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Ricorreil 26 gennaio ricorre l'81° anniversario della battaglia diNikolajewka, una località spersa nella immensa pianura russa, divenuta famosa per l'attacco disperato degli Alpini della"Tridentina", unitamente a soldati di altre unitàcombattenti, per uscire dall’accerchiamento che l’esercito sovietico aveva creato attorno a queste truppe e ad altri quarantamila sbandati, sia dell’Armata italiana, che delle forze alleate (tedeschi, ungheresi e rumeni).
Con una temperatura di -30 gradi, dopo giorni di ritirata sempre incalzati dai russi, gli Alpini, con equipaggiamento e armi inadeguate, riuscirono con un attacco disperato a rompere l’accerchiamento. La vittoria costò molte perdite. Gli italiani, che già erano stati decimati nelle settimane precedenti, lasciarono migliaia di morti e di feriti sulla neve della piana di Nikolajewka. Molti furono gli alpini, fanti, artiglieri di Ortonovo, Nicola, Casano, Isola e Luni, che parteciparono alla disastrosa spedizione diRussia, e 24 di loro non sono più tornati. I nomi di quei giovaniortonovesi assieme ad altri 60 Caduti nel corso della guerra1940-45, per bieca volontà di amministrazioni filocomuniste sono stati cancellati. Per quegli eroi non una strada, non un sasso, che tramandi il loro sacrificio. Un piccolo gesto di pietà e di riconoscenza è stato compiuto questa mattina da una delegazione del Circolo “Nicola Nostra” che nella cappella del cimitero, davanti alla Croce dei Caduti, ha deposto un fiore, ha recitato una preghiera e ha scandito uno ad uno i loro nomi:
AndreaniFerruccio; Andreani Lorenzo; Andreani Gino; Baruzzo Franco; BassaniValdo; Baratta Andreino; Bianchi Pietro; Beggi Marino; BertucciAlessandro; Bertucci Annibale; Corsini Lavico; Fregosi Eugenio;Giannetti Ferdinando; Gherardi Vito; Lorenzini Quinto; LorenziniAndreino; Marcesini Nandino; Marcesini Errmanno; Mannella Giacomo; Morachioli Ladino; Nicolai Pietro; Pietra Araldo, Signego Nello; Signego Renato: “PRESENTE”.
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LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO DEL GENERALE ROBERTO VANNACCI HA MANDATO SU TUTTE LE FURIE I SINISTRI, I 5STELLE, LE LOBBY ARCOBALENO, ECC. ABITUATI A NON ESSERE MAI CONTRADDETTI NELLE LORO ALLUCINANTI TEORIE. VOLEVANO CENSURARE IL LIBRO, AVEVANO DATO ORDINE ALLE LIBRERIE DI NON VENDERLO, SENZA SAPERE CHE IL GEHERALE LO HA STAMPATO PER CONTO PROPRIO, E SI REPERISCE SOLO SU AMAZON, CHE GIA' NE HA VENDUTO 22 MILA COPIE IN UNA SETTIMANA, FACENDO GUADAGNARE ALL'AUTORE UNA SOSTANZIOSA SOMMA. AVANTI COSI?
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Le elezioni politiche del 25 settembre hanno visto il trionfo del partito di Giorgia Meloni. " Fratelli d'Italia" è diventato il primo partito a livello nazionale. Le sinistre sono state sbaragliate ovunque, anche nelle loro roccaforti storiche. Il Comune di Luni fino a poco tempo fa era una di queste, e i comunisti per decenni avevano fatto il buono e cattivo tempo. Ebbene, il Partito con la Fiamma Tricolore ha travolto gli avversari diventato la forza politica principale. Nessuno fino a qualche anno fa poteva pensarlo. Ora occorre rimboccarsi le maniche per ricostruire il tessuto sano del territorio, partendo dall'individuazione di persone capaci che fra 4 anni possano conquistare il comune mandando i catto-comunisti finalmente all'opposizione.
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Le Sinistre hanno riconquistato il Comune di Luni! Era prevedibile! Oltre al ben oliato sistema clientelare (tipo, noi facciamo un favore a te,e tu ti ricordi di votarci), l'altro puntello sul quale si regge il potere delle sinistre è ovviamente l'"antifascismo", chiaramente evidenziato nel programma della lista vincitrice delle elezioni del 12 giugno, dove si ribadiva che l'amministrazione avrebbe proseguito “nell'opera di divulgazione dei valori della Resistenza su cui si basano i principi della nostra comunità...".Linguaggio politichese che semplificato significa speculazioni, esagerazioni e falsità su un periodo storico morto e sepolto, ma che purtroppo si continuerà a riesumare per dividere la comunità e raccogliere voti, garantendo incarichi di prestigio ai "partigianini" di ultima generazione, come infatti è accaduto.
Ovviamente nel programma di “Uniti” nessun cenno sul “male assoluto” del comunismo, che ancora sopravvive in alcune parti del mondo, e quindi con i residuati di quell'ideologia si può governare, dialogare, manifestare, accondiscendere al punto da concedere loro di intitolare una strada comunale a Togliatti, squallido sgherro agli ordini del dittatore Stalin, che superò Hitler nello sterminio di intere popolazioni nei gulag comunisti.
Anni di propaganda politica, di martellanti conferenze nelle scuole, di manifestazioni antifasciste, hanno dato ad intendere che la gente di Ortonovo (oggi Luni), fin dagli anni '20 del secolo scorso si fosse posta come baluardo contro il nascente fascismo!
Ora l’analisi di un periodo storico su cui si fonderebbe lo spirito antifascista della comunità, dovrebbe essere retta da documenti e non da ciarle da osteria. Basterebbe sfogliare qualche libro di storia locale per sapere che non fu così. E vero che nel 1920 le sinistre avevano conquistato il Comune facendo credere alla gente che l'avvento di un regime di stampo sovietico avrebbe garantito la sconfitta dei padroni e del clero, la spartizione delle terre e un futuro di benessere generale, tipo "paradiso in terra".
Ma le cose a Ortonovo cambiarono velocemente, tanto che già nel 1922, dopo i primi scontri tra fascisti e socialisti, i tifosi di Lenin con un acrobatico salto della quaglia indossarono la camicia nera, e in breve tempo il Comune ortonovese divenne a livello provinciale il terzo per numero di squadristi con ben 109 iscritti (alla Spezia erano 215, a Sarzana 139, ad Arcola 40, ad Ameglia 6, a Castelnuovo 18 e S.Stefano una ventina).
Dopo l'avvento del fascismo, Ortonovo fu il primo Comune della Lunigiana a conferire la cittadinanza onoraria a Mussolini.
Durante il “Ventennio” Ortonovo col 18% di iscritti al Partito (senza contare le associazioni giovanili e i sindacati), risultava tra i primi cinque Comuni della provincia, adesioni dovute senz’altro ad una buona Amministrazione che in pochi anni dotò la comunità di scuole, strade, canali irrigatori, ponti, impianti sportivi, enti di assistenza, ecc..
Dopo la caduta del governo fascista e con la nascita della Repubblica Sociale, quasi 600 ortonovesi aderirono alla raccolta di denaro per equipaggiare i reparti del nuovo esercito repubblicano. Molti giovani si arruolarono volontari nelle formazioni paramilitari e nella "Brigata Nera" della Spezia, dove la prima delle sue quattro Compagnie era composta in grande maggioranza da ortonovesi.
Ei partigiani? Certo che c'erano. Per iniziativa di un ex comandante della GIL di Dogana, già scartato per la bassa statura dal corso ufficiali GNR, alla fine di agosto del '44 sui monti di Casano si costituì una formazione partigiana che operò per circa tre mesi, compiendo un attacco ad una postazione tedesca a Fontia, a cui seguì l’ incendio del paese, e l'agguato ad un camion della "Brigata Nera" a Serravalle con 4 fascisti uccisi, due dei quali ortonovesi.
Dopo il sanguinoso rastrellamento del novembre '44, la formazione partigiana si disperse, con sollievo della popolazione che vedeva allontanarsi il pericolo di rappresaglie tedesche.
I partigiani si rifecero vivi al seguito delle truppe americane che liberarono Ortonovo, ma solo dopo il 25 aprile '45 per ammazzare una ventina di fascisti o presunti tali, tralasciando di colpire i caporioni locali del fascio che si erano pagati l'immunità a suon di quattrini.
Il passaggio questa volta da tutti fascisti, a tutti comunisti fu velocissimo, come scriveva sconsolato il parroco di Casano, ed i risultati elettorali lo confermarono. Quei tre mesi di bivacco sui monti permisero agli ex partigiani comunisti di atteggiarsi a liberatori dell'Italia dal nazifascismo, costruendo le condizioni politiche per occupare stabilmente il potere.
Da quasi 80 anni a questa parte, sventolare ogni tanto la bandiera dell'antifascismo per le sinistre è garanzia di consensi e di seggi, e questo, purtroppo, col silenzio accondiscendente di parte delle forze laiche democratiche e cattoliche.
Forse sarebbe ora che anche a Luni, essendo scomparsi i protagonisti della guerra civile e placati gli odi e i risentimenti, si potesse analizzare senza pregiudizi e riscrivere una pagina triste della nostra storia recente nella quale tutti, vincitori e vinti, possano riconoscersi.
P.s. Egregi, come scrive il "sindaco antifascista" nel sito del Comune di Luni, anch'io mi assumo la responsabilità di quel che affermo ma, contrariamente al primo cittadino, non mi dichiaro antifascista, perché sarebbe una stupidaggine come dichiarasi anti monarchico, anti borbonico e anti napoleonico, e mi firmo pure per esteso!!!
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