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Manuale del piccolo esploratore Lepino

Post n°34 pubblicato il 06 Gennaio 2007 da a.benassi

Ovvero mille e una scusa per passare un vita sui lepini

1° Parte – Altopiano di Gorga -

Inverno, il Pratiglio può aspettare tranquillamente qualche mese; uscire dall’acqua per ritrovarsi ricoperti di una crosta di ghiaccio spessa un dito non è il massimo. Ma oltre al Pratiglio, cos’è rimasto sull’altopiano, dove si potrebbe riporre speranze ed aprire nuovi fronti? Anche senza neve l’inverno comincia a far circolare aria e correnti. Difficile pensare di trovare nuovi  ingressi, visto che sembra ne siano rimasti solo di chiusi da terra e sassi, di quelli che vedi solo con le chiazze tra la neve. Ma tra tutto il già fatto e già visto, qual è la situazione? Ad oggi nell’altopiano tra Gorga Morolo Supino e Carpineto ci sono quasi un centinaio di buchi e buchetti non tutti catastati, quasi tutti rivisti, quasi tutti senza umane speranze, ma qualcuno… Intanto cominciamo dalla cartografia, per capire di cosa sto parlando, sulla lista speleolazio nella sezione documenti si trova una carta della zona con le posizioni di quasi tutto. Sono circa 30 chilometri quadrati, forse troppi per cercare a caso quindi: (1) Grotta di monte catello, la fonte bibliografica è il buon vecchio libro di alberta felici, ottima fonte di cui fidarsi, dal rilievo sembra  un bella galleria di grosse dimensioni 5-8 metri che si apre dal nulla e nel nulla chiude. Cioè sul rilievo chiude solo che non si capisce per niente su cosa e soprattutto cosa sia una galleria del genere in quel posto. Considerato che siamo sopra valle cisterna, bassi bassi, l’idea che ci eravamo fatti è che potesse trattarsi del troncone di una misteriosa paleo risorgenza, magari anche in qualche modo legata allo scorrimento profondo di Campitelle – Campo di caccia.  Forse si tratta di fantaspeleo, ma nonostante si sia andati a cercarlo più di una volta noi ancora non l’abbiamo trovata, considerato che è stato visto l’ultima volta forse 30 anni fa chi lo trova vince almeno una bambolina. Acquecciola (12), Putine (3) e Cannoa (2) niente da fare, al massimo brutte foto. In tutta la zona  attorno tanti campi solcati, ma anche tanta boschina bassa bassa dove i pozzi si nascondo bene, tutta la zona di fossa antica potrebbe anche riservare sorprese.  Inghiottitoio dei Briganti (11) questo a catasto proprio non c’è, e dire che era anche bello grosso. Il posto è buono, sotto  ci dovrebbe passare il collettore di Campo di Caccia, purtroppo tappa su fango, ma tra frana c’è una diramazione che sembra continuare, ci sarebbe solo da rompere una lama. L’acqua ci va e ce n’è andata tanta, aria non è chiaro, ci siamo stati solo una volta in mezza stagione. Chissà. Sotto la strada per fontana canale, dove in carta son segnati tre puntini ed una bella  freccia di vento, si apre Ottobre Rosso, anche questo a catasto  manca. Aria c’è, soprattutto in estate soffia ben bene, comportandosi da ingresso basso. Ingresso basso di cosa? La prima idea che c’è venuta è stato il Due Bocche, che potrebbe andare a passare proprio la sotto. Dopo averlo aperto abbiamo scoperto che sotto il fosso si trovano strani monconi di meandri, pozzetti beanti, e tutto un campionario di cose strane spesso con aria e dove in primavera finisce parecchia acqua. Per adesso non c’abbiamo capito nulla. Fermi su fondi dove non si capisce bene quale sia il trucco da cercare. Si scende circa venti metri, ma la zona è interessata da una grossa faglia ed a saperci cercare bene ci deve essere dell’altro. Il Sacco (25) questa è una cosa seria, -200 circa, con acqua ed aria (uscente in inverno, ingresso alto, così almeno l’abbiamo visto a febbraio), è grotta tanto da capire quanto da esplorare: il nodo è il p.60, ramo a monte con corso d’acqua perenne, con risalite evidenti solo da fare, finestre alte a metà pozzo, impostate su strati a 45° di pendenza, forse ributtano sul fondo, forse lo bypassano.Anche al fondo aria strana tutta da capire. Tutta la zona attorno ci sono pozzi e pozzetti, catastati e non, tutti scarsi.  Quinto Elemento (vicino al 22), ingresso alto del Due Bocche, tanto cercato, disostruito, esplorato e rilevato, c’ha fregato a  -50 su meandro stretto,  parecchio. Aria da ingresso alto forte e sicura, il ramo attivo del Due Bocche va proprio li. Esplorazione sicura.

A Campo di Caccia la via per il sotto mondo passa solo per l’inghiottitoio omonimo, abbiamo passato quasi dieci anni a cercare altri ingressi. Risultato niente. Tutti i buchi attorno non vanno da nessuna parte e non hanno un filo d’aria. L’unica cosa incognita è rimasta L’acqua delle cornacchie (17) riportato dal bollettino dello scr n°7, esplorato dallo stesso nel ’76, è d’allora che nessuno lo rivede Rilievo e descrizione dell’epoca lo danno che prosegue in condotta con acqua, di aria non si parla. Potrebbe essere un pozzo senza speranza legato proprio all’acqua del Merlo una piccola sorgente in zona, oppure potrebbe essere qualsiasi cosa. Noi l’abbiamo cercato all’infinito, niente da fare, altri hanno fatto lo stesso, uguale il risultato. Il problema è che le coordinate sono sbagliate alla grande, l’imbocco è piccolo, ed a volte i pastori tappano. Per ritrovarlo forse bisognerebbe andare a pescare i vecchi esploratori. L’ouso di colle ruso è un bel pozzo (32) ti ci fa credere ma niente fare, toppo sigillato e niente aria; altra storia la grotta della neve (32) niente pozzo, solo dolinone,  qualche ramo e salette, ma soffia una strana quantità d’aria in estate. Ingresso basso o trucco da ricircolo. Non siamo riusciti a capirlo e abbiamo anche rinunciato. Il pozzo di monte pilocco (13) da catasto sembra niente 15 metri, ma tanto per vedere tutto l’abbiamo cercato, inutilmente. Il posto è bello, Città di roccia e campi solcati che sembra di essere in Vetricia, se fosse quello buono, altrimenti bel giro e belle foto. L’inghiottitoio di Campitelle (14) per ora è solo un’astratta speranza.  Obbiettivo buono per gruppi numerosi dediti agli scavi infiniti, è sicuramente la porta principale per entrare sotto Campitelle, bisogna vedere quante serrature tocca scardinare. Portarsi secchio, pala e guanti, fango assicurato. Le nuvole di buchi in zona non meritano di perderci tempo, chiusi e senza aria. Pozzo delle foglie, luisa, del gufo ecc. niente da fare, belli gli ingressi, magnifica la posizione rispetto a quello che c’è sotto, ma finisce li. Sul piano del pratiglio solo tante doline occluse. Unica eccezione un inghiottitoio misterioso: il banana dura dove un po’ d’aria sembra girare. Nessuna certezza.  Dirigendosi verso la cresta del semprevina troviamo qualcosa di meglio. Il pozzo indomito (già pozzo del bosco atro a catasto) proprio sotto la cima più alta potrebbe diventare un bella storia. Pubblicato nel notiziario n°6 scr con un rilievo molto approssimativo, si comporta da ingresso alto con un buona corrente d’aria, dopo una strettoia disostruita da noi, si scende un pozzo parallelo purtroppo ostruito su frana, l’aria esce da li, ma anche da un meandro condottina, stretto stretto, appena sopra. Portarsi tanti botti.  Lavoro duro, ma considerato che attorno ci sono cose come il Fato ed il Pratiglio, potrebbe valerne la pena. Spostandoci ancora verso pian della croce c’è più di qualcosa da vedere. Grotta di fonte  serena (la424) non segnata in carta, un occhiata al n°6 scr e un bel costume, poi si è pronti per una nuotata e forse qualche esplorazione in risalita. Stessa storia per la risorgente del fiammifero, possibile sorgente del principale affluente del Ouso di passo pratiglio. Possibile per direzione e acqua, al limite del probabile per quote. Posto strano da capire.

Chiudiamo con un salto a Fossa agneluca, zona bella e misteriosa, anche qui la parola d’ordine scava per entrare, però nella zona varrebbe cercare meglio magari qualcosa di nuovo esce fuori, e poi c’è il Ferro, cosa seria e promettente, ma questa è un’altra storia.

 
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