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Nuovo bar Cisl

Post n°161 pubblicato il 24 Luglio 2015 da greppjo
 
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In cammino verso l’assemblea di Rimini: no al sindacato corporation

Nuovo bar Cisl

di Ivo Camerini

Nelle pagine conclusive di un piccolo, grande libro (uscito nell’aprile di quest’anno, ma samizdat come tanti altri che in questi ultimi vent’anni ci hanno raccontato la storia di vita di tanti/e cislini/e) si afferma che il sindacato, la Cisl è “…un posto. Dove si incontrano persone con cui si parla, si beve, si scherza e si discute. Abitualmente. Un posto che contribuisce alla costruzione della nostra identità, quando diventa un riferimento stabile. Un posto dove si sta bene. Insieme. Perché insieme si sta meglio e si è più forti. Si è in grado di difendere i propri interessi in modo più efficace che da soli. Ecco, la Cisl, per alcuni anni, è stato un posto (…), un bar, dove io sono stato bene” (Diamanti/Bozzini).

Una testimonianza, come ben si comprende, che questo samizdat ci offre in maniera pungente per narrarci il senso profondo dell’essere Cisl sia nel secolo passato sia nell’attuale presente così pieno di assordante rumore e di sconvolgenti cambiamenti.

Nei suoi lunghi e densi sessantacinque anni la Cisl ha avuto, fin dal lontano 1950, una forte vocazione ad essere un posto. Pastore prima, Carniti e Marini dopo hanno speso energie e risorse per allestire nei loro tempi un bar di libero accesso per tutti.

Il sindacato nuovo dell’autonomia, del pluralismo politico, della solidarietà senza tornaconto (non sappia la man destra ciò che fa la sinistra) è stato sale e lievito della nostre democrazia e libertà repubblicane , delle conquiste italiane dei lavoratori e del lavoro, di quella promozione umana che oggi è sotto attacco delle cosiddette politiche neomercantiliste, che destra e sinistra stanno portando avanti nel nostro paese da ormai vent’anni, scimmiottando il reaganismo e il thatcherismo inaugurati nell’America e nel mondo anglosassone di cinquant’anni fa.

Come tutti sappiamo (oppure possiamo immediatamente ripassare documentandoci in www.abd.cisl.it) la Cisl ha alternato nel corso della sua ultrasessantennale vicenda anni in cui è stata il bar dei lavoratori liberi e indipendenti (“nella Cisl sono ammesse e si rispettano le opinioni di tutti, anche quelle di coloro che la pensano in maniera diversa dalla maggioranza”) ed anni in cui è stata una vera e propria corporation (rileggere l’ormai introvabile “Burt Sorrit and Company”).

Oggi , nel momento in cui in tanti camminiamo insieme verso Rimini 2015, anche nel ricordo di Rimini 1950, l’obiettivo di riaprire quel “nuovo bar Cisl”, che tanti aspettano e chiedono, si fa cogente per tutti. Nessuno escluso. Sono i tempi nuovi, che tutti siamo chiamati a vivere, che ce lo chiedono.

Io credo che Annamaria Furlan abbia tutte le qualità e le competenze per essere il “barista di riferimento” di questo nuovo bar; cioè del nostro prossimo futuro, del nostro nuovo domani.

Annamaria Furlan, per tornare alla metafora di Diamanti/Bozzini, è infatti colei che ha il compito di prendersi sulle spalle la guida della nuova identità del “bar Cisl”, dell’aprire le porte ai nuovi lavoratori e alle nuove lavoratrici italiani. Insomma di costruire il futuro offrendo  brunch, happy hour, apericena e, perché no, fastfood. Naturalmente il tutto sapientemente miscelato con bevande italiane tradizionali, eataly e sosterie contadine.

Tutto questo supportato dal ritorno alla soggettualità politica di un sindacato italiano che sappia nuovamente prendersi sulle spalle i destini personali dei lavoratori, coniugati con quelli della comunità del lavoro; che sappia dire basta alle politiche del rigorismo monetarista, della speculazione finanziaria, del sicofantismo (vedasi da ultimo il caso Crocetta). Insomma che abbia il coraggio di  dire basta ai troppi “uomini soli al comando”, che da vent’anni a questa parte lavorano per affondare il mondo politico ed istituzionale della democrazia italiana.

Ritengo che anche queste modeste riflessioni buttate giù velocemente all’alba di un mattino di questo infuocato luglio 2015 possano contribuire a far si che in autunno, a Rimini, ci sia un bel “Concerto d’Oboe”. Buona lettura del libro di Marino Smiderle e Franvesco Jori,Concerto d'Oboe, Vicenza,Aprile 2015.

Ivo Camerini

 

 

 
 
 
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