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« Que se Jodan!L'ipocrisia della forma... »

Cambiare rotta, please!

Post n°15 pubblicato il 27 Luglio 2012 da iskra1974
 

 

IlvaIn Italia, si accetta di più che il proprio figlio si ammali di cancro piuttosto che riconvertire le proprie keynesiane prerogative lavorative.

Questo sta accadendo in Puglia a causa del fermo alle attività siderurgiche, determinato dai tassi incoercibili di tossicità dei fumi effluenti, ma la protesta, inesorabilmente, monta. E' giustificato che la paura di perdere il posto di lavoro porti a rivendicazioni, ma si dovrebbe sempre anteporre l'interesse generale collettivo.

 

Chiudere un settore superato, antieconomico e dannoso per la salute non solo è giustificato ma doverso. e non dovrebbe essere la magistratura ad intervenire bensì direttamente il governo. Vi è il fatto che in Italia il settore privato, anche a causa di un'indebita ingerenza di conventicole politiche, è, dai tempi della balena bianca, un welfare state mascherato e trasversale per la conservazione di posti assolutamente improduttivi e squalificati dal punto di vista delle tecnologie e delle strategie di pianificazione economica dello stato.

 

Il proporre questo tema, da sinistra, è sempre stata un'eresia indegna del buon sinistro, che si sarebbe subito attratto le folgori e gli strali di un mondo imprenditoriale ingrassato da certe "politiche" e restio dal mettere in discussione tecnologie e gestioni incriostate di anni, nonchè della grande mano sindacale pronta a difendere i già protetti, ma soprattutto ad intascare tessere e favori, e, infine, delle amministrazioni locali, che non vogliono problemi e considerano il loro ruolo di esclusiva mediazione politica tra affaristi.

 

Il caro Vendola dove si trovava quando riceveva le interrogazioni pubbliche inerenti al protrarsi del danno ambientale causato dalla siderurgia? Forse in qualche contesto mediatico a sciorinare consecutio temporum e figure retoriche.

 

Come scrissi già in altri articoli è il problema della dimensione lavoro-specializzazione al centro del nodo strategico che la politica e una nuova ideologia devono attraversare e risolvere. la dimensione statica della prestazione di lavoro che si ripete dall'assunzione alla morte ha prodotto dissesti in termini di competitività e di etica del lavoro, nonchè un modello culturale orientato al consumo, al luccichio vanoglorioso del balocco che ha corrotto negli anni la mitica, e mai troppo decantata, classe operaia.

 

Una corruzione che lo stesso Pasolini intravide e denuciò appieno, nell'epoca del tardo boom economico. Oggi non ci resta che procedere velocemente ad un rapido cambiamento culturale per il quale l'uomo non sia più visto come un centro di lavoro specializzato e una bestia da cosumo, nello stesso tempo. Impresa disperata e forse impossibile.

 

Luca Pastura

 

 
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