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La produzione cerebrale di Dopamina

Post n°259 pubblicato il 07 Dicembre 2011 da BROWSERIK
 

 sdeeCome il cervello produce la dopamina Lo ha scoperto nel dettaglio un gruppo di ricercatori italiani. E potrebbe essere la chiave di volta per studiare meglio malattie degenerative come il Parkinson 06 dicembre 2011 di Valentina Arcovio Per produrre la dopamina, quel neurotrasmettitore indispensabile per numerose attività cerebrali, il cervello sfrutta un particolare meccanismo finora rimasto sconosciuto.

A individuarlo e descriverlo per la prima volta è stato uno studio italiano condotto dall’ Università Sapienza di Roma, in collaborazione con l’ Università di Verona e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). La funzione della dopamina è strettamente legata al comportamento, al movimento volontario, all’umore, alla memoria di lavro, al sonno e all’apprendimento. Le sue disfunzioni sono all’origine di gravissime malattie neurodegenerative, come per esempio il morbo di Parkinson, e di malattie genetiche rare, come per esempio la deficienza del gene Adc.

“Aver capito come il cervello produce questo neurotrasmettitore importante - spiega Francesca Cutruzzolà, docente dell’Università La Sapienza di Roma che ha coordinato lo studio - significa aver fatto un passo in avanti verso una possibile cura di queste patologie”.

Come era già noto, la sintesi di neurotrasmettitori come la dopamina dipende da una proteina detta Dopa decarbossilasi ( Ddc). Per funzionare correttamente la Ddc deve legarsi a un co-enzima, derivato della vitamina B6, il piridossale-5-fosfato ( Plp). Fino ad oggi però nessuno aveva capito in che modo le due molecole interagissero per funzionare correttamente. Ma grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate di biochimica molecolare gli scienziati italiani ora hanno chiarito il meccanismo di attivazione dell’enzima. “La molecola piccola, il Plp, riconosce - spiega Cutruzzolà - una parte della molecola grande, la Ddc, con cui si lega.

Quest’interazione provoca una serie di eventi che hanno come risultato il raggiungimento di una struttura chiusa. Praticamente l’enzima si chiude come un ostrica sulla sua perla, assumendo la forma attiva, più compatta e stabile e quindi meno sensibile alla degradazione nelle cellule”. Nei malati di Parkinson, o nei pazienti affetti da deficienza dell’Adc, questo meccanismo è distorto. “In assenza di Plp - dice la scienziata - l’enzima non è attivo e assume l’inaspettata struttura aperta che compromette la produzione di dopamina”. Individuato il meccanismo chiave, non resta che studiarlo in ogni minimo dettaglio per capire cosa lo innesca.

“Questo sarà lo scopo delle nostre prossime ricerche”, riferisce Cutruzzolà. Scoprire il difetto che sta alla base della mancata produzione di dopamanina significa avere un obiettivo nuovo su cui lavorare per aiutare tutte quelle persone affette da malattie considerate ancora incurabili.

 
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Commenti al Post:
semprepazza
semprepazza il 11/12/11 alle 20:52 via WEB
Il tuo interesse per indagini di questo tipo č incredibile, ma te ne sono grata, dovrei curarmi anch'io ed aspetto che la ricerca faccia i suoi percorsi...
(Rispondi)
 
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