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« RICORDIAMO CHI HA LIBERA...ANCHE A LUNI VINCE LA DESTRA »

DA TUTTI NERI, A TUTTI ROSSI

Post n°465 pubblicato il 04 Luglio 2022 da eliogente
Foto di eliogente

 

 

 

 Le Sinistre hanno riconquistato il Comune di Luni! Era prevedibile! Oltre al ben oliato sistema clientelare (tipo, noi facciamo un favore a te,e tu ti ricordi di votarci), l'altro puntello sul quale si regge il potere delle sinistre è ovviamente l'"antifascismo", chiaramente evidenziato nel programma della lista vincitrice delle elezioni del 12 giugno, dove si ribadiva che l'amministrazione avrebbe proseguito “nell'opera di divulgazione dei valori della Resistenza su cui si basano i principi della nostra comunità...".Linguaggio politichese che semplificato significa speculazioni, esagerazioni e falsità su un periodo storico morto e sepolto, ma che purtroppo si continuerà a riesumare per dividere la comunità e raccogliere voti, garantendo incarichi di prestigio ai "partigianini" di ultima generazione, come infatti è accaduto.

Ovviamente nel programma di “Uniti” nessun cenno sul male assoluto” del comunismo, che ancora sopravvive in alcune parti del mondo, e quindi con i residuati di quell'ideologia si può governare, dialogare, manifestare, accondiscendere al punto da concedere loro di intitolare una strada comunale a Togliatti, squallido sgherro agli ordini del dittatore Stalin, che superò Hitler nello sterminio di intere popolazioni nei gulag comunisti.

Anni di propaganda politica, di martellanti conferenze nelle scuole, di manifestazioni antifasciste, hanno dato ad intendere che la gente di Ortonovo (oggi Luni), fin dagli anni '20 del secolo scorso si fosse posta come baluardo contro il nascente fascismo!

Ora l’analisi di un periodo storico su cui si fonderebbe lo spirito antifascista della comunità, dovrebbe essere retta da documenti e non da ciarle da osteria. Basterebbe sfogliare qualche libro di storia locale per sapere che non fu così. E vero che nel 1920 le sinistre avevano conquistato il Comune facendo credere alla gente che l'avvento di un regime di stampo sovietico avrebbe garantito la sconfitta dei padroni e del clero, la spartizione delle terre e un futuro di benessere generale, tipo "paradiso in terra".

Ma le cose a Ortonovo cambiarono velocemente, tanto che già nel 1922, dopo i primi scontri tra fascisti e socialisti, i tifosi di Lenin con un acrobatico salto della quaglia indossarono la camicia nera, e in breve tempo il Comune  ortonovese  divenne a livello provinciale il terzo per numero di squadristi con ben 109 iscritti (alla Spezia erano 215, a Sarzana 139, ad Arcola 40, ad Ameglia 6, a Castelnuovo 18 e S.Stefano una ventina).

Dopo l'avvento del fascismo, Ortonovo fu il primo Comune della Lunigiana a conferire la cittadinanza onoraria a Mussolini.

Durante il “Ventennio” Ortonovo col 18% di iscritti al Partito (senza contare le associazioni giovanili e i sindacati), risultava tra i primi cinque Comuni della provincia, adesioni dovute senz’altro ad una buona Amministrazione che in pochi anni dotò la comunità di scuole, strade, canali irrigatori, ponti, impianti sportivi, enti di assistenza, ecc..

Dopo la caduta del governo fascista e con la nascita della Repubblica Sociale, quasi 600 ortonovesi aderirono alla raccolta di denaro per equipaggiare i reparti del nuovo esercito repubblicano. Molti giovani si arruolarono volontari nelle formazioni paramilitari e nella "Brigata Nera" della Spezia, dove la prima delle sue quattro Compagnie era composta in grande maggioranza da ortonovesi.

Ei partigiani? Certo che c'erano. Per iniziativa di un ex comandante della GIL di Dogana, già scartato per la bassa statura dal corso ufficiali GNR, alla fine di agosto del '44 sui monti di Casano si costituì una formazione partigiana che operò per circa tre mesi, compiendo un attacco ad una postazione tedesca a Fontia, a cui seguì l’ incendio del paese, e l'agguato ad un camion della "Brigata Nera" a Serravalle con 4 fascisti uccisi, due dei quali ortonovesi.

Dopo il sanguinoso rastrellamento del novembre '44, la formazione partigiana si disperse, con sollievo della popolazione che vedeva allontanarsi il pericolo di rappresaglie tedesche.

I partigiani si rifecero vivi al seguito delle truppe americane che liberarono Ortonovo, ma solo dopo il 25 aprile '45 per ammazzare una ventina di fascisti o presunti tali, tralasciando di colpire i caporioni locali del fascio che si erano pagati l'immunità a suon di quattrini.

Il passaggio questa volta da tutti fascisti, a tutti comunisti fu velocissimo, come scriveva sconsolato il parroco di Casano, ed i risultati elettorali lo confermarono. Quei tre mesi di bivacco sui  monti permisero agli ex partigiani comunisti di atteggiarsi a liberatori dell'Italia dal nazifascismo, costruendo le condizioni politiche per occupare stabilmente il potere.

Da quasi 80 anni a questa parte, sventolare ogni tanto la bandiera dell'antifascismo per le sinistre è garanzia di consensi e di seggi, e questo, purtroppo, col silenzio accondiscendente di parte delle forze laiche democratiche e cattoliche.

Forse sarebbe ora che anche a Luni, essendo scomparsi i protagonisti della guerra civile e placati gli odi e i risentimenti, si potesse analizzare senza pregiudizi e riscrivere una pagina triste della nostra storia recente nella quale tutti, vincitori e vinti, possano riconoscersi.

P.s. Egregi, come scrive il "sindaco antifascista" nel sito del Comune di Luni, anch'io mi assumo la responsabilità di quel che affermo ma, contrariamente al primo cittadino, non mi dichiaro antifascista, perché sarebbe una stupidaggine come dichiarasi anti monarchico, anti borbonico e anti napoleonico, e mi firmo  pure per esteso!!!



 
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