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« Messaggio #16

Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 27 Maggio 2007 da hrothaharijaz
Foto di hrothaharijaz

                                                PALOMO

Che fosse nato per non fare fatica lo si era potuto capire fin dai primi mesi di vita: mangiava e dormiva, dormiva e mangiava, senza mai piangere, o per meglio dire frignare, come facevano tutti i bambini della sua eta'. Tanto a cosa serviva piangere, il suo papà e la sua mamma erano sordomuti dalla nascita e non si sarebbero accorti di nulla, quindi tanto valeva risparmiarsi la fatica di versare inutili lacrime.

Gabriele (Palomo lo sarebbe diventato solo attorno ai diciasette anni) era nato da mamma Enrichetta e da papà Pasquale, detto Lino, quando i suoi genitori erano gia' avanti con gli anni.

La silenziosa abitazione dei coniugi Di Santo si riempi' improvvisamente di squittii di gioia e il nome Gabriele, pronunciato dai genitori con un gutturale "Gbrle", risuonava in continuazione da una stanza all'altra della casa.

Oltre all'handicap fono-acustico che aveva colpito la signora Enrichetta e il suo consorte, Madre natura non era certo stata munifica con loro per quanto riguarda l'aspetto fisico. La signora Enrichetta era una lungagnona di quasi due metri di altezza, magra da fare spavento, con un viso da rapace, pelle chiara e attraversata da reticoli di vene bluastre, capelli biondo giallastri e stopposi, raccolti perennemente in una treccia che arrivava al fondoschiena; si vociferava che, di nascosto dal marito, si mettesse nel naso robuste prese di tabacco e non disdegnasse attaccarsi alla bottiglia della grappa. Il marito, al contrario, era più largo che alto, raggiungeva a malapena il metro e 55 centimetri di altezza e superava i 100 chili di peso; di origini meridionali, aveva un faccione rotondo, sempre sudato, capelli neri, unti, con i riporti e un paio di baffetti sempre curati.

Vivevano al terzo piano di una decorosa palazzina dalle parti di San Pietro in Ciel d'Oro. Nessuno dei due lavorava o aveva lavorato e di cosa campassero non era dato di sapere. Sembrava che a loro nulla mancasse, ben s'intende, nessun lusso sfrenato ma, tre settimane a Loano d'estate e due in montagna o in qualche capitale europea, d'inverno, erano state un rito, almeno fino alla morte del signor Lino, avvenuta quando Palomo aveva da poco compiuto i diciotto anni.

Ogni giorno la signora Enrichetta si recava alla banca e per almeno un'ora, con la sua lingua gutturale e con l'ausilio di un bloc-notes, impegnava il suo funzionario di fiducia a spostare capitali e ad acquistare o vendere titoli.

Si vociferava sempre che il signor Lino era entrato in possesso di una cospicua eredita' e, grazie all'acume della moglie per gli affari, quel gia' consistente gruzzolo era via via aumentato al punto da permettere ai Di Santo di vivere senza preoccupazioni e al piccolo Gabriele di crescere senza l'assillo di dover finire per forza una scuola per entrare nel campo del lavoro.

Ma torniamo al piccolo Gabriele; dicevamo che Madre natura non era stata particolarmente munifica nei confronti dei genitori ma, quel che aveva tolto loro in bellezza e grazia, lo aveva restituito, e con gli interessi, al loro bambino. Bianco e rosso di pelle, con una zazzeretta di capelli neri era proprio un bel angioletto. "l'm angl" (il mio angelo) come soleva sempre ripetere Enrichetta quando lo prendeva in braccio.

Anche crescendo si mantenne un bel bambino, posato, ordinato, sempre pulito e ben vestito. Rispondeva a modo e con educazione a quanti gli rivolgevano la parola e, davanti ai complimenti dei più, manteneva un atteggiamento di educato riserbo.

Fin dai primi anni di vita, nessuno lo vide mai correre o affrettarsi; sempre ultimo ad entrare in classe o a ricevere la merenda. Alla scuola materna suor Maddalena soleva spesso canzonarlo con:"Gabriele, sei sempre il solito posapiano".

Per il suo candore, la sua tranquillita' e, diciamolo, la sua bellezza, alle recite presso la scuola materna gestita da religiose, le sue parti erano sempre quelle dell'angelo o di Gesu' Bambino.

La sua carriera scolastica non e' mai stata brillante: "E' intelligente, ma potrebbe fare molto, molto di più" era il ritornello che ripetevano inesorabilmente i professori alla madre che, ogni quindici giorni, si recava a scuola per sapere del profitto del suo adorato Gabriele.

Tutt'altro che stupido Gabriele, sì studiava, ma passava la maggior parte del suo tempo in altre faccende; collezionava di tutto, dai vecchi fumetti di Zagor e Tex, ai coleotteri e alle farfalle, dai sassi di fiume alle conchiglie di mare. La sua passione più forte era quella di osservare il cielo di notte. Grande fu la sua gioia quando, a dodici anni, si ritrovo', sotto l'albero di Natale, un telescopio. Sul terrazzo di casa si portava sempre dietro mamma Enrichetta che cercava di coinvolgere in questa sua passione. "Mamma, guarda, quello e' Rigel, in Orione" e la mamma: "Rgl, Orrrne" oppure "E quella e' Sadalsuud in Acquario" al che la mamma lo guardava con tenerezza quasi a dirgli: Ma non potevano, quella stella, chiamarla con un nome più semplice?"

Solo verso i quindici anni la sua bellezza venne un pò deturpata da una incipiente acne che avrebbe segnato la sua pelle per gli anni a venire.

Dicevamo che Gabriele sarebbe diventato Palomo solo verso i diciassette anni e fu in occasione di una festa in maschera organizzata dai suoi compagni di Liceo. Si presentò con un abito di foggia spagnolesca: camicia di seta bianca, merlettata, aperta sul petto villoso, pantaloni neri attillatissimi, fusciacca rossa in vita, stivaletti di capretto neri e con tacchi alti, capelli lunghi e neri raccolti in una coda da un nastrino pure lui rosso. I suoi compagni, non appena lo videro, al gridio di "Flamenco, flamenco" lo issarono su un tavolo e lo costrinsero a ballare. Su come andò la sua performance é meglio stendere un velo pietososo ma, da allora e per tutti il suo nome da Gabriele divenne quello di Palomo. Anche la mamma si abituò a chiamarlo con quel nome: "Plomo".

Sempre verso i diciassette anni Palomo prese coscienza delle sue fortune economiche: una decina di appartamenti in città, tutti affittati a famiglie per bene che pagavano con regolare puntualità, una casa al mare a Loano, una sulle colline dell'Oltrepò, due miliardi e mezzo di vecchie lire in banca, investiti oculatamente dalla mamma e una cassetta di sicurezza con oro a chili.

La stessa sera , prima di addormentarsi, fece un rapido ragionamento e prese una decisione che avrebbe giustificato la sua vita e i comportamenti futuri:" Con tutto questo ben di Dio, chi me la fà fare di faticare nella vita?"

Terminato senza infamia e senza lode il Liceo, si iscrisse all'Universita', alla facoltà di economia e Commercio, dove rimase parcheggiato per altri diciannove anni della sua vita e dove divenne un'istituzione. Lunghe presenze sui banchi delle aule o in biblioteca, piu' per dormire e far passare il tempo sfogliando distrattamente le pagine della Gazzetta dello Sport che per studiare. La media di un esame all'anno, giusto giusto per rimandare il servizio militare. Ci pensò poi mamma Enrichetta a tenerlo a casa definitivamente grazie ad un sostanzioso regalo ad un funzionario della sua banca, parente a sua volta di un pezzo grosso di non si sa quale ministero.

Nonostante tutto la signora Enrichetta era orgogliosa di quel figlio. Era bello, per lei, vederlo al mattino prepararsi per uscire e recarsi all'Università; gli ci voleva almeno un'ora per prepararsi con minuziosa meticolosità, sempre gli stessi gesti, le stesse azioni: la doccia, la colazione, l'asciugatura dei lunghi capelli neri, la scelta degli abiti, con predilezione per pantaloni e giacche di velluto o di pelle, dolcevita scuri o camicie a quadri e stivaletti con tacco alto; poi il bacio della mamma, prima di uscire, l'acquisto del giornale e la partenza per l'Ateneo, a piedi, con la sua andatura lenta e costante, o a bordo di un vecchio Ciao verde smeraldo.

Che fosse un bel ragazzo lo avevamo già detto e, nel corso dei primi anni di Università, molte furono le compagne di studio che cercarono di smuovere Palomo dal suo torpore, senza tuttavia riuscirvi. Qualcuno avanzò l'ipotesi che avesse altri interessi in fatto di gusti sessuali ma, anche quando i ragazzi di una certa tendenza ci provarono, ottennero lo stesso risultato. Pertanto i più pensarono a lui come a Palomo l'Angelo, cioè senza sesso.

Immancabilmente verso le tredici tornava a casa per il pranzo che si prolungava per quasi un'ora e mezza; un boccone al minuto, come lo aveva abituato la mamma, fin da piccolo:" Gbrle mstica bne, se no n'dgersci" e con l'immancabile giornale aperto davanti al piatto.

Un figlio senza vizi, solo qualche sigaretta al giorno, fumate ad ore fisse, con boccate regolari a cui seguivano perfetti anelli di fumo che Palomo osservava salire verso il soffitto della stanza fino al loro disintegrarsi.

Mai aveva espresso un desiderio tale da mettere in ansia i genitori; obbediente, accondiscendeva a tutte le richieste dei genitori, dal semplice rivestirsi per scendere a comperare qualcosa che la mamma aveva dimenticato per la spesa a quella di richiudere il telescopio quando la signora Enrichetta saliva in terrazza e lo invitava a ritirarsi perche' era tardui e faveva freddo.

                                                      °  °  °  °  °

Ho osservato per anni Palomo senza tuttavia conoscerlo personalmente e sentire la sua voce. Mi ero fatto un'idea di un individuo che, pur nella sua metodica piattezza, potesse vivere felice e sereno. Sono solito ripetere a mia moglie e a mia figlia che il segreto della felicità sta nell'accontentarsi e nel godere delle piccole cose.

In un certo senso invidiavo Palomo per questo, finche' un giorno, al termine di una noiosa giornata di lavoro in ambulatorio me lo vedo entrare in studio, sedersi e lapidario proferire: "Dottore, mi aiuti, sono depresso e non ce la faccio piu'."

Lo seguii per alcune settimane, anche con un certo successo, poi spari' dalla circolazione.

Venni a sapere alcuni anni dopo che era emigrato in Sud America.

Mi piacerebbe saperlo sui tavoli di qualche locale di Caracas o di Punta dell'Est a ballare il flamenco.

 
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