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Quello che la gente vuole (critica a certa critica)
Post n°5 pubblicato il 12 Marzo 2006 da rockreed
Visto che siamo in argomento perchè non approfondire... Credo si sia già capito che mi piacciono i Pink Floyd (beh, che ci volete fare, la preistoria e i dinosauri mantengono sempre un certo fascino verso noi piccoli avventori dei futuro...) e mi auguro che siate informati che il loro ex-chitarrista (sì, perchè dopo la reunion inaspettata del 2 Luglio 2005 in occasione del "Live 8" si è definitivamente messa la parola FINE sul gruppo) David Gilmour ha da pochi giorni pubblicato il suo 3° album solista, intitolato "On the Island". E' certamente noto quanto pigro sia il buon David tanto che "On the Island" segue di ben 12 anni l'ultimo album in studio della band ("The Division Bell" n.d.r) e di ben 22 anni l'ultima fatica solista dell'uomo che sostituì Syd Barrett ("About Face" datato 1984). Oggi ho ascoltato per intero l'album e devo premettere alcune considerazioni prima di addentrarmi nel discorso "pregnante" che vorrei sviscerare. Ciò premesso, al primo ascolto posso affermare di non essere eccessivamente entusiasta ma nemmeno deluso: è esattamente come credevo fosse. Indubbiamente c'è qualche squarcio di ottime intuizioni ("Castellorizion" che fa da intro al lavoro è forse la più "sperimentale" delle tracce mentre "On the Island" è il singolone che imperversa nelle classifiche e che rimane in testa subito... ma se devo scegliere preferisco "Take a Breathe" dove c'è una piccola scossa dall'andamento generale e si avverte il "raw" Gilmour) ma il dischetto scorre via come un esercizio un pochino di maniera, puro divertimento personale di chi l'ha realizzato senza "sforzarsi" più di tanto in soluzioni strabiglianti, gravato anche da una iper-produzione invadente e troppi ospiti invitati più per il nome altisonante che a dar lustro allo sforzo del nostro. Critica della critica dicevo....leggendo infatti recensioni dei più importanti magazine stranieri una mi ha fatto riflettere: in questo album, a giudizio di tal recensore, si sentirebbe in maniera eclatante l'assenza di Roger Waters, la sua abilità nel dare senso ad una struttura, ad un insieme di canzoni: il critico dice il "bite", cioè il morso venefico di Waters, anima dei concept dei Floyd (da "Dark Side of the Moon" a "The Wall" passando per il pur malinconico e colmo di rimpianti "Wish you Were Here o per l'affilato, tagliente, sarcastico e sottovalutatissimo "Animals"). Tal signore non ha capito che il sig. David Gilmour non è equivalente ai Pink Floyd per cui da un disco solista non ci si può attendere ciò che un gruppo ha espresso con l'amalgama dei suoi componenti. Il buon Gilmour è un ricco borghese di 60 anni che, se fa musica, la compone per assoluto diletto personale e non per diventare un surrogato di un gruppo imprescindibile e innarrivabile nelle sue vette espressive. Gilmour rimane Gilmour, Waters rimane Waters. I Floyd erano un corpus di 4 personaggi il cui contributo ha creato una parte del selciato della musica rock contemporanea. Per chiunque volesse approfondire e aver notizie su i tour imminenti nel nostro paese di Gilmour e Waters consiglierei di fare un giro su www.pink-floyd.it Currently listening to: David Gilmour "Take a Breathe"
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Inviato da: lottergs
il 24/03/2009 alle 17:01
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il 24/03/2009 alle 16:36
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il 24/03/2009 alle 14:56
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il 24/03/2009 alle 14:23
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il 24/03/2009 alle 14:18