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Un blog creato da tomthumb il 20/08/2007

Le Labrene

Father was teaching us that all men are just accumulations dolls stuffed with sawdust swept up from the trash heaps where all previous dolls had been thrown away the sawdust flowing from what wound in what side that not for me died not

 
 

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a volte.. tornano! :-)
Inviato da: elf_8
il 17/04/2010 alle 01:19
 
Tom?!? :)... notizie please! ;)
Inviato da: fata_dibosco
il 17/04/2010 alle 01:09
 
che palle
Inviato da: buknowski
il 05/04/2010 alle 06:06
 
Con rispetto..ti aspetto, Milena
Inviato da: ladymiss00
il 04/04/2010 alle 10:26
 
E dunque ci siamo... me ne dispiace ma capisco. Mi associo...
Inviato da: ellafurospia
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Formiche a colazione

Post n°211 pubblicato il 23 Luglio 2009 da tomthumb

Mi alzo intontito alle sei del mattino e per la colazione entro nella cucina dove il disordine regna sovrano mentre i miei due coinquilini, quei fottuti fortunati minchioni possono permettersi di dormire ancora perché loro non lavorano all’altro capo della città, no, a loro non è toccato questo, come invece è toccato a chi scrive.
Così, aggredito ancora dai fantasmi della notte che stentano a dileguarsi, cerco di prepararmi una tazza di tè verde, stendo la piccola tovaglia sul tavolo, prendo quei meravigliosi biscotti rotondi dalla credenza e la marmellata di lamponi dal frigo.
Poi, dopo queste procedure mattutine portate a termine in uno stato di trance robotica, siedo finalmente al tavolo con gli occhi semichiusi, rinfrancato dall’aroma del tè verde, spalmando la marmellata di lamponi, ruminando in bocca un biscotto.
Così,ecco che i miei occhi lentamente si spalancano del tutto e guardo un po' in giro nella luce del mattino: cazzo, come stiamo trascurando questa casa, mi dico mentre osservo la cucina dove il disordine regna sovrano e dove sovrane regnano le formiche organizzate in lunghe file militaresche che si allungano sul pavimento e sulle piastrelle delle pareti, stakanoviste formiche che calpesto leggermente mentre leggermente assaporo un biscotto, mentre i fottuti coinquilini dormono il sonno degli inconsapevoli che trionferanno sempre e comunque in questo fottuto mondo ed è già molto tardi, è veramente molto tardi ed io devo correre a vestirmi per non perdere l’autobus.

 
 
 

Piccola cronaca di una domenica romana

Post n°210 pubblicato il 14 Luglio 2009 da tomthumb

"Quanto sei bella Roma senza romani!"
Questo pensavo domenica scorsa andando a zonzo per la città quasi deserta ( a parte i soliti turisti, ma neanche tanti devo dire).
"Evidentemente il mare li ha richiamati tutti, i Quiriti" dicevo tra me e me ancora incredulo transitando in  una  Via Nazionale desolata e guardando le palme ondeggianti di Palazzo Koch , " che infinità del possibile  che mi si squaderna" mi ripetevo come un bambino felice che ha appena ricevuto un regalo imprevisto, mentre passeggiavo in Largo di  Torre Argentina orfano di persone, mentre percorrevo  Via Arenula immersa nel silenzio.
Poi così per improvviso capriccio, quella salita verso il Gianicolo  per scoprire una palla di cannone dell'artiglieria francese nel muro della chiesa di San Pietro in Montorio, per riposare sudato sui gradini del tempietto circolare di Bramante, dentro quel chiostro  che mai avevo visto prima. 
Così, come un bambino felice , scopro il Fontanone, sento lo scrosciare dell'acqua che mi richiama, l'uomo è irresistibilmente attratto dall'acqua, aveva ragione Melville, cavolo, se aveva ragione.
Caro Eroe dei due Mondi, così alto sul tuo cavallo che si staglia contro le nuvole, ti guardo con curiosità disteso sotto un platano agitato dal vento, con il mio giornale spiegazzato in una mano e il mio panino al prosciutto nell'altra, mentre il venditore di pupazzi parlanti guarda malinconico il panorama e  le turiste francesi dicono cose che non capisco mettendosi in posa felici per le fotografie.  

 
 
 

Piccola cronaca d'un viaggio su rotaia

Post n°209 pubblicato il 07 Luglio 2009 da tomthumb

Piccola cronaca d'un viaggio su rotaia. Verso sera arriva il treno e il treno è in ritardo. Il viaggiatore cerca di salire sulla carrozza che gli hanno assegnato ma tutte le portiere sono bloccate.
Il viaggiatore sale allora su un'altra carrozza onde raggiungere la sua: ci riesce alla fine facendosi largo tra la folla scamiciata e sudata di una domenica d'inizio estate.
Appena trova il suo posto numero 43 (lato corridoio) si illude il tapino di potersi rilassare: in realtà non può perchè l'aria condizionata non funziona. Sbuffa così come gli altri suoi compagni di sventura, qualche signora tira fuori un ventaglio, il controllore passa ed alcuni viaggiatori si incazzano, il controllore si incazza pure lui, volano parole grosse, un altro controllore interviene, gli animi si placano, volemose bene, in Italia semo. 
Il viaggiatore tira fuori un libro ma scopre ben presto che quando il treno entra in una galleria non  può leggere perchè nella carrozza, oltre al condizionatore, anche le luci interne non funzionano. Il viaggiatore si arrabbia tantissimo, già vorrebbe esplodere ma invece poi si controlla con britannica compostezza.
Quando il treno non è in galleria tutto sommato si può leggere, anche se questa operazione diventa via via più faticosa perchè la luce del giorno sta calando sempre di più.
Così, con gli occhi stanchi e la camicia intrisa di sudore e le orecchie lacerate dal pianto implacabile dell'ennesimo bambino, il viaggiatore vorrebbe guardare fuori dal finestrino rimirando magari colline bucoliche sul far della sera o lo skyline al tramonto di qualche piccola città o forse addirittura il mare.
In realtà non può fare neanche questo perchè il vetro sporco del finestrino ha cancellato il mondo esterno, non si vede assolutamente nulla,  si può solo restare da soli con i propri disturbati pensieri, mentre l'oscurità invade lentamente il vagone e le facce dei sudati compagni di sventura perdono i loro contorni e il bambino implacabile continua a piangere e una donna, seduta qualche sedile più in là, agita un ventaglio bianco che risplende curiosamente nell'avanzata funerea del buio, una donna il cui viso non si distingue e che potrebbe essere una ragazza oppure una vecchia, un corpo giovane ed allettante o una nonnina rinsecchita dalle molte primavere, non si sa, chi potrebbe e avrebbe voglia d'indagare, pensa il viaggiatore,  quel che è certo è che stasera arriverà a casa anche lei molto tardi.

 
 
 

A proposito della democrazia

Post n°208 pubblicato il 06 Luglio 2009 da tomthumb

"In una dittatura si può almeno sperare di abbattere il tiranno, la democrazia è un sistema proteiforme dove non ci sono mai dei responsabili. Ogni cinque anni il cittadino va a votare questo o quello, ma in realtà può scegliere solo a quale oligarchia di potere preferisce essere sottomesso. In realtà la vera scelta del cittadino è fra queste due possibilità: o si infeuda in qualcuna di queste oligarchie, partiti, lobbies, mafie promettendo l’obbedienza in cambio di vantaggi oppure, se gli è rimasto quel tanto di dignità per non accettare questi umilianti infeudamenti, la sua sorte è di vivere ai margini rinunciando a realizzare le proprie legittime ambizioni".

Massimo Fini

 
 
 

Long black veil

Post n°207 pubblicato il 30 Giugno 2009 da tomthumb

L'hanno cantata in tanti, forse questo è l'originale.
Una ballata spettrale che fa molto Spoon River,
che parla ancora una volta d'amore e morte.
Avevo scritto la traduzione ma l'ho persa da qualche parte.
Aggiungo però il testo inglese.

Long black veil

Ten years ago on a cold dark night
There was someone killed 'neath the town hall light
There were few at the scene, but they all agree
That the slayer who ran looked a lot like me.

The judge said son what is your alibi
If you were somewhere else then you won't have to die
I spoke not a word though it meant my life
For I had been in the arms of my best friend's wife.

She walks these hills in a long black veil
She visits my grave when the night winds wail
Nobody knows, nobody sees
Nobody knows but me.

The scaffold's high and eternity near
She stood in the crowd and shed not a tear
But sometimes at night when the cold wind blows
In a long black veil she cries o'er my bones.

She walks these hills in a long black veil
She visits my grave when the night winds wail
Nobody knows, nobody sees
Nobody knows but me.

Nobody knows but me.
Nobody knows but me...

 
 
 

i fumi del prosecco

Post n°206 pubblicato il 26 Giugno 2009 da tomthumb

Non so se ricordo bene, è passato d'altronde tanto tempo, stamattina ho bevuto pure qualche bicchiere di prosecco (ebbene sì, piccola festicciola in ufficio, non scivolate pure voi  sull'insidioso piano inclinato del facile moralismo) e il prosecco potrebbe intorbidirmi ulteriormente la memoria,  però però ecco, voglio scrivere lo stesso che tanti anni fa, quando facevo l'insegnante terrone in Padania, ho veduto questo tizio in Galleria a Milano, seduto impettito e compiaciuto in un caffè, con un'orrenda giacca a quadretti e poi i capelli pettinati a quel modo, una faccia che immediatamente ti fa capire il significato della parola "pirla" che da quelle parti usano con tanta dovizia.
Questo tizio, che ricordo ora con occhiali dalla montatura rossa, che forse vorrebbe essere il Montanelli della nostra triste epoca, è veramente un animale curioso, una specie sui generis, ogni volta che lo vedo mi viene da ridere, ogni volta che leggo la sua truce prosa da gaglioffo invertebrato  mi scompiscio.
Un servo del signor B.? Ma no, lui è uno che  ci crede veramente nelle incredibili puttanate che scrive, quasi sempre un concentrato di luoghi comuni e mediocrità a go-go, pensate alla cosa più triviale che possano dire gli avventori di un bar di periferia ed ecco che scoprite che  Feltri  in realtà l'ha già scritta, lui che vorrebbe essere il Montanelli della nostra epoca, ed è in realtà un pover'uomo di Bergamo, un'assoluta nullità che pure ha vinto qualche premio di giornalismo, ma che resta  un padano microscopico con la faccia da pirla ed orribili occhiali e l'eloquio che sotto sotto è quello di un Borghezio qualsiasi.
Tutta questa campagna che il suo giornale conduce contro la "sinistra gossippara" e contro Repubblica è veramente comica: Feltri sfotte i moralisti che attaccano Er Merda e non si rende conto che coi suoi fondi anche sgrammaticati scivola lui stesso tra De Sica e Boldi (quando ancora non s'erano divisi).
Così il titolo "siamo tutti Berlusconi" che vorrebbe essere provocatorio è semplicemente la prova provata della sua comica demenza, del suo affanno di imbrattacarte patentato, dei tentativi rabbiosi di  un impotente cerebrale che cerca di salvare un ultrasettantenne ricchissimo puttaniere (forse impotente sessuale a sentire lo stesso Feltri)  sfoderando il suo cinismo d'accatto.
Così pure gli attacchi a Veronica Lario "velina ingrata" rappresentano l'abisso di comicità da valle leghista   in cui il Nostro è sprofondato.
Un pover'uomo di Bergamo che si crede un grande giornalista di destra e che ha in più l'aggravante di essere padre.
Ebbene sì anche il figlio di Feltri scrive, non ho mai letto un suo articolo, questo è vero,  ma ho visto in compenso la sua faccia. Somiglia moltissimo al padre.

 
 
 

Resistere non posso

Post n°205 pubblicato il 23 Giugno 2009 da tomthumb

Oh, tutta quella robaccia relativa alla minchia del suo padrone. Oh, tutto quel gossip relativo alle fighe strafighe ed ultrafighe trasportate per i cieli e destinate alla minchia  del suo padrone, il direttore del TG1  non l’ha mandato in onda.
Oh, io però guardando quella sua simpatica testa d’ogiva, cari signori  resistere non posso ed allora dico che meglio del truce Niccolò Ghignini c’è solo lui, il prode cagnolino alopecico, lui, Don Augusto Minchiolini.

 
 
 

Leffe & Crucci

Post n°204 pubblicato il 17 Giugno 2009 da tomthumb

Certe volte una Leffe serale risolve tanti crucci, soprattutto se è servita alla temperatura giusta.
Quando quel nettare biondo-arancio ti vellica il palato e ti rinfresca la gola, si entra  meravigliosamente nella sublime dimenticanza del mondo, di questo noioso sporco e fottuto pianeta che invece di disintegrarsi nello spazio desolato, come sarebbe giusto, continua imperterrito a girare in un delirio incosciente di rotazioni e rivoluzioni  e precessioni del cazzo.
Così quando la Leffe scorre, liquido portentoso, tra me e me mi dico "fanculo tutto e tutti tranne quei belgi frati trappisti, birrai  meravigliosi!"

 
 
 

Domanda post-elettorale

Post n°203 pubblicato il 08 Giugno 2009 da tomthumb

Torno a Roma dopo aver compiuto il mio dovere elettorale nella mia sperduta provincia sudista.
Sull’Intercity che con leggero inevitabile ritardo mi riporta nell’Urbe,sto viaggiando in uno scompartimento di accesi detrattori der Merda Impestato.
La ragazza napoletana grassa parla di dittatura, l’informatico cosentino di corruzione dilagante, la simpatica checca  salernitana racconta di pompe elargite da ministre dagli occhi sbarrati, l’anziano ufficiale di marina coi baffoni alla Bismarck strilla che era meglio quando c’era Lui e che adesso tutti sarebbero da fucilare contro un muro, il piazzista lombardo per primo.
Poi l'indignata maestra siciliana mi strappa dalle mani il libro di Saramago con gioia estatica: lui sì il vecchio portoghese Nobel che al nano libidinoso gliele ha cantate!
Cazzo, ma se allora neanche loro l’hanno votato, come si spiega che vince sempre er Merda Impestato?

 
 
 

Le anime puffe

Post n°202 pubblicato il 07 Giugno 2009 da tomthumb

''La Toscana e' piena di anime morte e di zombie, che non sanno di essere morti e che credono di camminare ancora''.
Renato Brunetta

E così con queste sue ultime esternazioni elettorali  con riferimenti a Gogol' e a Romero, l'anima puffa  del ministro Brunetta, morticino che parla e cammina, ci ha regalato un'altra perla di  microsaggezza. 
Spero quindi ardentemente che la Toscana continui a regalarci per secoli una valanga di voti trinariciuti per continuare a far sparare queste sublimi cazzate a tutti i mezzi uomini, a tutti i boriosi quarti di calzetta come il ministro Brunetta.

 
 
 

Lo stemma nobiliare di De Curtis

Post n°201 pubblicato il 31 Maggio 2009 da tomthumb

Pare che qualche tragico scemo, qualche vandalo deficiente abbia sfregiato la tomba di Totò asportando lo stemma nobiliare dalla facciata della cappella in cui è sepolto a Napoli, cimitero del Pianto.
Al di là dell'ovvio giudizio che ognuno può trarre da questo episodio, vorrei mettere in evidenza qualcos'altro a cui non ho potuto fare a meno di pensare quando ho visto  le foto allegate all'articolo sul sito del Mattino.
Quello stemma nobiliare ora sottratto che pare che il principe abbia costruito con le proprie mani, quella scritta roboante sulla facciata della cappella... eppure Antonio De Curtis ha scritto della morte livellatrice, eppure nei suoi film l'abbiamo sempre visto mettere in ridicolo tutte le vanità umane del tipo "lei non sa chi sono io!"....
 Come è strano e contraddittorio l'uomo!

'Nu rre,'nu maggistrato,'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt'o punto
c'ha perzo tutto,'a vita e pure 'o nomme:
tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?

Perciò,stamme a ssenti...nun fa''o restivo,
suppuorteme vicino-che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"

 
 
 

Brunetta e l'antimafia

Post n°200 pubblicato il 28 Maggio 2009 da tomthumb

Alla fine forse la migliore definizione del ministro Brunetta resta quella fornita dall’onorevole D’Alema e cioè “energumeno tascabile”.
Un’altra potrebbe essere quella di “rancoroso nano chiomato”  che fa pendant con quella di “ghignante nano calvo” da affibbiare a sapete bene chi.
Questo è un post scorretto e ingiusto lo ammetto perché qua non si vuole discutere l’opera ma l’uomo anzi l’ometto.
Però la sicumera sfoggiata da questo solerte piccolo aborto sempre pronto a scattare su come un serpentello a cui abbiano appena schiacciato la coda mi spinge a parlarne avendo in mente il giudice-nano cantato da De Andrè quello delle "notti insonni vegliate al lume del rancore”.
Vi propongo una recente esternazione di Centimetro Velenoso sull’Antimafia:

“Io addirittura scioglierei l’antimafia, nel senso che mi piacerebbe che non ci fosse nemmeno lo specifico della mafia. Mi spiego. C’è l’antimafia perché c’è la mafia. La mafia è una tipologia di criminalità come dire, specifica, deviante e che avrebbe bisogno, che ha bisogno, di regole speciali. A me non piacciono le regole speciali. Chi fa un crimine deve essere colpito. Non amo gli anti, preferisco le regole e il far rispettare le regole. Se in Italia si rispettassero le regole, non ci sarebbe bisogno dell’anti-mafia, perché la mafia è una forma di criminalità e dovrebbe essere perseguita come tutte le altre”

Nella citata canzone di De Andrè si parlava del pregiudizio di chi pensa che i nani hanno “ il cuore troppo vicino al buco del culo”. Ebbene, io che sono uomo di pregiudizi, non mi faccio mancare neanche quello.
Anzi dopo la sortita intelligentissima sull’antimafia  di Puffo Nobel aggiungo che non solo il cuore dell’omuncolo  è troppo vicino a quel fatidico posto dove il sole latita ma anche il suo cervello.

 
 
 

Blustering nonsense

Post n°198 pubblicato il 25 Maggio 2009 da tomthumb

Articolo esemplare del Times a proposito delle vicende erotiche der Merda impestato.

Nota: Il titolo del post è ricavato dalla magnifica frase del giornalista inglese:

"Mr Berlusconi’s complaint is blustering nonsense"

Sul Cambridge Advanced Learner's Dictionary leggo:

Bluster: verb [I]
to speak in a loud angry or offended way, usually with little effect.

Appunto.

 

 
 
 

Multietnicità

Post n°197 pubblicato il 19 Maggio 2009 da tomthumb

L’Italia è già un paese multietnico, checché ne dica il primo ministro che ci ritroviamo.
Evidentemente questo tizio mente sapendo di mentire, non posso credere che nei suoi giri per Roma o per Milano abbia visto esclusivamente facce italiane.

Chi appunto gira per queste due città (ma anche altrove naturalmente) si rende conto che la società italiana è già multietnica, nel bene o nel male, perciò qualsiasi proclama che parli di steccati da innalzare è indice di stupidaggine o malafede.
Apro una parentesi: sparate a Matteo Salvini.  Chiudo la parentesi.

Detto questo, l’iniziativa della scuola elementare romana che si chiama “Pisacane” e si vorrebbe invece chiamare “Makiguchi” (come un educatore giapponese) per un malinteso principio di multietnicità e di integrazione , mi sembra l’ennesima scivolata nel Gran Grottesco Italico.

 
 
 

Profondo nero

Post n°196 pubblicato il 11 Maggio 2009 da tomthumb

In questo reportage straordinario che è uscito da qualche mese si intrecciano tre storie maledette e misteriose di questa nostra povera Italia, tre enigmi correlati, tre indagini che sboccano nel nero più profondo.
Il caso Mattei, la sparizione  di Mauro de Mauro, Pasolini massacrato all’Idroscalo. Il nero del petrolio come elemento unificante. Depistaggi tipicamente italici. Archiviazioni susseguenti. Accumularsi di indizi.  
Un’indagine appassionata alla Don Ciccio Ingravallo in tre veri pasticciacci italici, tre garbugli i cui fili si annodano a formarne uno solo.

Un libro che mi sembra scritto con passione civile e amore per lo scavo storico. Lavoro appunto di storici e non di giudici.
Che bello aver dedicato il  libro a Pier Paolo Pasolini, che belli i versi di Fabrizio de Andrè e Massimo Bubola (“Una storia sbagliata”) posti come epigrafe .



 
 
 

Una rinuncia

Post n°195 pubblicato il 08 Maggio 2009 da tomthumb

Guardo la gente in metro che legge. Romanzi o giornali, cazzate o roba interessante, la gente legge spesso per passare il tempo.
"Passare il tempo", che brutta ed inquietante espressione.
Nel mio tempo sulla metro leggo pure io però mi distraggo spesso.
Quel superclassico dell'Ottocento che leggevo ieri, per esempio: il proliferare di dettagli nell'impossibile storia d'amore mi faceva staccare continuamente gli occhi dalla pagina: che profondità di visione, mi dicevo, ma che noia.
Forse vivere sprofondati in un mondo fatto di immagini anche vane rende impossibile seguire le minuziose descrizioni letterarie di ambienti e di cose, mi sono detto.
Certo che rinunciare a leggere le ultime 100 pagine di un libro che ne conta 400, sa un po' di beffa, ho pensato.
Eppure ho dovuto smettere. Certamente Pietro Citati mi fucilerebbe, ma tant'è.



 
 
 

Babele

Post n°194 pubblicato il 06 Maggio 2009 da tomthumb

Ho in testa una confusione di dialetti, di accenti.
Abitare e lavorare a Roma significa quotidiana pioggia di romanesco che ben presto si insinua nella mia cadenza già duramente provata dal campano declinato nelle sue molteplici varianti.
In più c'è l'insidioso dialetto dei genitori, una sottovariante calabrese del Nord (Nord della Calabria, of course) che spesso si fa strada.

Certe volte si mescola il tutto, così ribolle dentro di me un micidiale calderone linguistico: ecco perché in pubblico taccio spesso, non è solo la  timidezza a frenarmi, è che prima di parlare faccio un'immensa fatica a tradurre.

 

 
 
 

Un pentito

Post n°193 pubblicato il 05 Maggio 2009 da tomthumb

Ingegnere sono ma pentito, non mi si chieda di far funzionare alcunché di meccanico o elettrico dopo un guasto, se il vostro computer fa le bizze io sono la persona meno adatta a fargliele passare.
Non me ne frega nulla del vostro palmare né dei malfunzionamenti dei vostri elettrodomestici, se il vostro odioso cellulare non va, compratevene un altro.
Convinto che la parola “sviluppo” non è sinonimo di “progresso”, assisto al proliferare inarrestabile di tecnologiche cazzate.
Certe volte penso con tristezza allo spreco di teoria (quanta fisica teorica, quanta alta matematica!)  dietro la tecnologia più insulsa.

 
 
 

L’orizzonte degli eventi

Post n°192 pubblicato il 04 Maggio 2009 da tomthumb

Sono rimasto su Facebook per circa un mese. Poi ne sono uscito. Certe volte vedendo parenti, amici ed ex-amici tutti insieme appassionatamente connessi in questo social network della minchia, la tentazione di rientrarvi è forte.
L’uomo è un animale sociale, ha detto Aristotele; è un animale sociale soprattutto quando si  tratta di occuparsi dei cazzi degli altri mettendo nel contempo in piazza i propri, aggiungo io.
Facebook è un buco nero di Schwarzschild, un invito e ci cadi dentro, intrappolato per sempre nell’orizzonte degli eventi, giochini e gruppi del cazzo, che me ne importa che fine abbia fatto il mio ex-compagno di banco al liceo, son sicuro che è rimasto l’emerito cazzone di una volta; ho scoperto infatti  l’altro ieri il suo profilo: è ancora un fan sfegatato di Vasco, Zeus incenerisca lui ed il suo idolo… e poi ha la stessa espressione da cerebroleso che aveva vent’anni fa, perché Facebook ha dovuto ricordarmelo?

 
 
 

Contadino del regno

Post n°191 pubblicato il 29 Aprile 2009 da tomthumb

Concerto romano della PFM, qualche sera fa.
Ascolto i classici di De Andrè e mi rendo conto che la canzone più bella per me è sempre "Andrea" mentre è come se invece gli altri capolavori del maestro fossero implacabilmente invecchiati, non è detto che una canzone bellissima debba sempre conservarsi tale, forse l'ascolto prolungato negli anni la logora, chissà.

Invece "Andrea" è ancora lì, perla risplendente nella serata del Tendastrisce, una canzone che non invecchierà mai, almeno per me e questo rende più sopportabile il fatto che le altre canzoni che ascolto non mi emozionino più come una volta. 

 
 
 
 
 
 
 

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