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il mio primo cliente
Post n°5 pubblicato il 28 Agosto 2010 da inunastanzabuia
Le amiche di mia madre si presero curà di me per diversi anni e per quantomi volessero bene, tutte erano consapevoli che avrei finito per diventare una di loro. Il tempo non potevano fermarlo sul mio corpo e quando diventai signorina la Grande Madre mi raggiunse in camera spiegandomi cosa dovevo fare con le pezze di lino bianco che mi stava consegnando come se fosse una dote. Una volta terminati i giorni delle "grandi piogge" mi fece chiamare e senza troppo girarci attorno mi spiegò che era giunto il momento di fare qualcosa per ripagare tutte loro di anni di sacrifici. Pensai ingenuamente mi proponesse di lavare panni e piatti, di occuparmi della pulizia delle camere e della cucina, ma per quelle cose continuò ad occuparsene Elvira la zoppa, per me la grande Madre aveva altri progetti e vista la giovane età e illibatezza pensò bene di propormi ad uno dei più ricchi del paese. Monsieur Dupont. Era vecchio, grasso eppure ogni volta che arrivava alla casa tutte facevano a gara per essere scelte, non mi era difficile capire il perchè ma accettarlo per quanto era viscido mi era impossibile, non l'avevo mai digerito e quindi mai e poi mai avrei creduto di dover donare a lui la mia verginità. La Grande Madre mi raggiunse terminati i giorni del mestruo in camera, a suo parere quelle quattro mura erano diventate troppo strette per me, che mi comunicò che era ora cambiassi di stanza - pregò Elvira di portare tutte le mie cose nella camera che una volta morta mia madre era sempre rimasta chiusa. Mi fece uno strano effetto entrarci e mi domandai perchè mia madre, non m'avesse mai permesso di accedervi. Se non fosse stato per i quadri con donne denudate che avava sulle pareti era una stanza come tutte del resto. Elvira mi comunicò nell'allontanarsi che da quel momento il mio nome sarebbe stato Lula e che avrei dovuto dimenticare quello vero per sempre. Certo che erano proprio tutte strane quel giorno - percepivo negli occhi di ognuna una tristezza profonda, e mi avrei immaginato cosaa lì a poco mi sarebbe accaduto. Poco dopo le 21 Monsier Dupont arrivò e dopo aver parlato per una buona mezz'oranmi venne presentato ufficilamente, mi guardò da capo a piedi mille volte facendomi sentire quasi nuda, complimentandosi per il nome che avevo e sostenendo che sarei diventata bella come mia mamma se non di più. Mi abbracciò vedendomi piangere, illudendomi si trattasse di un gesto affettuoso, ma quando le sue mani iniziarono a sfiorare le mie labbra, percorrere il mio collo e scendere sino ai seni compresi che le sue intenzioni erano altre, sapevo che non sarebbe servito a nulla ribellarmi, che la mia sorte era stata già segnata e priva di ogni via di fuga. "Siediti su letto con me Lula!" mi disse prendendomi per mano, stavo per sedermi al suo fianco quando mi disse che forse era meglio se mi sedevo sulle sue ginocchia, le sue mani intanto presero a frugarmi sotto i diversi gonelloni, la sua bocca sembrava incollata sulla mia pelle ed io sentivo la sua saliva come schifida bava colarmi addosso, presto rimasi seminuda sulle sue gambe, mentre non faceva altro che ripetermi che dovevo rilassarmi, che non avrebbe voluto farmi del male. Mi sdraiò sul letto allargandomi le gambe mentre le sue dita iniziarono a toccarmi sino a farmi bagnare, "Sarai vergine, ma buon sangue non mente!" disse ridendo e facendomi vergognare e nel sentirmi tirare indietro affondò il suo grosso dito dentro alla vulva premendolo su e procurandomi un dolore indiscrivibile. "ecco Lula, il più è fatto!" slacciò i pantaloni e senza darmi nemmeno un secondo entrò in me con tutto il suo arnese, lo vedevo scendere e salire su di me, lo sentivo entrare ed uscire dalla mia carne, sin quando ad un tratto sul mio corpò riversò un sostanzioso sputo che proveniva dal suo pene. "raccoglila con le dita e assaggiala Lula!" mi ordinò spiegandomi che i suoi vizi erano molti di più e che presto sarebbe tornato pretendendo da me tant'altro. Appena chiuse la porta corsi sul bidet e continuai a lavarmi insistentemente sperando l'acqua potesse togliermi da addosso il ricordo della mia prima volta, altro che principe azzurro, a deflorarmi era stato un schifoso vecchio ripieno di vizi e malsana libidine. >>> |
Inviato da: inunastanzabuia
il 20/12/2012 alle 01:41
Inviato da: just_for
il 17/12/2012 alle 13:33