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La letteratura è la confessione che la vita da sola non basta. F.Pessoa

Creato da Michaelibri il 11/03/2012
 

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Fernando Pessoa - Non parlate di me se non con le mie parole

Post n°9 pubblicato il 13 Marzo 2012 da Michaelibri
 
Foto di Michaelibri

Tempo fa un mio alunno mi chiese quale fosse il mio pensiero sulla poesia, visto che parlo e scrivo così tanto di un certo tipo di letteratura. Credo che la letteratura e la poesia siano dissimili solo in quantità, ma entrambe raccontanto con le parole uno stato d'animo, una storia. Tra tutti i poeti, credo che quello che davvero si è avvicinato di più allo stile narrativo moderno sia Pessoa. Era una persona molto riservata, Pessoa, niente a che vedere con i poeti maledetti, uno a posto insomma. E' morto all'età di 47 anni, ma ci ha laziato molta poesia e molti valori umani.Non avrebbe mai voluto essere raccontanto e io stesso non ho voglia di raccontarlo se non attraverso le sue parole.

Disse:
« Se dopo la mia morte volessero scrivere la mia biografia,

non c'è niente di più semplice.
Ci sono solo due date – quella della mia nascita e quella della mia morte.

Tutti i giorni fra l'una e l'altra sono miei. »

E allora a noi non rimane che accontentarlo e di far parlare le sue parole con un pezzo a me caro.


" Ho avuto desideri, ma mi è stata negata la ragione di averli. Per ogni cosa ho esitazione, spesso senza sapere perché.. Non ho mai avuto l' arte di vivere in maniera attiva. Ho sempre sbagliato i gesti che nessuno sbaglia. Ho sempre fatto il possibile per tentare di fare quello che tutti sanno fare. Voglio sempre ottenere ciò che gli altri riescono a ottenere senza volerlo. Fra me e la vita ci sono sempre stati dei vetri opachi... Non ho mai saputo se era eccessiva la mia sensibilità per la mia intelligenza o la mia intelligenza per la mia sensibilità.
Ho tardato sempre. Non so per quale delle due ho tardato: forse per entrambe, o per l' una o per l' altra. O forse la terza ha tardato."

(Il libro dell' inquietudine - Fernando Pessoa )


 
 
 

Nick Hornby - Non buttiamoci giù

Post n°8 pubblicato il 12 Marzo 2012 da Michaelibri
 
Foto di Michaelibri

Nick non ci dice di non buttarci giù, il titolo può ingannare, non è una filippica sul vivere la vita ma è invece un consiglio ben preciso: rimanda, anche di qualche giorno, mese anno ma rimanda. Questo non fa di lui un predicatore ma un analista attento dell'esistenza. E' il suo libro più riuscito.

Narra la storia di quattro sconosciuti che la notte di capodanno si incontrano sulla cima di un palazzo di Londra, noto come la Casa dei Suicidi, con l'intenzione comune di suicidarsi. Ognuno di loro ha motivi diversi per farla finita con la vita. Il primo personaggio ad apparire è Martin, un tempo famoso conduttore televisivo, che si è giocato tutto, carriera, moglie, figli e reputazione, per essersi lasciato tentare a sedurre una quindicenne. Egli è deciso ad uccidersi dopo una scelta razionale e dopo precisi preparativi che vengono però interrotti dall'arrivo del secondo personaggio, Maureen, una donna non più giovane che ha sacrificato tutta la sua vita ad un figlio disabile, e che è determinata a farla finita.
La terza persona a salire sul tetto è Jess una diciottenne dal linguaggio sboccato e dal carattere impossibile e vuole buttarsi perché Chas, il ragazzo del quale è innamorata, l'ha lasciata.
Ultimo a salire sul tetto è l'americano JJ, musicista fallito patito per il rock e la sua ragazza. Ma la sua band si è sciolta e la ragazza lo ha mollato.
Tra i quattro avviene una discussione accesa e assurda alla quale l'autore riesce a dare un tocco di humor noir e alla fine decidono di scendere tutti insieme dal tetto, ma per le scale, sentendosi accomunati da una complicità segreta che non era certo pensabile al momento dell'incontro.
Insieme decidono di ricominciare a vivere e provano a fare esperienze comuni aiutandosi, come meglio possono, uno con l'altro.
Dopo sei settimane, il giorno di San Valentino, decidono di incontrarsi alle otto di sera e di salire sul tetto di quel palazzo dal quale il Capodanno prima avevano deciso di buttarsi.
Mentre stanno parlando e JJ propone di festeggiare, Jess vede, nel punto esatto dove sei settimane prima era seduto Martin, uno che li sta guardando. Era un giovane dall'aria spaventata che sembrava avesse tutta l'intenzione di buttarsi giù dal tetto. Cercano di fermarlo senza riuscirci:"Ma non sono riuscito a continuare" - dice JJ- "Lui ha schiccherato la sigaretta oltre il cornicione e dopo, con un gemito leggero, si è dato la spinta. E giù. Poi c'è stato silenzio, e poi il rumore del corpo che batteva sull'asfalto, tutti quei piani più in basso. E questi due rumori, il gemito e il tonfo, da quella volta li ho sentiti ogni giorno, e non so ancora quale fa più paura".
La morte di quel tale che si era buttato lascia nei quattro risultanze profonde e, come dice Martin "all'apparenza contraddittorie. Primo:ci ha fatto capire che non eravamo capaci di ucciderci. E secondo: questa consapevolezza ci ha fatto tornare il desiderio del suicidio".
La vita comunque, per Martin, Maureen, Jess e JJ continua. Rimangono uniti e per la festa del Novantesimo Giorno si ritrovano al pub di fronte alla Casa dei suicidi ma non vogliono salire. Entrano nel pub, discutono sul fatto che sono ancora vivi e si chiedono se è un bene o un male. Decidono quindi di prendersi ancora sei mesi per vedere come se la cavano.

E in questi sei mesi cambia il mondo, cambiano loro, cambia la storia di ognuno, non troppo, non tanto da farli uscire dal vortice, ma quel poco che li spinge a rimandare, a rimandare ancora. Ciò che più di tutto stupisce di Nick è che lui riesce davvero a rubare l'identità di ogni personaggio tanto che ogni diario sembra scritto da uno scrittore diverso. Forse è questo che fa di Nick Hornby uno scrittore tanto grande, la capacità enorme di empatia.E se Jhonny Depp ne ha acquistato i diritti per un film non può essere altro che una garanzia.

Libro da leggere.

Mike La Volpe

 
 
 

Ed Bunker - La galera come fonte d'ispirazione

Post n°7 pubblicato il 11 Marzo 2012 da Michaelibri
 
Foto di Michaelibri

Se non lo conscete vi siete persi il meglio.

Forse se faccio il nome di Mr. Blue del film Le iene, vi viene in mente. Edward come ogni scrittore americano che si rispetti col cinema buono c'era mischiato da anni, specie con quello di Quentin Tarantino che dandogli il ruolo del rapinatore bastardo gli ha detto in sostanza di interpretare se stesso. Già, perchè Edward ha passato più tempo in galera che fuori, Edward ha avuto una vita da far rabbrividire anche le più bizzarre idee bizzarre di Tarantino.

Nato a Hollywood, fin da ragazzino Eddie conosce il disagio sociale e le difficoltà di inserimento nella società: dopo ripetute fughe, in seguito al divorzio dei genitori, viene affidato al servizio sociale. Poco dopo entra in ospedale psichiatrico e poi in riformatorio. A soli 17 anni stabilisce il poco invidiabile primato di essere il più giovane recluso di tutti i tempi nel famoso carcere di San Quintino. Louise Fazenda, una ex star del cinema muto e moglie del produttore cinematografico Hal B. Wallis, con la quale Bunker aveva stretto amicizia durante il periodo intercorso tra la prima e la seconda reclusione, grazie alla sua influenza riesce a fargli recapitare una macchina da scrivere con cui Bunker scriverà i suoi primi racconti. Il primo romanzo verrà però pubblicato solo nel 1973, No Beast So Fierce (in italiano, Come una bestia feroce), da cui verrà tratto un film con Dustin Hoffman Vigilato speciale.

Gli antenati paterni erano di origine francese; il suo cognome, Bunker, è la forma anglicizzata del nome di origine francese "bon coeur", buon cuore. Nel 1975, dopo una vita passata a entrare e a uscire da prigioni e a infrangere la libertà provvisoria, inizia a trovare non solo il successo letterario, ma anche una vita tranquilla.

Ha più volte dichiarato di essere stato influenzato dalle opere di Dostoevskij, Hemingway, Moravia e Cervantes. L'esperienza carceraria e il suo passato sono alla base dei suoi libri, in cui spesso la violenza e il carcere hanno un ruolo di co-protagonisti. Nel carcere di San Quintino conosce Danny Trejo, che chiamerà anni dopo per il film A trenta secondi dalla fine.

Bunker, ammalato di diabete, è morto, all'età di 71 anni, il 19 luglio 2005 a Burbank, California, a seguito di un intervento chirurgico per migliorare la circolazione sanguigna nelle gambe

Tarantino lo reputa il miglior scrittore Noir in prima persona che sia mai esistito.

Ed è vero, non lo dice per amicizia, è vero.

Da leggere.

Mike La Volpe

 

 
 
 

Mc Carthy - Il fascino non basta

Post n°6 pubblicato il 11 Marzo 2012 da Michaelibri
 
Foto di Michaelibri

Tra gli autori dannati è sicuramente il meno dannato e affascinante, eppure è quello il papà della nuova generazione di scrittori che ha osato far incontrare la sceneggiatura e la letteratura. E chi ha letto Sunset Limited o Figlio di Dio sa bene di cosa parlo, come lo sanno bene gli sceneggiatori di The Road (film tratto dal romanzo di Cormac) e Sunset Limited (anch'esso tratto dal testo teatrale) che altro non hanno dovuto fare che trascrivere le parole dell'autore così com'erano. Cormac Mc Carthy scrive per il cinema della sua mente, per la nostra mente e cos'altro è la nostra immaginazione se non uno schermo in cui proiettare, con la nostra regia, una sceneggiatura?

Il testo di Sunset Limited presenta solamente due personaggi, dei quali non si conoscono i nomi (vengono identificati come "Bianco" e "Nero", in riferimento al colore della loro pelle). Il "Nero" è un ex-carcerato cristiano evangelico, mentre il "Bianco" è un professore ateo. Tutta l'azione si svolge nel modesto appartamento del "Nero", situato a New York, dove i due personaggi si recano dopo il loro primo incontro. Dal dialogo fra "Bianco" e "Nero" scopriamo che si erano incontrati per la prima volta poche ore prima in una stazione, dove il "Nero" aveva evitato che il "Bianco" si suicidasse buttandosi sotto un treno di passaggio. I due personaggi cominciano quindi a dibattere sul significato della sofferenza umana, sull'esistenza di Dio e sul suicidio.

A volte ci lascia perplessi, è vero, a volte la tira per lunghe, ma il motivo sta nella voglia di non lasciare niente inconcluso, anche nei minimi dettagli.

Da leggere.

Mike La Volpe

 

 
 
 

Nick Cave e lo stile dell'anima

Post n°5 pubblicato il 11 Marzo 2012 da Michaelibri
 
Foto di Michaelibri

Nick Cave scrittore? Anche le rockstar adesso?

Che stupido sentire queste esclamazioni, che stupido sentire che anche la gente che che non ha opinioni, deve comunque manifestare la sua opinione. Nick uno scrittore lo era già, i suoi testi non sono altro che poesia, la musica si sposa ai testi come è per Dylan, non è e non è mai stato il contrario. Henry Lee cantata con la brutta e dannata Pj Harvey, è la prova evidente che la letteratura ha mille facce, come la musica. Con il suo "La morte di Bunny Munroe", Nick Cave ci regala una speranza, quella di poter amare ancora nonostante nel cuore non ci sia rimasto altro che alcol e sigarette.

L'ultimo viaggio di un commesso viaggiatore alla ricerca di un'anima. Bunny Munro vende prodotti di bellezza, miraggi alle solitarie casalinghe della costa del sud dell'Inghilterra. Alla deriva dopo il suicidio della moglie e in lotta nel tentativo di mantenere una presa sulla realtà, Bunny fa l'unica cosa che gli viene in mente: si mette sulla strada che è sempre stata la sua, con il figlio Bunny Junior di nove anni a rimorchio. La peregrinazione diventa sempre più bizzarra e frenetica, e il viaggio lo porta inesorabilmente a una resa dei conti. Sulla via, riemergono gli spettri del passato - padri decrepiti, fantasmi vendicativi, mariti gelosi e eccitati killer psicopatici e vengono a riscuotere i loro crediti. Incandescente e moderno racconto morale, il romanzo è anche il tenero ritratto di una complessa relazione padre-figlio da parte di un mito vivente della musica internazionale.

Se poi leggete quest'opera ascoltando la sua musica, allora avete tutto, avete le immagini, avete l'america, avete la colonna sonora, avete la vita che vi aspettate da un romanzo, vivrete luna vita in più.

Da leggere.

Mike La Volpe

 
 
 
 
 

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