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Andrea Liponi

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« DUE ROMANZIUN ROMANZO MERANESE »

adolescenza e letteratura

Post n°141 pubblicato il 25 Marzo 2020 da livio203

TERZO ROMANZO: I TURBAMENTI DEL GIOVANE TÖRLESS DI ROBERT MUSIL (1906)

 

Nell’incubo del contagio da Coronavirus è proseguito il mio viaggio tra opere letterarie che rappresentano aspetti dell’età di passaggio.  Anche I turbamenti del giovane Törless è un romanzo di formazione, ma risale all’inizio del Novecento e si colloca nell’Austria imperiale, quella che si avvicina alla rovina, ma che propone anche il genio di Freud e l’arte della Secessione.   Del resto, Musil, dopo aver conseguito una laurea in ingegneria meccanica, si è dedicato a studi filosofici e psicologici, per approdare infine al mestiere di scrittore proprio con questa opera d’esordio.  Si fa fatica a classificare questo libro come romanzo o narrazione.  Sì, ci sono degli spunti narrativi, c’è uno sviluppo dell’azione, un intreccio, ma c’è soprattutto un viluppo di riflessioni piuttosto ermetiche, che trova il suo sbocco nella scena finale, quando il giovane protagonista viene interrogato dai vertici del collegio in cui si trova sui fatti incresciosi che avevano coinvolto i suoi compagni di classe: un furto, l’accanimento terapeutico di due bulli nei confronti del responsabile, le violenze che quest’ultimo aveva subito.  Törless sembra voler approfittare dell’occasione per mettere in mostra la profondità dei suoi pensieri e il suo distacco dalla realtà bruta e angosciosa che pure lo ha coinvolto, quasi a voler far pesare la propria superiorità spirituale sugli stessi professori che lo dovrebbero giudicare.  Proprio in base alle sue farneticazioni, il collegio dei professori decide di chiedere ai genitori di venirsi a riprendere questo giovane così problematico, giudicandolo non adatto all’ambiente collegiale.  Ma la lettera del direttore viene preceduta da quella dello stesso giovane, che chiede ai genitori di lasciare quell’Istituto, nel quale non si sente più a suo agio. 

Prima della conclusione, tuttavia, Törless si eclissa, sparisce.  Non si sa perché, ma forse è una caratteristica dell’età di passaggio, di questi giovani ipersensibili e che faticano ad adattarsi alla realtà, la fuga, il desiderio di scomparire.  E’ una fuga che dura poco, viene ritrovato dopo due giorni, ma che ne fa un prototipo dell’adolescente.    Incerto sul suo presente e insicuro del proprio futuro, dubbioso anche sulla sua identità sessuale, ancora ambigua e tormentato dal desiderio di scoprire il senso profondo dell’esistere umano.

Un turbamento in più coglie il lettore di due secoli dopo.   Noi leggiamo questa vicenda proiettandola sugli avvenimenti tragici che hanno coinvolto l’Europa, a partire proprio da Austria e Germania e sulle ideologie che hanno imperversato nei decenni successivi.   Non possiamo non pensare, quindi, che la persecuzione - basata su una volontà di dominio e di affermazione di sé e delle proprie idee perverse, condotta da due compagni di Törless su un altro ragazzo e che vede la complicità passiva dello stesso protagonista – è una sorta di anticipazione dei successivi avvenimenti storici. 

Inoltre, c’è anche un altro livello di lettura di questo libro, che nasce nell’epoca della psicanalisi, ma anche di vari movimenti artistici che vogliono superare la realtà e distaccarsi da una visione serena dell’esistenza.  Il groviglio angoscioso dei pensieri di Törless, la sua voglia di sublimazione e le sue contraddizioni, le sue ambiguità, la sua inettitudine ad agire per l’ipertofia del pensiero si collocano proprio in questo contesto culturale: e collocano il protagonista accanto a tanti altri personaggi della letteratura da allora in poi.

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