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« Prima descrizione dell’O... »

Primi appunti sulla circolazione dell’aria nel sistema:

Post n°8 pubblicato il 24 Agosto 2006 da a.benassi

L’ingresso attualmente conosciuto
dell’Ouso di Passo Pratiglio, si comporta da bocca aspirante in estate, quindi
apparentemente da ingresso alto, il che vista la quota di 1353, su una cresta
che culmina nella cima di 1480 della Malaina, appare normale. Le cose cambiano
nella parte profonda della cavità. Nell’area appena precedente il Meandro delle
Murge, ad una profondità di circa -220/-245 si assiste ad una decisa inversione
della corrente, con un’aria  che si
avverte decisamente uscente. La zona interessata presenta almeno un camino
importante, che in questa prospettiva sembra comportarsi da ingresso basso
rispetto a q.1353. Ma andando avanti le cose si complicano. Al passaggio del
primo lago nel meandro delle Murge, è evidente che l’aria è uscente,
confermando la perdita nei camini, ma appena giunti nei pressi del grande
arrivo denominato l’Affluente, si riscontra che una parte importante dell’aria
risale lungo questo ramo, attualmente inesplorato, che sembra costituire il
vero tratto a monte del sistema, e che si comporta decisamente da ingresso
basso. A questo punto ci troviamo con una decisa corrente d’aria che sale dal
fondo, particolarmente violenta nel passaggio a Nord Ovest o nella Foce del
Vento, che porta ad immaginare l’esistenza di un importante ingresso alto-relativo
di quota superiore rispetto al precedente ingresso basso assoluto, quindi da
stimare ad una quota tra i 1250 ed i 1350. L’attuale conoscenza della montagna
ci porterebbe ad escludere l’esistenza di un tale ingresso aperto, ed è più che
probabile che si tratti di una importante area di assorbimento ricoperta da
terra e sassi sul modello dell’area del 5° Elemento, ma considerato che
non è assolutamente chiaro dove possa
trovarsi questo ingresso, non è da escludere nulla. Di sicuro c’è che si tratta
di una corrente d’aria particolarmente forte, che non sembra reagire minimamente
alle differenze di temperatura giorno-notte, o alle temperature medie, come
fanno invece altre correnti nella zona. Si ritiene quindi che si possa
immaginare un dislivello altimetrico importante tra i due ingressi: basso
assoluto e alto relativo, forse di anche 200 metri, tale da giustificare una
circolazione stabile. All’interno della grotta è evidente che l’aria percorre
l’unica via esistente, la stessa che percorriamo noi, il che esclude per ora
l’esistenza di ambienti fossili, mentre la stessa conformazione fortemente
acquatica delle parti profonde è dovuta proprio a questa forte circolazione
d’aria, che abbassando l’acidità dell’acqua costringe ad una continua
sedimentazione di calcite sotto forma di latte di monte che a sua volta crea
dighe e sbarramenti che si trasformano in laghi e pozze. La vecchia teoria del
collegamento dell’Ouso di Passo Pratiglio con il sistema Fato-Campo di Caccia,
appare attualmente sorpassata e da escludere anche in presenza di eventuali
errori di rilievo, in ragione della attuale profondità raggiunta, ormai già
intorno alla q.760 slm, ritenuto il livello del sifone di monte (Fonte della Giovinezza)
di Campo di Caccia ad una distanza di ancora oltre 1,5 km in linea d’aria. Viene quindi ad essere scartata anche l’ipotesi che la forte corrente d’aria
sia da mettere in relazione con quella presenta all’abisso di monte Fato, che
appariva concorde comportandosi da ingresso alto con aria in entrata. In
ragione della colorazione tra Fato e Campo di Caccia, risultata positiva, un’eventuale
collegamento di queste due correnti d’aria, risulterebbe estremamente anomalo e
dovrebbe avvenire attraverso una rete di condotti fossili ormai completamente
svincolati dalla circolazione idrica.

 
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