Creato da: LaChambreDesAmis il 15/07/2006
Riflessioni sull'amicizia e l'amore... e non più solo

Area personale

 

Tag

 

Ultime visite al Blog

LaChambreDesAmisAngeloSenzaVelimimmo.franchinitestipaolo40diana_89piccolastellina1986nicla.claoralsex.tarantoborin0chiarasanyLeParoleMancatepsicologiaforensephilrepsolRemifamidolami
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« Il dottor SlurpL'apoteosi dell'ipocrisia »

Il dottor Slurp (parte II)

Post n°28 pubblicato il 28 Novembre 2006 da LaChambreDesAmis

Una volta, mi scrivesti la vera amicizia, così come il vero amore, non si misuri da quanto e come ci si veda, ma da come e quanto si senta interiormente l’esistenza dell’altro nella propria vita e non dovessi commettere l’errore di misurare ciò che non sempre è misurabile; scegliere date d’inizio e fine, vorrebbe dire essere costretti dal proprio inconscio a deciderne la durata temporale… aggiungesti non abbia l’abitudine di celebrare con messaggi d’auguri alcunché, semmai, quella di riflettere su quello che ci sia, o meno, a prescindere dall’altro.

Purtroppo, sono un ragazzo estremamente malizioso e, se volessi attenermi ad un’interpretazione superficiale delle tue parole, concluderei di non poter credere possa esserti riuscito di non celebrare mai alcun compleanno od anniversario: ripensandoci, dovrai sicuramente darmi ragione ed ammettere… ad esempio, tua moglie s’aspetti che ciò avvenga… forse, non esige che le scriva ancora biglietti appassionati e che riporti le parole più ardenti che il cuore possa dettarti su un cartoncino di pregiata fattura, ma non credo che riuscirebbe a perdonarti facilmente di privarla del piacere di commuoversi, scartando il pacchetto altrettanto amorevolmente confezionato dal gioielliere!

Naturalmente, io ero soltanto lo studentello di psicologia occasionalmente ammesso alla tua corte in maniera clandestina e non potevo che attendermi continue imbeccate e sottolineature della mia presunta immaturità, se e quando ardissi esigere che mi trattassi con maggiore rispetto: di fatto, anche un giocattolo sessuale va utilizzato con cura, qualora si desideri che procuri piacere, in luogo di ferite o imbarazzi e ciò significa essere in lizza per il ruolo d’amante maschio non mi rendesse dimentico di quello che mi si dovesse in quanto essere umano!

In alcuni momenti, però, vorrei che fossi davvero in grado di sentire interiormente la mia presenza nella tua vita, come io sento la tua: per quel che mi riguardi, quand’anche decidessi di non rivolgermi mai più la parola e di non incontrarmi più, continuerei ad amarti e, se c’è una cosa che m’auguri, che l’approccio sessuale che tentasti con me quel pomeriggio settembrino, non abbia compromesso irreparabilmente la possibilità di future interlocuzioni.

E’ vero, desidero ancora far l’amore con te, ma non potrei accettare l’idea di barattare la tua presenza nella mia vita con del sesso fugace: se solo servisse ad essere riammesso tra i tuoi cortigiani, vi rinuncerei immediatamente… sentirti interiormente è bellissimo, ma vorrei tanto che tornassi ad ospitarmi nel tuo antro e, quando lo facessi, sentirmi felice e protetto!

Vorrei che tornassi a dirmi cose dolcissime, come quella sera dicembrina di quasi due anni fa, in cui ti regalai il pirata che poggiava orgoglioso il piede sul baule colmo di monete d’oro che avesse appena depredato e tu sostenessi d’avere voglia di porti ai miei piedi e provare ad offrirti a me con tutto te stesso.

Quello è stato uno dei rari momenti in cui possa esser certo del fatto m’abbia sinceramente voluto bene e non mi si potrebbe chiedere di non averne nostalgia!

Riprendendo la metafora della corte di Francia, mi pare che ti si potrebbe paragonare agli antichi Delfini: sebbene già adesso goda di grandi privilegi e la tua erudizione susciti immancabilmente l’ammirazione altrui, è come se dovessi compiere qualche passo ulteriore per acquisire pieni poteri ed io credo sia disposto a sacrificare molte cose sull’altare della carriera, sicuramente, un’amicizia disinteressata, quando improduttiva, come la mia; ero tentato d’utilizzare il termine professione, ma ho l’impressione esprima al meglio l’idea d’un aggiornamento costante delle proprie conoscenze e competenze, mentre volevo intendere quelle promozioni ch’assicurino introiti maggiori.

Personalmente, t’auguro di realizzare i tuoi obiettivi, ma, continuando con la metafora, credo ti comporteresti come l’ultimo grande Re di Francia, il quale per comodità, indolenza e codardia, oltre che procurare notevoli sofferenze al suo popolo, finì col cagionare la caduta della stessa monarchia e la propria rovina: con ciò, intendo dire non riesca ad invidiare il tuo stile di vita e, soprattutto, il tuo enturage, poiché l’impressione che ho potuto trarne finora è stata di persone economicamente agiate, ma di bassa levatura morale.

Devo averlo scritto altre volte, ma è inevitabile che mi ripeta: mi ha sempre suscitato notevoli perplessità osservare il tuo comportamento dentro e fuori il tuo antro; quando abbia potuto trascorrere un po’ di tempo insieme a te a studio, o passeggiando solitari quando uscissimo dal corso, ho esperito la tua dolcezza, la sensibilità, ma anche la malinconia sempre presente in sottofondo, mentre, quando t’abbia incontrato in occasioni ufficiali, ho avuto modo di constatare con quale maestria ti riesca d’incarnare l’autorevolezza ed il savoir faire che t’appartengano in ogni circostanza, ma mi ha sempre infastidito l’affettazione dei modi ed il fatto sembri che ogni tua parola o gesto vengano calati dall’alto.

Può suonare strano che proprio io asserisca simili cose, ma penso esista una sostanziale differenza tra noi due e sia rappresentata dalla maggiore naturalezza con cui io esprima l’educazione raffinata impartitami, e che cerchi costantemente di migliorare, e l’erudizione; mi verrebbe da dire che abbiamo due modi diversi di darci in pasto al nostro pubblico: io desidero che la mia aura rifulga tutt’attorno, ma sono anche molto ingenuo e tendo ad accordare la mia fiducia anche a chi non meriterebbe che lo facessi, salvo riuscire sempre a riconoscere gli errori di valutazione commessi e non riportare danni eccessivi, mentre tu sei più scaltro, egoista e del tutto capace di continuare a curare esclusivamente i tuoi interessi, anche quando sembri che stia dandoti completamente ad altri.

Non voglio dire un modo d’agire sia migliore dell’altro, anzi, devo riconoscere sarebbe meglio ch’imparassi a celare meglio le mie emozioni e rinunciassi, almeno qualche volta, ad esprimere chiaramente dei pensieri scomodi: nel corso di quest’anno che volge al termine, ho affinato tale capacità e presumo continuerò così in avvenire, tuttavia, non voglio inaridirmi eccessivamente.

Fatto sta, io dia sempre l’impressione d’essere quello algido e classista, tu appaia molto più liberale ed affabile di quanto, onestamente, credo che sia!

Sono disposto ad ammettere chiunque debba continuamente prostituire se stesso in cambio dei favori altrui, ma, per quel che mi riguardi, intendo continuare a percorrere la strada intrapresa da lungo tempo, che implica minori occasioni per farlo e meno successo sociale, ma depone a favore della possibilità di coltivare alcune selezionatissime e fidate amicizie: per il resto, non temo la solitudine e, possedendo già ciò che mi basti per vivere, m’auguro soltanto di trovare presto un lavoro che mi consenta di continuare a farlo dignitosamente e senza rincorrere obiettivi vacui e falsi profeti.

Di fondo, penso di sapere cosa provochi in me, talvolta, notevole ostilità nei tuoi riguardi: benché, razionalmente, io dichiari d’accettarti così come sei, inconsciamente, non devo ancora essere riuscito a perdonare la tua fallibilità e le qualità negative ch’esprima coi tuoi atteggiamenti e comportamenti contradditori… conseguentemente, non riesco ancora a perdonare me stesso per il fatto d’averti idealizzato ed aver confidato troppo nella possibilità d’aver finalmente incontrato ch’incarnasse appieno il mio ideale maschile.

E’ come se avessi bisogno di ricomporre il puzzle andato in frantumi dopo quel tardo pomeriggio settembrino e poter considerare piacevole l’immagine che ne risultasse, ma non sono ancora pienamente in grado di farlo e, soprattutto, penso non potrò fare affidamento sul tuo aiuto, cioè, la cosa più importante.

Tu potresti decidere d’aiutarmi solo se desiderassi che portassi a termine il mio compito e fossi motivato da premura nei miei riguardi, ovvero, dalla voglia che potesse derivarne l’instaurazione d’un rapporto più autentico tra noi, ch’implicasse anche da parte tua la possibilità di ricevere sostegno da me e considerarmi degno delle tue confidenze: purtroppo, non credo avverrà mai, anzi, nel corso degli anni, ho potuto rilevare agli uomini più maturi piaccia assumere un ruolo direttivo nei confronti dei più giovani, ma sul piano psicologico non lo siano quasi mai abbastanza per rimettersi con fiducia nelle loro mani… a complicare ulteriormente le cose, v’è il fatto non solo io sia più giovane, ma anche un tuo collega, il che implicherebbe dovermi riconoscere decisamente più autorità di quanto tu possa nei riguardi di chiunque.

In un caso o nell’altro, continuerò a riflettere su noi due, poiché tu m’hai cambiato e, nel mio interesse, devo fare in modo che da ciò scaturisca una maggiore comprensione della mia interiorità, in luogo dell’inaridimento e della chiusura verso l’esterno che abbia rischiato e che ancora mi minaccino.
 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenti al Post:
Nessun Commento
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963