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Presentazione del libro di Fiorella Casucci: Il futuro è nel nostro passato

Foto di greppjo

Camucia, 16 dicembre 2016. Simpatica e apprezzata presentazione venerdì sera alla Libreria Le Storie di Camucia del libro di Fiorella Casucci : "Il futuro è nel nostro passato". Dopo gli onori di casa fatti da Federica Marri, titolare della libreria, hanno presentato il libro con interventi brillanti ed appassionati lo scrittore cortonese Ferruccio Fabilli e l 'avvocato Gabriele Zampagni , che non solo si sono complimentati con l'autrice, ma hanno invitato a farne regalo speciale per le prossime festività natalizie. Ha portato un breve saluto anche l'editore Giuseppe Calosci. L'autrice, intervenendo a conclusione della semplice ma significativa iniziativa organizzata dalla dinamica ed efficientissima Federica Marri, ha ringraziato Fabilli e Zampagni per le loro profonde, belle ed affettuose parole e soprattutto per aver voluto definire questo suo libro: "un breviario laico". Fiorella Casucci , dopo aver richiamato l'importanza dei libri in una società in grande crisi culturale e morale, ha inoltre ringraziato l'editore Calosci e tutti gli intervenuti a questa "presentazione con aperitivo" per la loro graditissima presenza.(IC)

Ecco di seguito le presentazioni introduttive di Ferruccio Fabilli, di Grabriele Zampagni e il ringraziamento dell’autrice.

Fabilli

Docente di materie classiche, Fiorella Casucci Camerini è cosciente del potenziale enorme impatto positivo che rappresenterebbe ancor oggi il pensiero umanistico sulle coscienze contemporanee. Per come è insegnato a scuola, non di rado è travisato in elenchi di formule, nomi e date da mandare a memoria. Fiorella rinuncia alla didattica convenzionale e adotta un suo metodo: analizza, ricompone, semplifica, compara,… il sapere classico in modo efficace, divulgativo, avvincente, partendo da formule semplici (pescate nella filosofia, nella poesia, nella storia, nella narrativa,…)per dar loro nuova vita ed esser“pronte all’uso!”come si dice per un cibo o un farmaco.

Per cogliere appieno l’intelligente opera divulgativa realizzata da Fiorella riflettiamo un momento, ad esempio,sulla filosofia (lo stesso ragionamento varrebbe per ogni altro ramo del sapere): è difficile da assimilare, richiede applicazione, ha logiche complesse, terminologie specifiche, sottigliezze,connessioni con altre scienze, rimandi ad altri autori,…ma quant’è affascinante!? Pensiamo solo al fatto che, oltre duemila anni fa, furono i filosofi, col solo ragionamento, ad asserire l’esistenza degli atomi!...Nietzsche stesso,ricusando la filosofia come ammasso di chiacchiere, si contraddice al tempo stesso costruendo anch’egli un corpus filosofico di non facile comprensione e con rimandi ad altri filosofi, magari anche solo per polemizzarci... Allora Fiorella, umile e sapiente, che ha fatto? Ha estratto dal calderone della cultura classica i migliori spunti utili al viver quotidiano di persone comuni. Esperta, per lunga dimestichezza professionale,rende agevole la scoperta o la rilettura in modo semplice, non semplicistico,di parole e frasi cardini del pensiero universale.Il filosofo contemporaneo Sgalambro – scrittore di testi per alcune canzoni di Franco Battiato – confidava:  “sentendomi depresso, apro un libro, l’Etica di Spinoza, e mi sento in pace con me stesso e col mondo”. Una dote salutare, simile allo scritto di Spinoza, possiamo attribuirla(senza tema di smentita)anche al libro di Fiorella: se talvolta,amareggiati da esperienze negative, lo aprissimo vi troveremmo senz’altro risposte utili,consolatrici di molte ansie. Dico ogni bene sul libro - frutto di vasta cultura e non saccente vacua esercitazione- perché risulta il racconto spontaneo di un’esperienza culturale che per prima ha arricchito Fiorella di solidi valori, la quale ha inteso ritrasmetterli in quanto sono stati utili, per primi,a lei stessa. Non a caso, in una recensione, definivo il libro:breviario laico. I preti usano meditare sul breviario religioso, Fiorella offre a iosa spunti di riflessioni laiche, per mezzo d’un centinaio di citazioni classiche,valide in miriadi di situazioni esistenziali.

Come invito alla lettura, faccio di seguito un breve esempio di come Fiorella sceglie e tratta gli argomenti:rapida ed essenziale, offre al lettore lievi tratteggi - non arroganti ma profondi – in grado di esaltare quella luce interiore emanante ancor oggi da certi testi antichi. L’eros dolceamaro della poetessa Saffo. “Eros, di nuovo, colui che scioglie le membra, mi doma, essere dolceamaro, invincibile, strisciante”.Commenta Fiorella: “E’ la natura misteriosa dell’amore, che la poetessa cerca di individuare: la verità che scopre è che l’amore non è ora dolce, ora amaro; non è prima dolce, poi amaro”. E conclude il capitoletto sull’eros con un’altra citazione della poetessa Emily  Dickinson: “Non era la Morte, perché ero in piedi/ E tutti i morti sono distesi -/ Non era Notte, perché tutte le campane/ Mettevano fuori le lingue annunciando Mezzogiorno-/ Non era il Gelo, perché nella mia carne/ Sentivo strisciare i venti di Scirocco -/ Né il Fuoco, perché i miei piedi di Marmo/ avrebbero tenuto al freddo un Coro./ Eppure somigliava a tutte queste cose”. Senza fronzoli,Fiorella ne antepone a questa poesia il succo: “…Amore, uno stato d’animo senza nome e che può essere individuato solo da negazioni”.

www.ferrucciofabilli.it

Zampagni

Il grande affetto e la profonda ammirazione nutriti da chi scrive nei confronti della Professoressa Casucci, impediscono di dar luogo ad una vera e propria recensione critica ed obiettiva dell'ultima sua fatica letteraria.

Tenterò, tuttavia, di evidenziare alcune tra le molte suggestioni che questo libro suscita al lettore, occupandosi di quei valori universali (l'amore, l'amicizia, la solidarietà, la pace, la giustizia) che hanno caratterizzato e caratterizzeranno l'umanità, per sempre. Forse proprio per la mia formazione professionale, sono stato particolarmente colpito dai numerosi riferimenti che il libro compie, in relazione al grande tema della Giustizia, latamente intesa.

Ecco allora che vengono in rilievo le questioni, forse irrisolvibili e comunque ad oggi sicuramente irrisolte, della pace, della guerra, dell'autentico significato del concetto di democrazia e delle modalità in cui i poteri costituiti debbano atteggiarsi nei confronti del cittadino.

Quanto al primo tema, colpisce come già quasi 2500 anni fa Erodoto affermasse come 'nessuno è così stolto da preferire la guerra alla pace: in questa i figli seppelliscono i genitori, in quella i genitori i figli'. Oggi, nel 2016, l'affermazione di Erodoto potrebbe apparire assodata, quasi ai limiti della banalità.

Questa sicurezza, tuttavia, è destinata ad infrangersi miseramente non appena, dai nostri evoluti ed intelligenti smartphone o pc, siamo costretti a confrontarci, ad esempio, con le foto della distruzione e dei morti di Aleppo. Questa umanità del terzo millennio, dunque, pur potendo vantare indiscutibili e diffusi progressi nel campo della tutela dei diritti umani, è ancora bisognosa di interrogarsi, come faceva Erodoto, sul ripudio della guerra, peraltro scolpito sulla nostra Carta costituzionale, al suo articolo 11.

Allo stesso modo, al di là delle apparenze, anche l'ubi consistam del concetto di democrazia, è ben lungi dall'essere stato completamente compreso. Se Tucidide, come riporta il lavoro della professoressa Casucci, definiva la democrazia come il Governo non per i pochi ma per la maggioranza e, dunque, volto alla cura ed agli interessi di questa, ancora oggi ci si chiede in cosa debba sostanziarsi, davvero, la democrazia: in un mero potere di delega politica da esercitarsi, magari distrattamente, una volta ogni cinque anni, oppure in uno strumento concreto e fattivo di partecipazione al bene comune?

Il rischio, dunque, è che se il concetto di democrazia viene declinato in maniera sbagliata e solo procedurale, possa svuotarsi del suo autentico contenuto e trasformarsi, nella migliore delle ipotesi, in un elegante simulacro di se stesso.

Se, ancora oggi, queste domande hanno una ragione ad essere poste, ciò significa che un lungo percorso attende ancora l'umanità e che, dunque, un'opera come quella della professoressa Casucci merita di essere letta, attentamente ed a fondo. Di certo, chi avrà modo di leggere l'opera -che si presta, per la sua impostazione in 100 piccoli capitoli, ad una agevole è comoda lettura- potrà dirsi cresciuto culturalmente, avendo compiuto un incantevole viaggio spazio temporale, tra i valori supremi ed universali di cui l'umanità è andata, da sempre e non senza contraddizioni, all’ affannosa ricerca.

Gabriele Zampagni

Casucci

Ringrazio i due relatori prima di tutto per le espressioni di affetto nei miei confronti.

Grazie a Federica che ci ospita e all’editore, signor Calosci, per l’infinita pazienza che mi ha dimostrato.

Grazie soprattutto a tutti voi che siete presenti, perché condividete con me l’amore per la lettura e per il messaggio che  i libri ci trasmettono. 

Il punto essenziale da cui sono partita è che la conoscenza deve essere trasmessa e condivisa.

 Mi ha sempre commossa l’immagine degli uomini-libro nel romanzo Fahrenheit 451  di Ray Bradbury del 1953, poi trasferito nel film di Francois Truffaut: in un mondo del futuro in cui i libri sono banditi e messi al rogo, un gruppo di rivoluzionari si rifugia in un luogo isolato, per imparare a memoria ciascuno un libro da tramandare.

L’espediente fantastico degli uomini- libro mi è tornato in mente di recente, quando , nel corso di un viaggio in Terra Santa, ho visitato il sito archeologico di Qumran in Cisgiordania, nei pressi del Mar Morto.

Qui, durante la guerra romano- giudaica, che si concluse nel 70 dopo Cristo con la distruzione del Tempio di Gerusalemme, una comunità ebraica, gli Esseni, che praticava nel deserto una vita di preghiera e di studio, racchiuse dentro giare rotoli di pergamena e di papiro, che riportavano testi sacri ebraici e, secondo alcuni, cristiani. Le giare furono poi nascoste all’interno di grotte naturali per impedire che cadessero nelle mani dei nemici. Chi nascose pergamene e papiri, non è più tornato a riprenderli. La scoperta della prima delle 11 grotte è avvenuta solo nel 1947.

Delle due modalità di conservazione del libro, quella degli uomini-libro  e l’altra delle giare sotterrate dentro  le grotte del deserto, non so quale sia la più fantastica e geniale.

Fiorella Casucci Camerini

 
 
 
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