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« AL  SEMINARIO PRIME VALU...SEMINARIO DELLA MARGHERI... »

IL SEMINARIO DEL SAVOIA REGENCY

Post n°478 pubblicato il 25 Novembre 2006 da fra.gas
 

 immagine Bologna 22 Novembre 2006

Ottimo ed affollato il Seminario organizzato dai Circoli della Margherita. Come da programma sono intervenuti

Roberto Landini  (Circolo DEMOCRAZIA è PARTECIPAZIONE)  Ha diretto e concluso i lavori, sottolineando gli aspetti di positività e di criticità emersi dal dibattito. Ha richiesto a Monari di attuare una ulteriore iniziativa seminariale a livello di partito Provinciale.

Saluto di

 Gabriele Zaniboni (capogruppo Margherita in Provincia) Ha introdotto i temi dell' organizzazione, della leadeship, dei tempi e del rispetto delle identità culturali da apportare al nuovo partito.

Relazione introduttiva

Tiberio Corazza (circolo “PER UNA POLITICA INTERCOMUNALE”) Nell'esaustiva relazione  ha sottolineato il bisogno di rispetto della reciproca storia e cultura, della struttura rispettosa dei diversi radicamenti, lasciando aperta la prospettiva di un modello federativo. Avvalorato dal bisogno di valorizzare il lavoro a livello locale sui grandi temi del Welfare , della salute e della funzione regolatrice dell'Istituzione Pubblica e della buona politica.Ha introdotto i temi del confronto congressuale.

Interventi:

Domenico Cella (circolo HANNAH ARENDT)Ha analizzato gli aspetti "partitici delle 2 mozioni congressuali, sottolineando l'ecumenicità di quella Rutelli, che tende a mantenere unita la Margherita nel passaggio al nuovo partito. Critico verso quella Parisi, liquidatrice delle identità e della Margherita stessa. Ha ripreso le critiche verso i modelli organizzativi proposti, come semplice sommatoria di vertici già insediati.

Massimo Pontiroli (circolo  ENRICO MATTEI) Ha aperto gli interventi. Assai critico verso le proposte organizzative. Come tanti altri intervenuti ha criticato i modelli organizzativi proposti, somma di vertici autoreferenziati, anche a causa del meccanismo elettotali. Sullo spirito centralistico della proposta e sui rischi di perdita delle identità ideali. Preoccupato per l'assenza di programmi nuovi e chiari.

Paolo Giuliani (circolo BO - EST)  Anch'egli ha sottolineato il bisogni di salvaguardare la storia dei partiti conferenti. Ha ricordato il travaglio del vecchio PCI per giungere all'adesione al Partito Socialista Europeo. Critico sui rappresentanti locali della Margherita troppo accondiscenti sulle scelte di Cofferati, ultima lo schiaffo a Prodi con la scelta dell'esercizio provvisorio.

Ivo Cremonini (circolo PENSIERO EUROPEO) Assente per una brutta broncopolmonite

Angelo Rambaldi (circolo Renzo Pilastrini) Ha sottolineato gli eccessivi personalismi.Le carenze di idealità. Il bisogno di mantenere le forti radici nella storia di ciascun attore e l'importanza del loro paritetico riconoscimento.

Maurizio Baldisserri (circolo INNOVARE LA P.A.) Ha ripreso i temi essenziali per la realizzazione del nuovo Partito Democratico e per lo svolgimento di un costruttivo congresso della Margherita.

Franco Gasparini ( circolo LAVORARE E PRODURRE)

Il mio intervento, pubblicato al Messaggio N° 472, si é proiettato su un nuovo partito  Democratico Europeo,  immagine che valorizzi volti, idee e programmi nuovi per un New Deal che faccia uscire l'Europa e l'Italia dal guado tra eccessivo statalismo e mera proiezione economicistica!

Daniela Turci  (Uniti nell ’ULIVO) Ha manifestato tutto il suo entusiasmo per il nascituro partito ed ha proposto di anticiparne i tempi, costituendo la nuova formazione a livello locale.

Sergio Carassiti (Welfar e democrazia) Ha sottolineato l'urgenza di attuare la costituzione del PD, in gestazione dali anni '90

Paolo Rebaudengo (Economia e lavoro) Purtroppo non ho potuto assistere al suo intervento.

Pietro Aceto  (Cittadini per l’Ulivo) Ha rinunciato all'intervento per ragione di tempi

Sono intervenuti:     

Marco Macciantelli(Sindaco di S.Lazzaro)     Ha sottolineato lo spirito ulivista che deve pervadere il nuovo partito, superando rapidamente le attuali frammentazioni.

Marco Monari  (segr. Regionale Margherita) Ha sottolineato la valenza della relazione introduttiva. Elogiato la realizzazione di un'iniziativa in cui si sono finalmente ritrovate le diverse anime della Margherita. Ha annunciato di aver sottoscritto la Mozione Parisi e ha anch'egli sottolineato il bisogno di guardare avanti, più che alla storia ed alla natura degli attuali partiti. Ciò per non porre in forse  l'esistenza della stessa Margherita!

 Andrea De Maria (segr. Provinciale DS)  Ha sottolineato l'importanza di questo scambio d'opinione con la presenza dei due maggiori partiti fondatori. Ma auspicato l'adesione di altre formazioni della sinistra e di altre sue identità ed anime quali quelle Socialdemocratica, Radicale e Ambientalista. Ha condiviso il bisogno di salvaguardia delle rispettive identità storiche.

1^ MOZIONE POLITICA immagine

Il Congresso di Democrazia è libertà-La Margherita è chiamato a proseguire nel cammino intrapreso dal partito, rafforzando le scelte che l’hanno caratterizzato e sviluppando leintuizioni sulle quali è nato l’Ulivo.

La strada percorsa in questi cinque anni di vita della Margherita ha prodotto molti significativi risultati. All’atto della costituzione di DL-La Margherita i riferimenti all’Ulivo riguardavano la necessità di compattare e rilanciare la coalizione di centro sinistra. Il duro e positivo lavoro di questi anni, diffuso in modo crescente nel territorio nazionale e nelle amministrazioni, e sancito dalla lista comune nelle elezioni politiche 2006 e dalla nascita di gruppi dell’Ulivo sia alla Camera che al Senato, rende ora possibile concretizzare sotto il simbolo dell’Ulivo la nascita del Partito Democratico.

La Margherita ha realizzato e deve proseguire a rafforzare la preziosa integrazione tra culture, esperienze politiche ed organizzazioni di provenienza per poter concorrere adeguatamente alla nascita del PD. In questa prospettiva assumiamo l’impegno a superare le criticità e i limiti della esperienza maturata. Tale impegno è reso necessario e urgente dalle domande nuove che caratterizzano questa fase della nostra storia. Dalla necessità di dare risposta alla crisi delle democrazie, nella capacità di coniugare rappresentanza e governo delle complessità sociali e delle contraddizioni presenti nel nostro tempo .Dal bisogno di dare compimento ad una transizione di sistema ancora lontana dall’approdo, rafforzando la competizione bipolare,contrastando l’antipolitica,il populismo mediatico, il corporativismo sociale e territoriale. Vogliamo realizzare un progetto capace di contribuire ad una società più aperta, più libera, più giusta, in grado dipromuovere la mobilità sociale, il ricambio generazionale, la piena partecipazione e valorizzazione delle donne e del talento femminile,l’inserimento dei nuovi arrivati. Di accrescere gli spazi di libertà per vincere tutte le forme di privilegio, di discriminazione, di ingiustizia, di illegalità e di arbitrio.

Un progetto per il paese che veda nel PD il soggetto trainante per la modernizzazione italiana, la costruzione di una coesione sociale ancorata all’innovazione profonda dei poteri pubblici, dei servizi pubblici, della regolazione economica, nella consapevolezza che a questa generazione politica spetti la responsabilità di restituire all’Italia, declinando una cultura contemporanea della libertà, un posto importante nella competizione e nella collaborazione internazionale.

Il progetto che intendiamo realizzare richiede un partito nuovo, vero, nazionale. Un partito di popolo, partecipato, trasparente. Un partito che prefiguri nella sua vita interna la democrazia che disegna per il Paese. Un partito strutturato su un solido ed efficiente impianto federale. Un partito nel cui profilo progettuale e programmatico sia riconoscibile ed evidente il moderno riformismo di cui siamo portatori: innovazione, solidarietà, sussidarietà dovranno camminare insieme.

Dovremo promuovere un nuovo welfare capace di rispondere alle grandi trasformazioni sociali e demografiche:invecchiamento della popolazione,crisi della natalità,precarietà dellavoro,immigrazione.

In questa prospettiva, cruciale è la capacità di assicurare un rigoglioso e vitale pluralismo culturale al futuro partito, nel quale si confronteranno e concorreranno le migliori tradizioni del cattolicesimo democratico e popolare, della liberaldemocrazia, delle ispirazioni socialista, laico-riformista, ambientalista.

Anche ispirandosi all’esperienza della Margherita, il partito nuovo non potrà che essere un partito unitario, in cui si realizzi la convergenza e convivenza di persone con origini,

Nella costruzione del partito nuovo, in particolare,

• intendiamo promuovere la cultura dell’autonomia tra politica, corpi intermedi, rappresentanze sociali e poteri economici.

• intendiamo affermare – come è scritto nella Carta degli Intenti fondativi della Margherita

– la fiducia nella scienza e il sostegno alla libertà della ricerca, coniugate con il dovere di affinare il discernimento etico e di elevare la soglia della stessa vigilanza politica, consci che, soprattutto con riferimento all’inizio e al termine della vita umana, “non tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente lecito”.

• intendiamo affermare il valore della laicità non già come indifferenza alle esperienze religiose, ma come distinzione di responsabilità tra convinzioni religiose e compiti delle istituzioni. Laicità che nella vita interna del PD esige rispetto, conoscenza reciproca, comune impegno a interpretare le differenze culturali, ideologiche e religiose non già come un problema ma come una risorsa.

• intendiamo contribuire al rinnovamento della politica e all’allargamento della democrazia, anche attraverso una sostanziale riforma della legge elettorale, restituendo potere decisionale ai cittadini e contrastando la frammentazione dei partiti.

• intendiamo riaffermare la vocazione riformista e la missione europeista come fattore identitario del partito nuovo anche riguardo al sistema di rapporti internazionali. In questo senso siamo impegnati a promuovere una vasta alleanza internazionale delle forze di centrosinistra,capace di rinnovare profondamente la configurazione esistente.La strada che noi scegliamo non è la confluenza nel PSE ma la costruzione,con il PSE e con tutte le forze democratiche e di progresso presenti in Europa,di una grande rete dei riformisti impegnata prima di tutto a sostenere il processo di integrazione politica.Una rete di solide relazioni internazionali che sappia allargare la collaborazione e le iniziative comuni innanzitutto con i Democratici americani e quelle maggiori formazioni democratiche che già da tempo lavorano per risposte innovative, partecipative, eque e sostenibili, per la pace, la sicurezza e la promozione dei diritti umani.

• intendiamo allearci con quanti rispondono alle sfide della globalizzazione costruendo soluzioni che vanno oltre le classificazioni e le categorie che hanno marcato il XX Secolo.

Siamo consapevoli della stretta connessione tra il processo di costruzione del Partito Democratico e la riuscita del governo Prodi. Ci impegniamo nel più forte sostegno al Governo e nella qualificazione della sua azione riformatrice, consapevoli che il suo compito è decisivo per il ritorno allo sviluppo del Paese, la ricostruzione della civiltà della vita istituzionale, il recupero di un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini. In questa fase delicata di transizione dovremo allontanare il rischio di un rallentamento della vita associativa della Margherita:sarà invece fondamentale dare valore e garanzia alla partecipazione più assidua e motivata di quei militanti che costituiscono l’ossatura organizzativa e di riflessione programmatica del partito.

percorsi politici e culturali fra di loro anche molto diversi all’interno di un comune progettopolitico. 

Tutto ciò premesso, il Congresso di Democrazia è libertà –la Margherita:

• stabilisce come obiettivo fondamentale la partecipazione al processo di fondazione del Partito Democratico.

• individua come condizione per la nascita del PD l’apporto coerente e qualificante dellaMargherita e come condizione perché ciò avvenga l’unità del Partito.

• stabilisce che le deliberazioni finalizzate al tracciato indicato al termine del seminario del 6-7 ottobre 2006 di Orvieto siano adottate in intesa e con un processo parallelo con i Democratici di Sinistra: elezione del Presidente e dell’Assemblea costituente, da tenersi tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008; avvio di un dibattito approfondito da sviluppare attraverso una rivista periodica, da diffondere anche via internet; promozione di attività formative comuni; costituzione di gruppi consiliari unitari dell’Ulivo, a cominciare dalle Regioni; presenza delle liste dell’Ulivo nelle elezioni amministrative con l’obiettivo di farne il punto di forza delle coalizioni del centrosinistra.

• concorda che il processo “affiancato” e di reciproca garanzia tra i due partiti, basato su una forte e crescente consonanza politica, è indispensabile per l’avvio e l’insediamento del Partito Democratico, e che vanno create le condizioni perché al PD, al suo manifesto ideale, al suo programma per il Paese, alle regole della sua organizzazione possano aderire altri soggetti e movimenti che condividano contenuti e finalità del progetto, compresi cittadini non iscritti ad alcun partito.

• riafferma il valore del ricorso ad elezioni primarie per le cariche monocratiche amministrative e di governo, da inserire in un processo di vasta partecipazione e responsabilizzazione democratica.

La Margherita concorda sulla necessità che tutte le aree e le sensibilità politiche che hanno fondato e che si riconoscono nel nostro partito concorrano unitariamente allo svolgimento e alle deliberazioni dei Congressi territoriali, locali e regionali, e al Congresso Federale. A tal fine è stata insediata su mandato della Direzione una commissione di garanzia, incaricata anche di assecondare e guidare le intese necessarie.

La presente mozione costituisce un contributo unitario alla riflessione e alla partecipazione più larga del Partito; potranno collegarsi le liste elettorali che ad essa si richiameranno nei congressi territoriali, con i loro specifici e coerenti contributi.

Primo firmatario

Francesco Rutelli

 
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fra.gas
fra.gas il 27/11/06 alle 07:16 via WEB
Caro Franco Secondo me tu hai fatto una sintesi un pò affrettata dell' intervento di Rambaldi al seminario della Margherita dell' altro giorno . Rambaldi ha detto che : - non dobbiamo scordare che abbiamo (come Unione) vinto le elezioni per 24.000 voti . - al prossimo confronto elettorale non possiamo presentarci contando su un tale margine . - per aumentare i consensi bisogna portare dalla parte del centro- sinistra voti che questa volta sono andati al centro destra . - questo è il compito che spetta al partito democratico . Banale ? Scontato ? Direi che non è nè banale nè scontato ; anzi aggiungerei che non è detto neanche che il discorso si basi su assunti veri . Infatti alcuni pensano che le cose stiano in maniera molto diversa, quasi contraria . Rambaldi crede nella teoria classica delle democrazie : ovvero, in breve, che il successo di una coalizione venga deciso dall' elettorato centrista, indeciso per definizione, che, spostandosi di qua o di là determina il successo del centrodestra o del centrosinistra . Altri ritengono invece che in Italia non ci sia nessuna osmosi tra la metà destra dell' elettorato e la metà sinistra e che i comportamenti elettorali degli italiani siano governati da una sorta di appartenenza etnica chiaramente immutabile . Anche gli appartenenti alle ali estreme sentono questa appartenenza etnica, ma in maniera molto passionale ; tanto passionale che se la politica della loro coalizione non scalda a sufficienza i loro cuori si ritirano nell' astensionismo anche a costo di creare la sconfitta della propria coalizione-etnia . Secondo i primi per avere successo bisogna corteggiare i centristi, secondo i secondi bisogna corteggiare gli estremisti . A occhio e croce mi sembra che la teoria più praticata, sia dal centrodestra che dal centrosinistra, sia la seconda . E si potrebbe andare ancora avanti a discutere . Ma potrebbe essere un bell' argomento per i seminari del PD . Ciao Guido
(Rispondi)
 
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