Lady G. & Mr Hop

Lungo i precipizi delle passioni

 

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DADI E DINTORNI ...

Post n°4 pubblicato il 28 Giugno 2013 da LadyG_MrHop
Foto di LadyG_MrHop

 

“Fai tu il primo lancio” mi dice Emme, mettendomi in mano due dadi neri con i punti dorati.

Il vassoio con cui il cameriere ci ha portato la bottiglia di Krug e le fragole viene scelto come area dove lanciare i dadi.

Scuoto la mano e i dadi abbandonano la mia presa. Tre e cinque. Otto.

Ora tocca ad Emme; proprio come ho fatto io, li scuote nel pugno della mano, soffia sul pugno e poi lancia. Quattro e sei. Dieci.

E’ di nuovo il mio turno. Nonostante la banalità del gioco inizio a sentire una certa tensione competitiva. Lancio e ottengo un tre e un cinque. Otto e sono a sedici.

Di nuovo è la volta di Emme. Questa volta li lancia di getto. Uno e quattro. Cinque. Raggiunge così quindici.

Sono molto vicino a ventuno. C’è il rischio concreto di sballare. Ho un punto di più. Potrei rinunciare al lancio. Emme è obbligato a lanciare poiché sta un punto indietro. Se fa più di sei vinco io.

“Rinuncio al giro io, a te” dico, cedendogli i dadi.

Capisce la mia strategia. Inizia a muovere i dadi nel pugno della mano, soffia delicatamente e lancia. Il primo dado dice tre, il secondo sbatte sul bordo del vassoio, ritorna al centro e mostra la faccia con il due. Cinque. E quindi venti.

“Vittoria!” esulta e aggiunge “Consolati, com’è che si dice? Sfortunato al gioco e fortunato in …” volgendo lo sguardo verso di te.

Esse applaude la vincita del suo uomo. Tu sorridendo “Ed ora? Cosa hai vinto?”.

Emme si fa serio e scandendo lentamente le parole dice “Mr Hop, devi mostrarmi con accuratezza il seno della tua signora”. Come se non avesse detto nulla di particolare prese la coppa ed in segno di una bevuta alla tua salute, lo alza verso di te e lo svuota.

La richiesta mi coglie completamente di sorpresa. Che faccio? Rimango con gli occhi incollati sulle due facce dei dadi che hanno determinato questa situazione. D’un tratto la tua voce: “Ehy, i debiti di gioco si pagano sempre. Vieni qui e slacciami il corpetto”.

Il nastro rosa sul retro attraversava una trentina di asole, il fiocco stava in alto. Tiro un capo ed inizio lentamente a sfilarlo. Si blocca alla seconda asola, interviene Esse.

“Ti do una mano Mr. Hop” ridendo.

Arriviamo in fondo. Ti vedo la schiena nuda.

Devo restare calmo. Devo restare calmo, cercando di convincermi faccio rimbalzare nella mia testa quelle parole.

In pochi istanti riesco ad aprirlo completamente, diviene per pochi istanti un paravento, per poi sparire anch’esso.

Un seno florido, prima costretto in un’innaturale posizione, appare in tutta la sua bellezza, i capezzoli leggermente pronunciati.

Cercando di ostentare sicurezza e fierezza dico “Ecco a te il suo seno”. Nel farlo lo sfioro di lato con la mano sinistra, mentre con la destra ti cingo delicatamente il fianco. Sento un brivido in te, deglutisci, dischiudi le labbra, respiri.

La tua reazione mi cede coraggio e aggiungo “Sono proprio fortunato, hai ragione Emme”. Mi pongo dietro di te e con le due mani ti stringo i seni per apprezzarne peso, forma e consistenza. In questo modo penso che Emme possa cogliere tutte le informazioni di cui necessita per veder pagato il mio debito. Lo sento caldo, morbido, sui palmi sento i capezzoli spingere. Quando non ti stringo te li tocco delicatamente con due dita. Tu sembri apprezzare. Chiudi gli occhi. Abbandoni leggermente la testa all’indietro. Poi recuperi la posizione e guardi Esse. Poi guardi Emme. Poi richiudi gli occhi.

Esse durante questa scena ti guardava con occhi dolci e con voce flebile e aggiunse “Sei proprio bella, sai?”. Tu non dici nulla ma sorridi.

Ritenendo di aver adempiuto ritorno all’improvvisato tavolino da gioco. “Mi concederai la rivincita spero, no?” rivolgendomi ad Emme.

Ti ho lasciato sulla mia destra. Parrucca rosa, maschera con le piume, gonna vaporosa, stivaletti con tacco con un nastro rosa intrecciato come nel corpetto, guanti di seta. A seno nudo.

Con la coda dell’occhio vedo che Esse ti si avvicina, mentre muovo nell’aria il pugno con dentro i dadi. Lancio. Sei e uno. Sette.

Li cedo al mio avversario che se ne libera subito. Quattro e tre. Sette.

“Siamo alla pari” dico con aria di sfida.

Scuoto vigorosamente i dadi nel pugno. Accompagno il lancio con un “forza belli!” e magicamente compaiono due sei. Dodici e sette di prima, diciannove.

“Bel colpo” dico. “E vediamo adesso cosa riesci a fare!”

Raccolgo i dadi e mentre glieli cedo avverto il suono inconfondibile di un bacio.

Mi volto verso di te e ti trovo delicatamente abbracciata ad Esse. Vi stavate scambiando un bacio incuranti di ogni cosa. Le lingue si palesavano diverse volte all’esterno. Con una mano ti toccava il seno e con l’altra ti accarezzava il collo.

Tu cercavi di avvicinarla sempre più a te. Lei tirandosi su la gonna con la gamba entra tra le tue. Anche la tua gonna sale e mostra le autoreggenti con un delizioso nastrino rosa sul bordo.

Io ed Emme rimaniamo fermi davanti a questo spettacolo. Io rigido seduto sul bordo del cuscino, lui rilassato, si accende una sigaretta, accavalla le gambe e sprofonda delicatamente nel divano.

La vostra dinamica tende a crescere, noto il tuo respiro più intenso, generato penso dal ginocchio di Esse che sembra muoversi proprio fra le tua gambe.

La aiuti a togliersi il suo corpetto. È meno complesso del tuo. Bottoni a pressioni. In un attimo è a seno nudo. Un giovane seno, piccolo, con i capezzoli fini ed inturgiditi.

Ti avventi su quella giovinezza. Le tue labbra si prendono tutto in bocca uno di quei capezzoli. Lei ha un fremito. Quando lo liberi è ancora più turgido. La tua lingua continua a stimolarlo e mentre lo fai la guardi. È lei a prendere l’iniziativa adesso. Stringe con le mani i tuoi seni, le sue piccole mani non li contengono, vorticosamente la sua lingua si concentra sui tuoi capezzoli, prima uno e poi l’altro. Sono lucidissimi, duri. Tu le tieni la mano sul collo. Poi si stacca da te, sale lungo il collo e violentemente ti bacia, ti cerca la lingua, ti morde le labbra.

Tu sei dentro il vortice. Non hai occhi che per lei.

Io non so cosa pensare. La visione è eccitante. La situazione è inaspettata. A tratti mi sento un intruso ma non riesco a staccarti gli occhi di dosso.

Vedo Emme avvicinarsi a Esse. Le accarezza le schiena nuda. Le cerca la chiusura della gonna e gliela sfila. Il gesto rivela un perizoma piccolissimo nero con un cuoricino in metallo dorato che fa da giuntura dei tre pezzi di tessuto sul retro.

Con fare rapido e famelico Esse cerca di fare la stessa cosa con te. Trova con rapidità la chiusura della tua gonna. Te la sfila. Sveli così una deliziosa culotte di pizzo.

Emme continua ad accarezzare la sua giovane compagna mentre lei è rapida, incessante, la sua lingua ti attraversa la pelle. Le sue labbra cercano ogni centimetro di te. Ora è in ginocchio, indugia sul tuo ombelico, poi d’un tratto i suoi pugni stringono a destra e sinistra la tua biancheria e con un gesto rapido te la sfilano. Vedo la leggera difficoltà a far scivolare i tessuti tra i tuoi glutei e il divano, vedo le tue gambe chiudersi e alzarsi verso l’altro, vedo la mutandina salire lungo le cosce, la vedo arrivare alle ginocchia, la vedo salire verso i polpacci e abbandonare il tuo corpo dopo essersi impigliata per un attimo nel tacco dello stivale.

Poi lentamente le gambe recuperano l’originaria posizione. Le apri. Hai Esse in ginocchio davanti a te.

Dalla mia posizione vedo distintamente il tuo sesso. La pelle bianca. Nessun pelo, le labbra carnose, l’una vicina all’altra. Mentre sta in ginocchio Esse si sfila il suo perizoma. Da dietro le vedo i glutei, piccoli, sodi e quando apre le gambe per meglio posizionarsi davanti a te, le vedo le piccole labbra leggermente dischiuse.

Si ferma davanti al tuo inguine. Te lo guarda, sembra prenderne il profumo. Vi guardate. Si avvicina e in un attimo la sua lingua separa le tue labbra. Dal basso verso l’alto, più volte per poi fermarsi lì a succhiarti quella parte di te sempre più manifesta e turgida. Inarchi la schiena. Con una mano ti accarezzi la coscia, con l’altra il seno. Ed inizi a perderti in un piacere intenso.

Apri gli occhi d’un tratto e mi guardi. Sembra che tu mi stia sfidando. La testa di Esse si muove sul tuo sesso, due dita entrano ed escono da te delicatamente. Ora con una mano le tieni la testa.

Emme indugia un po’ sui glutei di Esse, poi inizia a masturbarla.

Istintivamente mi avvicino. Tu, aiutandoti con i denti, sfili i guanti che non avevi ancora abbandonato. La tua mano si appoggia sulla mia gamba, sale lentamente. La sento pesante, a tratti si ferma e mi stringe proprio mentre hai punte di piacere indotte dalla lingua di Esse.

Raggiungi il mio sesso. È duro, lo agguanti e ne aumenti la presa in corrispondenza delle sue spinte sempre più decise. Respiri sempre più velocemente, non contieni più il tuo piacere, la tua voce sale, la inciti a non fermarsi e vieni violentemente. Esse non stacca la sua bocca per un secondo e raccoglie tutto il tuo sapore. Io non credo ai miei occhi.

Emme si spoglia. Il suo pene eretto non sfugge alla sua compagna. Sorride, si stacca da te, lo bacia sulla punta. Tenendolo delicatamente in mano lo guida verso di te. Tu, ancora abbandonata a gambe aperte sul divano, vieni invitata dalla ragazza a recuperare una posizione da normale seduta.

Ti prende la mano e la pone al posto della sua. Ti guarda e seria dice “Prendi il mio uomo”.

Tu senza dire nulla avvicini il sesso del casanova alla tua bocca, lo strofini delicatamente sulle labbra, poi tiri fuori la lingua ed inizi a leccargli la punta. Chiudi gli occhi e in un attimo lo accogli nella bocca. Con una mano eserciti il movimento tipico della masturbazione, con la bocca termini il movimento iniziato con la mano. Così innumerevoli volte. L’altra mano la tieni sul suo gluteo, a tratti gli affondi le unghie variamente colorate dove spicca anche un curioso brillantino.

Esse ti guarda soddisfatta. Poi si dirige verso di me gattonando.

Mi spoglia senza dire nulla. Me lo prende in mano. È umido, fa scendere delicatamente la pelle e con la bocca copre interamente la parte appena liberata. Dentro sento le sua lingua avvolgerlo totalmente, in tutte le direzioni.

Me lo tiene alla base. Io rimango fermo. Poi lo libera dalla bocca ed inizia a masturbarmi a due mani. Sembra un rito. Una successione di gesti fatti con maestria, consapevole forse di questa arte; senza fermare quel movimento ritorna a prendermi in bocca come all’inizio, poi lo libera di nuovo e ti guarda mentre non smetti di tenerlo in bocca ad Emme.

Ti accorgi di essere guardata. Lo lasci ma continui a masturbarlo, le sorridi e dici “Ora però rivoglio mio marito”. Mi guardi sorridendo.

Esse gattonando mi lascia abbandonato sul divano. Il suo posto ora lo prendi tu.

Lo prendi in mano delicatamente. “Allora Mr Hop, che facciamo eh?”

Con una mano mi tieni i testicoli, con l’altra inizi una lentissima masturbazione, con la lingua circumnavighi il glande. Poi allunghi le mani fino al petto ed inizi a prendermi profondamente in bocca.

Ti interrompi un attimo. Ti togli la parrucca rosa. Un taglio corto, sbarazzino. I capelli sono neri, corvini. Li muovi un po’ con il vezzo tipico di donna e poi ti ributti sul mio sesso. Segui le vene con le dita. Quando non lo tieni in bocca, lo lecchi dalla base fino alla punta.

Una sequenza alternata, regalata con passione e dedizione.

Poi ti fermi. Ti alzi lentamente in piedi. Mi guardi fisso e dici “E ora?”.

Ti metti in ginocchio sul divano con le gambe divaricate su di me. Con la mano orienti il mio pene, lo appoggi sulle tue labbra, poi completando la seduta mi prendi dentro.

Inizi a cavalcarmi. Un ritmo non veloce ma regolare, in grado di garantirti profondità.

Io ti tengo i fianchi in modo da spingere per tendere a riempirti il più possibile di me.

Il seno si muove. A tratti lo tocco, lo lecco.

Poi ti fermi e lasci che sia io a gestirmi dentro di te. Tenendoti i glutei, senza perdere occasione di accarezzarti l’ingresso dell’ano, mi muovo dentro di te. A tratti spingo con forza, il rumore della nostra pelle che sbatte è inequivocabile.

Il tuo piacere sale. Mi inciti a continuare per poi regalarmi, dopo una sequenza di affondi senza tempo, un orgasmo violento.

Da lì a poco seguo la stessa strada, pochi istanti dopo esco da te, sei un fuoco e, senza doverlo neanche toccare, ti vengo sui glutei.

 

Ci guardiamo da dietro le nostre maschere. A seguire una risata sincera con il cuore in bocca e il respiro in fase di recupero. Rimaniamo abbracciati.

Sento le tue labbra vicino all’orecchio che mi sussurrano: “Ehy Mr Hop, niente baci hai visto, troppo intimi, no?”

Poi sorridendo, indicando Emme e Esse che fino a quel momento avevano indugiato in un petting reciproco mentre ci guardavano, dici: “Ora tocca a voi però”.

 

Lady G & Mr Hop

 

 

 

 

 
 
 
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Un blog di: LadyG_MrHop
Data di creazione: 09/04/2013
 

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