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SANZIONI ALLA COREA

Post n°405 pubblicato il 14 Ottobre 2006 da fra.gas
 
Foto di fra.gas

 immagine Gioiellieri più poveri dei maestri: le troppe anomalie del fisco 2005

L'UNITA' on line

Padoa Schioppa: lotta all'evasione
Padoa Schioppa ministro economia ANSA 220
Basta uno sguardo alle tabelle che collocano gli italiani nei diversi scaglioni dell´Irpef per avere più di un ragionevole dubbio. Se poi, come ha fatto l´Ansa, quei dati si analizzano un poco più a fondo, i dubbi diventano certezze. Per essere chiari. Nel nostro Paese, in base ai redditi dichiarati al fisco nel 2005, i gioiellieri e i titolari di bar sono più poveri dei maestri elementari, i proprietari di saloni per la vendita di autovetture di Piemonte Lazio e Campania e i tassisti più poveri dei metalmeccanici. Meno di 21.500 euro per i primi. Meno di 16 mila euro per i secondi. E ancora. Un dentista in Campania dichiara meno dei 25.000 euro di un poliziotto, mentre nel Lazio arriva a malapena a un impiegato di banca (28.000). L´elenco potrebbe proseguire a lungo: in Lombardia i ristoratori avrebbero un reddito di 14.818 euro l´anno, i titolari di Bar di 14.830 euro, i tassisti 11.894 euro, che salgono a 12.033 euro nel Lazio. Commercio delle auto fermo in Alto Adige: i titolari di autosaloni di Bolzano dichiarano 1.073 euro l´anno. Altri record: i tassisti del Molise (in media 6.175 euro l' anno), i sarti in Puglia (4.048 euro annui), i parrucchieri in Campania (6.332 euro), i pescivendoli del Trentino (3.742 euro l' anno), i ceramisti dell' Emilia Romagna (2.744 euro), i rivenditori di ricambi auto in Lombardia (5.556 euro). immagine

Il viceministro per l' Economia, Vincenzo Visco, ha detto in Parlametno che «vi sono province e settori in cui i tassi di irregolarità superano il 50%, situazioni che chiaramente richiedono un'attenzione particolare e la definizione di un ordine di priorità per le iniziative di verifica».immagine La lotta all´evasione parte da qui.

Per il ministro Tommaso Padoa Schioppa, la lotta all'evasione è «l'obiettivo cardine del Governo e già si vedono i primi frutti significativi. In una legislatura si può fare molto e molto presto, già dal terzo anno, si potranno dare i frutti della lotta all'evasione ai contribuenti riducendo le aliquote».

Gioiello Ap

Sanzioni alla Corea, accordo nel consiglio di sicurezza Onu


corea del nord base militare ANSA 220
Accordo fra i membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu su una bozza di risoluzione che stabilisce le sanzioni alla Corea del Nord per il test nucleare portato a termine lo scorso lunedì. Lo ha annunciato l´ambasciatore Usa alle Nazioni Unite John Bolton.immagine Il voto definitivo arriverà sabato 14 ottobre.

Resta da capire la natura e l´entità delle sanzioni. La decisione è stata assunta nonostante il successo diplomatico incassato dal viceministro degli esteri russo Alexander Alexejev, che ha ottenuto dal governo di Pyongyang la disponibilità a «riprendere i negoziati a sei» che comprendono anche Usa, Cina, Giappone, Corea del sud e Russia.

Corea del Nord Kim Jong Il generali Epa
Per altro dubbi sull´esperimento nucleare nordcoreano vengono espressi anche dagli scienziati statunitensi che sostengono di non aver trovato tracce di radiazioni nei campioni di aria prelevati sulla penisola coreana.immagine Il governo di Pyongyang, infatti, aveva reso noto subito dolpo l´esplosione che non c'era stata alcuna emissione di radiazioni, ma gli esperti ritengono che nel caso di test di questo genere qualche fuoriuscita, sia pure di ridotta intensità, sia inevitabile. Gli analisti americani sarebbero rimasti inoltre sorpresi dalla scarsa potenza dell'esplosione, che è stata calcolata intorno a mezzo kiloton,immagine ben inferiore a quelle di test analoghi o alla potenza degli ordigni sganciati dagli Usa su Hiroshima o Nagasaki.
immagine Gli Euro-maiali di Orwel, ovvero gli ignavi danteschi ballano il limbo:
immagine


Dubbi sulle sanzioni al regime nordcoreano nell´Unione europea. «Oggi non penso che all'interno dell'Europa ci sarebbe unanimità nell'applicazione di sanzioni», ha detto con chiarezza il presidente del Parlamento europeo, Josep Borrell.immagine Ed anche per il responsabile della politica estera dell´Unione Javier Solana,immagine «la condanna è unanime, ma la questione riguarda l'applicazione delle sanzioni».
 Ciampi e Napolitano Tv, Napolitano sta con Ciampi. Udc: no al partito di Mediaset
Paolo Gentiloni Ansa
Non entra nel merito della riforma Gentiloni, ma le sue parole appaiono come una sostanziale conferma della necessità di aprire il sistema televisivo al mercato e al pluralismo. Giorgio Napolitano traccia la sua linea in continuità con quella di Carlo Azeglio Ciampi. E tanto basta per far capire coma le pensi: «Ho le spalle coperte dal messaggio del mio predecessore al Parlamento in cui si dice quello che era giusto dire allora e sarebbe del tutto giusto ripetere oggi in termini generali sul tema della libertà e del pluralismo dell'informazione», afferma il capo dello Stato, precisando che «ovviamente, ogni forza politica ne trae le conseguenze che crede e non sarò io a dire chi ha accolto e chi no quelle indicazioni».

L´Unione è tutta schierata a sostegno della riforma appena varata dal governo: «È una legge molto equilibrata, non punitiva, che ha come obiettivo quello di modernizzare il sistema televisivo» afferma il segretario nazionale dei Ds, Piero Fassino. Una legge che aprirà il mercato ad «un numero più ampio di operatori» e consentirà anche «di poter sviluppare al meglio, le proprie attività e la propria capacità creativa e competitiva».

Il centrodestra si presenta al dibattito parlamentare diviso.immagine Il giorno dopo l´affondo di Berlusconi contro il «banditismo» della maggioranza e la fine della democrazia in Italia,immagine l´Udc critica il leader di Forza Italia: «Non è pensabile che l'opposizione sia il partito di Mediaset, che gli interessi di Mediaset immagine siano il perno attorno al quale gira l'azione politica della coalizione», afferma immagine Rocco Buttiglione. E il segretario centrista Cesa ha già dato la sua disponibilità a «valutare attentamente» la nuova legge.

Il ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni non ha dubbi che se non tutta la maggioranza, almeno l´Udc, sarà disponibile a ragionare: «Dopo gli eccessi pirotecnici di ieri mi aspetto anche dall'opposizione un contributo ad un passaggio parlamentare che può anche migliorare questo testo, come è normale che avvenga in un confronto che sarà acceso, ma che deve essere sul merito perchè parliamo del futuro della televisione».

Pubblicato il: 13.10.06
immagine Si chiude il convegno dei "Teodem" e Franceschini richiama tutti alla realtà
Sabato, 14 ottobreimmagine
Appunti "Non ci sono convegni buoni e convegni cattivi". Tutto ciò che può favorire il percorso verso il Partito Democratico, "in questi mesi fecondi di riflessione", ben venga. Ma, "non cadiamo nella tentazione di presentare ognuna di queste iniziative come preparazione opportunistica per l'assetto del futuro Partito Democratico". E' un'ammonizione dura quella che al terzo giorno del convegno dei 'Teodem', riuniti stamattina al largo del Nazareno, arriva da Dario Franceschini. immagine

Il capogruppo dell'Ulivo alla Camera, immagine nonostante Enzo Carra smentisca la nascita di "nuove componenti", boccia le 'correnti' e il rischio che i tavoli di lavoro che nelle ultime settimane hanno interessato le diverse anime Dl, da Chianciano ad Assisi a Roma, si traducano in altrettante mozioni da presentare al congresso fondativo del Pd.

Una valutazione che sembra condividere anche il ministro della pubblica Istruzione,immagine Giuseppe Fioroni: "Credo non rientri nella fisologia del dibattito politico, e anzi rischia di diventare patologico, organizzare iniziative all'interno della Margherita e passare metà del tempo a parlare non del merito, ma del perché si fanno. Così come mi pare l'esatto contrario del buon senso dare sempre immagini di diversità".immagine Sulla stessa linea, Giulio Santagata, ministro per l'Attuazione del programma, che fa leva anche sulla necessità di "promuovere l'innovazione": "Credo che lavori come quelli di queste giornate siano utili se ci fanno andare verso il Partito democratico tutti insieme. La via di mezzo, di andarci per correnti, mi sembra poco utile e anzi dannosa".

Ma è sul futuro organigramma del Pd, che Franceschini torna ad essere duro: "La rendita è finita", avverte. Perché il criterio che servirà ad indicare i candidati al ruolo di leader del prossimo partito "sarà solo la qualità", visto che "il Partito democratico ci fa diventaretutti uguali", cancellando "il ruolo di garanzia" che ognuno rappresentava per il proprio elettorato rispetto alle altre componenti. Per questo, argomenta Franceschini, "l'errore più tragico sarebbe dividerci, anziche mettere insieme le nostre diversità, ricomponendoci". "Noi ci andremo uniti come Margherita": niente ex popolari, cristiano sociali o teodem, dunque. Certamente, "le correnti esisteranno" ma potrebbero essere non rappresentative della provenienza quanto, piuttosto, "di un'affinità programmatica". E d'altronde, la dimensione stessa del costituendo Pd, che nelle ambizioni dei promotori potrebbe captare l'interesse di un italiano su tre, "è garanzia della convivenza di diverse componenti, che però dovranno trovare una sintesi".

Franceschini invita quindi al dialogo e alla "costruzione di punti d'incontro" le diverse anime del centrosinistra interessate al progetto, perché un partito "pretende che si costruisca un terreno di valori condivisi". Terreno che "è maturato negli ultimi 12 anni", nonostante alcune differenze rimangano sui "temi etici". In questo senso, spiega l'esponente Dl, "è evidente che la fedeltà alla propria coscienza prevale sulla fedeltà al partito. Ma una cosa è tutelare la libertà di coscienza dopo aver fatto un percorso di dialogo, altra è assumere la libertà di coscienza come punto di partenza, che è l'errore più tragico che abbiamo fatto in questi anni".

Nel suo intervento al Nazareno, il presidente dei deputati ulivisti non rinuncia a mandare un messaggio agli ospiti del convegno, i 'Teodem', auspicando che i cattolici democratici "si interroghino su tutti i temi dell'attualità, e non solo sui Pacs". "Di fronte a un mondo che cambia - è la riflessione di Franceschini - dobbiamo avere la capacità di non chiuderci intorno alle nostre certezze, affrontare le nuove sfide con il dubbio e non con le verità che abbiamo in tasca". Il parlamentare fa diversi esempi, dalle sfide proposte dall'economia globalizzata alle polemiche sulla scuola islamica, e chiede: "Vogliamo interrogarci su questi temi o andare avanti per la nostra strada perché ci è stato detto così?".

Anche su questo punto, sembra esserci condivisione con Fioroni, che giudica "omissivo" pensare che "l'impegno dei cattolici debba essere recintato a interventi di 'settore'". Per il ministro dell'Istruzione, "è difficile ipotizzare che il Pd si possa realizzare senza il contributo della immagine Margherita e della sua componente cattolica". Di più, solo "un folle" può credere che la politica migliorerebbe se l'impegno dei cattolici dovesse venir meno: "sarebbe un danno, non solo per il centrosinistra, ma per la democrazia stessa". Dunque, una rivendicazione dei valori cattolici, "che non possono essere considerati irrilevanti", e un avvertimento: "Sarebbe terribile lasciare che nasca una questione cattolica all'interno del centrosinistra. Tutti dobbiamo fare uno sforzo perché questo non accada".

Dello stesso parere immagine Ermete Realacci che, "da non cattolico", invita a "non ignorare la forza di questo mondo, che può essere un fondamento per il futuro partito democratico". Più duro l'intervento di Ciriaco De Mita,immagine che inizia bocciando senz'appello il termine 'Teodem', "orribile per l'equivoco che trasmette, perché sembra voler rispondere a quelli che oggi si pongono il problema del recupero della dimensione della fede. E' un'immagine che può essere suggestiva, ma anche pericolosa - ha spiegato l'ex leader dc - perché altro è far riferimento al valore, altro è immaginare che il valore si imponga con la norma". Questo, ha spiegato Enzo Carra, tra gli animatori della tre giornio 'Teodem', "non era un convegno per stabilire che sulle materie eticamente sensibili nel Partito Democratico ci sarà libertà di voto. Siamo grati a Prodi che lo ha ribadito ieri al Papa.

IN VATICANO

Ma questa non è la sola materia del nostro agire politico. Non saremo certamente noi ad introdurre la categoria della diversità applicata ai cattolici. Certo - ha spiegato Carra - possiamo dire che i cattolici hanno fatto tutto il loro dovere per la costruzione e il rafforzamento della democrazia italiana e quando hanno sbagliato hanno pagato più degli altri".
QuotidianoNet
IN VATICANO
Prodi dal Papa: su bioetica e famiglia
35 minuti di colloquio privato
Al centro dell'incontro anche il dialogo fra le religioni e la situazione in Medio Oriente. Poi Benedetto XVI riceve la delegazione ufficiale, con la signora Flavia ed Enrico Letta

IN VATICANO Città del Vaticano, 13 ottobre 2006 - Un colloquio cordiale: così la Santa Sede difinisce, in una nota, l'incontro di 35 minuti avvenuto stamane in vaticano fra Benedetto XVI e il premier Romano Prodi.

La sala stampa vaticana precisa che "sono stati passati in rassegna temi attinenti alle relazioni bilaterali tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana, con particolare riferimento agli ambiti della bioetica, della difesa e promozione della vita e della famiglia, della solidarietà, del dialogo tra le religioni e le culture e dell'educazione della gioventù».
Inoltre «non è mancato un esame dei temi di politica internazionale, soprattutto in relazione alla situazione in Medio Oriente e all'impegno italiano in Libano, come pure all'importanza dei valori cristiani nel processo di integrazione europea».


L'INCONTRO
Una stretta di mano tra Papa Ratzinger e il premier Prodi, che ha anche accennato ad un inchino. Così è iniziato l'incontro, durato 35 minuti nella biblioteca privata del Palazzo Apostolico, dove Prodi è stato ammesso alle 11 precise.

Il Papa lo ha accolto all'interno con un grande sorriso. Subito i fotografi hanno chiesto a entrambi di girarsi a loro favore, «È nostro dovere», ha commentato il premier . Romano
Prodi era arrivato con qualche minuto di anticipo nella Sala del Tronetto.

Al termine del colloquio privato, avvenuto nella biblioteca del Papa, il premier ha presentato al Pontefice la delegazione ufficiale che lo accompagnava. Poco prima anche la signora Flavia Prodi aveva avuto modo di salutare personalmente il Papa.

Al termine della cerimonia c'è stato anche il tradizionale scambio dei doni. Prodi ha consegnato al Papa un calice in argento smaltato dell'Ottocento e il Papa ha ricambiato con le medaglie del Pontificato.
Poi il premier ha incontrato il neo segretario di Stato Tarcisio Bertone.

Prodi e la delegazione che lo accompagnava hanno lasciato in Vaticano dopo le 12,30, ricevutendo nuovamente gli onori miltari da un picchetto di 12 guardie svizzere schierate nel cortile di San Damaso.


 
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