Creato da edy.21 il 08/10/2009

E BLOG QUADRI SIA

L'unico animale domestico che ho è il verme solitario.

ULTIMI COMMENTI

Ciauz!
Inviato da: semprepazza
il 30/03/2016 alle 22:28
 
Buon anno! ^__^
Inviato da: semprepazza
il 03/01/2016 alle 21:40
 
allora, bella topolona, come stai?!
Inviato da: bonanza76
il 09/12/2014 alle 23:19
 
bentornata al blogging, ma speriamo che duri! :-)
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il 29/07/2014 alle 13:10
 
Ciao Mamminaaaaaaaaaaaa...AUGURI
Inviato da: maraciccia
il 11/05/2014 alle 20:15
 
 

 

Sei solo un orrido persecutore

Post n°251 pubblicato il 27 Settembre 2012 da edy.21

ATTENZIONE! Nonostante non esista, da un po' di tempo lo stalking è reato, perciò chi lo pratica si ricordi di non lasciare prove e di non destare il bencheminimo sospetto.

Ma davvero non hai niente di meglio da fare?

 

 
 
 

Il giudizio

Post n°250 pubblicato il 26 Settembre 2012 da edy.21

Appena passato il confine tra la vita e la morte, Edy si ritrovò di fronte a ciò che subito gli apparve come il Tribunale Supremo. Si accorse di avere ancora consistenza fisica, e la cosa la fece sentire anche più vulnerabile. Immersi nella lattiginosa luce accecante, tre giudici sedevano scrutandola con aria severa.
- Come ti presenti? – gli chiese il primo. Edy rabbrividì.
- In che senso?…- azzardò.
- Cosa sei?
- …Cattolica?…
Il primo giudice fece un gesto d’insofferenza, che raggelò Edy.
- Non ci siamo capiti – intervenne il secondo giudice – in che cosa ti presenti, cosa sei? Cosa sai fare? – scandì – Cantare, ballare, recitare?…
Edy rimase allibita.
- Ma…è come…un’audizione?…
- Preferisci essere giudicata per le tue colpe? – gli chiese il terzo giudice.
- NO NO esclamò Edy. Di Battisti-Mogol canterò “Il tempo di morire” – Edy si schiarì la voce e partì – Mo-tocicle-tta-a! Dieci-acca-pì! Tutta cro-ma-ta-aa! E’ tua se dici sì!”…

 
 
 

Incubi. Profezie?

Post n°249 pubblicato il 24 Settembre 2012 da edy.21

Tra i racconti degli anziani, cioè le persone nate prima di me e che quand’ero bambina mi sembravano vecchi, era ben presente la storia degli sfollati.
In tempo di guerra, soprattutto dal 1943 al 1945, vivere nelle grandi città era pericoloso: per via dei bombardamenti. Il vecchio duce non voleva ammettere la sconfitta e si asserragliò  al nord, inventandosi una repubblichina che significava soltanto la svendita dell’Italia ai nazisti, cioè il tradimento della Patria per la quale diceva di combattere. Ma questa è un’altra storia, un altro incubo.
Quella che racconto oggi è la storia degli sfollati, che andavano in campagna per sfuggire alle bombe e anche perché  c’era ancora da mangiare.  A 30-40 Km da Palermo, a quei tempi c’erano ancora molti contadini. La terra era fertile e dava molto; qualcosa da mangiare si trovava sempre, anche per gli sfollati, anche in condizioni di emergenza.
Tutto questo nel 1943. Oggi, ormai nel 2012, mi guardo intorno. Cos’è rimasto di quella campagna? Qui è come Milano, case e capannoni, terze e quarte corsie dell’autostrada, parcheggi, palazzoni, villette a schiera. Nelle case vecchie c’era sempre un orto, un giardino; oggi al posto dell’orto le nuove generazioni hanno costruito un garage, molto grande perché le automobili di oggi chiedono spazio e ogni famiglia ha due, tre, quattro automobili.
Non lo sa quasi nessuno, ma la farina che usiamo viene quasi tutta dal Canada. Ci riempiamo la bocca con paroloni sulla tradizione italiana, ma da soli, senza il grano del Canada, non riusciremmo nemmeno a fare un piatto di spaghetti. Idem per le panelle: una volta qui si andava tutti a panelle, da qualsiasi parte si guardava era facile trovare un campo di granturco. Da bambina rubavo le pannocchie, così per divertimento; oggi al posto delle “mie” pannocchie c’è un parcheggio, o una villetta a schiera. Dio non voglia, ma se dovesse capitare un’altra emergenza cosa succederà? Non dico qui, magari un’emergenza a Gibilterra che impedisca il transito alle navi cargo che arrivano dal florido Canada. O in Israele, col Mediterraneo, Suez...
Questo è forse l’incubo più spaventoso. Sperando che non si avveri mai: né per me né per i miei discendenti.

 
 
 

Non taggarmi su facebook!

Post n°248 pubblicato il 22 Settembre 2012 da edy.21

Era da tempo che volevo parlare di questo fenomeno
inquietante. Da quando esiste Facebook,  c'è anche
un altro fenomeno preoccupante. Se esci per strada,

in un locale, pure nei cessi pubblici, sentirai il click 
di una fotocamera e qualche istante dopo un urlo
"Non taggarmi!!" "Non t'azzardare a taggarmi!".
Sì,da quando ci sono gli album fotografici su Facebook,
da quando su Fb la gente si fa i azz di tutti, son diventati tutti fotografi.
Sinceramente mi viene da ridere quando vedo robe tipo 100 foto in una sola serata.
Una volta ho visto pure due tipe che sono andate un attimo a
comprare una
ca@@ata in centro e si sono fatte 80 foto
alcune stile
comunione con una di loro che sbuca da dietro ad alberi e lampioni

ed è molto triste. Davvero. Molto. E vogliamo parlare di questo bisogno
psicofisico di dover creare album fotografici per ogni cavolo di serata?
E non sto parlando di gente che magari crea un album al mese,
ma di quei cretini che ogni lunedì mattina ti rallentano la home del
social network con l'album del weekend. Dove troverai gente che si
fa fotografare per farti sapere che sono fighi.
 Che fanno parte del sistema
e non si perdono una serata a ballare. Gente che in ogni serata dell'azz
fa le solite pose dell' azz. Si abbracciano e mostrano i pollici alzati stile
Fonzie oddio davvero vi credete fighi? Si baciano sulla guancia
e magari il giorno dopo si sparlano alle spalle,
bevono da una bottiglia
di spumante dove il male minore della patetica scena è l'herpes
che ti uscirà il giorno dopo visto che ci hanno bevuto in dodicimila
.
C'è gente che addirittura di tagga quando hai gli occhi chiusi, storti,
la bava, una faccia da ebete.. Cioè ci si tagga anche da cessi?! S
piegatemelo, se è moda allora pubblico una foto di me appena sveglia
col viso rigato, la bavetta e i capelli improponibili. Secondo me anche
attraverso queste robe si può capire se una persona ti è davvero amica,
se mi tagghi quando sono un cesso.. Fuck you!

 
 
 

Gli UFO esistono:

Post n°247 pubblicato il 31 Agosto 2012 da edy.21

 

 

 

 "me l'ha detto un fantasma"

 
 
 

La solita Italia dei raccomandati!

Post n°246 pubblicato il 21 Agosto 2012 da edy.21

 

 

 
 
 

Habemus Mazinga

Post n°245 pubblicato il 25 Luglio 2012 da edy.21

« Se tutti gli uomini, meno uno, avessero la stessa opinione, non avrebbero diritto di far tacere quell'unico individuo più di quanto ne avrebbe lui di far tacere, avendone il potere, l'intera umanità. » Mill
Perché non si può dire che il Papa è un ciarlatano? O meglio, lo si può dire, ma in privato, al bar o comodamente rannicchiati nel proprio bagagliaio, di certo non al Tg1. Eppure stiamo parlando di un novantenne che va in giro in vestaglia a raccontare i pensieri intimi di un’entità invisibile, come vogliamo chiamarlo? Per me è un ciarlatano. Per me. Ripeto: per me. “Per”: preposizione non articolata di relazione a opinioni personali, e “me”: voce del verbo io. Io (sto sempre parlando di me) quando vedo un ciarlatano lo chiamo ciarlatano, ma gli altri sono liberi di chiamarlo come vogliono: santo padre, vicario di Cristo, Mazinga.


Eh no, così mi offendi.

Ti offendo?

Sì.

Ma sto parlando del Papa, tu sei il Papa?

Offendi la mia fede.

È solo la mia opinione.

È un’opinione offensiva.

E la libertà di espressione? I diritti universali? La menata del non la penso come te ma farò di tutto per?

Che c’entra?

Come che c’entra? Hai letto John Stuart Mill?

Mill è un ciarlatano.


Io ho grande stima di Mill, ma non per questo mi offendo se qualcuno gli dà del ciarlatano, anzi vorrei che potesse dirlo in tv tutti i giorni, in prima serata e a reti unificate, in modo da manifestare apertamente a tutto il mondo la propria cretinaggine.
Mill dice, e io sono d’accordo con lui, che non voler ascoltare l’opinione altrui, fosse anche la cazzata più grossa del mondo, è dannoso. Non ingiusto, iniquo, immorale o altre parole di cui nessuno conosce il significato benché tutti le usino, ma dannoso. Chissà perché le persone buttano sempre tutto in metafisica: rubare non è immorale, è dannoso per il derubato; non rispettare il padre e la madre è dannoso per il padre e la madre; desiderare la donna d’altri è dannoso per l’uomo d’altri, e così via. Che al Tg1 non si dica mai che il Papa è un ciarlatano è dannoso, e lo è non per chi vorrebbe dirlo e non può, ma per chi non vuole sentirselo dire e ci riesce benissimo. Chi si tappa le orecchie per boicottare un’opinione sgradita, giusta o sbagliata che sia, in realtà boicotta se stesso. Per rendersene conto basta considerare tutti i casi: 1) il Papa è un ciarlatano, 2) il Papa non è un ciarlatano.
Il caso 1 è ovvio: se uno è un ciarlatano, è un ciarlatano, e chi va dietro ai ciarlatani avrebbe tutto l’interesse di sapere che sono ciarlatani, fosse anche solo per avere un po’ più di tempo libero la domenica.
Caso 2: benché avere un costume bizzarro e pretendere di essere in contatto con un altro mondo siano di solito i segni distintivi della ciarlataneria, supponiamo che in questo caso non sia così e che il Papa sia la proverbiale eccezione che conferma la regola: un uomo vestito da ciarlatano e che dice cose da ciarlatano ma che in realtà non è un ciarlatano. Bene, anche in questo caso non volere sentir dire che il Papa è un ciarlatano è dannoso, perché anche se è una cazzata è solo ascoltando una cazzata del genere che ci si può rendere pienamente conto di cosa significhi avere qui sulla Terra, adesso, a mezz’ora di autobus da Roma Termini, il vicedio in persona, non un ciarlatano qualsiasi.
Per essere nel giusto non è sufficiente tifare per l’opinione giusta, bisogna anche sapere cosa significhi. Ecco perché la maggior parte dei cattolici si offende pubblicamente se sente dire che il Papa è un ciarlatano e poi, in privato, si comporta come se lo fosse.

 
 
 

L'ascella di Berlusconi sa di buono?

Post n°243 pubblicato il 20 Luglio 2012 da edy.21

 

 

 

Almeno questo lasciamolo giudicare ai vermi.

 
 
 

ESIBIZIONISTI E ASSASSINI

Post n°242 pubblicato il 15 Luglio 2012 da edy.21
Foto di edy.21

Sembra che le persone conoscano solo due modi per affermare diritti, valori, princìpi e altre cose invisibili: spogliarsi nude o ammazzare gente a caso. Non importa quale sia la “causa per cui si battono”, se sia la salvezza del mondo o la cotenna del maiale, alla fine finiscono sempre per fare una di queste due cose: spogliarsi o ammazzare.


Oggi ci sarebbe da sensibilizzare l’opinione pubblica sulla dignità della cotenna del maiale.

Ma non l’abbiamo già sensibilizzata la settimana scorsa?

La settimana scorsa stavamo sensibilizzando i maiali sulla dignità dell’opinione pubblica.

Ah, okay. Quindi torniamo a mostrare i genitali ai giardinetti?

Ho un’idea migliore.

Fammi indovinare: ammazzare gente a caso?

Senza mutande.

Originale.

Si chiama terrorismo nudista.


Ma spogliarsi e ammazzare sono veramente strategie di comunicazione così efficaci come si crede? Non mi sembra.
Un grosso problema sta innanzi tutto nella totale mancanza di un nesso logico fra lo spogliarsi o l’ammazzare e quello che si vuole dire spogliandosi o ammazzando. È molto difficile che qualcuno ti capisca se quello che vuoi dire non c’entra niente con quello che fai per dirlo, per non parlare di quando è in aperta contraddizione. Per esempio, non puoi spogliarti per protestare contro i nudisti, così come non puoi ammazzare il primo giuslavorista che ti capita sottomano per pubblicizzare la tua straordinaria idea di una società più umana. O meglio, puoi farlo, ma non aspettarti di essere capito.
Ma poi, anche supponendo che ci sia ancora gente che si lascia impressionare da un culo al vento o da un cadavere a pezzi, bisogna ammettere che è difficile essere credibili quando si è senza mutande o si ha la camicia imbrattata di cervello altrui.


Ascoltatemi tutti! La scienza non è al servizio dell’umanità, ma del capitalismo. Scienza, capitalismo, governi e banche cospirano tutti insieme per perpetuare l’odioso sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

...

Vi prego di non fare caso al würstel   infilato nel mio sedere, è solo per avere la vostra attenzione.


Chissà, magari il würstel nel sedere è una strategia che insegnano a scienze della comunicazione, io però sono convinta che dire male un’idea buona sia peggio che dire bene un’idea cattiva, figuriamoci poi dire male un’idea cattiva, com’è il caso di tutte le idee di nudisti e terroristi. Allora perché lo fanno?
Il motivo è semplice: quello che interessa a queste persone non è tanto il propagandare le loro idee, ma lo spogliarsi o l’ammazzare. Sono persone che provano piacere nello spogliarsi in pubblico o nell’ammazzare la gente, e le idee che propagandano sono solo il pretesto per poterlo fare senza sentirsi ridicole o colpevoli. Spogliarsi e ammazzare sono l’obiettivo, la salvezza del mondo e la cotenna del maiale sono il pretesto.
Alla fine, qualsiasi sia il motivo per cui lo fai, alto o basso, nobile o ignobile, se ti spogli in pubblico sei solo un esibizionista, se ammazzi la gente sei solo un assassino.

 
 
 

Ma allora

Post n°241 pubblicato il 09 Luglio 2012 da edy.21

 

Ma allora  disse Alice,  se il mondo non ha senso, chi ci impedisce di inventarne uno?  E Alice, così come disse, rispose.

 
 
 
 
 

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