Creato da maxvaunter il 04/12/2008
Umorismo, calligrafia e... in altra frequenza

Obiettivo urne vuote!

 

Terra di torture - Land of tortures

 

Space Conquerors - Prima e dopo l'Umanità

 

Trenta disegni per l'Africa

UN NUOVO VIDEO DEL CAUS - Centro Arti Umoristiche e Satiriche con splendidi disegni di Raffaele Palma, realizzato da Piero Ferraris per i Laboratori del Vuoto.

 

Omaggio a Roland Topor

 

 

Omaggio a Claude Serre

 

Agli eroi dell'alfabetizzazione

 

Antica Officina dei Miracoli - l'Ultima Notte

 

Omaggio al Maestro Sergio Albano

 

Si fa per sterzare - Omaggio a Giorgio Cavallo

 

Area personale

 

Ultimi commenti

Il blog funziona ancora, vero? c'è...
Inviato da: isolde6
il 22/09/2015 alle 18:51
 
Sono un' insegnante e condivido pienamente la...
Inviato da: paolamar3
il 25/02/2014 alle 00:05
 
Proprio così!
Inviato da: roseilmare
il 13/10/2011 alle 22:23
 
...se poi una considera che il dicembre del 2012 è ancora...
Inviato da: carpediem56maestral0
il 19/09/2011 alle 19:55
 
Constato con piacere che ci stiamo portando avanti con i...
Inviato da: carpediem56maestral0
il 08/06/2011 alle 12:27
 
 

Ultime visite al Blog

robin_19750Viveredarteisolde6noncenepernessunoonoenziobenziovincenzomattiuccienrico.piovpaolamar3licciardi.annam2011seinellanima76maxvaunterIOSONOLAVITA1tabataa1armandotestiaviletite
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 6
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 

Non è mai troppo tardi

 

La storia di Alberto Manzi by Patrizio Roversi

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

MA QUAND’E’ CHE FAI UN B... »

NON SEI ANCORA SCHIATTATO CHE CI FACCIAMO QUATTRO RISATE?!

Quando i baroni della sanità adorano il circo

Il blog di Max Vaunter debutta con una domanda inquietante: perché le corsie degli ospedali italiani sono invase dai pagliacci con i nasi rossi e le scarpe grandi?

E’ bastato il ciclone cinematografico “Patch Adams” per trasformare i nostri nosocomi in circhi americani. A quando le contorsioniste, i trapezisti ucraini e gli acrobati a cavallo? Diciamolo francamente: i pagliacci erano necessari! Prima, la nostra mala sanità era una tragedia, adesso, invece, possiamo farci quattro risate, soprattutto se abbiamo solo una gamba rotta, mentre nel letto vicino c’è un ammalato grave.

I clown in corsia sono una moda? Max Vaunter vorrebbe proprio capire cosa c’è dietro, nel retropalco, nei camerini dei fantasisti e dei loro protettori. Chi ha fatto entrare massicce dosi di clown schiamazzanti nei sacri luoghi del dolore? Facciamo attenzione, che trattasi di droga molto pesante!

Cerchiamo di ragionare in un mondo di apparentemente folli: da sempre le lobby dell’associazionismo volontario ospedaliero (ancor più dei direttori sanitari) detengono il potere assoluto nella scelta dei “volontari graditi”.

Sono gli assessori e i minestroni della sanità e i baroni della medicina, che come i mercenari medievali di nobile neanche hanno gli attributi, a garantire il libero accesso negli ospedali ai presidenti di tali associazioni. Direttori sanitari, personale, pazienti sono i loro ostaggi politici. Tali presidenti, sono ricche signore, spesso divenute tali per aver capito il meccanismo del fuggo e prendo, secondo cui l’uomo insegue una donna finché lei non lo cattura. Ebbene... le consorti d’industriali, politici, finanzieri, professionisti di turno, si assicurano un posto in prima fila durante feste, convegni e polentate, accanto a baroni della medicina, della moda, della tivù, della gastronomia, dell’astronomia, dell’astronautica, dell’ermeneutica, della chiesa, sindaci e sindacalisti, graduati, intellettuali, barbari, baristi e Barbarelle, eccetera e basta!

Ti diranno semplicemente: i nasi rossi sono un servizio in più e fanno sorridere i bambini! Diventano radiose dee della bontà, appena liftate un po’ sugli angoli della bocca e attorno agli occhi, esaltate dalla loro permanente a caschetto rosso menopausa, giusto coronamento della loro premiata e benemerita associazione. Novelle Santa Teresa di Calcutta, che inorridirebbe pensando ai clown nei lazzaretti indiani, imbastiscono generiche relazioni di simpatia, che torneranno utili per fini non propriamente sanitari. Mai si sognerebbero di sporcarsi le mani con i fluidi e i liquidi di degenti e moribondi, preferirebbero di gran lunga la presidenza delle prossime paralimpiadi!

 

Che fine hanno fatto i piccoli circoli di teatranti, prestigiatori, i lettori, gli animatori di giochi da tavolo, i cantastorie, i gruppi di laureandi in psicologia e gli infermieri in pensione, che per anni hanno aiutato ad evadere con discrezione e garbo i malati nelle corsie degli ospedali? A chi davano fastidio? Quale fetta di torta minacciavano con le loro sporche forchette?

Basta con le polemiche, il progresso è il progresso: non possiamo più rinunciare a questa tavolozza di colori, al bel contrasto cromatico fra i caldi nasi rosso vivo, e i freddi nasi bianchi; non le appendici dei Pierrot, ma i nasi dei defunti!

Che cosa pensare quando i direttori sanitari aprono le porte di reparti come oncologia o geriatria alle colorate appendici olfattive dei “terapeuti della risata” che ridono e scherzano col paziente ancora in vita, mentre del letto vicino la recente salma non può usufruire del nobile servizio, ed i congiunti si sforzano di sorridere, fra un pianto e l’altro? E’ la vita, signori miei, la maschera del teatro greco, che sempre oscilla fra riso e pianto. La cultura umanista della medicina ci ricorda che la vita, come la morte è solo tragicommedia.

Max Vaunter, dunque, avrebbe qualche proposta per migliorare il servizio:

  • Come in ogni teatro che si rispetti, l’ingresso allo spettacolo va pagato. Sbigliettamento all’ingresso dei reparti! Prezzo simbolico, affinché anche i clown abbiano uno stipendio.
  • Far partecipare i pagliacci ai funerali, magari prima della benedizione, in spazi attrezzati cimiteriali.
  • Trasferire i reparti ospedalieri con patologie “importanti” nei circi, o almeno sotto un tendone.

Negli Stati Uniti, i poveri disgraziati che non hanno un’assicurazione si sentono rifiutati perché il loro infarto è da miserabili, una patologia di serie C.

I clown li aiutano a non soffrire troppo, a non sentirsi soli, ad amare la patria, nonostante tutto, a prenderla più alla leggera, facendoli sperare in una colletta popolare in diretta TV, che farà piangere mamme, zie e nonne sensibili, come a “C’è posta per te”.

Patch Adams e Maria De Filippi n’andrebbero certamente fieri. Parola di Max Vaunter!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/LampisulKerosene/trackback.php?msg=7430571

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
maxvaunter
maxvaunter il 26/07/09 alle 23:45 via WEB
Ospedali come circo? I clown nei reparti? Ma se da sempre abbiamo saltimbanchi nelle direzioni, pagliacci tra primari, funamboli negli economati, giocolieri nei paramedici, trapezisti al pronto soccorso, contorsionisti tra medici, musicanti tra infermieri e stallieri tra assistenti sociali. Caravanserragli senza arte e senza gloria. Fenomeni da baraccone tra i politici della sanità: illusionisti della salute, prestigiatori del pubblico denaro. Io scelgo Moira Orfei e i suoi veterinari. -Ippocrate-
(Rispondi)
 
maxvaunter
maxvaunter il 27/07/09 alle 08:50 via WEB
Anche il coiffeur di Moira Orfei lo preferisco a quelli che girano nei nostri ospedali. Lucia
(Rispondi)
 
maxvaunter
maxvaunter il 27/07/09 alle 10:19 via WEB
…. ‘Nu rre, ‘nu magistrato, ‘nu grand’ommo trasenno stu canciello ha fatt’‘o punto c’ha perzo tutto‘a vita e pure‘o nomme: tu nun t’hê fatto ancora chistu cunto? Perciò,stamme a ssentì..nun fa‘o restivo, suppuorteme vicino – che te ‘mporta? Sti pagliacciate‘e ffanno sulo ‘e vive: nuje simmo serie…appartenimmo ‘a morte! Totò: ‘a livella .
(Rispondi)
 
maxvaunter
maxvaunter il 27/07/09 alle 21:13 via WEB
Adesso che le buffonate della sanità sono state mimetizzate con i clown nelle corsie (ora sfido chiunque a capire chi è il primario dal pagliaccio), perché non fare la stessa cosa con gli animali infestanti, problema mai risolto dei nostri nosocomi, che ci costa milioni di euro tra pesticidi, disinfettanti ed esche venefiche? Basterebbe qualche buon ammaestratore circense e topi, scarafaggi, mosconi, ragni e formiche potranno guadagnarsi da vivere divertendo in ogni stagione i poveri degenti. Che diamine: abbiamo fatto trenta, perché non fare trentuno? - Ciao, Lucilla-
(Rispondi)
 
maxvaunter
maxvaunter il 28/07/09 alle 17:47 via WEB
• I nasi rossi dei brilli, innamorati e ubriacati • I nasi rossi dei raffreddati, starnutiti e scaricati • I nasi rossi degli indiani, danzanti e decorati • I nasi rossi dei pagliacci, gitani e scanzonati • I nasi rossi dei montanari, robusti e abbronzati • I nasi rossi degli eschimesi, piccini e ghiacciati • I nasi rossi dei terapeuti, avvilenti e ospedalizzati - Ecoline -
(Rispondi)
 
maxvaunter
maxvaunter il 28/07/09 alle 18:11 via WEB
Dimenticavo:I nasi rossi dei pugili, sanguinanti e pestati.
(Rispondi)
 
maxvaunter
maxvaunter il 29/07/09 alle 07:18 via WEB
E io aggiungerei: • I nasi rossi dei zanzarati, diventano gonfi e van grattati • I nasi rossi dei pudichi, orecchie e zigomi sono infiammati • I nasi rossi degli sniffati, tanta polvere e sempre gasati • I nasi rossi dei ficcanasi, inopportuni e contrariati • I nasi rossi della risata, assai invasati e molto improvvisati • I cuori rossi dagli ottimisti, questi sì vanno davvero imitati. - Marius (ex naso rosso ora cuore rosso)-
(Rispondi)
 
maxvaunter
maxvaunter il 29/07/09 alle 22:11 via WEB
Mi risulta che una neonata associazione di volontari che si occupa di trapiantati e loro familiari, con sede in una grande città del nord Italia, ha trovato dopo oltre un anno e un’infinità di peripezie, uno spazio in uno sgabuzzino all’interno di un ospedale da dividere con altre associazioni di volontariato e per poche ore al mese. I nasi rossi hanno, sempre in quell’ospedale, un ampio locale ad uso gratuito tutto per loro. Senza entrare nel merito dei rispettivi servizi che offrono queste associazioni ( con un’infinità di iscritti tra i ‘clown ospedalieri’ e quattro gatti tra i trapiantati…), suggerirei di spostare dentro una tenda i clown con i loro dirigenti, collocandoli nel giardino del nosocomio (sarebbero così nel loro giusto habitat e il loro spiccato senso dell’humour non ostacolerebbe questa soluzione), così che l’ospedale possa ridistribuire democraticamente ed equamente gli spazi concessi ad uso gratuito per tutte le associazioni di volontari, piccole o grandi che siano. - Giovanna-
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963