Creato da: LaChambreDesAmis il 15/07/2006
Riflessioni sull'amicizia e l'amore... e non più solo

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« Le radici dell'omofobiaUn uomo speciale »

San Valentino

Post n°39 pubblicato il 14 Febbraio 2007 da LaChambreDesAmis

I miei ultimi messaggi si diversificano dai precedenti: anziché raccontare quanto accadutomi recentemente, ho preferito affidare alle parole d’altri autori l’espressione di pensieri che condivida e che mi sembrava opportuno portare a conoscenza di quanti regolarmente visitino il mio blog, o potrebbero entrarvi incidentalmente: mi piace pensare possa trattarsi di qualche ragazzo omosessuale che abbia bisogno di scoprire esistano, anche tra noi, persone concretamente provviste d’una sensibilità ed un anelito a veder ricambiato, prima o poi, il proprio amore, oltre a coloro che, per codardia o comodità, si limitino a ricercare avventure sessuali nei ghetti del sesso a pagamento creati appositamente per loro, piuttosto che nei bagni pubblici o qualche altro luogo all’aperto.

Mi piace anche pensare che le mie parole, o i pensieri di quegli autori che scelga d’ospitare tra le mie pagine, possano servire a qualche ragazzo eterosessuale che si trattenga a leggerle e sia indotto a riflettere sull’irragionevolezza delle discriminazioni ch’eventualmente perpetri indebitamente ai nostri danni, piuttosto che sulle offese gratuite che troppo spesso, purtroppo, siamo ancora costretti a tollerare in qualsiasi ambiente e circostanza: ogni insulto che si riceva pesa come un macigno e cagiona un senso d’impotenza reso ancora più insopportabile dalla constatazione della bassezza morale, dell’arroganza o dell’ignoranza di quanti proferiscano certi epiteti e potrebbero spingersi fino al punto d’un’aggressione fisica, se e quando la propria esasperazione inducesse ad affrontarli a muso duro.

Personalmente, non ho mai subito violenze fisiche, benché avvengano, ma potrei stilare un elenco lunghissimo degli abusi psicologici: per questo motivo, ultimamente, ho voluto ricordare l’olocausto non abbia mietuto vittime solo tra gli ebrei, come pure le stesse vittime di quella tragedia, ancora oggi, non risparmino invettive nei confronti di quanti non abbiano scelto di nascere omosessuali, ma lo siano e cerchino di vivere dignitosamente in una società ipocrita che a malapena li tolleri ed ancora stenti a riconoscerne qualche diritto elementare, come loro cercavano di sopravvivere a colui che avesse stabilito perfino tollerarli fosse eccessivo!

Le prime settimane dell’anno sono segnate dal ricordo di quanti soffrirono a causa del proprio credo religioso, o che ebbero la sfortuna di nascere in quelle zone del nostro paese che non fummo in grado di difendere efficacemente, ma, accanto a questi morti, ci furono quelli omosessuali e che nessuno abbia diritto ad erigersi a giudice altrui, dovrebbe valere nei riguardi di chiunque: il fatto quasi nessuno commemori l’eccidio omosessuale mi procura dolore e, come sempre, ancora di più che gli smemorati più colpevoli siano quegli uomini che si limitino a sfogare tra loro la propria sessualità e, per il resto, vogliano illudersi di vivere in una società realmente democratica.

Questo è anche il giorno di San Valentino ed ancora una volta lo trascorrerò solo, benché senza soffrirne, anzi, mi fa quasi piacere che colui che amo rimanga in silenzio come tutti quanti gli altri e che nemmeno io avverta, incoercibile, il bisogno di scrivergli: accetto serenamente che non ricambi i miei sentimenti e, poiché non sono tra coloro che storcano il naso nei giorni di festa, che non sarebbe inevitabile votare al consumismo più bieco ed eterodiretto, mi consolo pensando a quanto sarebbe bello che lo trascorressi con l’uomo dei miei sogni, anziché elemosinare dell’affetto a quello che non voglia saperne di me!

Due anni fa, in questo giorno, ricevetti i suoi auguri e mi sembrò scontato che mandasse quel messaggio: certamente, mi fece piacere e gli risposi, col mio ‘valentino’, gl’augurassi anch’io buona giornata e gli restituissi il sorriso del mio cuore, tuttavia, ripensandoci, mi chiedo se fosse davvero così ovvio che lo facesse; anch’io avevo pensato di scrivergli e fui solo anticipato, ma, per me, scrivere che l’amassi il giorno dedicato agli innamorati era inevitabile, mentre per lui, quello doveva rappresentare un evento eccezionale, poiché so non dichiari facilmente i propri sentimenti e sono pressoché certo fosse la prima volta che lo facesse nei riguardi d’un altro uomo.

Cosa dovrei concluderne, che fosse anche lui innamorato di me?

Parlare d’innamoramento mi sembra eccessivo, eppure, può essersi trattato d’un sentimento analogo, sicuramente molto intenso: non posso trascurare il fatto, nei mesi successivi, abbia continuato a cercarmi, finché non arrivò quella fatidica sera di fine estate, in cui volle che lo raggiungessi a studio e che provassimo a fare l’amore insieme.

Finora, pur essendo riflessivo, non era mai accaduto che mi soffermassi a ripensare a quel messaggio: davo davvero per scontato che, all’epoca, dovessimo scambiarne, mentre oggi, ancora una volta, mi rendo conto non si possa mai considerare assodato alcunché; sicuramente, ero felice d’essermene innamorato, in quanto servì, finalmente, ad orientare in un’altra direzione il mio cuore, che, fino ad allora, non aveva mai smesso di battere per Andrea

Ero contento di quella storia, benché la considerassi un altro dei miei amori imperfetti e, probabilmente, destinata a finire molto presto: oggi, mi sembra non mi fossi neppure accorto fosse iniziata ed entrambi godessimo delle emozioni che riuscissimo a suscitare vicendevolmente; sentivo fosse inesorabilmente finito il tempo in cui credessi al principe azzurro e nell’amore eterno, ammesso pure che v’abbia mai creduto, e l’unica cosa che desiderassi era riuscire a trarre il massimo del piacere dai momenti che riuscissimo a trascorrere insieme, senza troppo crucciarmi della fine che s’avvicinasse inesorabile.

Preferivo approfittare della vicinanza di qualcuno che ritenessi speciale e trascurare i limiti che fossero insiti in quella relazione, il più grande dei quali non era tanto rappresentato dalla sua presunta eterosessualità, quanto dal fatto fosse sposato: mi rendo conto tutto ciò che abbia scritto negli ultimi giorni venga apparentemente contraddetto dal mio attaccamento nei riguardi di quest’uomo, eppure, l’avevo incontrato, me n’ero sentito attratto e sentivo, a mia volta, l’attraessi, dunque, sarebbe stato stupido, od inutile, che provassi a pormi un limite: non corteggerei mai un uomo sposato, il quale, oltretutto, continuasse a dichiararsi eterosessuale così pervicacemente, ma quello stesso uomo, allora, mi cercava ed a cosa sarebbe servito che m’impedissi d’assaporare quegli istanti di pura felicità che fosse in grado d’offrirmi?

Ripensando a quanto l’abbia amato, a quanto ancora lo ami, nonostante mi faccia sentire sciocco e m’incollerisca con me stesso a causa di ciò, mi viene da pensare non fosse importante che potessimo stabilire, o meno, il punto d’arrivo della nostra storia, semmai, che percorressimo insieme un tratto dei rispettivi cammini di vita: per entrambi, era fondamentale che trascorressimo insieme quei momenti e, per me, che avessi meglio chiaro, rispetto ad alcuni anni prima, fino a qual punto riuscissi a relazionarmi con l’oggetto reale, piuttosto che tornare a volermi illudere che una persona fosse esattamente come io desiderassi che fosse!

Certamente, la possibilità d’un maggiore distacco non ha impedito che soffrissi immensamente quando l’abbia perso, e tuttora reputo non si sia comportato del tutto correttamente nei miei riguardi, nondimeno, rimane una delle persone più importanti della mia vita e, almeno per oggi, desidero lasciare qualsiasi altra considerazione da parte.

Una volta, sognai di viaggiare insieme a lui ed altri uomini in auto: al posto di guida si trovava mio padre e procedevamo sbandando vistosamente, quasi che fossimo tutti ubriachi, mentre dietro sedeva lui, insieme a mio fratello; non ero sicuro della presenza d’un quinto viaggiatore, comunque, interpretai quanto ricordassi come un forte bisogno di qualcuno che potesse infondermi quella sicurezza mai trasmessami in famiglia ed il fatto lui sedesse dietro, come una prima evidenza della sua appartenenza al mio passato, o delle notevoli difficoltà che fossero insite nel nostro rapporto e dovesse ancora trascorrere tantissimo tempo, prima che potessi giungere a conoscere l’uomo del mio destino: di fatto, da allora, sono trascorsi altri due anni e nella mia mente non permangono che i volti sbiaditi dei pochi ragazzi ch’abbia conosciuto nel frattempo, piuttosto che i nomi che concludessero delle mail scrittemi frettolosamente.

Dovrei sentirmi disperato? Non lo sono!

Lascio che dallo stereo promani la splendida voce di Céline Dion e che m’avvolga dolcemente, mentre m’accingo a concludere quest’ennesimo racconto della mia vita, ma so anche cosa mi piacerebbe fare: vorrei trovarmi in un luogo più solitario ancora e lanciare a tutta velocità l’auto decappottabile lungo una strada che costeggiasse il mare; vorrei che accadesse di notte e che una meravigliosa luna piena conferisse all’acqua splendidi riflessi argentei, mentre alla radio trasmettessero quella vecchia canzone degli U2 che dice con, o senza di lui si possa continuare a vivere: sento che potrei dimenticare tutte le mie preoccupazioni, sciogliere i capelli perché il vento potesse scompigliarli allegramente e procedere spedito verso nuovi lidi, per cogliere quelle opportunità che la vita mi riservasse!

   

 
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