Creato da LorenaBianconi il 30/01/2008
Titolo liberamente tratto dall'opera omonima di Claude Lévi-Strauss, che identifica un particolare approccio alla ricerca, un certo modo di guardare l'Altro, l'Altro-da-sé, lontano nel tempo e nello spazio...
 

 

ArteLibro e il Palio di Bologna

Il 25 settembre, ore 16.30, presso l'Oratorio di San Filippo Neri di Bologna, inaugurazione della mostra di stampe del '6-'700 che la Chiesa dei SS. Bartolomeo e Gaetano ospiterà dal 25/9 al 13/10, con un un dibattito tra studiosi ed esperti che hanno approfondito gli aspetti storici della tradizionale Festa bolognese della Porchetta, antica di cinquecentocinquant’anni.
Intervengono:
Franco Bacchelli, Università di Bologna
Marinella Pigozzi, Universitàdi Bologna
Lorena Bianconi, Specialista in storia e cultura dell'alimentazione
Mons. Stefano Ottani, Chiesa dei SS. Bartolomeo e Gaetano.
Incontro promosso da Artelibro, in collaborazione con ALAI
Per il programma completo della manifestazione:
http://artelibro.it

 
 
 

Considerazioni a margine di un ricettario di famiglia

Post n°22 pubblicato il 20 Giugno 2009 da LorenaBianconi
 

Casa Artusi ha di recente avviato un bellissimo progetto riguardante i ricettari di casa e/o di famiglia, cioè quei quaderni sui quali, nell’arco di diverse generazioni, le donne di casa (più raramente gli uomini) annotano le loro ricette. Casa Artusi ritiene infatti che questi quaderni siano documenti molto importanti: essi [cito dal sito internet] “ci dicono molto più di quello che prescrivono nelle ricette. Attraverso quelle preparazioni, ci dicono come vivono coloro che le hanno fissate su carta: quali sono le occasioni speciali, cosa considerano importante e “tradizionale”, cosa fa parte del retaggio della loro famiglia e della società della quale fanno parte, che cosa riconoscono come loro “identità”.

Mia nonna, la mamma di mio padre, si chiamava Lina. Originaria della campagna bolognese, classe 1914, ha vissuto per buona parte della sua vita in una tipica famiglia mezzadrile, molto numerosa, dove tutti, donne e uomini, avevano il loro compito. A mia nonna, che non aveva mai mostrato troppo entusiasmo per il lavoro nei campi, spettavano i lavori domestici, la cura dell'orto, del giardino e degli animali da cortile, infine la cucina. In altre parole, era il braccio destro dell'arzdoura, la reggitrice. Ma c'era una cosa in particolare che, stando alle sue parole, nessuno sapeva fare meglio di lei: le tagliatelle.
Di questa sua particolare abilità in cucina, io sono stata una testimone diretta: per tutta la vita, ogni domenica, l'ho vista preparare pranzi per 8-12 persone, a base di tortellini, lasagne, arrosti, cacciagione, sformati, e dolci. Faceva tutto da sola, con le sue mani, soltanto con l'ausilio di un piccolo forno a gas. Ma mia nonna aveva un segreto. In un mobiletto del soggiorno, dove conservava tutte le copie della rivista Grandhotel che comprava puntualmente ogni settimana, c'era un grosso quaderno, molto malandato, dove lei, con la sua calligrafia incerta e tremolante (aveva solo la quinta elementare) aveva appuntato tutte le sue ricette.
Io, durante i miei giochi di bambina, sicuramente l'avrò sfogliato qualche volta, senza mai dare troppa importanza a quel quaderno, che lei, tra l'altro, estraeva molto raramente dal cassetto. Come me, nessuno della mia famiglia aveva mai compreso fino in fondo quale valore potesse avere quel quaderno per mia nonna, tant'è vero che, un giorno, in occasione di un trasloco, qualcuno, scambiandolo per una inutile massa di cartacce, lo buttò. Mia nonna, ormai ultraottantenne, già provata dalla fatica dei lavori, una volta resasi conto della perdita, ebbe un forte shock e da allora non si riprese più.
Quello per lei era molto più di un ricettario. Era qualcosa che aveva a che fare con la sua stessa identità di donna, di moglie, di madre e di nonna. Attraverso il cibo che preparava, lei esprimeva se stessa e la sua competenza.  "Fare da mangiare" era sempre stato il suo compito ed era lo scopo di ogni sua giornata. Quel ricettario ne era il primo testimone, oltre ad essere la massima autorità in caso di dubbio. Perdere quello, equivaleva a perdere l'esperienza di una vita. E così, anche lei da quel giorno, si smarrì dentro sé stessa.

A tutti coloro che avessero tra le mani un ricettario di famiglia, brutto, sporco, malandato, sgrammaticato, rivolgo un appello: non buttatelo. Piuttosto, regalatelo a Casa Artusi. Là sapranno certamente trarne qualcosa di buono.

 
 
 

La cucina contadina. Tappa a Casa Artusi!

Post n°21 pubblicato il 15 Giugno 2009 da LorenaBianconi
 
Foto di LorenaBianconi

A Forlimpopoli, nell'ambito della Festa Artusiana, secondo appuntamento con la cultura del cibo.
Per chi avesse perso la presentazione del 10/5, o per chi eventualmente volesse fare il BIS, appuntamento martedì 23 giugno alle ore 21 a Casa Artusi. Insieme a me, interverranno Rosaria Campioni, Laura Carlini, Massimo Montanari e Massimo Tozzi Fontana.
A seguire, scuola di cucina, con i Ravioli al sugo di carne!

"L'obiettivo del ricchissimo programma che viene proposto in occasione della XIII edizione delle Feste Artusiane, è quello di mettere in mostra e presentare strade, palazzi, monumenti di Forlimpopoli - Città d'arte. [...] Accade così che tutte le piazze, le strade, i vicoli di Forlimpopoli si trasformano in veri e propri percorsi gastronomici divenendo suggestive quinte teatrali nel grande spettacolo de "La scienza in cucina e l'arte di mangiare bene".

 
 
 

La cucina contadina

Post n°20 pubblicato il 23 Aprile 2009 da LorenaBianconi
 

Domenica 10 maggio, alle ore 17, presso il Museo della Civiltà contadina di San Marino di Bentivoglio (BO), in occasione dell'inaugurazione della nuova esposizione permanente dedicata ai Contadini della pianura bolognese (1750-1950), sarà presentato il volume

La cucina contadina. Storia dell'alimentazione, patrimonio e tradizioni nei musei dell'Emilia-Romagna, ER Musei e territorio. Materiali e ricerche. IBC, Bologna, Compositori, 2009.

Interverranno:

Simona Lembi, Assessora alla Cultura e Pari Opportunità della Provincia di Bologna;
Massimo Montanari, Dipartimento di Paleografia e Medievistica - Università di Bologna;
Laura Carlini, Servizio Musei e Beni culturali - IBC
Massimo Tozzi Fontana, Servizio Beni architettonici e ambientali - IBC
Francesco Fabbri, Istituzione Villa Smeraldi - Museo della Civiltà contadina

Frutto di una ricerca da me svolta sulle schede ARS (schede per la catalogazione museale delle  attrezzature rurali) dell'Istituto regionale per i Beni Culturali, presenta una ricostruzione della cucina contadina emiliano-romagnola, così come si poteva presentare tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento.

Corredato da numerose di fotografie, alcune delle quali tratte dall'archivio personale di Enrico Pasquali, offre un'articolata rassegna degli oggetti della cucina rurale più diffusi e rappresentativi, attualmente conservati nei musei dell'Emilia-Romagna, indicandone, quando possibile, l’area di provenienza, la corrispondente denominazione dialettale e le modalità d'uso.

E al termine della giornata... Merenda Contadina! Vi aspetto!

Link:     www.museociviltacontadina.provincia.bologna.it

 
 
 

Terzi: gli artisti del caffè

Post n°18 pubblicato il 14 Novembre 2008 da LorenaBianconi
 
Foto di LorenaBianconi

Insieme al “Mercato di Mezzo”, via Oberdan è forse uno degli ultimi baluardi dell'antica tradizione gastronomica e commerciale bolognese. Qui, al n.10, c'è un piccolo locale diverso da tutti gli altri. Non è propriamente un bar, né soltanto una pasticceria. Si chiama “TERZI. Mescita e commercio caffè e tè pregiati”.
Nato nel 2002 dalla professionalità e dalla passione di Manuel ed Elena Terzi, tratta soltanto miscele di caffé accuratamente selezionate e té in foglia di altissima qualità, che vengono acquistati in loco, direttamente dagli importatori. Senza dimenticare, naturalmente, il cioccolato.
Un locale dove senz'altro Wolfgang Schivelbusch, autore del celebre volume Storia dei generi voluttuari. Spezie, caffè, cioccolato, tabacco, alcol e altre droghe (Mi, Mondadori, 1999) si sentirebbe perfettamente a suo agio.
Entrando, l'atmosfera ci riporta all'antica Compagnia delle Indie, a bastimenti carichi di essenze e profumi esotici, un lusso allora per pochi aristocratici e qualche raro esponente dell'alta borghesia. La clientela, oggi, è forse più o meno la stessa, così come l'arredamento e la minuscola sala da té ricreano un'ambientazione retro'. Ma ciò che lascia davvero senza fiato è l'impeccabile cortesia del personale, che in ogni momento sa consigliarti la miscela più adatta, quasi riuscisse a scrutarti il cuore.
Un locale d'altri tempi, direbbero alcuni, dove non si beve, ma si gusta lentamente, così come si gusta un'opera d'arte. Con attenzione, raccomanda Manuel Terzi, e aggiungerei, personalmente, con amore.

www.caffeterzi.it

 
 
 

CHI SONO E COSA FACCIO...

Bolognese, laureata in Scienze dell'educazione, mi occupo di storia e cultura dell'alimentazione, tradizioni popolari e catalogazione museale.
Collaboro con enti pubblici e privati, impegnati nello studio, promozione e valorizzazione delle tradizioni locali e del patrimonio materiale conservato nei musei del lavoro e della vita contadina.

 

Area personale

 

Adesso siamo in...

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Contatti

bianconil@libero.it

 

La cucina contadina, Ed. Compositori, 2009

 

 

Festa della Porchetta, Ed. Clueb, 2005

 
 

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