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« CHI HA PAURA DELLA STORIA? | IL PODESTA' DINO DA MILANO » |
In questi giorni si è parlato molto di un grande murale dipinto sulla facciata delle scuole di Castelnuovo Magra che ritrae il volto della signora Wanda Bianchi, "staffetta partigiana", autrice di imprese coraggiose durante il periodo della guerra civile '44-45. Veniamo da lei a sapere che, giovanissima, aveva aiutato i partigiani in diversi modi, "nascondendo e portando ai monti armi e stampa clandestina in cesti coperti da pezzi di legna”. Scorrendo i suoi racconti sembra quasi di rileggere pagine del romanzo "L'Agnese va a morire". Del resto è inutile cercare il suo nome nella pur vasta bibliografia della resistenza in Val di Magra. Le uniche fonti a cui possiamo attingere sono le memorie autobiografiche e le interviste rilasciate persino nei canali televisivi nazionali, senza poter verificare o approfondire purtroppo gli episodi ricordati, essendo ormai morti tutti i protagonisti che con lei operarono in quel periodo drammatico.
Donne che aiutarono la resistenza, specie dopo il rastrellamento dell'autunno '44, nel nostro territorio furono decine che con grave rischio portavano nascosti dentro grossi "guarchi" che avevano in testa coperti da fasci di fieno, o in sacchetti legati sotto le vesti per sembrare incinte, viveri, biancheri,pulita, medicinali, ecc. ai loro uomini che combattevano ai monti.Che io sappia nessuna di loro mai si vantò di quello che avevano fatto, perché era normale che una donna aiutasse il figlio, il fratello o il marito in pericolo! Finita la guerra ognuna riprese la vita di sempre.
Se gli storici del luogo avessero scavato più a fondo, il murale lo avrebbero dedicato anche ad altre“staffette” che, al pari di "Wanda", rischiarono la vita per salvare partigiani e prigionieri Alleati. Una di queste è Marisa Fasiello, studentessa universitaria, che fu “staffetta” della formazione "Raffaele Pinna" costituita nel luglio '44 dal Maggiore dei Carabinieri Francesco Marra, e operativa con oltre 100 elementi proprio nel territorio pedecollinare tra Caniparola e Castelnuovo. La Fasiello tra l'altro riuscì a far disertare un ufficiale ed soldati della batteria dell'Olmarello, e durante il rastrellamento nazifascista, a rischio della vita, salvò l'archivio della sua formazione contenente i nomi dei partigiani, oltre a documenti scottanti, distintivi, ecc. che se fossero finiti nelle mani dei tedeschi avrebbero provocato arresti, deportazioni e fucilazioni. Nel dopoguerra il Maggiore Marra scrisse una lunga lettera al CLN della Spezia per esaltare il coraggio di quella giovane, oltretutto calunniata ingiustamente da elementi comunisti del luogo
"Wanda" conun ritorno formidabile di memoria, e dotata di una capacità di linguaggio non comune, è riuscita a lasciare di sé un'immagine di giovane antifascista coraggiosa forgiata all'ombra della bandiera rossa comunista. Secondo il dizionarioTreccani "eroe è chi dà prova di grande coraggio militare o civile, compiendo azioni straordinarie". A giudizio degli storici locali, che rispetto, "Wanda" è rientrata in tale gloriosa categoria. Se ciò non fosse, non c'è da preoccuparsi, perché i dipinti murali non sono fatti di marmo…. e svaniscono presto.
La storia della formazione “Pinna”, e degli uomini e donne che la componevano, comparirà in un mio libro di prossima pubblicazione.
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Inviato da: sozione1
il 20/03/2024 alle 18:53
Inviato da: acer.250
il 04/11/2023 alle 13:51
Inviato da: cassetta2
il 25/09/2023 alle 08:07
Inviato da: eliogente
il 23/08/2023 alle 12:11
Inviato da: stufissimoassai
il 10/01/2023 alle 22:56