Lady G. & Mr Hop

Lungo i precipizi delle passioni

 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

FACEBOOK

 
 

 

« A VOLTE BASTA UNA FOTO ...NOI ... CON LORO (DAVVERO) »

HAI VOGLIA DI FARE UN GIOCO?

Post n°11 pubblicato il 25 Agosto 2016 da LadyG_MrHop
Foto di LadyG_MrHop

Messaggio 1 di Gaia ore 18.33:
Ciao mr Hop. Sono venuta a salutare Laura prima della partenza, poi ceno qui e rientro tardi. Lei sta facendo le valigia io mi sto facendo una canna. Ho voglia di scopare, domani ti faccio arrivare tardi al lavoro.

Messaggio 2 di Gaia ore 18.46:
Anzi a dire il vero ho voglia di fare un gioco. Tu hai voglia di giocare?

Messaggio 1 di Leo ore 18.52:
Io ho sempre voglia di giocare. Devi fumare più spesso. In cosa consiste il gioco?

Messaggio 3 di Gaia ore 18.56:
Ti scopo per 3 giorni, ogni volta che ne ho voglia, ma vengo solo io. Se resisti lunedì, che è il nostro primo giorno di ferie, sono nelle tue mani, potrai fare di me quello che vuoi. Escluse cose dolorose.

Messaggio 2 di Leo ore 18.59:
Accetto tutte le regole con assoluta devozione. Sì devi fumare più spesso...

Inizia così l'ennesimo gioco di Gaia e Leo. Tre giorni di sesso complice,molto soddisfacente per entrambi, nonostante quel divieto per Leo di raggiungere il piacere definitivo. Così durante gli amplessi la domanda più frequente tra i due è decidere il punto dove lui la inonderà il lunedì seguente, dopo aver trattenuto per giorni un orgasmo che ha evidentemente voglia di esplodere.
"Lunedì ti porto al mare, sceglierò io la spiaggia. Deve avere necessariamente una pineta e potrò chiederti di fare tutto ciò che voglio".

"Se resisterai".

"Resisterò. Il premio è troppo succulento per non resistere".

Gaia sorrideva divertita e allo stesso tempo eccitata da quella prima rivelazione di Leo e dal suo tipico sguardo di quando ha qualcosa in mente. Qualcosa di particolarmente intrigante.

Ed in effetti resistere con Gaia non era facile per niente. Non lo era quando lo aspettava in casa e passavano pochi secondi tra un “ciao” ed averla seduta sopra a cavalcioni ancora vestita; la gonna ampia, sotto niente, la mano che guidava il sesso di Leo nel suo, il bacino che spingeva per prenderselo tutto.


Capitava in quei momenti che Leo avesse pensieri che non le manifestava; rimaneva ad esempio sorpreso nel trovarla già bagnata. Che si fosse toccata in sua attesa o che fosse elettrizzata per la situazione erano due ipotesi diverse che lo eccitavano allo stesso modo e che non richiedevano spiegazioni. Anzi erano supposizioni da abbandonare all'istante, da seppellire sotto una piccola sequenza di orgasmi di lei e sotto quell'assenza di piacere finale di lui.

Il gioco sottoponeva Leo ad una costrizione innaturale, una violenza, un oltraggio alla chimica e alla biologia, ma nel contempo gli inoculava dosi progressive di una droga che generava uno stato di estasi continuo, che si impastava continuamente se alimentato da uno sguardo, da una dialogo, da scambi di battute in pubblico il cui vero significato era cercato e capito solo da loro. Leo e Gaia stavano giocando; il loro gioco giustificava tutto, stava sopra a tutto, le loro relazioni, i loro amici, i loro colleghi di lavoro, la morale e la religione.

Due giorni dopo si ripeteva qualcosa di simile. Gaia bussava alla porta. Leo apriva in pantaloncini, un gioco di lingue rapido si configurava come un preliminare non necessario alla traiettoria successiva che la conduceva in prossimità del divano. Leo questa volta la denudava completamente concedendole solo i sandali. Gaia raggiungeva piaceri progressivi, Leo no, continuava il gioco con decisione ed ostinazione ed una mezzora dopo la guardava con il sesso turgido e lucido mentre lei si rivestiva, saliva in macchina e abbandonava il vialetto di accesso.

Il pensiero al lunedì successivo faceva superare questa situazione surreale, un'attesa che assumeva le forme ambigue di un piacere compensativo, il peso sull'altro piatto della bilancia che azzerava lo squilibrio iniziale. Il limite imposto da Gaia,”escluse cose dolorose”, Leo non lo considerava tale; il vortice di pensieri che la carne di Gaia generava in lui era tale da non avvertire come castrante quel confine. Le cose cruente infatti non erano mai entrate nella loro bolla spazio temporale, semmai qualche forma di dolore inferto in modo controllato.

L'automobile viaggiava verso quel luogo, l'asfalto estivo bruciava. Durante il tragitto pochi i riferimenti al loro gioco. Non c'era bisogno di richiamarlo, plasmarlo, stimolarlo. Il gioco non era una scatola tra le loro mani, era dentro di loro.

Nei momenti di silenzio Leo guardava la linea bianca che divideva le due corsie, lo riportava ad un film in bianco e nero di Ingmar Bergam; narrava di un professore anziano che si recava in una città per ricevere un premio. Decise stranamente di prendere la macchina per fare quel viaggio; stranamente, contraddicendo alle proprie ferree regole comportamentali che ne facevano un personaggio piuttosto austero e poco incline alle relazioni interpersonali, decise di dare un passaggio a due giovani autostoppisti. Nel corso di quel viaggio ricordava che la telecamera indugiava per tempi oggi assolutamente improponibili per la loro lunghezza sulla linee bianche dell'asfalto, quasi a creare un effetto ipnotico. Gaia era lo strumento del suo effetto ipnotico.

Parcheggiarono l'auto lungo strada e si addentrarono a piedi in un fitta pineta. Leo sentiva un brivido avanzare lungo la schiena. Il luogo apparteneva probabilmente ad un suo archetipo. Una macchia verde di pini marittimi, sentieri di vari ampiezze, sul suolo gli aghi di pino rendevano i passi quasi silenziosi.

Dopo mezzora di cammino superano una lunga passerella di legno che attraversava le dune di sabbia. Dinanzi a loro si apriva una lunga spiaggia ricoperta da tronchi levigati dal mare. Quattro di questi opportunamente predisposti divennero un luogo di ombra quando Leo vi legò i quattro angoli di un grande pareo.

Gaia sorrideva, si sfilò il vestito. “La parte sopra del costume non la metto” sentenziò.

Offriva così al sole il suo seno. Leo conosceva ogni suo centimetro di pelle e cercò di nascondere il fremito che il gesto gli procurò.

Gaia sorprendeva Leo esattamente quanto Leo sorprendeva Gaia. Quell'irreprensibile e stimato commercialista quarantenne che se stimolato attraverso canali giusti finiva per trasformarsi, come per magia, in un adolescente voglioso, in un allegro, e a tratti severo, satiro irrefrenabile.

Se non fosse stato per uno stupido gioco di enigmistica e una scommessa con penitenza, lei quel Leonardo non lo avrebbe mai conosciuto. Non lo avrebbe sospettato e nemmeno sperato. Ogni tanto pensava a questa cosa e le veniva da sorridere e da desiderare che tutta quella magica e segreta complicità non finisse mai. E lui infatti era lì, desideroso di spalmarle la crema sul seno, desideroso di portarla in acqua e possederla lì davanti a tutti, quanto lei era desiderosa che lui lo facesse, entrambi preoccupati, ma allo stesso tempo eccitati dall'idea che qualcuno sulla spiaggia potesse cogliere i loro movimenti avvinghiati e quindi capire cosa stessero facendo. Scopavano in acqua, al largo, perché quella alchimia era tale da permettere a Leo una straordinaria capacità di penetrarla in qualsiasi situazione e condizione.

Come un richiamo magnetico era sufficiente tirarlo fuori perché diventasse almeno momentaneamente una proprietà di Gaia. Con la stessa naturalità Leo usciva da Gaia interrompendo il piacere nella fiduciosa attesa di una nuova penetrazione. Per Gaia era eccitante vedere il membro di Leo pronto in ogni momento e sapere che comunque, al limite, sarebbe bastata una carezza, una frase sussurrata, uno sguardo per una sua irruenta erezione.

Per entrambi era divertente, e allo stesso tempo imbarazzante, sapere che uscendo dall'acqua qualcuno avrebbe potuto notare il rigonfiamento dentro al costume o stuzzicarsi in spiaggia in modo che poi lui fosse costretto a prendere il sole di schiena. Era eccitante sapere che Gaia avrebbe avuto voglia di possederlo anche sulla spiaggia, in un attimo, tirarlo fuori, scostarsi le mutandine del costume di lato e farlo sparire dentro di lei. Mentre Leo, sdraiato, avrebbe potuto osservare il corpo ondeggiante e voglioso di Gaia, confusa nell'immagine colorata ed esotica del telo indiano, legato ai quattro rami piantati nella sabbia per fare ombra.

Ed era improvvisamente tenero, qualche minuto più tardi, frenare questi istinti di pura lussuria per mangiare della frutta seduti all'ombra e vicini come bambini al mare. Perché in fondo Leo e Gaia un po' bambini lo erano davvero.


Una sinusoide continua tra eccitazione e tenerezza, due stati di benessere che si rincorrevano uno dietro l’altro ed a ben vedere faticavi a cogliere l’inizio dell’uno e la fine dell’altro. Si concedevano anche curiosi momenti di silenzio, lei appoggiata con la schiena alle gambe di lui. Leggere carezze conferite alla pelle di lei mentre il sole iniziava ad avvicinarsi alla linea finale del mare. Agli occhi degli altri erano una coppia, in realtà erano qualcosa di più, una coppia senza un mutuo da rimborsare, senza figli a cui badare, senza beghe condominiali, ma con secchi di desideri da realizzare tirati su dai pozzi delle loro zone d’ombra. Una coppia perfetta.

Leo dopo le sollecitazioni di una settimana viveva la contraddizione di un uomo che non aspettava altro che venire, tirare fuori la somma liquida e densa dei fotogrammi e di quel scivolare nella pelle calda e umida di lei di giorni; nel contempo scopriva l’attitudine contraria. Rimandare, postergare, allungare la strada che lo avrebbe condotto al piacere naturale.


I am e sex machine ready to reload, like an atom bomb about to explode ...

Così cantava Freddy Mercury in Don’t stop me now. Proprio così pensava Leo. Non fermatemi adesso! Adesso no! Ora non sono più in grado, sono una bomba atomica che sta per esplodere!

Che dici Gaia, andiamo via?” le disse accarezzandole delicatamente il viso, guardando precisamente quel neo poco sopra il labbro superiore sinistro e distrattamente oltre lei in una visione sfocata, con l’effetto che si avrebbe con una cineripresa, verso una coppia sistemata ad una decina di metri da loro.

Leo li aveva notati appena arrivati. Probabilmente loro coetanei. Lei in due pezzi nero, con la mutandina arrotolata per favorire l’abbronzatura di glutei morbidi, una fascia coloratissima in testa per gestire i capelli corvini e ricci. Lui poco abbronzato con un pantaloncino parigamba blu, con sempre tra le mani un libro di oltre trecento pagine che la miopia di Leo non permetteva di scoprirne il titolo.

In poco meno della metà degli approcci avuti con Gaia, Leo più volte cercò di intrecciare lo sguardo con loro, capire se le attenzioni rivolte a Gaia potessero attivare un qualcosa di ancora poco chiaro in lui, una reazione, una risposta, un messaggio. Nessun risultato.

Tra sé e sé, mentre ripiegava il telo indiano utilizzato per fare ombra, concluse con un malcelato sorriso che quelli erano una coppia che dovevano avere sicuramente a che fare con bollette e supermercato.

Si avviarono verso la pineta ancora in costume. Li attendeva ancora una mezzora di cammino nella macchia toscana; il vento dal mare nella piacevole ombra di pini e lecci si faceva più rarefatto. Il sentiero li guidava in percorsi ordinati tra tronchi e cespugli profumati. Non incontrarono nessuno sebbene, pur non individuandone le sagome, udivano voci di persone.

A me la pineta fa uno strano effetto” - disse Leo a Gaia guardandola con il solito desiderio.

A loro tante parole in quei momenti non sono mai servite. Gaia lo seguiva scomparendo nel verde di quella grande alcova a cielo aperto. Qualche graffio nelle gambe per raggiungere un luogo appartato ma non troppo. Il telo sottratto alla borsa e gettano sul suolo. Il corpo di Gaia si inginocchiò, i palmi ben saldi, il costume le venne spostato quel poco necessario per liberarle le labbra gonfie e rosate. Leo la prese con forza, immergendo il sesso in lei.

Contenevano il loro piacere, non era il caso infatti di farsi sentire, l’eccitazione di fare qualcosa di non opportuno in un luogo pubblico si sposava con l’esigenza di non conferire negatività a quei momenti. Poi fu la volta di Gaia che sopra di lui misurava la sua eccitazione con muscolosi movimenti in salita e discesa.

Leo sapeva di aver abbandonato quella condizione di sospensione. Il gioco, seppure intrigante, come tutti i giochi sarebbe finito prima o poi. Si trovò in ginocchio dinanzi a lei seduta a gambe aperte sul telo. Con la mano destra lo masturbava. Il suo polso abile accompagnava quel viaggio lungo la sua asta. Con la mano sinistra gli custodiva teneramente i testicoli.

Come si pongono le mani sotto una fonte di acqua, così Gaia accolse il piacere di Leo; così, tra le sue mani e le sue unghie colorate scie calde di fotogrammi con impressi focolari domestici violati e divani riassettati diventavano vene sulla sua pelle.

Poi, come accadeva ogni volta, a loro bastava rialzarsi e aggiustarsi i vestiti frettolosamente, per un cambio repentino di registro. Dopo qualche passo nel viale della pineta non erano più quella Gaia e quel Leo maliziosi e assetati, ma apparentemente una coppia sorridente e candida come tante altre che incrociavano nel percorso.

" Mi andrebbe di bere qualcosa in quel bar che abbiamo visto prima del sentiero era così particolare..."
Dopo aver ordinato due Aperol spritz tra una chiacchiera e l'altra, era spuntato un sorriso malizioso sul volto di Leo che Gaia aveva intercettato subito, come al solito.

"A cosa pensi?"
Lui le si era avvicina con candore, " Stavo pensando che mi piacerebbe descrivere quello che abbiamo appena fatto in un sito di incontri, mi piace l'idea che una "lei", leggendo la nostra storia, possa eccitarsi così tanto da volerci conoscere. ..."

Sì aveva quella sua tipica luce negli occhi, quella  sognante ma allo stesso tempo determinata. Quella luce che trascinerebbe via qualsiasi donna curiosa con tanta voglia di vivere. 

E Gaia era tutto questo all'ennesima potenza.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: LadyG_MrHop
Data di creazione: 09/04/2013
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

UnluiquiDOr1an_Grayskipper170maxparz72Mascherat0orlandofurioso10les_mots_de_sableciro.alagenziadantoniomoschettiere62falco1941un_uomo_della_follavelosposaElemento.Scostanteamorino11
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963