Creato da soleincielo83 il 12/01/2010

Luce di Dio

NON AVERE PAURA ,LA PAURA E' UN SENTIMENTO CHE NON PORTA ALLA VERITA'

 

« LA MORTE DI CRISTO E' ...Gesu' ! »

08/04/2012

Post n°65 pubblicato il 09 Aprile 2012 da soleincielo83

 

Miei FIGLI il silenzio di DIO deve entrare dentro di voi, deve essere vissuto come RISPETTO per DIO. Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. CRISTO ha aperto una porta che può permettere a coloro che attendono di varcarla e di rientrare nelle beatitudini divine. Perché egli scende negli inferi? Per prima cosa dovete capire che gli inferi che egli visita non sono gli inferi del male ma il luogo dove erano posti coloro che attendevano il giorno della riconciliazione, era il luogo dell’espiazione per coloro che hanno vissuto prima della venuta di CRISTO. Con l’offerta di CRISTO va a liberarli, egli si dirige verso ADAMO che è stato colui che ha portato la colpa nell’uomo, e porta a lui la vittoria della sua volontà e della sua obbedienza che si contrapponeva alla sua disobbedienza. Appena ADAMO lo vide si inginocchiò ai piedi di CRISTO che aveva riparato la sua colpa per aprire a lui e ai tanti figli che attendevano quella porta di riconciliazione con DIO. visione Gesu’ parla ad ADAMO: Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma con la mia obbedienza ho vinto sulla morte Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai traditori, e sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che Io ho ricevuto per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi allungato la tua mano all’albero. Sono morto sulla croce e la lancia è penetrata nel mio costato, La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te. IO ora sono qui per liberarti da questo luogo, il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma IO, che sono la vita, ti comunico quello che sono: COLUI CHE HA VINTO LA MORTE, per dare la vita a te. Io sono disceso qui per oltrepassare la porta della vostra solitudine, sono disceso nel fondo irraggiungibile dove vi ha portato il peccato, qui la voce di DIO non giungeva perché tu ti sei separato da lui , ma IO per amore con la mia vittoria sono venuto qui per liberarti, per portarti la dove è la voce del PADRE, e per farti ricordare quello che tu eri e ciò che un giorno diventerà l’uomo, quando vincerà il suo peccato. Per te IO ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma oggi risorgo da trionfatore sul male. Ora guarda lo sconforto dell’uomo che ha visto la mia morte, anche i miei apostoli sono afflitti, vivono il silenzio, l’assenza di DIO. In quell’inquietudine dei discepoli Io vedo l’inquietudine di tanti figli che nel tempo si troveranno smarriti di fronte a tante prove che dovranno affrontare, essi vivono quel freddo sepolcro senza pensare che IO sono vivo dentro di loro e in mezzo a loro, senza pensare che essi non sono limitati e imperfetti ma possono divenire figli di luce. Questo è il frutto del peccato che ha reso l’uomo imperfetto e colpevole dei suoi errori e IO grido ancora fortemente all’uomo di tutti i tempi:se avrete fede come un granellino di senape vedrete grandi cose in voi. Ora guardo gli apostoli che mi sono stati vicini, non vedo in loro quel coraggio di sperare, sono delusi, sono tristi, anche se essi erano stati istruiti e sanno che IO risorgerò perché ho vinto la morte, ma quello che hanno vissuto li ha segnati, la mente umana non sa andare oltre quello che è il suo limite, è quel peccato di origine che annebbia la certezza dell’uomo, per cui anche se DIO parla, rassicura e istruisce l’uomo finisce sempre per entrare nei sui ragionamenti limitati. Questo è successo a te ADAMO,nonostante gli insegnamenti di DIO tu hai voluto disobbedire, e hai provocato questo disastro nell’uomo per cui per la tua condizione di uomo divino, IO devo accettare e perdonare le debolezze dell’uomo imperfetto che lotta contro quel male che lo vuole piegare e allontanare da DIO. Se la tua perfezione nel giardino ti rese disobbediente, allora quanto più l’imperfezione porta in se quella macchia che pone l’uomo nel suo combattimento e nella sua caduta. IO mi sono offerto per l’uomo e per te e ho vinto riaprendo quella porta per portare l’uomo a rivestirsi della sua gloria. Ora guardo le donne insieme alla Madre, non vedi il coraggio che hanno avuto? Esse mi hanno seguito, non hanno avuto paura. La loro è stata una presenza discreta, ma è una presenza, a differenza degli apostoli che mi hanno abbandonato. Queste donne, sono le vere discepole. Loro hanno portato avanti fino alla fine tutto ciò IO avevo chiesto ad ogni discepolo. La donna che è stata tentata nel giardino e si è allontanata dalla verità di DIO, ora sotto la croce nel momento della mia morte non si è allontanata e insieme alla MADRE mi ha seguito fino alla fine, MARIA ha risanato la colpa della donna, in lei ha riabilitato la donna per cui coloro che mi hanno seguito simboleggiano le tante donne che nel tempo saranno coloro che riusciranno a portare avanti il mio disegno di salvezza. Restando vicino alla croce contemplano ciò che è avvenuto a ME e sono li con forza ed energia interiore, perché stare sotto la croce significa attestare l’autentica professione di fede che porta a cancellare nella donna quella disobbedienza a DIO. Esse sono li e non hanno paura, sono li fidandosi di DIO, mentre EVA si fidò solo del serpente. Esse ora sono vicine al sepolcro e sono le prime che vedranno la mia resurrezione, perché alla donna è dato di conoscere il mistero della trasfigurazione dell’uomo, quel mistero che si compirà tramite una donna che partorirà l’uomo nuovo. Esserci vuol dire rimanere fermi nell’impegno assunto, anche quando questo é sofferto, anche se questo sembra essere inutile perché IO sono morto. Sono rimaste vicino alla Croce senza dire assolutamente niente, ma osservando tutto quello che accadeva e lo stare in silenzio non vuol dire che non avessero niente da dire, ma si contrapponeva al dialogo della donna con il serpente, qui esse tacciono per onorare ME che sono straziato dal dolore, e in questo loro silenzio vi era tutto il loro dolore per il peccato commesso, in loro DIO prendeva dal loro pianto silenzioso quel pentimento per riparare all’offesa della disobbedienza e accanto alla madre essi si purificavano e purificavano le donne che nella carne del CRISTO potevano assolvere ai loro compiti di missione sulla terra. Nella Madre la mia carne si trasfondeva di nuovo per essere donata a loro e da loro ai nuovi uomini che dovevano continuare la missione salvifica. Quella genealogia cominciava di nuovo dalla donna,che tramite il suo parto fondeva nell’uomo quella carne nuova che portava la nuova genealogia divina. Ecco perché la presenza delle donne è stata importante perché tutto doveva rispettare quella sequenza che vi doveva essere nella visuale di DIO. Tutto è iniziato con la madre mia, nel mistero dell’annunciazione, un mistero luminoso, il verbo, la luce vera si chiudeva nel suo grembo e lei l’ho ha accolto, Maria aspettava e accettava con fede mentre la luce è nel suo grembo, cosi come le donne che aspettano un banmbino assobono la luce invece di rifletterla. Eppure DIO ha voluto servirsi di una donna, sono passato attraverso la via più naturale per farmi uomo e non mi sono imposto alla madre, ma le ho chiesto il suo consenso per farla divenire madre del Verbo. Lei ha pronunciato il suo Sì incondizionato da sola. Pur intuendo la sofferenza, l'incomprensione, che ne sarebbero derivate, da figlia fedele,erede della promessa, si è abbandonata al disegno del Padre. A voi figli che ascoltate questa parola, IO in questo giorno desidero dirvi che Dio agisce su di voi attraverso la vita, attraverso l’esperienza che la vita vi fa fare, dunque anche attraverso le crisi, i momenti di buio e di oscurità in cui la vita può portarvi. Lo Spirito santo è la luce con cui Dio vi previene e orienta il vostro cammino verso la santificazione e questo cammino può essere doloroso, ma necessario inizio del cammino di luce è il momento in cui si frantuma l’”io” che vi siete forgiati e che volete perseguire come realizzazione di voi stessi. Senza questa “crisi” non si accede alla vera vita secondo lo Spirito. Se non c’è questa morte a se stessi non ci sarà neppure la rinascita a vita nuova. Il male muove guerra alle creature di Dio ed è per questo che in un momento così travagliato, la Mia presenza in mezzo a voi, è fonte di fiducia che Dio non abbandona i Suoi figli e, anche se il buio dello spirito assorbe il vostro essere, Dio non lascerà mai che le tenebre avvolgano il progetto Santo e la luce sia perché Dio è verità e si manifesta quando i cuori dei Suoi figli, allo stremo delle forze, implorano il Suo intervento. Io voglio benedirvi perché voi dovete portare questa benedizione al mondo intero, non siete inutili ed è tempo che tutto ciò che avete dentro di voi venga manifesto, perchè la potenza di Dio si renderà palese attraverso la vostra carne. in questo momento di prova dove il vostro cuore piange perchè desiderate l'amore di Dio, per fare la sua volontà, Io vi dico: “Non temete, siate zelanti, siate veri, siate con il vostro coraggio coloro che sostengono nel silenzio le fondamenta”. A voi, Dio darà un bacio di predilezione, a voi Dio consegnerà le perle del vostro soffrire. Pregate e non vi stancate, Dio vi ama e vi predilige, e scenda sopra di voi una benedizione particolare che vi faccia forti e veritieri. Figli, la Pasqua non significa una data, ma la vera Pasqua è capire il mistero che avvolge l'ultimo tratto del cammino di Cristo e la vera pasqua per voi è la certezza di rinascere a vita nuova, di risorgere come uomini divini, perché IO per questo sono morto per darvi la carne che vi poteva portare al trionfo sul peccato nella vostra carne imperfetta. Il saluto di Dio abbraccia TUTTI I MIEI FIGLI , il Cristo che come Uomo ha portato a compimento la Sua missione terrena, a voi Io dico: “Ciò che date al Padre vi verrà ricompensato perché questa è l’obbedienza che vi rende forti, capaci di dominare sulle forze del male”. affinché nel vostro spirito vi sia la forza necessaria per potere combattere e vincerlo. Siate uniti, abbiate gli stessi e medesimi sentimenti, perché questa è la forza: l’unità e in questa il male s'inginocchia e viene umiliato dall’amore fraterno che porta il sigillo di Dio. Vivete il giorno della Resurrezione come giorno di trionfo per voi, vivete la vita Divina in voi perché con Me voi risorgete a vita nuova. Ora attendete ancora nel silenzio che non sia scoraggiamento che non sia disperazione, ma sia per voi momento di silenzio per rispettare in voi la carne che si è offerta e in voi quella stessa carne trionferà per sempre. Questo è ciò che oggi vi dico figli a Me cari. con Me esultate alla mia Resurrezione all’alba della Mia Pasqua, alba di luce in cui Io vi porto tutti. cosi sia…amen.. amen….

 
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champions_3
champions_3 il 09/04/12 alle 02:04 via WEB
IL SECONDO ADAMO. Romani 5:1-21 La giustizia recata dal secondo Adamo, celebrata nel suo trionfo sulle conseguenze del peccato recato dal primo Adamo. È conforme all'uso di S.Paolo, pare anzi un bisogno dell'anima sua compenetrata dallo Spirito, il chiudere le esposizioni dottrinali più sistematiche, più ricche di dialettica, con la calma contemplazione, delle conseguenze derivanti dalle, verità insegnate. Egli si eleva allora alle maggiori altezze, della conoscenza e della eloquenza religiosa; e la sua parola ispirata diventa un canto, un inno di trionfo e di adorazione. Si confronti nella nostra Epistola Romani 8 e la fine di Romani Cap.11; 1°Corinzi cap.13 e la fine di Romani cvap. 15. L'Apostolo ha mostrata la universale necessità della giustizia di fede, l'ha de scritta, nei suoi grandi caratteri e considerata nei suoi rapporti con le precedenti dispensazioni divine Romani cap.1:18, cap.4:25. Ora, in un capitolo che ha l'intonazione d'un inno di vittoria, ne contempla, il trionfo sulle conseguenze del peccato. a. Rispetto all'individuo, la, sua relazione con Dio è del tutto mutata: riconciliato con Dio, il suo presente è pace con Lui, l'avvenire che gli è assicurato sarà gloria presso di Lui Romani 5:1-11. b. Rispetto all'umanità considerata nella sua grande unità organica come famiglia, Cristo, il nuovo Adamo, trionfa dell'opera del primo. Questi, colla sua disubbidienza, avea costituito l'umanità peccatrice e soggetta alla morte. Il nuovo Adamo la rialza e riabilita col dono della giustizia acquistata dalla sua ubbidienza. Al regno del peccato e della morte, sottentra per Cristo il regno della grazia e della vita Romani 5:12-21. Romani 5:1-11 Rispetto all'individuo, la grazia che giustifica trasforma, la triste situazione del peccatore davanti a Dio, in una situazione felice e gloriosa. Giustificati adunque per fede, come lo sono stati tutti i cristiani fin dal momento in cui essi hanno creduto, abbiamo pace con Dio, per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo. La maggioranza dei codici e delle antiche versioni legge il soggiuntivo ecwmen (facciamo d'aver pace), invece dell'indicativo ecomen (noi abbiamo). Ma va notato che i due più antichi codici, il sinaitico ed il vaticano, portano come correzione di seconda mano l'indicativo. Inoltre non è senza importanza il fatto che lo scambio dell'o breve coll'o lungo s'incontra spesso nei MSC, anche quando come 1°Corinzi 15:49; Galati 6:10, il soggiuntivo contrasta col contesto («come abbiam portato l'immagine del terreno, così porteremo anche (nella risurrezione) l'immagine del celeste» - non certo: cerchiamo di portare. «Così dunque mentre ne abbiamo l'opportunità...»). Viceversa si troverà pure l'o lungo mutato in o breve, come in Romani 14:19. La cosa si spiega quando si rifletta che i codici erano scritti sotto dettatura e che anche l'originale dell'Epistola ai Romani fu scritto da Terzio sotto la dettatura di Paolo. Di fronte alla facilità ed alla frequenza, dello scambio delle due vocali, le ragioni interne vengono ad esser decisive. Ora, nel caso presente, la quasi totalità degli interpreti riconosce che il brano non ha alcun carattere esortativo. Così Alford, pur conservando il soggiuntivo nel suo testo critico, scrive: «L'intero passo è inteso a proclamare le conseguenze della giustificazione per fede; non esorta, ma afferma». Così Scrivener, Godet, B. Weiss, Lipsius, Julicher, Feine, Lietzimann, Barth, Cornely (catt.), ecc. Kühl si esprime così: «Con accento di fiduciosa e vittoriosa certezza, l'Apostolo descrive ora le beate conseguenze della, giustificazione per fede dei cristiani. È scomparso lo stato di sfiducia e d'inimicizia di fronte a Dio ed è entrato nei loro cuori un senso beato e giulivo di pace con Dio... quindi dobbiamo considerare la lezione ecwmen senz'altro come inammissibile sebbene sostenuta da molti codici. Il senso esortativo è derivato probabilmente, dal fatto che molti Padri interpretavano l'aver pace come equivalente al conservar la pace. Nestle stesso, costretto dai principi posti alla base della sua edizione critica ad accettare l'echõmen, ha dichiarato ch'egli personalmente riteneva l'indicativo, echomen come l'unica lezione giusta. Anche il P. Lagrange dice che «fin dal principio del di Romani 5: la giustificazione appare come cosa posseduta di cui non resta che ad enumerare i frutti... Il primo risultato, della riconciliazione è la pace con Dio». L'aor. essendo stati giustificati che accenna ad un fatto oramai avvenuto, e il dunque, indicano chiaramente che Paolo intende ora dedurre dal fatto compiuto le conseguenze benedette ch'esso comporta. La situazione del peccatore di fronte a Dio, all'infuori di Cristo, è quella d'un «figlio d'ira» Efesini 2:3, sottoposto a condanna. Il giustificato trovasi in una situazione del tutto mutata: egli è entrato nello stato di grazia e seguita a starvi. La sua relazione con Dio è relazione, di pace, di riconciliazione, ottenuta mediante l'opera espiatoria garantita dalla, risurrezione e dalla intercessione di Cristo, profeta Isaia 53; Efesini 2:14-18; Colossesi 1:20-22. 2 Al Cristo Mediatore dobbiamo lo stato di pace in cui siamo: a Lui dobbiamo di conciliare in esso ed a Lui dobbiamo d'essere stati, fin dal principio, introdotti in esso: mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi. Questa grazia s'intende dello stato di grazia in cui vivono i giustificati ed in cui Cristo li ha introdotti. Dio è per loro, non più contro di loro; perciò godono profonda pace. La lor posizione è stata totalmente mutata; «dopo le tenebre, risplende il dì». E mentre prima, guardando all'avvenire, avevano da paventare l'ira di Dio «nel, giorno dell'ira», essi possono ora guardare innanzi con esultante sicurezza ad una eredità di gloria: e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio. Gloriarsi, contiene l'idea d'una gioia trionfante e potrebbe rendersi: esultiamo. La ragione di questa esultanza è la speranza certa ch'essi hanno di aver parte un giorno a quella gloria che Dio possiede e di cui vuol rendere partecipi i redenti (confr. Romani 8:18; 1°Tessalonicesi 2:12; Giovanni 17:22; 2 Pietro 1:4; Apocalisse 21:10; 1°Giovanni 3:2). «Si noti il contrasto fra il «gloriarsi» dei Giudei ch'è stato escluso Romani 3:27 e questo «gloriarsi» cristiano. Il primo poggia sopra supposti privilegi e meriti umani; il secondo trae ogni sua forza dalla certezza dell'amor di Dio» (Sanday). 3 E non soltanto questo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni inerenti alla vita presente, specie per chi è seguace di Cristo (confr. Romani 8:35; 2°Corinzi cap.12:9-10; cap.11:23-33). Mutata la nostra posizione innanzi a Dio, trasfigurata la prospettiva dell'avvenire, ne resta trasfigurata la vita di quaggiù. Mentre per chi è in istato di inimicizia con Dio, le afflizioni, considerate come manifestazioni del cruccio divino, inducono gli uomini a rivolta ed a bestemmia; per chi è in pace con Dio, esse appaiono, come sono realmente, una disciplina del Padre celeste intesa al bene eterno del suo figlio. Può quindi esclamare col poeta: Felice, se per giusto, provvido tuo comando, Con amore battuto, so con amor soffrir. (Confr. Ebrei 12; Giacomo 1). Il come le afflizioni possano essere trasfigurate in modo da diventare argomento di santo vanto, o di esultanza, l'apostolo lo spiega nelle parole che seguono. Esse sono il mezzo di render sempre più corta la speranza del Cristiano. sapendo per esperienza, che l'afflizione produce costanza, o, come altri traduce, pazienza, ch'è la virtù di chi perdura, nella fede in mezzo alle prove cui è, sottoposto Ebrei 10:36; 2°Timoteo 2:12; Matteo 24:13; Ebrei 11; Giacomo 1:3. 4 «La, prova della vostra fede produce costanza, o pazienza», e la costanza esperienza, cioè quel grado superiore di saldezza ch'è proprio di coloro che hanno subito vittoriosamente la prova, e che si dicono, per ciò, cristiani sperimentati, provati S.Giacomo 1:12, e la esperienza speranza. sempre, più ferma, più certa nel cuore. Crescendo l'esperienza cristiana, cresce il sentimento della fedeltà e dell'amor di Dio, e per esso diventa più incollabile la speranza 2°Tessalonicesi 1:5. «Quanti Cristiani hanno dichiarato di non aver ottenuto l'allegrezza della fede, la speranza viva, se non per mezzo dell'afflizione!» (Godet) Matteo 5:12; 1°Pietro 1:3-9. 5 Or la speranza non rende confusi. La speranza cristiana non è come le speranze mondane che sono, per lo più, fallaci e lasciano delusi e vergognosi coloro che le vedono crollare una dopo l'altra. Qui spesso sarà resa Fondata sull'amor di Dio, garantita dalle sue promesse e dall'opera passata e presente di Cristo, la speranza cristiana non è di quelle che il vento può disperdere. Il giustificato ne ha l'intima certezza, perchè l'amor di Dio è stato sparso [con abbondanza] nei cuori nostri, per opera dello Spirito Santo che ci è stato dato, a tutti coloro che ne avranno fatto richiesta. Cordialmente, antonio.
 
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Se ti fermi a guardare IL FINITO, L’IMPERFETTO, SE TI FERMI A RACCOGLIERE IL DOLORE, SE TI FERMI A PARLARE CON IL DOLORE, ESSO APRIRA’ DAVANTI A TE SOLO UNO SPAZIO DOVE LE OMBRE SI MUOVONO e l’ombra rappresenta l’incognita;  ma se ti fermi a raccogliere il Mio pensiero, se ti fermi a parlare con l’amore che esso possiede, queste ombre si dileguano e sentirai il mio calore avvolgerti, accarezzare la tua anima.

 

Ecco, questo è l’uomo perfetto che IO desidero, l’uomo che innanzi tutto si è saputo vedere e riconoscere lontano da ME, ma che ha fatto di tutto, per accorciare le distanze, fino a sentire il calore del mio amore, invaderlo e accoglierlo. La vostra paura nasce dall’incertezza e l’incertezza porta l’uomo a condurre sentieri sbagliati: la paura si combatte con la fiducia e l’incertezza con la convinzione che IO posso essere quella mano che vi può condurre oltre il vostro buio, oltre ogni vostra fragilità.

 

“Nella preghiera del Padre Nostro si recita: non ci indurre in tentazione. Questa frase che Io ho inserito significa una cosa sola: non che DIO ci induca alla tentazione, ma ho voluto insegnare che vi deve essere un rapporto tra Padre e Figlio molto stretto, dove il figlio chiede al Padre di non lasciarlo solo nella prova, di non lasciarlo solo quando il male viene a tentarlo e vuole separare il suo cuore dal suo”

 

L’uomo cammina su sentieri tortuosi, ma non si accorge che il mio sguardo è sempre poggiato sul suo capo e che quando IO sembro lontano, in realtà, sono più vicino che mai.

 

Non dimenticare che il grano e gramigna crescono insieme, sotto lo stesso sole, sulla stessa terra, ma poi viene il tempo della separazione, affinché l’erba cattiva non soffochi l’erba buona, perché ricorda, che mai il tuo Dio abbandona l’uomo giusto, mai il tuo Dio può lasciare il suo uomo nella tempesta, ma la mia mano, per amore del giusto si alza e ordina ai venti di placarsi e al sole di tornare a risplendere.

 

 

“Guarire i cuori affrantisignifica: portare consolazione a tutti gli uomini, aiuto e lo spirito di verità affinché la loro fede e la loro fiducia in Dio cresca ed  si possa  istaurare il regno promesso da Dio per l’uomo.

 

 

Il giusto non è solo colui che compie la volontà del Padre,

 il giusto non è solo colui che opera per mezzo della fede,

 il giusto è colui che cammina ancora, dopo tanto tempo e tanta fatica,

 per amore, con coraggio e forza, perché questa forza non appartiene alle vostre membra,

ma mi viene data in conformità alla vostra volontà.

 

 

 

 

 

Vedete sulla terra possono nascere  bambini che hanno degli handicap,  e tutto ciò è fonte di dolore sia per chi è genitore e per lo stesso  bambino che vive quella vita molto diversa dagli altri,  ma pensate che  l’amore di DIO abbia voluto  che  la sua creatura  possa essere cosi diversa da tanti? Eppure esiste la diversità, esiste la sofferenza e  solo elevandovi dalla terra capirete che quelle creature  sono un dono di DIO, perché portano a chi le accoglie una grazia particolare e la vita su questa terra è solo un piccolo percorso, poi quando essi rientrano  nella dimensione  del cielo, essi   si ritrovano a  vivere ugualmente ad altri,  in una perfezione indicibile, e qui si capiscono le parole del CRISTO: BEATI I POVERI DI SPIRITO, perché sono proprio queste persone  che hanno sofferto che possono dare  una conoscenza in più alle tante anime che  sono qui e hanno avuto una vita  molto diversa.

 

 
 

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