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Uomini: questi sconosciuti

Post n°7 pubblicato il 23 Novembre 2013 da Jack_Lafferty

Suonavano ripetutamente il campanello, mi lanciai giù dal letto. Ero frastornato, con un gran cerchio alla testa per la serata al bar con Alex.

Infilo al volo una maglietta, mi sistemo i boxer e barcollando vado a vedere…

Katy aveva trentasei anni. Single, affascinante, un non so che di selvatico nei suoi modi. Piccola, magrolina, con i capelli lunghi e vaporosi, di un castano scuro – marroni come la terra di un campo appena arato. Ma quel che colpiva erano gli occhi: nocciola, uno sguardo sbarazzino e vispo che talvolta lasciava intravedere tristezza. Ci eravamo conosciuti anni fa casualmente, amici di amici. Si è stretta poi, nel tempo, una confidenza ed una intesa che la portò ad usarmi come riferimento per le sue strategie con gli uomini. E ce ne sono stati tanti.

La faccio entrare.

“Hai ospiti di là o dormi senza boxer di solito?”, mi chiede cogliendomi distratto mentre preparo un caffè.

Non sapevo se avevo capito bene: “Come..?”

E lei sorridendo maliziosamente, senza aspettare che continuassi  – “eh sì, hai i boxer al rovescio! Si vede l’etichetta, li avrai infilati in fretta”, ha sghignazzato.

“E tu anziché guardarmi il culo dimmi, piuttosto, cosa è successo per venire qui a quest’ora, oggi!.”

Il suo sorriso scomparve immediatamente, e  lo sconforto che apparve su suo volto assomigliava tanto ai disegni di fumo che lascia volteggiare nell’aria una candela appena spenta. 

“Peter mi ha lasciato”, ha frignato pateticamente.

“L’avvocato?”, senza rendermi conto che nel suo caso avrei dovuto esser più preciso, per identificare: quale tra gli avvocati? Ma nella mia mente era ovvio che intendevo l’ultimo. I precedenti erano già archiviati.

Lei annuì. Questo mi lasciò capire che non serviva dire di più.

“Andava tutto benissimo”, ha proseguito piagnucolando. “Ed ad un tratto, puff.. Senza nessun motivo, mi molla!”

Approfittai della distrazione del caffè che mi accingevo a versare, per non rispondere. Forse era meglio ascoltare. Magari le serviva solo uno sfogo dopo l’ennesima delusione.

“Non li capisco gli uomini”, ha affermato con amarezza e piangendo ancora.

Mi guardava con i suoi grandi occhi nocciola, tristi, che sembravano implorare: Ma cavolo, dimmi qualcosa di confortante! Consolami!

Ero determinato a farle una bella lavata di testa. Un po’ a causa del mio stato d’animo cinico di quella mattina, un po’ per esser stato svegliato così bruscamente, ed anche perché era la almeno la quinta volta che mi trovavo nella stessa situazione con lei.. ero deciso a fargliela pesare. Non c’era cattiveria, speravo che ci riflettesse un attimo.

Doveva aver letto nei miei occhi la stessa attenzione che si ha aprendo la scatola dell’ultimo robot da cucina, appena acquistato. Ci si chiede subito: ma come si usa? Ed io, infatti, mi dicevo: non poteva non saperlo, sembrava così ovvio!

Dopotutto era una trentaseienne con almeno vent’anni di esperienza alle spalle. E tuttavia, per quanto potesse sembrare semplice, Katy aveva sempre bisogno che qualcuno glielo ricordasse.

“Dopo quanto tempo ci sei andata a letto?” le ho chiesto con tono asciutto.

Lei mi ha guardato sorpresa, spiazzata, con un’espressione innocente che sembrava ridicola.

“Piantala!”, ho detto. Lei ha abbassato gli occhi. “E non mentire”, ho incalzato.

Avvertivo un po’ di difficoltà da parte sua. Rialzò lo sguardo, era contratta.

“La seconda volta”, ha risposto con un filo di voce. Era chiaro che si sentiva in difetto.

Ho riso. Benché sospettavo una simile risposta, non sono riuscito a trattenermi. “È lì che l’hai perso!”.

“Cosa?” Istintivamente, accigliandosi.

“Sì Katy, con molta probabilità è finita quella sera”.

Intristita, cercando di capirne il senso, ha socchiuso gli occhi. “Ma è stato cinque mesi fa.”

“Non ne dubito.”

“Ha continuato a chiamarmi.”

“Non ne dubito.”

Fissandomi negli occhi, era diventata scura in volto. La sua espressione triste era mista a ribrezzo. “Ma diceva di amarmi!!”

“Oh, per l’amor di Dio, Katy!”

“Ma..” – non le diedi il tempo di proseguire – “Gli uomini non sposano le donne facili. Lo sai benissimo.”

Ha alzato il viso di scatto, l’aria dura, lo sguardo di ghiaccio.

Avevo sperimentato già, in passato, che a nessuna donna piaceva pensare di essere facile – per quanto facile fosse. Il che provava che quello che stavo per spiegarle era sensato, e che le donne stesse ne riconoscevano la logica, almeno in parte.

Avevo lavorato in banca per anni, ed in economia e finanza valgono alcuni principi cardini, fondamentali. Tanto ovvi, che a volte ci sfuggono.

“Il valore è inversamente proporzionale alla disponibilità” ho detto. Sollevando un sopracciglio “.. e l’inflazione conduce alla svalutazione.” “Chiaro?

Katy ha annuito, sconfortata.

“Noi uomini siamo animali territoriali, siamo egoisti”, ho continuato. “Vogliamo le nostre cose, il nostro giardinetto. Donne incluse. Quelle facili non si addicono alla nostra indole.”

L’ho fissata severamente: “lo sai, vero? Non è una novità.”

“Ma perché dovrebbe credere che sono stata con un sacco di altri uomini?”

“Beh, se salti nel letto con lui al secondo appuntamento, quello è un indice rivelatore preoccupante” – e con un pizzico di sarcasmo – “.. che in questo caso risulta anche corretto.”

Di nuovo sguardo glaciale, si stava per arrabbiare.

Ho continuato: “Gli uomini pensano che se fai così con loro, probabilmente fai così con tutti. Non credono alla favoletta che sia il loro fascino unico ed il loro carisma che ti ispira a farlo.”

Messa con le spalle al muro e parecchio irritata dalle mie parole è passata all’offensiva.

“Non è che mi abbia respinta con la forza! Era del tutto consenziente!”

“Certo che lo era. Se la dai via facile, lui se la piglia. Anzi, farà di tutto per portarti a letto.”

“Ma non ha senso!”, un po’ disorientata.

“Ha senso, eccome, cara. Senti, quante possibilità ci sono che una a caso delle tante belle sceme con cui esce sia quella giusta? Quella che vuole sposare? Pochissime, giusto? Quindi è naturale che lui si butti a pesce quando se ne presenta l’occasione.”

Era smarrita e turbata.

“E poi, il solo modo per essere davvero sicuro che tu non sia facile, che non abbia scopato con mille persone, che sia degna di essere sua moglie e la madre dei suoi figli, è quello di metterti alla prova. Tentarti. Se cedi, fallisci il test. Allora non sei tu quella giusta, e pazienza, si limiterà a divertirsi.”

Mi fissava sbalordita, con le braccia che le cadevano lungo i fianchi. Senza fiatare.

“È perfettamente logico”, ho concluso.

Katy era sconcertata, cercava di raccogliere i pensieri, di trovare un senso a tutto. Poi dopo alcuni secondi di silenzio ha detto: “Quindi mi stai dicendo che non dovrei mai andare a letto con nessuno?”

“No!”, scuotendo la testa. “Non sto affatto dicendo questo. Tanto più che gli uomini non sposano una donna senza prima esserci andati a letto.”

“Cosa??”, con gli occhi sbarrati.

“Beh, mi pare logico, no? Firmi un contratto che sta per durare una vita, o quantomeno che duri a lungo, e non ti assicuri che siate compatibili anche sotto quell’aspetto?”

I suoi occhi lanciavano fiamme adesso. Aveva poggiato le mani sul tavolo. “Quindi se mi interessa davvero qualcuno, non devo andarci a letto troppo presto altrimenti pensa che sono una puttana e mi lascia. Ma ci devo andare a letto prima o poi, altrimenti penserà che sono frigida e mi lascerà lo stesso.”

“Esatto”.

“Ma cazzo, Jack! E quand’è questo momento che non è troppo presto e neanche troppo tardi?”, mi chiede inviperita.

Mi sono accigliato. E mentre portavo la mano al mento: “Questo è il mistero. Ogni uomo è diverso.”

Leggevo rabbia e disprezzo nei suoi occhi. “Quindi dovrei condurre la mia vita sessuale in modo da soddisfare le stupide, ridicole ed egoiste aspettative degli uomini??”, ha esclamato infuriata e con sarcasmo.

“No Katy. Sto dicendo che dovresti usare di più il cervello, e non limitarti a soddisfare solo i tuoi pruriti tra le cosce!”, ho replicato infastidito. “Decidi che partita giocare prima ancora di iniziarla. Se vuoi solo farti sbattere da qualcuno, va benissimo. Ma se l’obiettivo è “l’uomo della tua vita”, il matrimonio, beh.. forse dovresti stare più attenta.”

Leggermente più calma, ma sempre in preda all’orgoglio femminista dalla quale sembrava colta: “E nel frattempo agli uomini è permesso scopare a destra e a manca quanto gli pare.”

“Non direi che ci è permesso. È che la maggior parte delle donne si aspetta che gli uomini si comportino così. Pensano che sia normale così, ed in fondo sta anche bene a loro. Insomma, Katy, ne abbiamo parlato anche altre volte..”

A quel punto, davvero sconfortata: “Non è giusto!”

“Non ho detto che sia giusto. Ma è così e basta.”

Ho sostenuto ancora un po’ il suo sguardo, poi ho versato ancora del caffè. Lo abbiamo sorseggiato velocemente ed in silenzio e ci siamo accesi una sigaretta.

La osservavo mentre lei guardava fuori dalla finestra. Sembrava esausta, smarrita, abbattuta.  

L’ho abbracciata sussurrandole “La prossima volta anziché piangere dopo una delusione, vieni qui da me che ti faccio piangere io prima, riflettendo.”

Mi ha fissato sorridendomi, quasi a lasciarmi intendere che aveva imparato la lezione. Ma io sapevo già, che dopo un paio d’ore si sarebbe dimenticata tutto..

 

 

 

 

 
 
 
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