Creato da GIOGIU06 il 17/06/2006
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« Il MediterraneoTiziano Terzani »

Per meglio comprendere e meditare

Post n°23 pubblicato il 23 Luglio 2006 da GIOGIU06

Riporto qui alcuni passi dell'articolo di Claudio Magris, apparso sul Corsera del 22 luglio 2006 e intitolato <La guerra e l'ombra del male assoluto>.

"...Le critiche - giuste o sbagliate - all'azione di un governo israeliano innescano la meccanica dell'antisemitismo...

L'antisemitismo è qualitativamente diverso dagli altri odi razziali o ideologici, pur ugualmente abietti, perchè si nutre di secoli ed è culminato in un vertice supremo del male, appunto la Shoah.   La critica a Israele - uno Stato specifico che, come ogni altro, si comporta meglio o peggio a seconda delle forze politiche che lo guidano - diviene critica agli "ebrei", anche a coloro che non c'entrano per niente con i meriti e i demeriti della politica israeliana. 

D'altronde anche da parte israeliana c'è talora la tendenza a bollare quale "antisemita" ogni disaccordo rispetto al comportamento di un proprio governo, quasi esigendo a priori quel "filosemitismo" che - diceva il mio amico Egon Schwarz, saggista viennese rifugiatosi negli Stati Uniti giusto in tempo per sfuggire alla sorte degli ebrei austriaci dopo l'Anschluss - è la cosa peggiore dopo l'antisemitismo, perchè indica una cattiva coscienza e un rapporto artificioso con una parte - e una parte così importante - dell'umanità.

Quest'equivoco è fuorviante, ma dopo la Shoah è forse inevitabile, perchè le proporzioni e le modalità della Shoah l'hanno trasformata, nella coscienza e nella sensibilità, da Storia criminosa a evento metafisico,  a male assoluto  e dunque sempre latente e presente nella Storia e nella percezione della Storia.

Quest'ultima diviene Olocausto, Storia Sacra, con tutta la violenza, la terribilità, talvolta la maledizione del Sacro, quando esso non è il semplice e spontaneo rispetto per tutto ciò che vive,  bensì l'irrompere di una forza devastante.

Naturalmente il tremendo primato ebraico   nella sofferenza  non significa e non può significare   monopolio o pretesa di monopolio della sofferenza,  col rischio di relegare nell'oblio altre sofferenze di altri individui e altre genti, minori della Shoah nel corso delle vicende del mondo, ma anch'esse spaventose, che devono essere ricordate."....

 
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