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La fisica digitalizzata di I.Newton

Post n°260 pubblicato il 14 Dicembre 2011 da BROWSERIK
 

Dagli scaffali di una libreria ai computer di tutto il mondo.

Grazie al progetto Cambridge Digital Library, iniziato nel 2010 con l’obiettivo di divulgare al pubblico il patrimonio scientifico e culturale lasciatoci in eredità dalle grandi menti del passato, l’ università di Cambridge ha trasformato in formato digitale alcuni dei lavori più importanti del fisico e matematico inglese Sir Isaac Newton. Risultato di questo immenso lavoro, reso possibile grazie ai quasi 2 milioni di euro donati dalla Polonsky charitable foundation, sono 4mila pagine di scritti, disegni e annotazioni appartenenti a una delle menti più brillanti di tutti i tempi.

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Tra queste 4mila pagine, appena il 20% dell’intero archivio digitale dell’università su Newton, ci sono lavori importanti come i Philosophiae Naturalis Principia Mathematica del 1687, in cui lo scienziato inglese descrisse la legge di gravitazione universale e gettò le basi della meccanica classica, ma anche manoscritti meno famosi come il Waste Book, ereditato dal patrigno e riempito di annotazioni sul calcolo scritte quando fu costretto ad abbandonare l’Università a causa dell’epidemia di peste scoppiata nel 1665. Tutti i libri sono pieni di note e calcoli scritti a margine dallo stesso Newton e da colleghi come Thomas Pellet, cui i famigliari dello scienziato chiesero di revisionare i suoi lavori dopo la morte avvenuta nel 1727.In alcune pagine si può ancora leggere not fit to be printed, una formula con cui Pellet cercava di censurare alcune delle prime speculazioni teoriche di un giovane Newton e, soprattutto, molte delle sue visioni religiose meno ortodosse.

“ Grazie ai manoscritti, il pubblico potrà letteralmente vedere la mente di Newton all’opera e conoscere come si è sviluppato il suo pensiero – spiega Grant Young, manager del team che si è occupato della digitalizzazione dei documenti – il libro sui Principia, per esempio, contiene molte note scritte dallo stesso scienziato. Si tratta di un manoscritto che ha sofferto molto, alcune pagine sono parzialmente bruciate e altre rovinate dall’acqua, per cui recuperarle è stato un lavoro molto delicato”.

“ Sino a oggi chi voleva consultare queste opere doveva venire a Cambridge e ottenere il permesso per visionarle, mentre ora siamo noi a portare la libreria dell’università nelle case di tutti in un solo clic del mouse”, aggiunge Young. E il lavoro del team non si ferma qui. Come leggiamo su Wired UK, prossimamente sarà digitalizzato l’archivio della Board of Longitude, la commissione nata nel diciottesimo secolo per volere del Governo britannico il cui scopo era promuovere la ricerca per rendere più sicura la navigazione. Poi sarà la volta degli scritti di Edmund Halley e John Flamsteed, due astronomi della Royal Society di cui Newton fu presidente. Infine, alcuni lavori di Charles Darwin, già pubblicati online ma presto incorporati nel progetto digitale.

 
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