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La Pietraia Alghero

Storia del quartiere La Pietraia di Alghero

 

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Sant'Agostino vecchio

Post n°2 pubblicato il 06 Gennaio 2011 da lapietraia_07
 
Foto di lapietraia_07

SANT'AGOSTINO VECCHIO

Intorno al 1300 sorse una chiesetta di campagna, Sant'Agostino

Per ricostruire la storia di questa chiesetta dobbiamo ricorrere a lontane fonti storiche.

Goffredo Casalis (1834) parlando delle chiese di Alghero dice che:
"Oltre queste chiese, altre se ne annoverano, che conviene dire campestri, e sono la chiesa di s. Agostino vecchio, dove si fa una festa con competente concorso di villici. Essa è di diritto canonicale, come lo è pure la chiesa della Speranza, dove festeggiasi con concorso anche de' cittadini..."

 

facciata

Facciata della chiesa di sant'Agostino vecchio

Don Nughes riporta:
"Fra le chiesette campestri presenti nella campagna algherese, sei, come si ricorderà, erano legate nel 1526, ad altrettanti titoli canonicali senza prebenda: S. Agostino, San Giuliano, S. Maria Maddalena, S. Maria Polleri, S. Anna e S. Rocco."

 

Un'altra interessante notizia ci arriva da Cecilia Tasca che ha condotto uno studio sulla presenza degli Ebrei in Sardegna. La studiosa afferma che gli abitanti cristiani di Alghero lamentavano disagi per la vicinanza del fossar (il cimitero ebraico) ai loro orti ed alle loro vigne nella zona detta Lo Reyal. Allora il re impose di farlo trasferire "... al di fuori del centro abitato, ed esattamente verso la chiesa di S. Agostino lungo la via che conduceva al mare, dove la terra era infruttifera".
E, se ricordiamo che quella è la zona delle cave di pietra, possiamo ben capire che non fosse terreno da coltivare.
Proprio lì, come dice Taramelli, iniziava anche un altro antico cimitero, la necropoli di Cuguttu di cui abbiamo già parlato.
L'aggiunta dell'aggettivo "vecchio" al titolo della chiesa si rese necessario quando un'altra chiesa campestre di Alghero, San Rocco e Sebastiano, cambiò il suo nome in "Sant'Agostino".
Il motivo di questo cambiamento è molto semplice. La comunità agostiniana che occupava la chiesa di S. Maria degli Angeli, situata a breve distanza dalle mura non lontana dal Forte della Maddalena, era stata demolita nel 1528 in occasione dell'arrivo dei nemici francesi.facciata

 

Facciata della chiesa

Gli Agostiniani furono dunque costretti a trasferirsi in altro luogo ed andarono a San Rocco e Sebastiano, altra chiesa campestre che si trovava sulla strada che conduce a Valverde. Gli algheresi in breve tempo presero l'abitudine di chiamare la chiesa "S. Agostino" anziché S. Rocco, ed infine questo divenne il suo nome ufficiale, usato anche nei documenti fin dal 1560-1570.
Da allora la chiesetta della Pietraia fu chiamata Sant'Agustì vell, e San Rocco si chiamò Sant'Agustì nou. Quest'ultima chiesa ora appartiene al quartiere di Sant'Agostino, al quale ha dato il nome, nato nel secondo dopoguerra in seguito alla massiccia immigrazione di famiglie provenienti in gran parte dai paesi della provincia di Sassari e di altre zone della Sardegna. Fino agli anni sessanta in città la festa più grande e importante era quella di Sant'Agostino. Durava tre giorni e nella zona delle case popolari si allestivano numerosi palchi. Si esibivano cantori  e improvvisatori di lingua sarda,  e complessi musicali locali di lingua algherese e italiana. Le bancarelle partivano dalla chiesa e arrivavano all'incrocio con la via Giuseppe Verdi, c'erano mescite di vino e birra, e bandierine dappertutto. Si concludeva con uno spettacolo pirotecnico. L'afflusso di spettatori era straordinario.

Un altro documento riportato da Sechi Copello conferma l'origine dell'aggettivo "vecchio" dato a Sant'Agostino della Pietraia.
Nel 1583 il vescovo monsignor Bacallar enumera le processioni che si svolgevano in città per sciogliere i voti fatti in ricordo di eventi legati alle pestilenze e dice:
"Il giorno di San Sebastiano a 20 gennaio, vanno i Consiglieri in processione, ed ascoltan la messa in Sant'Agostino".
Ci si riferisce con tutta probabilità alla chiesa di Sant'Agostino nuovo, già chiesa di San Rocco e Sebastiano, e non si sente più la necessità di distinguerla da Sant'Agostino vecchio.

Sechi Copello ci dà anche un'altra informazione. Alla pag. 160 del Tomo I ci dice che la chiesa di S.Agostino vecchio era il "luogo dove solitamente si incontravano le personalità che arrivavano nella piazzaforte".
Così avvenne anche nel 1664 quando arrivò ad Alghero il Viceré e capitano Generale del regno Nicolò Ludivisio che giungeva da Sassari. Nel pomeriggio il vescovo con il Capitolo e i consiglieri gli andarono incontro presso la chiesetta. Quando l'ospite andò via, due giorni dopo, venne riaccompagnato a S. Agostino.

abside

Abside della chiesa

La chiesa viene aperta nel giorno del festeggiamento del santo, il 28 agosto.  Descrivo brevemente l'interno.

Era un'antica chiesa di campagna fatta di pietra.
La luce entra da una finestra che si trova sopra il portone d'ingresso.  Vicino all'entrata a destra, un po' scavata nel muro, c'è una piccola acquasantiera fatta di pietra.
Ci sono due file di banchi.
Dietro l'altare di pietra c'è l'abside. A destra dell'altare c'è la statua di S. Agostino. Con la mano sinistra regge un libro e nella mano destra alzata in alto tiene un cuore.
Negli angoli dietro l'altare ci sono due statue di angeli.

interno di sant'Agostino

Altare della chiesa

Ecco ora alcune notizie sul Padre della Chiesa Sant'Agostino.

Sant'Agostino nacque a Tagaste il 13 novembre 354 da Patrizio e da Santa Monica. Studiò a Cartagine, Roma e Milano. Si convertì al cristianesimo e fu battezzato il 25 Aprile 387. Tornò in Africa dove fece una vita monastica di preghiera e di studio. Fu ordinato sacerdote nel 391 e quindi divenne vescovo di Ippona. Morì nel 430.
Egli diffuse la dottrina cattolica a rischio della sua stessa vita.
La sua opera più importante è "Le confessioni".

Statua del santo

Le sue reliquie, prima trasportate dalla sua città in Sardegna per paura dei barbari, furono trasferite a Pavia da Liutprando, re dei Longobardi, e lì si trovano tuttora.

Bibliografia
Goffredo Casalis - Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna - Atesa Editrice - Torino,1834 - pag.16.
Antonio Nughes - Alghero Chiesa e società nel XVI secolo - Edizioni del Sole -Alghero,1990
Cecilia Tasca - Gli Ebrei in Sardegna nel XIV secolo - Deputazione di Storia patria per la Sardegna, Cagliari, 1992, pag. 133.

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