La Pietraia Alghero
Storia del quartiere La Pietraia di Alghero
Sant'Agostino vecchio » |
Storia del quartiere La Pietraia di AlgheroSTORIA DEL QUARTIERE "LA PIETRAIA" DI ALGHERO
Questa è la storia di un quartiere della città di Alghero, la Pietraia, sorto negli anni cinquanta-sessanta. Da quegli anni ad oggi il suo aspetto è talmente cambiato da essere irriconoscibile. Seguirò la sua evoluzione pian piano partendo dalle sue antiche origini che datano ben prima del 1950. Riporterò la testimonianza di alcuni suoi abitanti che in maniera veramente chiara e completa descrivono i suoi primi passi come quartiere cittadino. Ma ci sarà anche occasione per tornare molto più indietro nel tempo. Si potranno distinguere le fonti del testo dai colori. Ciò che scriverò io sarà di colore viola, le testimonianze degli abitanti saranno di colore blu mentre le parti tratte da testi saranno celesti. ECCO DUNQUE LE TESTIMONIANZE DEGLI ABITANTI. Il materiale di questo lavoro fa parte di una ricerca scolastica iniziata nel 1999. Le interviste risalgono al 1999. Da allora il quartiere ha subito nuove modifiche e ho provveduto a fare degli aggiornamenti. "Nel quartiere, prima che si costruissero le case, c'era la cava di pietre da cui si estraevano i cantoni. Andando dalla via Don Minzoni verso il mare c'erano tanti orti; si dice che quei luoghi fossero ricchi di acqua potabile e che ci fossero molti pozzi. Prima della zona dove ora sorge la stazione c'era l'acquedotto. C'erano anche un caseificio e un mulino. Non esisteva la stazione, ma c'erano solo i binari che andavano a San Giovanni. Non c'era neanche l'ospedale. La Pietraia è nata come quartiere popolare, cioè le prime case che sono state costruite erano case popolari. Non era unito al centro di Alghero come lo è adesso, ma era come una frazione staccata. Nel terreno dove ora c'è la mia casa, prima c'era una cava di pietre. Infatti quando mia mamma era piccola, intorno alla casa c'erano i segni degli scavi. In tutto questo territorio, prima che venissero costruite le case, c'erano tante cave di pietra. E' per questo motivo che forse il nostro quartiere viene chiamato la Pietraia o La Pedrera (leggi: La Parrèra)." "Il quartiere era composto da una strada senza asfalto tutta circondata da orti. Subito dopo la chiesa, sempre proseguendo in direzione della Pietraia, c'era la vecchia cantina di Sella & Mosca (oggi Quarter Sayal) All'angolo dove ora c'è lo svincolo per andare al Lido c'era un altro stabilimento del crine. Nel luogo dove adesso c'è la Standa sorgeva una struttura gestita dai frati; poi è diventato un albergo e agli inizi degli anni novanta l'edificio è stato demolito ed al suo posto è stato costruito un grande palazzo che ospita i grandi magazzini. Sempre agli inizi degli anni novanta, in una zona coltivata ad orti, è stata costruita la caserma dei carabinieri. Più avanti, sulla destra, subito dopo la chiesetta di Sant'Agostino Vecchio c'era tutto un fossato con delle piccole casette dove viveva della gente. In seguito, negli anni ottanta, è stato costruita la stazione ferroviaria. Subito dopo si trovano le prime case popolari, la chiesa di S. Giuseppe, il mercato rionale. Dietro il mercato c'è una grande area recintata con due grandi capannoni. Uno ospitava i forni della vecchia vetreria e, quello di fronte, era utilizzato come magazzino. Durante la seconda guerra mondiale fu adibito a deposito di aerei. Ascoltiamo adesso la testimonianza di un archeologo, Antonio Taramelli, che esplorò la zona nel 1909. (Da "Scavi e scoperte" 1903-1910) "A breve distanza dalla città di Alghero, presso la chiesetta di s. Agostino vecchio, dove la ferrovia per Sassari interseca la strada provinciale di Porto Conte, a poca distanza dalla spiaggia del mare, si elevano una serie di leggeri rialzi composti di una roccia tenera nella quale sono aperte le cave numerose per il materiale di costruzione. La regione porta il nome di Cuguttu. Questi rialzi, antiche dune del litorale quaternario, hanno fornito il materiale per gran parte della città d'Alghero, compresi i monumenti, i bastioni aragonesi e spagnuoli; ma ancora adesso questi materiali sono usati; e le cave per ottenerli hanno perforato in ogni senso ed in parte sino ad una profondità talora di sei o sette metri, specialmente nel tratto vicino alla chiesetta di s. Agostino e prossimo alla strada accennata." Da questa testimonianza possiamo ricavare le seguenti notizie: - Nel quaternario la zona era un litorale sabbioso; - Il territorio fino ai primi anni del novecento veniva denominata Cuguttu e non La Pietraia; - Nel 1909 era già in funzione la ferrovia Alghero-Sassari; - La via Don Minzoni era allora la strada provinciale Porto Conte.
Un ipogeo della necropoli di Cuguttu visibile nei pressi dell'ospedale Civile. Alle spalle dell'Ospedale Civile si trova la necropoli di Cuguttu e Taulera. Egli ci racconta che un ufficiale dei bersaglieri, Roberto Melosi, nel marzo 1873, aveva notato la presenza degli ipogei e vi aveva trovato resti di scheletri, e frammenti di pietra lavorata. Il numero elevato di sepolture che compongono il sito fa supporre che nelle vicinanze esistesse un villaggio densamente popolato. Il luogo è decisamente favorevole ad un insediamento umano: nel territorio si trovano numerose risorse naturali: la laguna del Calich, il mare, e campi pianeggianti. Vi si potevano sviluppare la pesca, la caccia, la pastorizia e l'agricoltura. . L'ingresso di una domus de janas della necropoli di Cuguttu. Altre foto si trovano nel blog: http://la-pietraia.blogspot.com
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