Creato da: LuvelioJUSA il 17/02/2005
Idee In Rete

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

alessia_oteriSdoppiamoCupidolulucy80LuvelioJUSAglistallonisalvietta80
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« TRA VASSALLAGGIO VIRTUOS...Giovani: apolitici metafisici »

L'Embrione. Ovvero il feto da piccolo

Post n°18 pubblicato il 22 Febbraio 2005 da LuvelioJUSA
Foto di LuvelioJUSA

Nel dubbio dovremmo astenerci dall’agire e dal giudizio. Al referendum sui quattro punti della legge 40 astenerci e basta. Eppure c'è chi si batterà per l’abrogazione passando sopra i propri dubbi senza pudore.                                                                                                                                      L’attuale legge è stata elaborata sulla base di un sentimento legittimo e umano: il dubbio di non sentirsi all’altezza di uscire fuori dal seminato delle proprie  competenze.                                                                                                                                                     

Il bimbo talassemico curato in Turchia (dove la legge permette la pratica vietata in Italia) lo fu attraverso la messa al mondo di un fratellino da laboratorio, selezionato su criteri eugenetici di compatibilità e con la conseguente eliminazione fisica di altri embrioni preparati che invece non hanno superato i test di efficienza. La direzione si riserva il diritto di selezione all’ingresso! I radicali solitamente parlano di embrione come oggetto privo di dignità. I più cauti preferiscono ridonare dignità a tutto ciò che mostra coscienza. La conclusione è la stessa: ovvero che l’embrione può essere manipolato, sbattuto, selezionato, congelato, il più delle volte gettato tra i rifiuti. La coscienza però non può essere l'unico parametro che dona dignità e valore alla Vita; sostenendo tale tesi si potrebbe appoggiare pure l’epurazione dei pazzi. Del resto Voltaire ha già fatto vedere i limiti del suo pensiero alla Storia dando alla Ragione un ruolo oltremodo assoluto. Certamente noi possiamo parlare di Vita quando il seme di un papà  feconda l’utero di una mamma. In una definizione poco scientifica ma molto efficace qui nasce il mistero bellissimo della Vita: l’embrione. Ovvero il feto da piccolo. Chi oggi riempie le strade d’Italia con ombrellini e banchetti per la raccolta di firme contro una  Morale Una, lavora per l’opposto delle proprie intenzioni. Questi sono i radicali. Perché - ci chiediamo - il dottor Mendele volendo fare una selezione degli individui da portare alla nascita, secondo criteri di efficienza congrui alla filosofia superomistica è additato (comprensibilmente) come mostro del XX secolo, mentre la sperimentazione come la vogliono i Radicali sarebbe roba da popolo civile? La discriminazione che ne alla base è la stessa: fuori i deboli, i malati; alla luce i forti, i sani, quelli che possono garantire materiale di supporto per una vita efficiente e garantita al duecento per cento.                                                                       

 Stabilendo che Altri debbano venire alla luce per prestare soccorso e materia di supporto si lascia terreno a quella ginnica e faustiana degenerazione di una scienza  che non sa comprendere la Vita e si permette di compenetrarla. E' assurdo. Bisogna appellarsi  soprattutto all’educazione visto che la l'Etica non piace e vive tempi bui. L'individuo è  disposto a tutto pur di mettere “in banca” la propria vita. Gli uomini non sono più educati ad amare la Scienza della Vita che secoli di Chiesa e prima ancora di Tradizioni pagane avevano costituito come humus di auree e forse irripetibili civiltà. L’Arte stessa del fiorente mediterraneo ebbe il suo perché nell’invisibile filo che  sempre legò l’Uomo alla Vita.                                                                                                                      

Oggi si vuol liquidare la Vita con definizioni tipo: “ammasso di cellule” “rimasuglio organico che non poggia sulla punta di un ago” per dirla con Capezzone; si desidera creare un magazzino di ricambi umani perché si educa al consumismo del benessere non solo economico ma di una felicità da discount. Si pretende di comprare facile benessere nel mercato indegno dell’eudemonismo, rifiutando l’ipotesi di poter essere anche solo sfiorati dal dolore. Questa cultura strisciante insegna alle nuove generazioni a barattare finanche la morte pur di sfuggire la sofferenza (vedi eutanasia).   Eudemonismo o morte è il grido di un uomo perduto che alla tradizionale Scienza della Vita sostituisce la faustiana e shellyana Scienza della tecnica; al mondo della Civiltà il mondo della plastica. La vera educazione, che non è morale ma è qualcosa che  la trascende perché non è alcunché a imporla - ma siamo noi a darcela sulla memoria del nostro retaggio - è nell’imparare a vivere gli aspetti della vita malgrado tutto; malgrado il dolore, la malattia, la sofferenza, l'inadeguatezza.                                                                                                                                    

Con ciò non deve leggersi una condotta misoneista al cammino della scienza medica ma l’augurio che tale cammino si adoperi sempre scongiurandosi i forti e irriducibili dubbi come non è per il caso trattato. Non è facile oggi raccontare queste cose ad un paese che spende cifre imbarazzanti in cosmetica e chirurgia estetica. I radicali auspicano l’abrogazione per asservire alla liberalista legge di mercato del “Soddisfatti o Rimborsati” anche quel fatto sublime (non diremo “divino” per quiete degli scientisti) che è la procreazione. La degenerazione della Liberalità sta tradendo il concetto originario di Libertà. Questo è il male di un mondo che trasforma la storica Dichiarazione dei diritti dell'uomo nella Dichiarazione degli abusi legalizzati dell'uomo. I referendum che i radicali propinano da decenni sono il Manifesto dell’individualismo post-giacobino; di un uomo che naufraga nel mare dell’egoismo e rifiuta l’umanità non solo come isola di salvataggio ma, sulla scia di un nichilismo come quello di J. P. Sartre, come concetto. “Non esiste Umanità ma solo l’uomo”. Insediano la loro libertà al posto di Dio; fanno che il loro dio-divenga-la-Libertà. In sostanza è come (male)educare a fornicare senza responsabilità tanto poi l’aborto me lo  paga papà Stato coi soldi dei contribuenti (i malati di cancro la Di Bella dovevano pagarsela da soli) e non porsi nessun quesito esistenziale altro che come lenirsi la scomodità del dolore attraverso la manipolazione arbitraria dei geni. Sarebbe auspicabile invece una fecondazione assistita (o forse di miracolo dovrebbe trattarsi) che permetta di crescere la forza d’animo di un uomo che non sa più affrontare la vita, teme la morte come orrore peggiore. 

Non fu notato come meritava quel talassemico che ospite da Giuliano Ferrara ribadiva orgogliosamente la serenità della sua esistenza senza voler chiedere  nessun compromesso alla manipolazione genetica. Andate a vedere nei cinema la storia di Ray Charles, di quel bimbo nero che a sei anni perse la vista per un glaucoma e da lì la voglia di andare avanti; Arheta Robinson, la sua mamma, gli insegnò la Scienza di Vivere pur senza gli occhi. Tutti sanno chi è poi diventato quel bimbo. Charles arrivò a dire di vedere cose che i normali non potevano vedere.
La scienza di quella mamma è l'unica scienza in cui crediamo: è la Scienza della Vita (contro chi la nega).

 L j

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963