsi non serve>>( ed io che già mi ero allontanato pensavo: cazzo...che filosofa: la versione femminile di Platone, non c'e' dubbio)
B:<< Giusto, giusto>>( consolante per me: ha risposto, quindi era vivo)
R:<< Tutto si risolve...e poi solo a una cosa non c'e' rimedio>>.
( E qui, è d'obbligo una breve digressione. A) Sono stato zitto tutto il tempo della loro conversazione. B)Come atto rifletto,  durante l'esplicitarsi di questa Somma Verità,  mi parte istintivamente una bella grattatina agli zebedei. Sarà volgare, ma vi assicuro che è efficace. B) Inzio a pensare che "le cose per le quali non c'e' rimedio" siano molte più di due: la stupidità umana, una slavina, un terremoto, lo tzunami, il precipitare di un aereo, Berlusconi presidente della Repubblica, la caduta dei capelli, la prostatite, certe forme di alitosi, ecc. C) Comunque, la risposta da fornire a vexata quaestio, era semplicemente- visto anche l'alto Q.I. della ragazza del bar( inversamente proporzionale, io credo, alla misura del suo reggiseno) LA MORTE!( ok, ci siamo?!)
B:<< Ah....e a cosa non c'e' rimedio?"( Te l'ho già detto mille volte amico: quando non la sai, compra una vocale, telefona a casa, chiedi al pubblico, usa il 50 e 50 ma non fare figure di M)
R:<< Ma come a cosa......alla MORTE, NO?!>>( e qui, la risposta è stata sonoramente liberatoria ed aveva un che di supponenza. Quasi come a dire: noi che siamo usciti dal MIT di Boston, le sappiamo queste cose, cazzo!>>.

I:(IO)....HO SOLO PENSATO: << DIO, CHE TRISTEZZA! NOOOOOOO>>.
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2a SITUAZIONE:STASERA ORE 21, TRATTORIA.

ANTEFATTO: COPPIETTA DI FIDANZATI, IL CUI LUI NON SA CHE E' CAPITATO NELLA TRATTORIA PIU' CARA DELLA PROVINCIA,(io infatti, lì, mangio solo la pizza) CON LA PROPRIETARIA PIU' SCORBUTICA DI UNA VECCHIA IN PERENNE STATO BILIOSO.

1° SEGNALE DI TRISTEZZA: I DUE PICCIONCINI, ORDINANO PESCE. AVETE CAPITO BENE: PESCE! PESCE IN UNA INFIMA TRATTORIA DELLA PROVINCIA TORINESE CON CUCINA PIEMONTESE! PESCE CHE E' TALMENTE SURGELATO DA ESSERE SEGNALATO SUL MENU' NON CON ASTERISCHI, MA CON STELLE COMETE.

2° SEGNALE DI TRISTEZZA: GIUNTI A META' DELLA CENA IL PICCIONCINO MASCHIO, VIENE INVESTITO DALLA CORTESIA(in realtà trattasi di malcelata indifferenza mescolata a fastidio) DELLA PROPRIETARIA( e da qui, segue fedele trascrizione del dialogo intercorso tra i due) S(SIGNORA/PROPRIETARIA) P( PICCIONCINO)

S:<< Le posso suggerire ancora qualcosa? Che so io.....del dolce, un altro secondo, del formaggio>>.(complimenti per l'ordine cronologico delle portate)
P:<< Gradirei del formaggio>>
S:<<..................>>(silenzio)
P:<< Non so, cosa avete? Avete un carrello?>>
S:<< E' lei che mi deve dire cosa vuole>>.
P<< Non so.....perchè non so cos'avete.....>>
S:<< Mi dica lei. Vuole della........mmmmmhhh...fontina, del grana, del gorgonzola mi dica lei cosa vuole>>
P<< Del gongonzola>>.

IO RESTO BASITO. RIASSUMENDO: LA PROPRIETARIA NON SA COSA OFFRIRE E CHIEDE( INVECE DI PROPORRE) AL CLIENTE COSA VUOLE.
QUANDO LEI SI ALLONTANA, LUI COMMENTA( rivolgendosi alla ragazza, con le stesse parole che avrei usato io):<< COSA?? MI DICA LEI? NON ESISTE! NON ESISTE! IO VENGO QUI, AL RISTORANTE, E QUESTA MI DICE: MI DICA LEI? NON CI POSSO CREDERE, NON ESISTE. MAI PIU'>>.

AL CHE,  MI SONO ALZATO, E -GIURO- AVREI VOLUTO( solo per le parole da lui pronunciate) OFFRIR LORO LA CENA. AVICINARMI E DIRE A LUI:<< NON TI CONOSCO, MA SEI UN GRANDE. GRAZIE PER AVER DETTO LE STESSE COSE CHE HO PENSATO IO. GODETEVI LA SERATA: SIETE MIEI OSPITI>>. MA POI HO PENSATO DI NON AVERE I 150 € NECESSARI A COPRIRE IL CONTO, COSì HO DESISTITO

SONO USCITO A GAMBE LEVATE( € 10 IL CONTO TOTALE) DICENDO TRA ME E ME: << MAMMA MIA, CHE TRISTEZZAAAA!>>.