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L'Abbé Pierre

Post n°60 pubblicato il 23 Gennaio 2007 da GIOGIU06

Ieri è morto l'Abbé Pierre. La notizia l'ho avuta dalla radio e poco dopo, per uno di quei magici segni che a volte s'incontrano sul cammino della vita, ho acceso la tv (cosa che non faccio mai a quell'ora) ed ho assistito a una sua intervista, svoltasi in uno dei tanti centri Emmaus che sono stati fondati in Italia.

Confesso che non l'avevo mai visto. Mi ha colpito per la purezza del suo viso, per lo sguardo penetrante che forava il video, per le frasi profonde, significative ed educative che diceva. Intorno a lui molti poveri, diseredati, emarginati della società. Nei centri si guadagnano da vivere raccogliendo ciò che la società rifiuta: svuotano soffitte, portano via brande, vecchi divani: non dimentichiamo che siamo nell'era del consumismo.

L'Abé Pierre (mentre l'ascoltavo sono riuscita anche a disegnare il suo volto) ha detto, fra l'altro, che ha conosciuto i politici da vicino (anche lui per breve tempo è stato invitato a fare politica) e che alcuni hanno il gusto del potere e lo esercitano in politica, ma che la maggior parte di loro vuole il bene.

'Con la sola forza dell'amore' ha iniziato a lavorare per gli emarginati: I primi suoi poveri fratelli sono stati gli ebrei, perseguitati dai nazisti.

Ha parlato degli emigranti,  che non bisogna dimenticare che sono persone sole e che il diritto ad una casa, anche per queste persone, deve essere inserito nella Costituzione, anche a livello europeo.

Occorre recuperare l'ambiente  e l'uomo e "ognuno di noi sarà considerato uomo per il momento in cui vive".

Non bisogna, ha detto, dimenticare di apprezzare le bellezze della natura e dell'universo.

La felicità, secondo l'Abbé Pierre, esiste, perchè qualcosa in noi è stato stampato. Ci sono in noi come dei vuoti: quando si riempiono siamo felici.

Grazie Abbé Pierre!

 
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