Creato da Luigi.dinucci il 19/03/2009
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La politica delle parole al vento.

Post n°5 pubblicato il 20 Marzo 2009 da Luigi.dinucci

E’ sui fatti e le esigenze collettive che si fonda una campagna elettorale, e non viceversa.

Le parole hanno perso il loro significato profondo quale mezzo di comunicazione per far conoscere all'altro le proprie idee, i propri intenti, il proprio modo peculiare di essere. La politica attuale difende se stessa e si nasconde dietro frasi ad effetto completamente slegate dall'azione e dalla realtà dove a contare sono i fatti e non le chiacchiere. “La vera scommessa: esperienza,competenza e innovazione sono le armi vincenti per realizzare una rivoluzione copernicana. Un sindaco esperto ed una giunta fatta da giovani competenti ed appassionati faranno fare il salto di qualità alla nostra città “ Parole pregne di senso e valori enunciate da un esponente del centro sinistra, anzi, da un transfuga del centro sinistra. Posizioni al momento altrettanto impegnate nell’opera di giustificazione delle presenze scomode. "Contro chi non vuole rinnovare la politica…le forze politiche facessero come noi cambiassero i personaggi…i cittadini stanno con il nuovo e non con il vecchio”. Le solite frasi altisonanti pronunciate da qualche disperato personaggio in cerca di autore, tipo l'emerito sconosciuto Di Nucci che tanto non ha poltrone da difendere?
Nossignore! Le ha dette nientemeno che l’On. Di Pietro sabato a Campobasso. Caspita, ma allora Di Pietro è distratto, si comporta al pari di quel Signor Nessuno che entra furtivo nelle sale della politica ed assurge a nuovo moralizzatore per cambiare lo stato consolidato delle cose. O forse no? Cercava solo di difendere il suo giovane candidato. La politica è spettacolo, è grande fratello dove le parole circolano in assoluta libertà e non si ritrovano nemmeno per dare un senso compiuto alle frasi.
Non a caso messo davanti alle mie perplessità di candidato non abituato alle luci della ribalta un consumato cronista ha obiettato: "ma quale timore e timore! basta vedere la sfrontatezza di quelli del grande fratello". Parole sagge. Ormai le due dimensioni sovente si confondono: la politica e lo show business, la stessa landa desertificata e disabituata a ricollocare le parole nel loro giusto contesto allacciandole ai fatti concreti della realtà. Il programma di un candidato non è l'insieme di idee e pensate, tanto geniali quanto disancorate dall’orizzonte del possibile. Esso è altresì il Piano d’Azione di un candidato, e va costruito tracciando delle linee guida che indichino tanto gli obiettivi da conseguire quanto le esigenze da soddisfare, sia del cittadino che del territorio.
Sono le esigenze della comunità gli elementi cardini per partorire un progetto e non viceversa, si partorisce un progetto per adattarvi poi il cittadino. Il cittadino di Vazzieri,
del Centro Storico, delle contrade se ne infischia altamente della realizzazione di svincoli, parcheggi e programmi urbanistici all’avanguardia se poi è costretto a fare i conti quotidianamente con strade indecenti e costellate di buche, verde abbandonato, cani randagi, zone urbane degradate, carenza di punti di aggregazione sociale, illuminazione pubblica scadente ecc. Occorre conoscere, e per farlo occorre muoversi sul territorio, andare in giro per le strade, e comprendere così le minime richieste non del singolo ma della comunità che giornalmente le vive per creare una città a misura d'uomo nei fatti, e non nelle chiacchiere. Il cittadino tranquillo e felice dona un sorriso alla città altrimenti l'incupisce e la rattristisce.
Il territorio è all'opposto messo a soqquadro, è diventato teatro di battute di caccia dove gruppi compositi di soliti noti e nuovi rampanti si aggirano alla disperata ricerca dell'ultimo voto disponibile. Ma perché? Sono tutti candidati? Scusate ma per che cosa? Ma certo per se stessi! Non hanno niente da dire, da offrire, rinfacciano semplicemente al conoscente, all'amico il famoso piacere.

 
 
 
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