Lucido Pensiero

Il tassello mancante

Lo dicevo io che mi mancava ancora qualcosa, me lo diceva l’intuito. E quel qualcosa è venuto a galla, completando il quadro della situazione. Venerdì sera arrivo a Parigi, trasferimento in albergo per la cena ed il pernottamento e sabato mattina l’autista mi porta agli uffici della direzione generale alla Dèfense. Dopo i convenevoli e le presentazioni di rito si inizia la riunione. Accetto la nomina e dal 7 Gennaio sarò in pianta stabile a Parigi. Si tratta di un bel salto di qualità che mi consente di entrare nella ristretta cerchia dirigenziale, ma ci sono molte domande che attendono risposte da ambo le parti. Perché è toccato a me e non al mio superiore? Aveva tutte le caratteristiche per ricoprire il posto. Viene posta a me la domanda sul perché il mio ormai ex superiore non abbia interesse ad un ulteriore avanzamento di carriera. Ovviamente rispondo che non conosco la risposta e magari si tratta di questioni familiari. Vengo a sapere che il mio nuovo posto è in attesa da diverso tempo e che solo nell’ultimo mese il mio ex superiore, dopo diversi solleciti dalla direzione generale, fece il mio nome per ricoprire il posto. Ribadisco che non ne ero a conoscenza e che non ho la minima idea del perché il posto, ambitissimo, fosse vacante. Il presidente, senza pensarci due volte, chiama il mio ex superiore e lo mette a conoscenza della nomina e del fatto che ora dovrà fare riferimento a me. Dall’altra parte arriva una risposta evasiva e seccata. Ovviamente si rimane tutti stupiti e increduli di fronte a tale reazione, ma ormai … il dado è tratto. La riunione prosegue per molto tempo su programmi, obiettivi, strategie e altre cose e ad un certo punto suona il mio cellulare. Era il direttore del personale, quella persona che aveva la relazione. Gli dico che non è il momento ma non vuole sentire ragioni e insiste. E qui viene a galla la verità….. Non è lui ad avere la relazione con la collega che avevo trasferito, bensì era il mio ex superiore ad averla, da anni. In poche parole, aveva dovuto assumere l’amante del capo e coprire tutti i buchi e tutte le assenze dell’amante. Metto il cellulare in vivavoce e i presenti ascoltano tutto (presidente, vice e legale). La sceneggiata che subii quando venni convocato in sede era solo un modo per mascherare la realtà, perché era il mio ex capo ad avere la relazione. Tutto il resto era solo ed esclusivamente una messinscena. Lui si era accollato la relazione per evidenti vantaggi di carattere personale. Gelo e sbigottimento fra i presenti. Chiudo la comunicazione e ci guardiamo in faccia. Appare chiaro che bisogna mettere mano alla situazione (bene…. cominciamo con una rogna….). Il presidente mi chiede cosa intendo fare. Non c’è altra soluzione che proporgli ciò che intende sentire. La soluzione che propongo è molto semplice : licenziamento in tronco o dimissioni per le tre persone coinvolte e, se ci fossero le condizioni, risarcimento danni. Presidente e legale mi danno l’assenso e carta bianca sulla questione, ma non è finita. Chi mettiamo al posto del mio ex capo? Il cervello va a mille e devo trovare una soluzione i tempo reale… La mia vice andrà a sostituire l’ex capo ed al mio posto un'altra persona sempre del mio ufficio. Va bene. Esame superato e prova di sei mesi con questo nuovo assetto. Da quello che ho potuto capire, il presidente è un decisionista ed il fatto che abbia trovato una soluzione in tempo reale mi ha fatto guadagnare dei punti. Riprendiamo i “vecchi” argomenti e proseguiamo fino a dopo le 18.00. Ho giusto il tempo di tornare in albergo per una doccia e andare a cena a casa del presidente. Domenica un po’ di shopping natalizio sugli champs elysee e rientro. Ero partito per andare a prendermi la promozione e torno con la mia nomina e due promozioni da fare, oltre a tre licenziamenti. Non inizio come avrei voluto ma è questo ciò che devo fare e ciò che ci si aspetta da me.