Creato da gabbiano642014 il 15/01/2015
Cultura,tempo libero,collegamenti occasionali
 

Area personale

 
 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 
 << Novembre 2017 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30      
 
 

Cerca in questo Blog

 
  Trova
 

FACEBOOK

 
 
 

Ultime visite al Blog

 
surfinia60cardiavincenzoapungi1950cielostellepianetiacer.250cassetta2roberta806clock1991robi70dsgsolitudinesparsamariateresa.savinoCherryslwoodenshipMiele.Speziato0g1b9
 

Chi può scrivere sul blog

 
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Questo  blog non rappresenta

una testata giornalistica,

non ha scopo di lucro.

Alcune foto e testi del Blog

sono state reperite dal web.

Qualora fosse stato violato

il diritto di copyright prego

di darmene avviso,per la

rimozione immediata.

 

SHINYSTAT

 
 
 

Messaggi del 09/11/2017

 

YES WE CAN: IL DISCORSO AL MONDO

Post n°201 pubblicato il 09 Novembre 2017 da gabbiano642014
 

Cari Amici, 

sono trascorsi dodici mesi dalla nuova elezione e il bilancio 

nonostante i 36000 tweet,nell'American first è la linea dei funzionari

che affermano che il riscaldameneto globale è dovuto alle 

responsabilità dell'uomo ,che il diritto alla vita va salvaguardato,che

il Muro  lungo il confine non è democrazia.

I discorsi al mondo non sono cartelli pubblicitari.

Il video che vi propongo è l'ultimo discorso del Presidente Barack

Obama ,il 11 gennaio 2017 a Chicago presso il Mc Cormick Place

dinnanzi a 20000 persone.

Yes we can è il discorso che sarà Storia del mondo.

 

11 Gennaio 2017 - Chicago -

Questi sono alcuni rammenti del discorso.

"C'è una seconda minaccia per la nostra democrazia, vecchia quanto

la nostra nazione. Dopo la mia elezione qualcuno aveva parlato di

una America post-razziale. Questo punto di vista, per quanto ben

intenzionato, non è mai stato realistico. L'etnia è una forza potente

e spesso divisiva nella nostra società. Ho vissuto abbastanza da

sapere che le cose oggi vanno meglio di dieci, venti o trent'anni fa:

non si vede solo nelle statistiche ma nel comportamento dei giovani

americani di ogni orientamento politico. Ma non siamo ancora al punto

in cui abbiamo bisogno di arrivare. Tutti noi dobbiamo fare di più. [...]

Niente di tutto questo sarà facile. Per molti di noi è diventato più

comodo ritirarci nelle nostre bolle, che sia il nostro quartiere o il

nostro college o la nostra chiesa o i social network, circondati da

persone esattamente come noi con le nostre stesse idee politiche,

e non metterci mai in discussione". 

"Tutto questo dipende dalla nostra partecipazione: da ognuno di

noi che accetta di avere delle responsabilità da cittadino, a

prescindere dalle sue idee e da chi sia al potere. La nostra

Costituzione è un regalo meraviglioso. Ma in realtà è solo una

pergamena. Non ha potere di per sé. Siamo noi, il popolo, che

le diamo potere con la nostra partecipazione e le nostre scelte.

Col nostro difendere o no le nostre libertà. Col nostro rispettare

e far rispettare o no lo stato di diritto. L'America non è fragile.

Ma i grandi progressi che abbiamo fatto nel nostro viaggio verso

la libertà non sono scontati. Li indeboliamo tutte le volte che

permettiamo al dibattito politico di diventare così velenoso che le

brave persone decidono di non impegnarsi in politica; così pervaso

dal rancore che giudichiamo malevoli gli americani con cui non

siamo d'accordo. Li indeboliamo tutte le volte che ci definiamo

più americani di altri nostri concittadini; tutte le volte che pensiamo

che tutto sia corrotto intorno a noi, e ne incolpiamo i leader politici

senza prendere in considerazione il nostro ruolo nell'eleggerli.

Sta a tutti noi essere guardiani preoccupati e gelosi della democrazia;

abbracciare con gioia questo compito per continuare a migliorare la

nostra grande nazione. Perché per tutte le nostre differenze, c

ondividiamo tutti lo stesso titolo: cittadini."

"In fin dei conti, ce lo chiede la nostra democrazia. Non solo quando

c'è un'elezione, ma nell'arco di tutta una vita. Se siete stanchi di

discutere con degli sconosciuti su internet, cercate di parlare con

qualcuno di persona. Se qualcosa dovrebbe funzionare meglio,

allacciatevi le scarpe e datevi da fare. Se siete delusi dai vostri

rappresentanti, raccogliete le firme e candidatevi voi stessi.

Fatevi avanti, fatevi sotto. Perseverate. Qualche volta vincerete.

Altre volte perderete. Presumere che ci sia del buono nel prossimo

può essere un rischio, e ci saranno momenti in cui sarete molto

delusi. Ma per chi di voi sarà fortunato abbastanza da riuscire a

fare qualcosa, da vedere da vicino questo lavoro, lasciate che ve

lo dica: può ispirarvi e darvi energia. E più spesso di quanto

pensiate la vostra fiducia nell'America e negli americani sarà

confermata. La mia lo è stata di certo."

"Cari americani, servirvi è stato il più grande onore della mia vita.

Non ho intenzione di fermarmi: sarò accanto a voi, da cittadino

, per tutti i giorni che mi rimangono. Per adesso, che siate giovani

o giovani nel cuore, ho solo un'ultima richiesta per voi. La stessa

cosa di otto anni fa, quando vi chiesi di fidarvi di me. Vi chiedo

di crederci. Non nella mia abilità di cambiare le cose, ma nella vostra.

Vi chiedo di tenere viva la fiducia nell'idea che ci hanno tramandato

i nostri Padri Fondatori: quell'idea che parlava agli schiavi e agli

abolizionisti, quello spirito che cantavano gli immigrati e gli

esploratori e chi marciava per ottenere giustizia; il credo di chi

ha piantato bandiere su campi di battaglia stranieri e sulla Luna;

il credo al centro di ogni americano la cui storia non è ancora stata scritta.

Si può fare.

Lo abbiamo fatto.

Si può fare."

 

Yes we can: il discorso al mondo.

Il discorso al mondo può contribuire alle grandi sfide.

Il discorso al mondo parla lo stesso linguaggio in tutte le nazioni,

concilia la politica,la fede per arrivare ad un intesa che possa 

migliorare la vita non solo dell'uomo,ma di tutti gli uomini.

Il discorso al mondo forma idee diverse dalla realtà che sono grandi

anche per un piccolo istante ,tutti gli uomini nella ricerca di uno

sviluppo sostenibile di pace,di lotta al razzismo,qualsiasi

pregiudizio sulle etnie e dignità.

Il discorso al mondo sono il pensieri che si possono analizzare e

cambiare:

il riscaldamento globale,i flussi migratori,il disarmo,la povertà.

Il discorso almondo  nelle rispettive credenze religiose sono il ruolo

centrale che unisce gli uomini non a soddisfare il mondo industriale,

ma nel dialogo produttivo.

Il discorso al mondo non sono i programmi ipotetici di attacchi 

nucleari o budget per spese militari.

Yes we can è il discorso al mondo che non conosce il tempo,

il suo significato rimarrà indelebile e nella realtà sociale ha

un unica voce interiore:Uomo.

 

Cari Amici,

nel "Yes we can:il discorso al mondo"

auguro a tutti voi

una buona giornata.

Gabbiano.


 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963