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Mussi è morto! W il Partito Democratico!

Post n°476 pubblicato il 25 Novembre 2006 da fra.gas
 
Foto di fra.gas

immagine  Via libera definitivo del Senato al Dl fiscale senza voto di fiducia. Il decreto fiscale collegato alla Finanziaria, alla quale contribuisce con misure per 6,7 miliardi di euro, è stato approvato con 162 sì e 155 no. L’Unione ha respinto tutte le proposte di modifica della Casa delle libertà e approvato il provvedimento, senza modifiche e senza ricorso al voto di fiducia. Finocchiaro (Ds): “E’ la vittoria più importante dall’inizio della legislatura”.
IL FOGLIO[.it]
Piero Fassino AnsaA quanti hanno letto lo slittamento del prossimo consiglio nazionale dei Ds come un segno di difficoltà nel cammino verso il partito democratico, immagine   Fassino: nessuna incertezza sul Pd.       Mussi: è già morto
Fabio Mussi AnsaNessuno stop, nessuna incertezza. Piero Fassino risponde così ai tanti che hanno letto lo slittamento del prossimo consiglio nazionale dei Ds come un segno di difficoltà nel cammino verso il partito democratico. Spiega che la segreteria della Quercia, rinviando la riunione che dovrebbe fissare la data del prossimo congresso da lunedì prossimo al 18 dicembre, ha preso una decisione che ha solo «una valenza tecnica. Anche perché in due settimane i problemi politici restano gli stessi».

Fassino non vuole sentir neanche parlare di uno slittamento del congresso, già annunciato per la prossima primavera. E respinge in modo netto le critiche di chi, anche nella maggioranza del suo partito, mette in luce la fatica e l´incertezza di questa fase, i troppi ostacoli e lo scarso entusiasmo sulla strada che porta alla nascita del nuovo soggetto politico riformista. Per il segretario della Quercia non è proprio vero «che si sia fermi, che si aspetti non si sa che, che ci sia incertezza». Se così sembra è anche colpa di un «giornalismo intossicato da un quotidiano pettegolezzo di corridoio» No, «non c'è nessun incertezza, semplicemente fondare un partito non è semplice come friggere quattro uova, è un'operazione un po´ più complessa che richiede determinazione, tenacia, capacità di costruzione e pazienza, tutte doti – aggiunge con un pizzico di narcisismo - che, nonostante il mio brutto carattere, mi sforzo di avere».

E tuttavia Fassino non nega che per la nascita del nuovo partito serve un percorso più condiviso, non rinchiuso nel rapporto fra Ds e Margherita. Per questo rilancia «il confronto con lo Sdi, come aveva sottolineato nei giorni scorsi il dalemiano Latorre, ma anche con «altre forze politiche del centrosinistra come i repubblicani, i socialdemocratici, i socialisti di Craxi, i movimenti ambientalisti ed ecologisti». E poi non bisogna dimenticare «quell'associazionismo democratico che è stato in questi anni una componente fondamentale della vita civile e che non necessariamente si è rapportata ai partiti».

Più apertura, dunque. Una strategia che attira le critiche del leader della minoranza Fabio Mussi: «Prima li hanno fatti uscire dall'ulivo ad uno ad uno: Mastella, Di Petro, i socialisti una vera e propria una "sinfonia degli addii". Adesso fanno appelli per farli rientrare. Mi sembra che i Ds e i Dl siano "incartati", il progetto sta morendo prima ancora di nascere».

Lo scontro si sposta ora nella riunione dell´ufficio di presidenza fissata per giovedì. La minoranza cerca di forzare i tempi. «Chiederemo l'istituzione della commissione per le regole congressuali in modo che quando si fa il consiglio nazionale si può indire subito il congresso. È arrivata l'ora della verità», attacca Mussi, chiedendo anche un attento monitoraggio del tesseramento. «Non ho dubbi che costruiremo un regolamento congressuale condiviso – gli risponde il coordinatore della segreteria Maurizio Migliavacca - in primo luogo perché abbiamo già come riferimento uno statuto che è stato scritto insieme; in secondo luogo perché il tesseramento Ds, unico caso in Italia, si fonda su una anagrafe degli iscritti che garantisce il massimo di trasparenza possibile».


Pubblicato il: 22.11.06 L'Unità on line

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Senato, scarto di un voto 

FINANZIARIA AL SENATO DL  fiscale al voto: niente fiducia Seduta al cardiopalma per la 'guerra dei numeri'

In una riunione i capigruppo di maggioranza hanno deciso di andare avanti: comincia il voto sui singoli emendamenti. Lo scarto tra maggioranza e opposizione è in media tra i 4 e i 7 voti
I VERDI 'Manovra da svolta ambientale'


FINANZIARIA AL SENATO Roma, 22 novembre 2006 - «Per ora» potrebbe essere scongiurata la fiducia sul decreto fiscale collegato alla Finanziaria, all'esame dell'aula del Senato. Il capogruppo dell'Ulivo, Anna Finocchiaro (nella foto), lo ha annunciato al termine di una riunione tra maggioranza e governo che avrebbe accantonato l'ipotesi fiducia «in attesa di vedere cosa succede».

Si va avanti a votare, quindi, ma con una seduta che sin dall'inizio si è profilata al cardiopalma. Ai primi articoli, lo scarto tra maggioranza e opposizione è stata infatti in media tra i 4 e i 7 voti. Un emendamento della Cdl, primo firmatario Antonio Azzollini di Forza Italia, è stato poi respinto per appena un voto di differenza.

Comunque il primo articolo del decreto fiscale collegato alla finanziaria, è passato alla fine senza modifiche, mentre l'Aula è da poco passata ad esaminare gli emendamenti all'articolo 2.
Nel 'pathos' dei numeri non è mancato anche un piccolo imprevisto nell'Aula di palazzo Madama: la senatrice dell'Italia dei Valori Franca Rame ha votato a favore di un emendamento da parte delle opposizioni, ma si è trattato solo di un errore elettronico.
Il pulsante con cui ogni senatore esprime la sua preferenza ha fatto tilt e non c'era infatti alcuna volontà politica.Il capogruppo di An Altero Matteoli ha quindi preso la parola sollecitando il presidente del Senato Franco Marini a farsi garante del fatto che «tutti i senatori debbano votare liberamente, senza aggressioni se votano in modo difforme dalle indicazioni. Non vorrei che ci fosse un'intimidazione surretizia ai senatori....» con riferimento era appunto alla Rame e al suo voto a favore di un emendamento dell'opposizione.

Il voto finale sul provvedimento è previsto per le 14 di domani e fino ad allora si andrà comunque avanti. L'Aula ha infatti anche respinto la proposta, avanzata dal senatore 'azzurrò Maurizio Ferrara, di sospendere la votazione degli articoli del decreto legge fiscale collegato alla Finanziaria.

Intanto da Bruxelles il commissario Ue, Joaquin Almunia, sempre attento all'iter della Finanziaria e del suo collegato, ha riservato parole di conforto al Governo in una giornata che si profila tra le più difficili: «Ci sono paesi che anno dopo anno sono andati perdendo competitività»e tra questi l'Italia - ha dichiarato a margine della presentazione del Rapporto dell'economia Ue nel 2006 - «dove insieme a una perdita di competitività non si è prodotta una politica fiscale in grado di promuovere la crescita e solo ora si comincia a recuperare».

Grandi opere, anche la metropolitana nel futuro di Bologna

METRO'  Cofferati: 'Non ci sono i soldi promessi' Chiesto a Prodi incontro chiarificatore

Il sindaco ha spiegato che la mancanza dei 90 milioni di euro la si desume da una tabella pubblicata nel sito internet del Cipe. "Mancano quelli di Di Pietro", ha specificato

METRO' Bologna, 22 novembre 2006 - Mancano i 90 milioni promessi dal ministro Di Pietro per il metrò di Bologna. Lo si desume da una tabella pubblicata ieri all'interno del sito internet del Cipe, il comitato interministeriale per la programmazione economica, organo deputato a deliberare la spesa.

Lo ha detto il sindaco di Bologna Sergio Cofferati in una conferenza stampa convocata appositamente nel tardo pomeriggio. Il sindaco ha anche annunciato che domani scriverà insieme alla presidente della Provincia Beatrice Draghetti e al presidente della Regione Vasco Errani una lettera a Romano Prodi per avere "un incontro chiarificatore".

Nel testo del Cipe datato 30 ottobre (ma diffuso solo ieri) al centro della preoccupazione di Cofferati figurano come risorse disponibili per il metrò di Bologna, costo totale per l'opera 587 milioni, solo gli 86 milioni a carico del Comune, poco piu' di 3 milioni di euro per la progettazione, 8 milioni da parte di Rfi, 516 mila euro della Regione . Tra le risorse ancora da confermare ci sono invece i 90 milioni e 610 mila euro promessi dall'ex premier Silvio Berlusconi nel luglio 2005 e i 90 milioni e 15 mila euro assegnati genericamente dal testo ad "altri soggetti": corrispondono al 30% del totale dell'opera che spetterà ancora a Palazzo D'Accursio versare. Dunque, conclude Cofferati, "mancano quelli di Di Pietro", gli altri 90 milioni su cui il Comune contava per cominciare i lavori della prima tratta.

Quelli pubblicati dal Cipe sono perciò "dati difformi dagli impegni e dal testo presentato da Di Pietro alla Conferenza Stato-Regioni". "Abbiamo apprezzato l'impegno che era stato preso prima da Di Pietro poi più esplicitamente dal Presidente del Consiglio - spiega il sindaco - Rimane l'apprezzamento ma c'è questo salto tra quell'impegno annunciato e la composizione di questa tabella".

Da parte del sindaco c'è "una preoccupazione molto consistente" per la novità ma "nessun allarmismo", assicura Cofferati: pur senza alzare i toni sul Governo il sindaco chiede però che si faccia chiarezza in un nuovo incontro con il premier, dopo il blitz a Palazzo Chigi dei mesi scorsi. I 90 milioni promessi, "se non sono in questa tabella è utile sapere dove sono".

Il governo Berlusconi "aveva già innovato negativamente per quanto riguarda Bologna - ricorda il primo cittadino - non confermando le risorse sulla base del progetto preliminare, in questa tabella mancano gli altri 90 milioni". Un problema di rapporti con Roma? "E' un problema interno loro quello che salta agli occhi".

Prodi: "Ci sono i 90 milioni"
Cofferati: "Servonochiarimenti"
Raisi: "Sono fondi straordinari"

Il 'giallo' dei fondi per il metrò bolognese s'infittisce sempre di più. Per il Presidente del Consiglio i soldi ci sono. Ribatte il sindaco:"Qualcuno ci chiarisca la situazione". E il consigliere di An attacca: "Sono fondi fuori dal Cipe, tocca al Governo decidere di stanziarli"

METRO' Roma, 23 novembre 2006 - «Ho solo constatato che i 90 milioni che Berlusconi aveva annunciato di avere impegnato per la metropolitana di Bologna, molto semplicemente, non esistevano. Mentre i 90 milioni per i quali il nostro governo si era impegnato sono lì, a disposizione». Lo dichiara in una nota il Presidente del Consiglio Romano Prodi in relazione alle risorse destinate alla realizzazione del metrò di Bologna.

Il ministero rassicura Cofferati
'L'impegno sull'opera rimane'

Dopo la richiesta del sindaco di un incontro chiarificatore, giungono le conferme: 'L'opera è segnata sugli appunti con cui il governo andrà al prossimo Comitato interministeriale di programmazione economica. Parole tranquillizzanti anche dal ministro Bersani

Bologna, 25 novembre 2005 - Sulla metropolitana di Bologna "l'impegno rimane, ora vedremo di onorarlo al Cipe il 22 dicembre", quando e' in programma la prossima seduta del Comitato interministeriale di programmazione economica.

A rassicurare il Comune di Bologna (il sindaco Sergio Cofferati ha chiesto un incontro chiarificatore al Governo sui 180 milioni di euro promessi dall'esecutivo per il metro') e', a margine dell'assemblea nazionale dei pendolari in corso a Bologna, Bruno Placidi, capo di segreteria del ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi. Placidi non entra nel merito delle cifre ma ribadisce: "L'opera e' segnata sugli appunti con cui andremo al Cipe".

Sempre a Bologna, in mattinata anche Pierluigi Bersani aveva lanciato messaggi tranquillizzanti: "Bologna sa di poter contare su una sponda sicura da parte del Governo", affermava il ministro allo Sviluppo economico.

 

FINANZIARIA A BOLOGNA Cofferati non presenta il bilancio
Polemica: 'Omissione d'atti d'ufficio'

A 24 ore dalla scelta di rimandare il bilancio a gennaio, fatta dalla giunta comunale, i civici de "La Tua Bologna" vanno all'attacco: 'E' una violazione deliberata di un obbligo di legge'

FINANZIARIA A BOLOGNA Bologna, 22 novembre 2006 - La scelta dell'esercizio provvisorio da parte del sindaco di Bologna Sergio Cofferati omissione d'atti d'ufficio. Per chi si è riempito la bocca con la legalità, è un atto di irresponsabilità nei confronti degli obblighi istituzionali". A 24 ore dalla scelta di rimandare il bilancio a gennaio, fatta dalla giunta comunale, i civici de "La Tua Bologna" alzano il tiro sul primo cittadino.

E' il coordinatore della lista di Giorgio Guazzaloca, Carlo Monaco, seguito a ruota dal deputato Udc Gian Luca Galletti, a bollare la decisione di Cofferati come una violazione deliberata di un obbligo di legge. "Ora c'è il coro dei minimizzatori, ma vorrei ricordare che redigere il bilancio al 31 dicembre è un obbligo di legge. L'esercizio provvisorio è una misura d'emergenza, un atto preliminare al commissariamento che arriva se si tarda due mesi" ad approvare il bilancio.

Dunque non qualcosa da annunciare deliberatamente mesi prima per chiedere correzioni alla Finanziaria o proroghe dei termini per la presentazione dei bilanci da parte dei Comuni. Quest'ultimo aspetto "è quasi un incitamento a violare la norma", secondo Monaco. "Capisco che qualcuno può avere imbarazzo se è meglio attaccare Prodi o Cofferati- ironizza rivolto a destra il civico- ma vorrei sottolineare la gravità di non procedere alla prima elaborazione di bilancio".

Si tratta, insiste Monaco, di "una strumentalizzazione politica che danneggia la citta'". Questa mattina, inoltre, su Radio Nettuno-E'Tv, anche Galletti, ex assessore al Bilancio con Guazzaloca, è tornato all'attacco sulla scelta della giunta, frutto secondo lui di "incapacità amministrativa" dell'attuale amministrazione: "A me- ha detto- non è mai passato neanche per la testa di portare il Comune di Bologna in esercizio provvisorio. Mi sarei dimesso immediatamente".

Secondo Galletti poi la "stangata" della Finanziaria sulle casse comunali non è di 26 milioni ma di 12 milioni, "il resto e' il buco che hanno creato loro non facendo azioni virtuose". Secondo il deputato Udc, quindi, "bisogna ridurre le spese e usare meglio le azioni che ci sono. Cofferati dica cosa ha fatto per portare un euro nelle casse comunali".

 
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