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"Fai pensieri strani e con la mano ti sfiori"
Post n°11 pubblicato il 18 Febbraio 2005 da LuvelioJUSA
Le giovani donne, le giovanissime a tal punto che spesso è convenzione definirle donne, vivono un’attrazione sublime, subliminale per uomini tanto più grandi di loro. Con la demolizione di ogni tabù retrivo, sociale e morale le giovanissime si trovano nella esuberante condizione di “scoprire” già troppo dell’universo dell’eros prima della matura età. Così quell’attrazione che, per l’Interprete Padre dei Sogni, il maschietto fanciullo nutriva per la mamma -simbolo speculare di quella sessualità di più fermentata maturazione- viene a colpire la suscettibilità ormonale, corporea, psichica di giovani donne. Oggetto del desiderio: uomini con l’età dei papà. Il brizzolato, l’esperienza, la dimestichezza più disinvolta col mondo dappresso abbondano la enumerazione retorica degli aspetti che sembrano davvero sedurle. In realtà le stimolazioni della loro capacità di “fascinarsi” per un po’ di bianchi peli e aggrottati occhi cerulei stanno tutte e dico “tutte” nella figurazione fantastica che fanno del sesso. È nota la cronaca di giovani studentesse sorprese col professore e non c’è niente di più “freudianamente” lineare che rintracciare il mito tutto giovanile per il sesso maturo, “usurato”, incanutito. Non si tratta di perversione ma di semplice e diffuso meccanismo che spinge “palati” acerbi verso la degustazione di sapori in qualche modo acri, meno zuccherati; il compagno di banco del 5° B o del corso di Procedura Penale fa l’amore ormai come s’intuisce troppo noiosamente e il suo fallo addirittura si crede direttamente proporzionale alla cifra che ne contraddistingue l’età; così la stessa capacità di farne (di prevederne) un uso eroticamente efficace si spegne nella routine di un sapore sessuale sin troppo gustato. Sino all’insipido. E’ chiaro che un uomo di cinquant’anni a letto può essere più triste di un Furio verdoniano affetto da mononucleosi ma, nell’incessante e conturbante lavorio delle fantasie femminili, “maturo” fisicamente ed intellettualmente parlando diviene sinonimo di onnipotenza sessuale, lì dove ogni convenzione fisica, meccanica e morale dell’accoppiamento viene infranto dalle infinite possibilità del “tutto”. -Mi può fare di “tutto”- diceva questa mia confidente poco più che ventenne, -e non riesco a immaginarmi ne dove potrebbe cominciare ne come potrei resistergli- e parlava del suo “anta” professore universitario. Già questo strisciante pensiero, pensato nell’oscurità di una rosa stanzetta, mentre una mano sfiora il corpo che la comanda, raggiunge l’orgasmo della fantasia che nessun orgasmo fisico corporeo potrebbe mai eguagliare; nell’incontenibile onnipotenza di questo fallo canuto che ricorda papà e reifica ogni sogno proibito senza delitto d’incesto, che conduce all’indescrivibile ipo-nirvana clitorideo prolifera, nel “sottobosco” di folti fulvi irti monti di venere, un mondo di pensieri “strani” che giovani ragazze producono più di quanti sms riescano a inviare (tutto dire) in 24 ore. È naturale, non c’è nulla d’allarmante; ché il mondo immaginario è ben più grande del reale; e il piacere del vero è nell’immaginarlo. L’analista rassicura ma intanto non ha figlie. Lj
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Inviato da: LuvelioJUSA
il 29/03/2005 alle 13:52
Inviato da: LuvelioJUSA
il 18/02/2005 alle 13:28